Omeopatia effetto placebo? Le infondate critiche alle terapie alternative
Omeopatia e terapie alternative: introdotte in ospedale e poi denigrate pubblicamente
Non
sono un medico e non voglio addentrarmi ma ho letto molto e studiato
omeopatia per passione. La classe
medica,
non tutta naturalmente, si ostina a non considerare i risultati
ottenuti con le cosiddette “terapie alternative”. A volte
ammazzano una mosca col bazooka! Perchè non considerare l'agopuntura
come terapia del dolore, se funziona in pazienti che presentano
allergia agli antidolorifici o non possono assumerne per altri
motivi?
Certo che l'Italia è strana: da una parte, l'omeopatia e l'agopuntura, vengono introdotte in alcuni ospedali come il Sacco a Milano, il San Camillo a Roma (Libero 22/5/14) o in Toscana,
dall'altra si denigrano apertamente le pratiche “alternative” in TV e sulla stampa.
Certo che l'Italia è strana: da una parte, l'omeopatia e l'agopuntura, vengono introdotte in alcuni ospedali come il Sacco a Milano, il San Camillo a Roma (Libero 22/5/14) o in Toscana,
dall'altra si denigrano apertamente le pratiche “alternative” in TV e sulla stampa.
Terapie non “scientifiche” e scientificità.
Vogliamo
parlare del “Metodo Di Bella”? Osteggiato, deriso per le sue
terapie “non convenzionali” e poco onerose, è stato recentemente
rivalutato dal Congresso Mondiale di Oncologia (2011) al quale hanno
preso parte alcuni dei massimi esponenti internazionali della ricerca
sul cancro, tra cui il Nobel Schally . I
dati facilmente verificabili.
fanno emergere un'assoluta rilevanza clinica e scientifica nella cura dei tumori.
Il mondo scientifico non riconosce l'effetto terapeutico di molte pratiche “alternative” ma, il più delle volte, non riscontro una vera conoscenza da parte di chi osteggia. Tutto è inserito in un calderone senza distinzione....
E' il caso di un articolo apparso sulla “Repubblica" a cui ha risposto la dottoressa Andreina Fossati, medico chirurgo e omeopata e socio fondatore della Federazione Medici Omeopatici FIAMO. Riporto integralmente la sua lettera che vale la pena di leggere.
Abbiamo di che meditare!
fanno emergere un'assoluta rilevanza clinica e scientifica nella cura dei tumori.
Il mondo scientifico non riconosce l'effetto terapeutico di molte pratiche “alternative” ma, il più delle volte, non riscontro una vera conoscenza da parte di chi osteggia. Tutto è inserito in un calderone senza distinzione....
E' il caso di un articolo apparso sulla “Repubblica" a cui ha risposto la dottoressa Andreina Fossati, medico chirurgo e omeopata e socio fondatore della Federazione Medici Omeopatici FIAMO. Riporto integralmente la sua lettera che vale la pena di leggere.
Abbiamo di che meditare!
L'omeopatia è “acqua fresca” e poi viene somministrata per alleviare disturbi cronici in molti ospedali.
Gentile
Direttore,
ieri ho letto su “La Repubblica” un articolo molto brutto, che ha avuto la presunzione di occupare un’intera pagina, che poteva essere spesa meglio. Il titolo è” Guarire senza medicine il boom dell’autoterapia“ a firma di Michele Bocci.
E’ una carrellata inconcludente sui vari tipi di cure che non passano attraverso il servizio sanitario nazionale, preceduta da una premessa “esplicativa e risolutiva”: si tratta di cure con effetto placebo basate sulla fiducia che il paziente ripone nel terapeuta. E mette nel calderone omeopatia, fitoterapia, meditazione, alimentazione e agopuntura. Evviva!
Ecco quello che mi è venuto da pensare e purtroppo non è la prima volta che lo penso: perché un giornale così tanto diffuso e letto, con ottime firme e ottimi direttori, affida quasi sempre la stesura di articoli scientifici a giornalisti che preferirebbero occuparsi di altro e che di temi medici e scientifici masticano veramente molto molto poco, ma sono abbastanza ferrati nel passare notizie che si possono definire “false e tendenziose”? Il giro di telefonate che il signor Michele Bocci ha fatto per raccogliere queste preziose spigolature è stato guidato da un preciso diktat politico, legato, penso, al grave problema creato da Stamina e al riconoscimento della cura di Di Bella da parte del Tribunale di Lecce. Mettiamo tutto nello stesso calderone e demoliamo. Parafraserei la frase del Dott. Carlo Nozzoli citata nel “l’intervista”: “Ma attenzione a trattare così argomenti seri”.
Ci sono molte cose che il Signor Bocci non sa e che avrebbe dovuto sapere e sono la grande diffusione con successo dell’omeopatia in veterinaria, là dove gli allevamenti costano centinaia di migliaia di euro e dove, al di là della fiducia che l’allevatore può riporre nel suo veterinario omeopatico, sicuramente i cavalli o le mucche o i conigli non ne sono partecipi e nonostante questo guariscono da patologie, che altrimenti potrebbero portarli alla morte.
Lo stesso discorso vale per bambini di poche ore o di pochi giorni o mesi che guariscono da bronchiolite, da laringospasmo o da polmonite o altro, curati da bravi medici omeopati in virtù della “fiducia-placebo”. Propongo al giornale di inviare il suo giornalista a San Paulo del Brasile e di trascorrere qualche giornata con il medico omeopata Matheus Marim che, con il suo team, lavora nel pronto soccorso dell’ospedale pubblico e su richiesta dei colleghi interviene nel reparto di terapia intensiva, curando il malato con farmaci omeopatici.
Sono medico omeopata e lo sono, perché oltre la laurea in Medicina e Chirurgia ho studiato per 4 anni l’Omeopatia alla Libera Università Internazionale di Medicina Omeopatica e mi sento di dire che l’articolo è offensivo come lo è stato Berlusconi quando ha definito “coglioni” quelli che non lo avrebbero votato. Penso che i miei colleghi agopuntori abbiano provato lo stesso disagio nel leggerlo e credo anche che lo abbiano provato anche tanti colleghi che operano nelle strutture pubbliche e condividono con noi “alternativi” il travaglio della cura di pazienti cronici, integrando le terapie o facendo un passo indietro e affidando a noi la cura. Vorrei infine chiarire che l’Omeopatia è una medicina occidentale, essendo stata ideata e sistematizzata da F.H.S. Hahnemann, nato nel 1755 a Meissen e morto nel 1843 a Parigi.
Nessun medico che lavori con scienza e coscienza esclude tutte le possibilità della medicina, compresa la chirurgia o le cure salvavita. Non c’è altro da aggiungere, se non che un giornale serio dovrebbe avere delle persone preparate in campo scientifico deputate a scrivere articoli sul tema della salute e affini.
CordialmenteAndreina Fossati (fossatina@gmail.com )
ieri ho letto su “La Repubblica” un articolo molto brutto, che ha avuto la presunzione di occupare un’intera pagina, che poteva essere spesa meglio. Il titolo è” Guarire senza medicine il boom dell’autoterapia“ a firma di Michele Bocci.
E’ una carrellata inconcludente sui vari tipi di cure che non passano attraverso il servizio sanitario nazionale, preceduta da una premessa “esplicativa e risolutiva”: si tratta di cure con effetto placebo basate sulla fiducia che il paziente ripone nel terapeuta. E mette nel calderone omeopatia, fitoterapia, meditazione, alimentazione e agopuntura. Evviva!
Ecco quello che mi è venuto da pensare e purtroppo non è la prima volta che lo penso: perché un giornale così tanto diffuso e letto, con ottime firme e ottimi direttori, affida quasi sempre la stesura di articoli scientifici a giornalisti che preferirebbero occuparsi di altro e che di temi medici e scientifici masticano veramente molto molto poco, ma sono abbastanza ferrati nel passare notizie che si possono definire “false e tendenziose”? Il giro di telefonate che il signor Michele Bocci ha fatto per raccogliere queste preziose spigolature è stato guidato da un preciso diktat politico, legato, penso, al grave problema creato da Stamina e al riconoscimento della cura di Di Bella da parte del Tribunale di Lecce. Mettiamo tutto nello stesso calderone e demoliamo. Parafraserei la frase del Dott. Carlo Nozzoli citata nel “l’intervista”: “Ma attenzione a trattare così argomenti seri”.
Ci sono molte cose che il Signor Bocci non sa e che avrebbe dovuto sapere e sono la grande diffusione con successo dell’omeopatia in veterinaria, là dove gli allevamenti costano centinaia di migliaia di euro e dove, al di là della fiducia che l’allevatore può riporre nel suo veterinario omeopatico, sicuramente i cavalli o le mucche o i conigli non ne sono partecipi e nonostante questo guariscono da patologie, che altrimenti potrebbero portarli alla morte.
Lo stesso discorso vale per bambini di poche ore o di pochi giorni o mesi che guariscono da bronchiolite, da laringospasmo o da polmonite o altro, curati da bravi medici omeopati in virtù della “fiducia-placebo”. Propongo al giornale di inviare il suo giornalista a San Paulo del Brasile e di trascorrere qualche giornata con il medico omeopata Matheus Marim che, con il suo team, lavora nel pronto soccorso dell’ospedale pubblico e su richiesta dei colleghi interviene nel reparto di terapia intensiva, curando il malato con farmaci omeopatici.
Sono medico omeopata e lo sono, perché oltre la laurea in Medicina e Chirurgia ho studiato per 4 anni l’Omeopatia alla Libera Università Internazionale di Medicina Omeopatica e mi sento di dire che l’articolo è offensivo come lo è stato Berlusconi quando ha definito “coglioni” quelli che non lo avrebbero votato. Penso che i miei colleghi agopuntori abbiano provato lo stesso disagio nel leggerlo e credo anche che lo abbiano provato anche tanti colleghi che operano nelle strutture pubbliche e condividono con noi “alternativi” il travaglio della cura di pazienti cronici, integrando le terapie o facendo un passo indietro e affidando a noi la cura. Vorrei infine chiarire che l’Omeopatia è una medicina occidentale, essendo stata ideata e sistematizzata da F.H.S. Hahnemann, nato nel 1755 a Meissen e morto nel 1843 a Parigi.
Nessun medico che lavori con scienza e coscienza esclude tutte le possibilità della medicina, compresa la chirurgia o le cure salvavita. Non c’è altro da aggiungere, se non che un giornale serio dovrebbe avere delle persone preparate in campo scientifico deputate a scrivere articoli sul tema della salute e affini.
CordialmenteAndreina Fossati (fossatina@gmail.com )
Autore: Naturopata Angela Ballarati
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