martedì 22 luglio 2014

PSICOSOMATICA: IL LINGUAGGIO DELLA MALATTIA

Trasformare la paura della malattia e come affrontarla



Quando un sintomo di una malattia si affaccia nella nostra vita, subito ci adoperiamo per annientarlo, senza ascoltare, è una presenza nemica che pensiamo sia arrivata per distruggerci e talvolta ci riesce. La natura del sintomo, la sua duplice natura: nasce da noi e ci vuole distruggere, ci fa piombare in uno stato di disequilibrio che cerchiamo di sopprimere con ogni sorta di medicinale e quant'altro, pur di non ascoltare.

Perchè ci ammaliamo? Siamo sicuri che sia “solo” un problema biologico?

Non siamo abituati a soffermarci ad ascoltare. Il nostro corpo parla ad uno sconosciuto e, il messaggio che ci porta, di disagio e paura, assume un'accezione solo negativa.
La 
malattia ci ostacola, ostacola il trascorrere “normale” della nostra vita, ci rovina la giornata; ancora di più di  questi tempi, dove l'efficienza, la prestanza, la bellezza sono estremamente importanti (probabilmente troppo, non trovate?).
Un brutto raffreddore, un'influenza, non devono alterare il nostro ritmo e, come queste patologie stagionali, altre patologie più importanti e invalidanti, vengono vissute con rabbia e frustrazione allontanandoci da una qualsiasi altra chiave di lettura.

Abbiamo mai pensato alla malattia in modo “diverso”? E se sì, perchè è riconosciuta dalla medicina una matrice psicologica ad alcune malattie?

A volte, un'osservazione più attenta può rivelarci che la nostra vita non scorreva del tutto tranquilla, che forse qualche segnale si era già rivelato, che forse quella vita non era totalmente nostra. Pensiamo solo a piccoli segnali che ci arrivano dal nostro corpo quando siamo a disagio per  un discorso in pubblico ad esempio, potremo rilevare: sudorazione, problemi intestinali, tachicardia.....
Di più, pensiamo alle donne che entrano in menopausa, oggi vista come “l'inizio della fine”.... si sentono meno attraenti, sentono l'avvicinarsi della vecchiaia e tutto questo può portare all'acuirsi dei disturbi legati al periodo (vampate, ansia,....) fino a vere e proprie patologie.
Spunta quindi la malattia, il sintomo fastidioso, quel mal di stomaco che ci debilita, che se non fosse placato da spasmolitici e anti-acido, ci obbligherebbe a soste sul divano, a momenti di stasi e forse a domandarci come mai? Perchè?
E forse, inseriamo sempre il forse, anche se la medicina tradizionale ha riconosciuto per la gastrite una radice psicosomatica, a rivedere un ultimo periodo vissuto con preoccupazione o ansia (perchè il mal di stomaco, non colpisce solo in primavera).
La malattia quindi, interrompe un continuum, un equilibrio che viene spezzato dalla 
crisi. Questa parola che ha per noi un significato esclusivamente negativo, rappresenta nella filogenesi e nell'ontogenesi, una tappa del processo evolutivo che da sempre accompagna la materia vivente.
E' attraverso la crisi che la vita rimescola la sua materia biologica, questo è avvenuto e avviene nell'intero cosmo e nello stesso modo, con a disposizione gli stessi elementi di base, anche nel nostro organismo.

La Malattia, un momento che interrompe la nostra vita

La malattia quindi può essere rivisitata come crisi: momento che interrompe, ma con una valenza sia biologica che esistenziale.
Darwin diceva che non sopravvive il più forte ma chi si adatta meglio, in questo modo EVOLVE.
Pensiamo ora al nostro sistema immunitario, riconosce le malattie con cui è entrato in contatto. Alcune di queste, non vengono contratte nuovamente....non è una forma evolutiva che in qualche modo ci fortifica?
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