L’elicriso è un antinfiammatorio utile nei disturbi
delle vie aeree e per le emorroidi, è antiallergico, antibatterico,
antieritematoso, coleretico e antimicotico
Cosa contiene, quando è utile e come si utilizza,
Raccolta, conservazione, simbologia e credenze popolari
L’elicriso è una pianta perenne originaria dell’Europa centrale, orientale e
meridionale.
Si trova, in Italia, su tutto il territorio dal piano
fino a 800 m, sull’Appennino e nelle regioni mediterranee, nei terreni rocciosi
e aridi della Sardegna, ovunque nei luoghi aridi e sabbiosi.
La pianta, Helichrysum angustifolium o italicum, appartiene alla famiglia delle Asteraceae
(Compositae) e non raggiunge l’altezza di 50 cm. E’ una pianta suffruticosa, cioè è una
piccola pianta perenne, intensamente aromatica, legnosa con rami erbacei fino
alla base.
E’ completamente ricoperta da una peluria biancastra e i fiori,
giallastri e di sapore amaro, sono riuniti in ombrelle, si utilizzano nelle
tisane, mentre l’H. Stoechas i cui fiori appaiono di un giallo più brillante,
sono spesso utilizzati per migliorare il sapore delle preparazioni e per le
composizioni floreali.
Le foglie argentate emanano un caratteristico odore che
ricorda il curry.
Medicina
popolare
In Sardegna l’Elicriso, H. Microphyllum subsp.
Tyrrenicum, è stato abbondantemente utilizzato come prodotto dermoprotettivo e come
tonico nelle formulazioni da bagno. Il suo utilizzo spazia dai capelli, per
rinforzarli e contro la caduta, alle ustioni, ma anche come coleretico, diuretico,
espettorante, analgesico e antireumatico (Atzei, 2003 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6601027/).
Nella Medicina
Popolare l’elicriso è sempre stato utilizzato nelle affezioni delle vie
respiratorie e per i disturbi cutanei, ma anche per disturbi di fegato e
cistifellea e per l’insonnia.
Raccolta
e conservazione
La droga è rappresentata dalle sommità fiorite che si
raccolgono tra giugno e agosto avendo l’accortezza di non tagliare la parte più
legnosa del gambo. Si tagliano i rametti e si essiccano a mazzetti, in un luogo
fresco e arieggiato.
Si conserva al riparo da luce e umidità.
Anche le foglie si raccolgono e, grazie al loro profumo
che ricorda quello del curry, vengono utilizzate per insaporire molti piatti,
tra cui risotti, pollo, ripieni ecc.
Cosa
contiene
L’elicriso è ricco di flavonoidi tra cui quercitina ed
elicrisina, esteri (acetato di nerile), acidi organici (acido caffeico),
tannini, mucillagini e oli essenziali
(nerolo, geraniolo, eugenolo) che stimolano l’attività corticosurrenale
rendendo l’elicriso un rimedio fitoterapico ad azione antinfiammatoria e
antiallergica.
I flavonoidi sono
una vasta classe di composti che esercitano svariate funzioni; quelli presenti
nell’elicriso esercitano un’azione battericida e,con l’olio essenziale
contenuto, il nerolo, funzionano come antinfiammatori nelle allergie e nelle
affezioni cutanee, negli ispessimenti,
nelle lesioni e in presenza di cicatrici,
dove ne coadiuvano la rigenerazione.
Questo studio italiano (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6601027/) , pubblicato
nel 2018 su PubMed, valutava la composizione chimica e l’attività antimicrobica
degli oli essenziali di Herichrysum mycrophillum subsp. Tyrrhenicum raccolto in
quattro diverse stazioni della Sardegna sud-occidentale.
Dai campioni si è rilevata la presenza di quantità
significative di acetato di nerile,composizione tipica, in altre, assente
l’acetato di nerile, erano presenti alte concentrazioni di curcumene e
linalolo. Saggi microbiologici standard hanno dimostrato che il curcumene ha
un’interessante attività anticandida che è potenziata da concentrazioni di
chitosano.
E’ stato altresì dimostrato che l’associazione di olio
essenziale di elicriso e chitosano
migliora l’efficienza dell’azione anticandida.
Il chitosano è un polisaccaride, generalmente estratto
dai crostacei, commercializzato per le diete ipocaloriche per la riduzione del
peso corporeo e come componente di shampoo.
Lo studio permette di concludere che gli oli essenziali
provenienti dalle quattro stazioni dislocate nell’area del Sulcis-Iglesiente
presentano profili chimici differenti.
Gli autori ritengono possa essere interessante indagare
una possibile applicabilità del sinergismo chitosano-olio essenziale in
situazioni cliniche e che un’eventuale chemiotipizzazione delle varie specie
esaminate potrebbe portare il terapeuta ad un uso clinico mirato della
specifica pianta, in un concetto di aromaterapia scientifica razionale, secondo
criteri chimici, farmacologi e clinici presenti in letteratura.
Come
si utilizza
Infuso:
aggiungere un cucchiaino di pianta polverizzata per tazza di acqua bollente. Lasciare
in infusione per 10 minuti, filtrare e bere.
L’elicriso si utilizza come decotto per uso interno
mettendo 2 g di pianta in 120 ml di acqua fredda, si porta a ebollizione e si
lascia sobbollire per 15 minuti. Si filtra e si beve.
Il decotto per uso
esterno utilizza 6 g di pianta in 120 ml e segue le indicazioni del decotto
per uso interno. Una volta raffreddato si procede con l’applicazione di garze
imbevute sulla parte interessata. Per uso esterno è lenitivo, antinevralgico e
come collirio decongestiona in caso di arrossamenti oculari.
La tintura madre
si trova già pronta nelle erboristerie e farmacie specializzate e si produce
lasciando macerare in una miscela di acqua e alcol alimentare, per tre
settimane, i capolini raccolti tra luglio e agosto.
L’olio
essenziale è prodotto dalla distillazione a vapore delle sommità
fiorite, anche l’olio essenziale si trova già pronto nelle erboristerie.
All’olio essenziale sono ascrivibili le proprietà antiallergiche e antitussive.
Oleolito. Si
ottiene facendo macerare le sommità fiorite in olio di oliva o altro olio vegetale come quello di mandorle
dolci, in rapporto di 1:5, 50 gr di capolini in 250 ml di olio. Dopo aver
essiccato i fiori poneteli in un barattolo di vetro scuro ben chiuso coprendoli
con l’olio. Ogni giorno girate il barattolo e dopo 40 giorni filtrate in una
bottiglia di vetro scuro avendo cura di spremere bene il residuo. Conservate il
vostro oleolito di elicriso in un posto fresco e buio.
Quando
è utile
L’elicriso vanta molte proprietà, alcune supportate dalla
ricerca scientifica, altre che necessitano di ulteriori approfondimenti.
L’elicriso
è antinfiammatorio nei disturbi delle vie aeree e per le emorroidi, è
antiallergico, antibatterico, antieritematoso, coleretico (stimola la
produzione di bile), ipocolesterolemizzante, antimicotico.
Le sue proprietà antinfiammatorie si esplicano attraverso
processi diversi, per il contenuto in flavonoidi, ma anche attraverso
l’inibizione della cascata infiammatoria dell’acido arachidonico.
Nei disturbi delle
vie respiratorie, anche di natura allergica, l’elicriso esplica la sua
azione antitussiva, fluidificante, antinfiammatoria, antibiotica,
decongestionante e antistaminica.
- L’Elicriso
facilita l’eliminazione del catarro, disinfiamma le mucose nasali e
bronchiali, attenua gli spasmi
dell’asma.
- E’
utile nelle infezioni delle vie aeree di natura batterica (l’acido caffeico è
attivo soprattutto su stafilococco e streptococco) e allergica come la rinite allergica.
- Si utilizza
il decotto, l’infuso o la tintura madre.
L’azione antibatterica
dell’elicriso, imputabile alla presenza dei flavonoidi, si esplica soprattutto
nei confronti dello Staphylococcus aureus. Sempre i flavonoidi sono
responsabili delle proprietà antifungine (Candida albicans), antinfiammatorie e antiossidanti.
Affezioni
cutanee: i flavonoidi contenuti nel’elicriso hanno dimostrato
proprietà antieritematose e fotoprotettive.
- In
caso di scottature, anche solari si
utilizza una garzina imbevuta di decotto da applicare sulla parte per 15 minuti
e si ripete l’applicazione 2 o 3 volte al giorno, fino a miglioramento, in
alternativa utilizzate sulle parti l’oleolito.
- L’olio
di elicriso è ingrediente di molte creme solari o doposole, ma anche in
preparati antirughe, antismagliature e per pelli sciupate.
- In
caso di psoriasi ed eczemi si
utilizzano impacchi con garze imbevute nel decotto fino a miglioramento. E’
indicato anche l’oleolito che esercita azione antistaminica e lenitiva anche
nelle dermatiti o punture di insetti.
- Per pelli arrossate e irritate si può
utilizzare una manciata di fiori di elicriso nell’acqua del bagno, rimanete per
almeno 15 minuti. Asciugatevi e spalmatevi sul corpo olio di mandorle dolci o
di calendula, lenitivi per pelli irritate. Anche l’oleolito è indicato in tutti
i casi di cute irritata.
Stimola l’attività pancreatica ed epatica, in questo modo
è d’aiuto nei disturbi digestivi e disinfiamma le mucose del
tratto gastrointestinale.
Nelle riniti e
nelle congiuntiviti di origine
allergica è indicata la tintura madre.
Congiuntivite
allergica: utile per decongestionare l’occhio, infatti è impiegato nei colliri.
Cattiva
circolazione, gambe gonfie ed emorroidi troveranno giovamento da un
massaggio con una miscela composta da 20/30 gocce di olio essenziale in 50 ml
di olio vettore come l’olio di mandorle dolci o l’oleolito. Applicare con
leggeri massaggi sulle parti interessate più volte al giorno, fino a miglioramento.
Si utilizza in associazione la tintura madre che decongestiona.
Un massaggio con olio essenziale di elicriso,
opportunamente diluito in olio vettore, allevia i dolori reumatici e artritici.
.
Coltivazione
Una buona germinazione si ha seminando semi di recente
raccolta.
Si semina in primavera e il terriccio deve essere
sabbioso.
Quando le piantine saranno sufficientemente sviluppate,
si trapiantano in piena terra o in grandi vasi da collocare in posizione
soleggiata.
Potare i rami troppo lunghi e proteggere da climi troppo
freddi e umidi.
La riproduzione si può effettuare per divisione dei cespi
o per talea di punta.
E’ una pianta rustica e resistente che non necessita di
grandi attenzioni, ma di qualche accortezza: no ai ristagni di acqua,
innaffiature solo a terreno asciutto.
Elicriso:
simbologia, storia e credenze popolari
Il termine elicriso deriva dal greco e indica il colore
dorato dei suoi fiori (helios, sole e chrysos, oro), ma ha anche un altro nome,
“immortale”, per evidenziare la durata del colore e del profumo dei suoi fiori.
In Grecia e per i romani era il simbolo dell’amore eterno
e immortale, considerato di buon auspicio era utilizzato per coronare le statue
degli Dei e oggi si impiega per ornare le chiese nei matrimoni.
“In generale è
considerato di buon auspicio, ed è per questa ragione che si usava preparare
dei mazzetti di Elicriso per favorire gli incontri matrimoniali che venivano
poi bruciati la notte di San Giovanni insieme ad altre piante della tradizione.
In occasione di questo rituale, ci si lavava le mani la
mattina con acqua preparata la sera prima, dove vi erano stati immersi mazzetti
di Elicriso, preferibilmente in numero dispari. Un’antica
leggenda narra di una bellissima ninfa dai capelli dorati innamorata di un Dio,
ma non corrisposta; la pietà degli Dei fece si che prima di morire, fosse
trasformata in Elicriso.
Tra
le credenze popolari relative ai poteri di questa pianta officinale, non poteva
mancare la qualità di portafortuna.
Un
antico proverbio dice: “Di fortuna resti intriso, chi si adorna di elicriso”.
. https://www.ilpettirossocosmetici.it/piante/elicriso-sole-doro/
Ritrovato anche nei disegni egizi era legato al culto del
Sole e anche per loro rappresentava l’eternità.
Nel linguaggio dei fiori è attenzione e ricordo della
persona a cui si regala.
Si ritiene di buon auspicio.
Scritto da Angela Ballarati
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