martedì 2 ottobre 2018

Giuggiole: proprietà e utilizzi


Le giuggiole, frutti dimenticati e ricchi di proprietà.
Cosa contengono e quali sono i componenti biologicamente attivi.
Gli studi attribuiscono loro effetti immunomodulatori, antiossidanti, epatoprotettivi, ipoglicemizzanti e protettivi del tratto gastrointestinale.
Nella Medicina Cinese sono utilizzati per calmare la mente.

Chi non ha mai sentito l’espressione  “andare in un brodo di giuggiole”?

Il primo a registrare l’espressione figurata fu il Vocabolario della Crusca col significato di “essere fuori di sé per la contentezza”.
Probabilmente, a onor del vero, in origine il brodo era di “succiole”, nome toscano che indica le castagne lessate, perché si succhiavano. Da succiole a giuggiole il passo è breve, anche perché le giuggiole sono molto dolci e ben si adattano al famoso detto.

La giuggiola è un frutto considerato dimenticato, in passato veniva consumato comunemente, ma poi è stato soppiantato da frutti meno costosi, di più facile coltivazione e che avevano più spazio sul mercato. La grande distribuzione detta legge.

La giuggiola si consuma fresca o essiccata, ma anche trasformata in marmellata, confettura o sciroppo ed anche in piatti salati.

La pianta

Il giuggiolo è originario della Cina, dove è largamente consumato anche oggi, in Italia è stato dimenticato.
Del giuggiolo ne esistono diverse specie, ma quelle più diffuse nel nostro paese sono la Ziziphus sativa e la Ziziphus jujuba.
La pianta appartiene alla famiglia delle Rhamnaceae, e cresce spontanea, arrivando fino a 15 m  nelle zone a clima mite, sulle coste, sulle colline e vicino ai laghi. E’ comunque una pianta che si adatta bene anche a climi rigidi.
Possiede rami spinosi e i frutti, le giuggiole o Ziziphus jujuba, maturano nella tarda estate.
Hanno le dimensioni delle olive con polpa bianca, compatta e soda.
Più maturano e più sono dolci e tendono a raggrinzirsi.
Si raccolgono in settembre-ottobre quando assumono una colorazione brunastra e sapore simile ai datteri, mentre sono verdi quando ancora acerbe e il sapore richiama quello della mela.
Il giuggiolo resiste ai climi freddi perché le sue radici penetrano in profondità nel terreno e intorno alla pianta si riproducono altre piantine. Si riproduce per seme, anche se la pratica è incerta, per separazione dei polloni basali e per talea. Può essere coltivato anche in vaso con dimensioni contenute.
In Veneto è chiamato “sisolo” ed è molto coltivato, infatti nella provincia di Padova, ad Arquà Petrarca nei Colli Euganei, si tiene, tutti gli anni, una festa in suo onore con preparazioni culinarie che lo vedono protagonista.



Cosa contiene e la ricerca

La polpa biancastra è ricca di vitamina C, infatti 100 g di giuggiole contengono 40mg di vitamina C, concentrazione superiore agli agrumi.
Contengono, oltre alla vitamina C, anche la A e vitamine del gruppo B (B1,B2,B3 e B6).
Sono composte da circa l’80% di acqua e dal 6% di zuccheri e carboidrati.
Nelle giuggiole troviamo  potassio, ferro, fosforo, rame, manganese, zinco  e  calcio.
Presenti pectina, mucillagini, flavonoidi, polisaccaridi, tannini, antrachinoni e zizifusina.

In questa review (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5478819/) vengono discusse e riassunte le attività della giuggiola sul sistema nervoso. La giuggiola, anche se gli studi sono limitati e quindi ancora da approfondire, sembra possedere attività neuro protettive, stimola la differenziazione neuronale, aumenta l’espressione di fattori neurotrofici, promuove la memoria e l’apprendimento. I flavonoidi,cAMP e jujuboside (ipnosedativo glicosidico presente nei semi della giuggiola) potrebbero essere i potenziali ingredienti bioattivi implicati nelle attività biologiche. I risultati suggeriscono che la giuggiola  potrebbe diventare un potenziale candidato per lo sviluppo di integratori per la prevenzione e/o il trattamento delle malattie neurologiche.

Recenti risultati fitochimici e farmacologici hanno rivelato che i flavonoidi, i polisaccaridi e gli acidi triterpenici sono i principali ingredienti attivi della giuggiola che spiegano l’effetto antiossidante, immunomodulante e antinfiammatorio. Inoltre l’acido botulinico e il jujuboside B potrebbero essere i componenti che mostrano effetti benefici sul sistema cardiovascolare.

In altri recenti studi farmacologici e fitochimici si è dimostrato che i polisaccaridi contenuti sono uno dei componenti biologicamente attivi che mostrano attività immunomodulatoria, antiossidante, antitumorale, epatoprotettive, ipoglicemizzante e protettivi del tratto gastrointestinale (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28274443 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23480594 ).

Nella Medicina Cinese, la giuggiola, è considerata un’erba medicinale che calma la mente e allevia lo stress e viene prescritta, come tranquillante, anche in combinazione con altre erbe per l’insonnia e la memoria. Come frutto è considerato nutraceutico e consumato da migliaia di anni.
La giuggiola, grazie alla presenza di mucillagini, ha proprietà emollienti, lenitive  ed espettoranti e viene utilizzata in decotti, ma anche in cosmesi.
Lo sciroppo di giuggiole è ottimo per la tosse.
I semi contengono composti ad azione sedativa.
Hanno circa 80 calorie per 100 g di prodotto.


Utilizzo in cucina, cosmesi e decotti

Il famoso “brodo di giuggiole” è un liquore dolce che si ottiene dalla macerazione idroalcolica di giuggiole mature con l’aggiunta di altra frutta come mele cotogne, uva e scorze di limone. Si può gustare ghiacciato in estate e caldo in inverno.

Crema di ceci e giuggiole.
Ingredienti: mezzo kg di ceci lessati, 150 g di giuggiole denocciolate e tagliate a pezzetti, mezza cipolla, un gambo di sedano, mezzo lt di brodo vegetale, 20 g di burro.
Passate i ceci lessati in padella con la cipolla tritata, sedano e burro. Aggiungete il brodo vegetale e cuocete per circa mezz’ora, poi aggiungete le giuggiole, sempre aggiungendo il brodo, e continuate la cottura per altri 20 minuti. Passate tutto nel frullatore.

Con le giuggiole si possono ottenere delle ottime marmellate, confetture e gelatine.

In Asia si consumano secche, vengono chiamate “datteri cinesi” e si conservano in salamoia, alcol e aceto.

Lo sciroppo di giuggiole si ottiene bollendo le giuggiole lavate: si passano al setaccio e si rimettono a bollire con lo zucchero.

Decotto di giuggiole per la tosse. Fate bollire le giuggiole a pezzi, circa 100 g in 250 ml di acqua per 10 minuti. Lasciate riposare per 10 minuti e filtrate, volendo si può dolcificare con un cucchiaino di miele, ma è già dolce.
Sono utilizzate anche in cosmetica per maschere emollienti ed idratanti per pelli secche.

Un po’ di storia

Lo splendore delle giuggiole è durato secoli.
Erodoto (V sec. A.C.) raccontava che i Fenici producevano un vino con le giuggiole e, da raggrinzite, le paragonò ai datteri.
Durante il Rinascimento i cuochi le utilizzavano nelle loro prelibatezze e i Gonzaga le apprezzavano molto, tanto da avviare una coltivazione.
Il loro declino iniziò con gli anni Cinquanta. Il boom economico e la grande distribuzione mise nel dimenticatoio i cibi poveri fra cui le giuggiole.


Controindicazioni
Non ci sono controindicazioni specifiche o particolari, è bene comunque chiedere il parere medico qualora si assumano farmaci di cui non si conoscono le interazioni.


Scritto da Angela Ballarati
Metti “mi piace” sulla mia pagina facebook: benessere natural-mente
Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la fonte: autore e link attivo del blog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.