giovedì 31 dicembre 2020

Salvia officinalis proprietà e utilizzo

 

Salvia: la pianta, cosa contiene, quando può essere utile e i rimedi più comuni, come si utilizza,  la coltivazione in vaso, alcuni studi, storia e controindicazioni

La pianta


Foto di Wolfgang Eckert da Pixabay

La pianta di salvia, Salvia officinalis, della famiglia delle Lamiaceae, è originaria delle regioni aride del Mediterraneo e viene coltivata in tutto il mondo per le sue proprietà medicamentose.

Arriva a un metro di altezza, cresce in tutta Italia, dove viene coltivata negli orti, mentre allo stato spontaneo è diffusa nella zona mediterranea delle regioni centrali e meridionali.

La pianta, le cui parti utilizzate sono le foglie dal sapore aromatico e speziato,   è conosciute localmente come Sauvia in Liguria, Marlipò in Piemonte, Erba Mascadella in Lombardia, Erba sacra in Toscana, Salvia bianca in Sardegna.  

La salvia, in passato e ancora oggi, si utilizza per aromatizzare i piatti e come cura di bellezza; è importante anche dal punto di vista medicamentoso.

Il suo nome deriva dal latino salvus, ossia salvato, sano.

Le foglie, che possono raggiungere la lunghezza di 5 cm, sono ovali, spesse, vellutate e di colore verde-grigio.

I fiori sono piccoli e, a seconda della specie, possono presentarsi di colore viola, rosa, bianchi, blu o rossi. I fiorellini e le foglie hanno un odore molto aromatico e gradevole.

La raccolta delle foglie si effettua a luglio, prima che si aprano i boccioli, tagliando l’intera pianta a10 cm da terra. Si conserva, essiccata, in sacchetti di carta o di tela.

Cosa contiene

Le principali sostanze fitochimiche presenti nei fiori, nelle foglie e nel fusto di Salvia Officinalis sono ben identificate: alcaloidi, acidi grassi, derivati glicosilici (glicosidi flavonoidi, saponine), composti fenolici  (cumarine, flavonoidi, tannini), terpeni e oli essenziali.

 E’ ricca di vitamine C, B1 ed estrogeni che l’hanno fatta apprezzare fin dall’antichità.

La maggior parte delle sostanze fitochimiche sono contenute nel suo olio essenziale, più di 120 componenti come borneolo, canfora, cariofillene,cineolo, pinene e tujone. L’estratto alcolico e acquoso sono ricchi di flavonoidi come l’acido rosmarinico e luteolina. Nell’infusione sono stati identificati diversi flavonoidi come l’acido ellagico, epigallocatechina, quercitina, acido rosmarinico, rutina, ma anche borneolo, cineolo, tujone e canfora. Nell’infusione, l’acido rosmarinico e l’acido ellagico sono i flavonoidi più abbondanti. I carboidrati più abbondanti sono: arabinosio, galattosio, glucosio,mannosio. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5634728/

La review confronta le sostanze presenti nei fiori, nelle foglie e nello stelo. La maggior componente del fusto è il linalolo, per i fiori è l’alfa-pinene e il cineolo, mentre nelle foglie i fitochimici di maggior rilievo sono costituiti dalla canfora, il limonene, il tujone, l’acetato di bornile e il canfene.

Come per tutte le piante officinali è importante il luogo di crescita perché  il terreno e le condizioni ambientali variano la percentuale dei fitochimici presenti.

 

Quando può essere utile e i rimedi più comuni

 

Come disinfettante, antinfiammatorio delle mucose della bocca e in caso di piccole ferite. Gli oli essenziali contenuti hanno proprietà antibatteriche e antisettiche, mentre i tannini, astringenti, ne fanno un buon rimedio per tutti i casi di infiammazione delle mucose

Per purificare l’alito e come sbiancante per i denti si utilizzano le foglie fresche a secco e si strofinano sui denti. La salvia è un ingrediente di molti dentifrici naturali.

La sua proprietà antisudorifera è confermata da molti studi che riportano la sua utilità nel diminuire la sudorazione del 50%, con effetto massimo dopo due ore dall’ingestione. Si utilizza la tisana o la tintura madre. Sono in commercio molti deodoranti naturali a base di salvia.

Per la sua azione vulneraria, in passato, le foglie triturate venivano applicate sulle piccole ferite e sulle abrasioni.

Gli antiossidanti contenuti funzionano come conservanti rallentando il processo di degradazione di carne, pesce e alimenti applicando le foglie pulite sulle superfici.

Nelle infiammazioni gastriche e intestinali aiuta i processi digestivi, stimola la funzionalità intestinale e della cistifellea.  E’ antispasmodica ed è indicata in caso di digestione lenta, crampi, coliche e nausea. E’ indicata la tisana.

Mal di gola, afte e gengiviti possono trarre sollievo da gargarismi caldi col decotto. In caso di stomatiti, afte, gengiviti, gengive sanguinanti, faringiti, mal di gola e tonsilliti sono di aiuto gli sciacqui, da ripetersi più volte al giorno, con la tisana per uso esterno.  L’effetto lenitivo e antinfiammatorio è esercitato dalla vitamina B1 e C.

La salvia contiene fitoestrogeni, sostanze simili agli ormoni, che risultano utili nella regolazione del ciclo mestruale e di alcuni sintomi che si presentano in menopausa.  La tintura madre di salvia si utilizza in menopausa per alleviare i sintomi ad essa collegati come le vampate di calore e la sudorazione eccessiva.

Accelera le contrazioni del parto e per questo è sconsigliata in gravidanza e allattamento.

In caso di mestruazioni scarse o poco regolari viene consigliata la tintura madre di salvia, a volte in associazione al macerato glicerinato di lampone (Rubus idaeus M.G.) . E’ sconsigliato il fai da te, chiedere sempre il parere medico prima di intraprendere una terapia.

In questa review https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5634728/  vengono riuniti gli studi sulle attività farmacologiche della salvia officinalis per documentare il suo utilizzo nella  tradizione e per scoprire nuove proprietà. I risultati  evidenziano un’ampia gamma di attività farmacologiche che includono effetti antitumorali, antinfiammatori, antinocicettivi, antiossidanti, antimicrobici, antimutageni, antidemenza, ipoglicemici e ipolipidemici.

Vi sono prove crescenti che suggeriscono che Salvia Officinalis abbia effetti positivi sulle funzioni cognitive e sulla memoria grazie soprattutto alla presenza dell’acido rosmarinico. Uno studio controllato randomizzato di Akhondzadeh et al. ha mostrato, a fronte di un trattamento di 4 mesi con estratto idroalcolico di S.o., un miglioramento delle funzioni cognitive nei pazienti con malattia di Alzheimer lieve o moderata. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16205785/

L’articolo riporta i risultati farmacologici riportati in letteratura (effetti antitumorali, antinocicettivi, antiossidanti, antimicrobici, ipoglicemizzanti, ipolipidemici e potenziamento della memoria) e da studi clinici (attività ipolipemizzante, antinocicettiva e potenziamento della memoria).

Le possibili applicazioni terapeutiche andranno chiarite in studi futuri che dovranno comprendere i meccanismi molecolari responsabili degli effetti, la tossicità e l’interazione con farmaci.

 

 

Come si utilizza

Alimento

Come alimento le foglie di salvia si impiegano in numerose ricette perlopiù come  aromatizzante. Uno degli impieghi più noti è burro e salvia come condimento dei ravioli, ma anche le foglie di salvia fritte, tipico piatto toscano.

Come il rosmarino, contiene degli oli essenziali che prevengono l’irrancidimento dei cibi. Quando i cibi non possono essere conservati al freddo, si può aggiungere  una buona quantità di foglie.

La salvia si usa per aromatizzare i formaggi e nella cottura della carne.

Tisana/Infuso

La tisana si ottiene versando 120 ml di acqua bollente su 2 g di foglie, si lascia in infusione per 10 minuti e si filtra.

Tisana per uso esterno

Versare 100 ml di acqua bollente su 4 g di foglie, coprire, lasciare in infusione per 10 minuti e filtrare.

Tintura madre

La tintura madre si ottiene triturando le foglie, raccolte fra giugno e luglio, che vengono fatte macerare per tre settimane in una miscela di alcol alimentare e acqua. Si filtra e si utilizza. Si trova già preparata nelle erboristerie.


Olio essenziale

L’olio essenziale di Salvia officinalis è ricco di tujone, un chetone, con un odore di mentolo, che risulta essere neurotossico. La comparsa di effetti tossici è legata alla concentrazione. Questo è il motivo per cui l’olio essenziale in commercio è distillato,soprattutto, dalla Salvia sclarea, considerata più blanda rispetto alla officinalis. La Sclarea o “erba moscatella” è utilizzata spesso in enologia per l’aroma di moscato emanato dalle sue foglie macerate nell’aceto.

 

Coltivazione in vaso

La salvia si presta molto bene alla coltivazione in vaso. Si moltiplica per talea o per seme. In primavera si semina in posizione soleggiata, ama il sole e il caldo. Va annaffiata con moderazione perché non ama i ristagni idrici. Il terreno deve essere neutro e permeabile per consentire il drenaggio.

 

Un po’ di storia

 

La salvia è conosciuta per le sue proprietà medicamentose fin dall’antichità. Ogni monastero aveva il proprio “orto dei semplici”. Si trattava di un orto in cui i monaci coltivavano le erbe e le piante medicinali perché una delle funzioni dei monasteri e dei conventi era quella assistenziale, rivolta ai molti che un tempo percorrevano le vie della fede, i pellegrini. Vi si poteva trovar ristoro, ospitalità e cure. Le più note erbe e piante che trovavano posto nel giardino dei semplici erano: l’aglio, il basilico, la camomilla, il ginepro, il finocchio, la lavanda, il cumino, la salvia e altre piante. Naturalmente una parte era riservata a quelle piante che potevano avere effetti mortali come il papavero da oppio, il giusquiamo, lo stramonio, la mandragora, l’aconito, la belladonna, il colchico e la digitale.

La Scuola Salernitana  pensava che la salvia prolungasse la vita a chi la coltivava nell’orto. La Scuola ebbe origine fin dal IX-X secolo d.C. era laica e vi si insegnava la cura del corpo, ma anche il diritto. Presero lezioni dai classici greci e latini come Ippocrate e Galeno, ma anche dagli arabi e dai bizantini.

La salvia era tra le piante più comuni, apprezzata sia a livello culinario sia a livello curativo. Era infatti utile per “confortare i nervi”e “togliere i tremori dalle mani”, calmare gli accessi di febbre e rinvigorire il fisico. Era tra le erbe considerate femminili, come il prezzemolo e la ruta, utilizzata per regolare il flusso, ma anche a scopi abortivi.

 

Controindicazioni

La salvia è sconsigliata: in gravidanza e allattamento (deprime la secrezione lattea), composti come canfora e tujone possono avere effetti tossici sul feto e in caso di insufficienza renale. Non va utilizzata in persone a cui è controindicata l’assunzione di estrogeni. Non utilizzare per periodi prolungati e non superare le dosi indicate dal terapeuta perché è presente un principio tossico che in quantità elevate può provocare tachicardia, vampate di calore, reazioni allergiche, vomito e convulsioni. L’azione pro-convulsivante dell’olio essenziale di Salvia officinalis è dovuta al suo effetto diretto sul sistema nervoso.

 

Scritto da Angela Ballarati

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