domenica 17 maggio 2020

Cimicifuga: menopausa, crampi mestruali e dolori muscolari


Cimicifuga, menopausa e crampi mestruali

Cosa contiene e le proprietà curative
Medicina tradizionale
Rimedio omeopatico
Controindicazioni




Actea Racemosa è il suo nome scientifico e appartiene alla famiglia delle Ranuncolaceae.

Il nome deriva dal latino “cimex”, cimice, e “fugare”, mettere in fuga, per l’odore sgradevole delle radici considerate in grado di respingere le cimici, Black cohosh in inglese.
E’ originaria della costa est degli Stati Uniti e del Canada, cresce in zone soleggiate e umide, in posizioni ombreggiate.
La pianta può raggiungere i tre metri d’altezza è frondosa, presenta foglie larghe e fiorellini bianchi che compaiono durante l’estate.
Il frutto è un follicolo ovale che contiene da 8 a 10 semi triangolari, divisi in due file, di colore marrone.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono i rizomi (modificazioni sotterranee del fusto) e le radici.
                                                     
Cosa contiene

Glicosidi triterpenici (acteina, acteolo,cimicifugoside), alcaloidi, acido ferulico, acido isoferulico, acido salicilico, acido gallico, fitosteroli, isoflavoni estrogenici (formononetina), polifenoli, vitamine e minerali.

Proprietà curative

Alla cimicifuga sono attribuite: attività antiestrogeniche e antinfiammatorie, è usata come antireumatico e, come analgesico e antidolorifico.  E’ un sedativo nervoso,  antidepressiva e lievemente ipotensiva (alcune azioni sono tratte da studi condotti su animali).

In menopausa, il calo ormonale fisiologico può dar luogo a una sintomatologia, a volte molto fastidiosa, che può essere attenuata dai fitoestrogeni, ma è sempre necessario chiedere il parere medico.
In menopausa è importante uno stile di vita adeguato, meno stress, esercizio fisico, alimentazione adeguata che sostenga la funzione epatica e di eliminazione delle tossine, anche la tiroide rallenta la produzione ormonale e questo ha effetti sul metabolismo, si ingrassa più facilmente e si perde peso con più difficoltà.

La cimicifuga contiene glicosidi triterpenici (cimifugoside e acteina), con effetto estrogeno-mimetico, che sopprimono l’ormone luteinizzante (LH) i cui livelli risultano elevati nel periodo menopausale. La sua azione funziona come rilassante della muscolatura liscia uterina calmando gli spasmi.

La sua azione e i meccanismi metabolici della cimicifuga non sono stati ancora del tutto chiariti, motivo per cui, alcuni studi ritengono non ancora provata l’efficacia, altri invece la considerano una pianta efficace in menopausa. Eccone alcuni.

Un abstract del 2003, ad opera del Dipartimento di Farmacologia sperimentale dell’Università Federico II di Napoli, ha analizzato tutti gli studi sperimentali (in vivo e in vitro) condotti su Cimicifuga racemosa per chiarire il suo meccanismo di azione.
I loro risultati suggeriscono che la Cimicifuga possiede un’attività centrale anziché un effetto ormonale e che sono necessarie ulteriori indagini per definire il suo meccanismo d’azione e identificare i composti responsabili delle sue azioni (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12850238). https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22972105

Nonostante i plausibili meccanismi d’azione la sua efficacia clinica per il trattamento dei sintomi della menopausa non è stata dimostrata in modo convincente attraverso rigorosi studi clinici (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12136368).
In altri abstract viene confutata la tesi precedente adducendo che, ad un’attenta riconsiderazione degli effetti della cimici fuga, viene rilevata una differenza media a favore dell’efficacia della stessa https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23992293

Cimicifuga in menopausa

Ha un effetto estrogenico-mimetico ossia esercita un’azione simile agli estrogeni. Questo la rende utile nel periodo premenopausale e menopausale riducendo i disturbi tipici del periodo quali: vampate, traspirazione eccessiva, irritabilità, vertigini, depressione e disturbi del sonno.

Nove su 10 studi clinici (1371 partecipanti) hanno dimostrato effetti positivi sulla sintomatologia menopausale. Gli studi sono stati condotti dal 1981 con vari metodi utilizzando l’estratto etanolico/isopropanolico standardizzato di radice di cimicifuga.

Uno studio del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia di Berna, eseguito su un campione di 174 donne, suddivise per trattamento con estratto di Cimicifuga e con terapia ormonale, ha concluso che in entrambe i gruppi sono migliorati significativamente i sintomi menopausali, mentre non ha subito variazioni il peso corporeo e i parametri metabolici sierici (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31734757).

Sintomi psichici nella sindrome perimenopausale e in menopausa

Questa interessante meta-analisi (uno studio degli studi effettuati https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/2053369119841166) ha preso in esame le risultanze di vari studi sulla somministrazione di fitoestratti in perimenopausa e postmenopausa. I sintomi psichici evidenziano che la cimicifuga ha effetti positivi sui sintomi psicologici del periodo, ma non sull’ansia.

Sono stati testati anche il fieno greco con effetti sulla depressione e l’ansia, l’estratto di maca con effetti positivi sull’ansia, il luppolo attivo su depressione e ansia, gli isoflavoni del trifoglio rosso e la cimicifuga che hanno riportato effetti significativi sui sintomi psicologici del periodo perimenopausale e postmenopausale.

Cimicifuga e  sindrome premestruale

La sindrome premestruale caratterizza il periodo fertile delle donne, non di tutte naturalmente, si pensa che interessi dal 2% al 5% circa, e si manifesta nei giorni precedenti il ciclo mestruale risolvendosi all’arrivo dello stesso.

 Annovera sintomi fisici e psichici come: irritabilità, depressione, aggressività, maggiore stanchezza, crisi di pianto, minor capacità di concentrazione, cefalea, tensione mammaria, gonfiore e attacchi di fame.

L’effetto estrogenico dei glicosidi triterpenici della cimicifuga alleviano i disturbi mestruali e la dismenorrea.

Cimicifuga antinfiammatoria  e antireumatica

E’ utile come rimedio contro i dolori muscolari e reumatici. Funziona contro i dolori artrosici e lenisce la cefalea muscolo-tensiva.


Modi d’impiego

Il decotto si ottiene bollendo mezzo cucchiaino di radice triturata in una tazza d’acqua per 30 minuti. Il sapore non è gradevole.

L’estratto secco titolato è disponibile in varie formulazioni, anche in fitocomplessi  in sinergia con altre piante. E’ reperibile in erboristerie e farmacie.

In commercio si trova anche la tintura madre.


Rimedio omeopatico

Troviamo la cimicifuga anche come rimedio omeopatico, tipicamente femminile.
Le applicazioni interessano la menopausa con sintomi come vampate di calore, crisi di svenimento, depressione e paure irrazionali, i disturbi mestruali con flusso abbondante, crampi e dolori lancinanti, mestruo frequente, in anticipo o assente.
Utile anche in gravidanza per insonnia, nausea e vomito, nella depressione e per dolori alla testa e al collo.
I sintomi migliorano all’aria aperta e con i movimenti lievi, peggiorano con il freddo e da seduti.
Ricordo che l’omeopatia ha necessità di un professionista, medico omeopata,  per la prescrizione. Le indicazioni elencate sono un riassunto non sufficiente per l’auto prescrizione, e hanno uno scopo puramente informativo.

Medicina popolare e tradizionale

 Gli indiani d’America bevevano il decotto per combattere i sintomi di affaticamento, i morsi dei serpenti, i dolori reumatici e muscolari, le donne la utilizzavano per i disturbi ginecologici e per alleviare i dolori del parto.
Per la medicina tradizionale, la cimicifuga allevia la sciatica, i dolori muscolari e articolari. E’ indicata nei disturbi della menopausa e della premenopausa, oltre ai disturbi derivanti da tensione nervosa.

Controindicazioni. E’ sconsigliata l’assunzione in contemporanea con la pillola anticoncezionale. Non assumere in gravidanza e allattamento. E’ controindicata in presenza di sensibilità ai componenti e va usata con cautela in caso di patologie epatiche, presenti o pregresse. In qualsiasi caso chiedere il parere medico.


Scritto da Angela Ballarati
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Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la fonte: autore e link attivo del blog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.

200 piante del benessere Mia Leone - https://www.humanitas.it/malattie/sindrome-premestruale - https://www.my-personaltrainer.it/erboristeria/cimicifuga.html- fitoregolazione ormonale femminile le piante come regolatrici degli squilibri organici






mercoledì 6 maggio 2020

Pratiche antistress, per l'ansia e l'insonnia


 Ridurre lo stress, l’ansia e l’insonnia
Respirazione a narici alternate, respirazione sonora, respirazione quadrata e 4-7-8
Rilassamento rapido
Meditazione

FOTO RAUSCHENBERGER PER pIXABAY




Lo stress è la risposta naturale ad una situazione di paura, incertezza o pericolo. L’organismo entra in tensione per prepararsi a quella che viene definita “lotta o fuga” (fight or flight) che è una reazione evolutiva e fisiologica. Il problema insorge quando da una situazione stressogena, di durata breve e definita, non concediamo al nostro corpo l’adeguato recupero o, gli eventi si susseguono in modo tale da porre in essere uno stato continuo di stress, in parole povere, lo stress diventa cronico. La tensione si accumula fino ad arrivare ad una iperstimolazione cronica del sistema nervoso che induce ansia e innesca un circolo vizioso che  può indurre dei sintomi mentali e fisici.
Le tecniche dello yoga contribuiscono a spezzare la catena insegnando a rallentare i ritmi e a sciogliere le tensioni.

La meditazione insegna a focalizzare l’attenzione  sul respiro e sulla percezione delle sensazioni corporee, in questo modo si riesce a controllare la costante capacità della mente di fluttuare, per associazione, di pensiero in  pensiero, il più delle volte inutile. I pensieri, non positivi, che affollano la mente e che riguardano il passato intristiscono e deprimono, non viviamo nel passato, quelli sul futuro portano preoccupazione e ansia, non viviamo nemmeno nel futuro. L’unico istante che viviamo e che ci è concesso vivere è il presente, hic et nunc. E’ proprio nel presente che ci impone di vivere l’attenzione al nostro respiro e alle sensazione del corpo di quel momento.

La meditazione guidata è una tecnica di meditazione in cui invece di meditare in modo autonomo, si viene guidati da una voce esterna che ci porta al completo rilassamento, la consiglio ai neofiti. 
Esistono però delle tecniche brevi e anche semplici che in tutta tranquillità possono essere praticate da tutti e, fornendoci delle strategie di intervento efficaci, possono indurci ad approfondire metodiche utili al ripristino del nostro benessere psico-fisico.

Tecnica di rilassamento rapido

Sdraiatevi supini, braccia lungo i fianchi e palmi delle mani rivolti verso il basso, fate qualche respirazione, lenta e profonda, concentrandovi sull’aria che entra dalle narici, nei polmoni, gonfia l’addome e poi il torace, espirate sgonfiando prima l’addome e poi il torace e seguite, con il pensiero, il tragitto inverso dell’aria che esce.
Ora, inspirate, sempre gonfiando prima l’addome poi il torace, e contraete le dita dei piedi (piedi a martello) per tutta l’inspirazione, espirate e rilasciate.
Proseguite contraendo i polpacci  nell’inspirazione e rilasciate con l’espirazione.
Inspirate e spingete con l’incavo del ginocchio verso il pavimento contraendo cosce e natiche, espirate rilasciando.
 Inspirate, ed espirando tirate in dentro l’addome e contraete i muscoli delle braccia.
Inspirando, espandete il torace e contraete le spalle e il collo, espirando rilasciate.
Inspirando strizzate gli occhi e aprite la bocca a formare una O ed espirando rilasciate.
Continuate a respirare gonfiando l’addome e spostate l’attenzione sul vostro corpo che sprofonda, pesante e rilassato. Prendetevi qualche istante per rilevare le sensazioni del corpo e lentamente riaprite gli occhi.

Pranayama: respirazione a narici alternate, respirazione sonora e respirazione quadrata

Le tecniche di pranayama sono una componente fondamentale dello yoga.
Il termine Pranayama significa espansione dell’energia vitale, da prana respirare e yama espansione. Secondo lo yoga l’energia vitale è presente in tutto ciò che ci circonda e anche in noi.
Con le tecniche di pranayama, rallentano i ritmi del corpo fisico e si armonizza il flusso del prana dentro di noi.

Respirazione a narici alternate: piegate l’indice e il medio contro il palmo della mano e mantenete distesi il pollice, l’anulare e il mignolo. Chiudete la narice destra con il pollice. Espirate e inspirate attraverso la narice sinistra, poi chiudete la narice sinistra con l’anulare e il mignolo e liberate la narice destra. Espirate e inspirate attraverso la narice destra. Ripetete l’esercizio per almeno cinque volte. Mantenete la respirazione lenta, regolare, profonda e silenziosa. Cercate di seguire il fluire del respiro attraverso il naso, lungo la gola e nei polmoni e seguitelo mentre esce dal corpo.

Respirazione sonora: inspirate profondamente, poi espirando emettete ad alta voce, il suono AH. Immaginate che le vibrazioni si diffondano nell’addome e lungo le gambe fino alla punta dei piedi. Ripetete tre volte. Poi ripetete un’altra volta l’esercizio emettendo il suono OO e lasciate che le vibrazioni nel torace si diffondano lungo le braccia e nelle dita delle mani. Quindi, emettete il suono MM attraverso le labbra chiuse. Le vibrazioni incominciano nella gola e si diffondono nel viso e nella testa. Concludete emettendo tre volte il suono OM e ascoltando le vibrazioni in tutto il corpo.

Respirazione quadrata o Sama vritti pranayama significa, in sanscrito, sama=uguale, vritti=movimento, è il respiro che stabilizza le fluttuazioni della mente. Le quattro fasi della respirazione sono identiche: inspirazione, apnea a pieno, espirazione e apnea a vuoto. Seduti a gambe incrociate o nel loto con la schiena diritta praticate qualche respirazione profonda e lenta per liberare e calmare la mente. Ora inspirate contando 4, trattenete il respiro (apnea a pieno) contando 4, espirate contando 4, contate 4 nell’apnea a vuoto e ricominciate. Iniziate con 4 ripetizioni e 3 respirazioni libere e poi ripetete. Potete immaginare un quadrato, disegnato nell’addome e seguire i suoi lati, a destra salgo e inspiro, trattengo e vado a sinistra, espiro scendendo e trattengo andando a destra. Contare quattro significa far durare l’atto inspiratorio ed espiratorio, così come le apnee, il tempo esatto della conta. Siate a vostro agio, non forzate la respirazione e concentratevi sul respiro che entra ed esce.

Se non avete mai praticato alcun tipo di respirazione è consigliabile iniziare senza introdurre l’apnea, ma semplicemente inspirando ed espirando contando 4 e in un secondo momento aggiungere l’apnea. In gravidanza per precauzione eseguire senza apnea.

La respirazione quadrata rilassa, calma la mente, aiuta nell’insonnia e nella difficoltà di addormentamento, ossigena il cervello migliorando la capacità di concentrazione, regola la pressione e la frequenza cardiaca, migliora la capacità polmonare e l’ossigenazione del sangue.

La respirazione 4-7-8 è molto semplice: si inspira contando 4, si trattiene il respiro in apnea a pieno contando 7 e si espira contando 8.
E’ una tecnica, basata sulla modulazione del respiro, che affonda le radici nel Pranayama e che ristabilisce la condizione di calma e serenità necessarie per il riposo. Viene anche utilizzata prima della meditazione.


Meditazione

La meditazione è l’elemento centrale dello yoga e apporta pace, chiarezza e  serenità alla mente.

Una meditazione semplice da praticare consiste nella ripetizione mentale di una parola breve, un OM oppure SO nell’atto dell’inspirazione e AM nell’espirazione. Potete, all’inizio, ripeterla più volte durante ciascuna respirazione, in questo modo i pensieri che si affacciano alla mente si allontanano senza che la vostra attenzione ne risulti disturbata. Successivamente, stabilito un ritmo, rallentate, ma accelerate se i pensieri tornano ad interferire e poi rallentate di nuovo solo quando avrete ritrovato il vostro ritmo. Succede che un pensiero si insinui, osservatelo con calma, senza soffermarvi e lasciatelo andare. Con la pratica costante riuscirete a essere meno inclini alla distrazione, causata dai pensieri, e ad ottenere benefici.

PRECAUZIONI. Queste tecniche non producono sforzo alcuno se si procede gradualmente senza forzare. Nel caso sopravvengano giramenti di testa, respiro corto o altri sintomi, interrompete la pratica e stendetevi per qualche minuto. Maggiore accortezza in gravidanza.

Come e quando eseguire le diverse pratiche

Alcune tecniche possono essere eseguite nel letto, prima di addormentarsi, come il rilassamento rapido o anche la respirazione 4-7-8.  Altre pratiche, come quelle meditative, sono perlopiù eseguite da seduti, a gambe incrociate o nel loto.

La respirazione a narici alternate o quella sonora si possono praticare, in un luogo silenzioso e indisturbato, mezz’ora o un’ora prima di coricarsi.
Quando ci si corica, le tensioni inespresse, i problemi irrisolti, i pensieri, le preoccupazioni e le emozioni provate durante il giorno vengono a galla e possono renderci difficile l’addormentamento. Nel letto, dedicate alcuni minuti a ricordare gli eventi della giornata procedendo a ritroso fino a dove riuscite ad arrivare e poi soffermatevi sui momenti felici, riappropriatevi delle sensazioni di quei momenti.

Breve storiella: c’erano una volta tre mendicanti affamati. La ciotola del primo mendicante era piena, il secondo e il terzo avevano solo mezza ciotola a testa. Il secondo mendicante mangiò la sua porzione pieno di risentimento per aver avuto meno del primo; il terzo si accontentò di avere del cibo e lo gustò fino in fondo.

 Allo stesso modo, sta a noi scegliere se vedere il lato positivo o quello negativo delle cose o degli eventi. Molto spesso una difficoltà rappresenta un’opportunità. Evocare volontariamente emozioni positive aiuta a dissolvere gli atteggiamenti negativi.
Cercate di conservare la pace che raggiungete con la meditazione o il rilassamento e ritornate, durante la giornata, a questa condizione prima di affrontare una situazione difficile, vi aiuterà a interporre una distanza fra voi e i vostri problemi. 
Voi non siete i vostri problemi.

Scritto da Angela Ballarati
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venerdì 1 maggio 2020

Liquirizia: proprietà, utilizzi, decotti e studi pubblicati


Liquirizia: digestiva, dissetante, emolliente, antinfiammatoria, calma la tosse e aiuta lo stomaco
Liquirizia deglicirrizinata
Bevanda dissetante
Quando è sconsigliata

foto gate64 da Pixabay


La liquirizia è conosciuta ai più per le caramelle e i tocchetti di liquirizia pura, in vendita pressoché ovunque, ma forse non tutti sanno che si possono produrre ottime bevande dissetanti e digestive.
La pianta
La liquirizia, Glycyrrhiza glabra famiglia delle Fabaceae, è un genere che annovera circa una ventina di specie. E’ una pianta perenne che può raggiungere più di un metro di altezza, possiede un fusto eretto e robusto.
Le foglioline ovali e allungate sono leggermente vischiose sulla pagina inferiore.
I fiori, violetti, sbocciano tra giugno e luglio e sono riuniti in spighe.
Il rizoma produce stoloni, tipo di rami, che strisciano sul terreno e da cui si dipartono altre radici.
Le radici si raccolgono tra settembre e ottobre, quando la pianta è nella fase di riposo, da esemplari di almeno 3 anni, si essiccano,  si macinano e, con acqua bollente, si estrae il succo che viene filtrato ottenendo una pasta scura e morbida. Le piante vengono potate quando si raccolgono le radici per impedire ai fiori di privare del succo le radici.
La Glycyrriza glabra è originaria dell’Asia, cresce in tutta Italia, ma è più diffusa al Sud, dove ama i terreni sabbiosi delle coste.
La produzione di liquirizia è tradizionale a Rossano, in Calabria, dove le è stato dedicato un Museo, anche in Abruzzo si coltiva, è al secondo  posto per produzione.
Il suo nome deriva dal greco glykys “dolce” e rhiza “radice” e significa radice dolce.


Il suo nome deriva dal greco glykys “dolce” e rhiza “radice” e significa radice dolce. E’ stata citata da Ippocrate, trovata nella tomba di Tutankhamon e usata da Napoleone per i suoi mal di stomaco.

I principi terapeutici della liquirizia
La liquirizia contiene, oltre all’acido glicirrizico, fitosteroli (ormoni vegetali), flavonoidi, saponine e vitamine del gruppoB.
Proprietà e azioni terapeutiche
-      La liquirizia è utile per i disturbi gastrici, calma e protegge le mucose gastroenteriche. Si utilizza il succo che si trova nelle erboristerie e deriva dalla macerazione della radice in acqua fredda, spremuta e bollita per ottenere la consistenza desiderata. E’ utile anche in caso di stitichezza e aerofagia.
-      Stimola il metabolismo aiutando a ridurre la massa grassa. In questo studio, ai soggetti presi in esame, è stata fatta consumare liquirizia e la stessa quantità di calorie di un secondo gruppo che non assumeva liquirizia. La liquirizia è stata in grado di ridurre la massa grassa senza cambiamento di BMI https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14594116
-        L’acido glicirretico è antitussivo, è utile in caso di tosse, ed è largamente impiegato negli sciroppi. La saponine sono utili in caso di tosse e  favoriscono l’espettorazione del muco. Indicato è il decotto di radice. 
-      Per uso esterno, la radice, da masticare è un buon emolliente e antinfiammatorio della bocca e della gengive, calma le irritazioni della gola, schiarisce la voce e migliora l’alito.
-      Le sostanze emollienti contenute, e protettive della mucosa gastrica la rendono benefica in caso di ulcera duodenale, gastrite e bruciori. I suoi principi attivi favoriscono la produzione del muco protettivo delle pareti dello stomaco che, in caso di ulcera, sono erose. Favorisce la ricostruzione delle cellule lesionate e forma un film protettivo della mucosa gastrica. Attenzione però agli effetti collaterali. Indicato il decotto.

-      Ha un’azione cortison-like provocando ritenzione idrica, ma è antinfiammatoria e di conseguenza allevia i dolori artritici. E’ utilizzata anche per via topica su infiammazioni ed eczemi. Si utilizza la polvere di liquirizia.
-      Stimola le difese immunitarie e, in molti studi, si evidenziano  proprietà antitumorali, antinfiammatorie e antiossidanti, come in questi https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32226725  https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24377378
-      Ha un’azione antivirale, stimola la produzione di interferone, sostanza antivirale prodotta dal nostro organismo. Aiuta in caso di herpes labiale e genitale. Utili i gargarismi col macerato di liquirizia che si ottiene macerando per 24 ore la radice, spezzettata, in acqua fredda e  poi filtrata.  
-      E’ antibatterica e antimicotica, utile in caso di infezioni da streptococco e candida. Utili i lavaggi con macerato.
-      Ha un effetto ormonale riequilibrante. Nel 1950 è stato isolato un composto della liquirizia che inibisce l’eccessiva produzione di estrogeni.
-      Epatite e cirrosi. Da alcuni studi sembra che la liquirizia attenui alcuni sintomi legati a patologie epatiche come la cirrosi e l’epatite.
-      La MTC Medicina Tradizionale Cinese indica il succo di liquirizia per il trattamento dei disturbi epatici. La MTC utilizza la liquirizia da secoli per tonificare il qi di Milza-pancreas, come sedativo della tosse e antispastico per gli spasmi addominali. La liquirizia disperde il calore con azione detossificante.
-      Sono allo studio le sue applicazioni per la prevenzione delle malattie autoimmuni.
-      Le foglie fresche possiedono proprietà cicatrizzanti, antibatteriche e antinfiammatorie.
-      Come aromatizzante, la liquirizia è impiegata per rendere più gradevoli al palato alcune tisane ed è un componente di lassativi e preparati alcolici.
-      Le radici, che si trovano in commercio, sono dei bastoncini legnosi che vengono,in Africa, utilizzati per pulire i denti. Questi legnetti possono essere impiegati per decotti.
In questa review è evidenziata la sicurezza dell’acido glicirrizico https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17613133
Aggiungendo al succo puro di liquiriziala gomma arabica, si ottiene la liquirizia dura che viene venduta a forma di tronchetti o quella più morbida delle famose stringhe e caramelle gommose.
Liquirizia deglicirrizinata e acido glicirrizico
Molti farmaci in commercio per il trattamento dell’ulcera gastroduodenale si ottengono dall’acido glicirrizico, presente anche in molti preparati erboristici con indicazioni digestive e contro l’iperaciditàgastrica.
Attenzione, l’assunzione prolungata può provocare ritenzione di liquidi e aumento della pressione arteriosa. Questo è il motivo per cui l’industria ha elaborato un procedimento per eliminare l’acido dalla pianta, mantenendo intatte le proprietà della liquirizia. Uno studio pubblicato sull’Irish Journal dimostra la validità dell’utilizzo della liquirizia deglicirrizinata per l’ulcera gastrica.
Liquirizia selvatica
Il Polipodio volgare (Polypodium vulgare) della famiglia delle polipodiaceae è chiamato anche liquirizia selvatica perché il suo grosso rizoma ha un sapore dolce caratteristico, fortemente rassomigliante alla liquirizia. Come la liquirizia possiede virtù lassative e calmala tosse. Aiuta il decorso delle bronchiti e guarisce i raffreddori, elimina i parassiti intestinali e guarisce numerose malattie del fegato e della milza, stimola la secrezione biliare e dà sollievo ai gottosi e ai reumatici  (Messèguè)
“Acqua d’orcio” bevanda alla liquirizia
In Emilia è chiamata così, mentre nei paesi arabi è “sus”.
E’ una bevanda dissetante che possiede le virtù della pianta.
Per produrre una bevanda a base di liquirizia si mettono a bollire 10 cm di radice di liquirizia a pezzetti, un cucchiaino di semi di finocchio e 5 stelle di anice stellata per 15 minuti, quindi si filtra e si consuma, anche fresca di frigorifero. Si conserva per 2 o 3 giorni sempre in frigorifero. E’ possibile, a piacimento e gusto individuale, sostituire l’anice con qualche fogliolina di menta o scorza d’arancia.
Controindicazioni. Come indicato anche sopra, l’acido glicirrizico ad alte dosi o per periodi prolungati può portare a ritenzione idrica, gonfiore al viso e alle caviglie, aumento della pressione arteriosa e mal di testa. La liquirizia è controindicata in caso di ipertensione, malattie cardiache, diabete, glaucoma, ipopotassiemia, insufficienza renale, gravidanza e allattamento. In ogni caso chiedere parere al medico di fiducia.
Scritto da Angela Ballarati
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Fonti: Salute e benessere secondo natura Fabbri ed. – Messèguè Il mio erbario – Nuova enciclopedia delle erbe Ed del Baldo - 200 piante del benessere Mia Leone