domenica 27 settembre 2015

Le ALGHE più utilizzate e diffuse: contenuti e benefici

ALGHE: le varietà più comuni
Cosa contengono?
Dove si trovano e soprattutto quando sono indicate e come utilizzarle



Le alghe si possono trovare nei negozi di alimentazione naturale, ma anche in qualche ipermercato. Vengono commercializzate in foglie, in scaglie o in polvere. L’uso di quelle in polvere è più duttile e veloce, si aggiungono alle insalate, alle pietanze crude o cotte (a fine cottura) e ricordate che sono naturalmente ricche di sodio per cui a volte non necessitano di aggiunte di sale. 
In scaglie o in foglia devono essere idratate prima del consumo o della cottura. 
In commercio si trovano dei comodi mix, ne sto utilizzando uno contenente, alghe marine dell’Atlantico essiccate,  lattuga di mare, Wakame e Nori, rigorosamente biologiche. Dimenticavo che esistono anche in compresse, come integratori, ma considerate che, per quanto naturali, devono contenere degli eccipienti, per cui, senza scomodare la chimica e la biochimica, credo sia da preferire il prodotto più naturale.
                                                                                                       

ALGHE BRUNE (feoficee)

Diffuse nelle fredde acque oceaniche dell’Asia e del nord Europa, sono le più utilizzate nell’alimentazione.

 

KOMBU (Laminaria japonica). Cresce soprattutto lungo le coste del Giappone, è ricca di iodio e ferro e in minor misura di calcio, magnesio, fosforo e potassio. Viene utilizzata in caso di ipertensione, artrite e per prevenire il gozzo. E’ la più ricca di acido alginico. Secondo la macrobiotica, rigenera, ringiovanisce e viene raccomandata in caso di artrite e per contrastare i processi di invecchiamento. In commercio si trova in foglia o in polvere, nei negozi di alimentazione naturale, viene ammollata per 10 minuti in acqua, poi si sciacqua e si utilizza come condimento in tutti i piatti.


WAKAME (Undaria Pinnatifida).  Molto diffusa in Giappone e sulle coste atlantiche Europee. In Giappone viene preparata con le verdure crude o cotte e, in polvere, aggiunta a minestre. Contiene buone quantità di iodio, magnesio, calcio, vitamine del gruppo B e la C. Utile per la salute di pelle e capelli, secondo alcuni autori è indicata nei problemi cardiocircolatori per le sue proprietà anticoagulanti. Si spezzetta e si idrata, prima dell’uso, in acqua o succo di limone.


SPAGHETTI DI MARE. Fra le alghe sono quelle col sapore meno forte, sono ricche di vitamina C, potassio, ferro, zinco e iodio. Lo iodio presente equivale, all’incirca,  a quello della wakame e della dulse. Per rendere meglio l’idea: il contenuto di queste alghe si aggira intorno ai 40/50 mg su 100 g di prodotto secco, contro i 450 della Kombu o della Kelp. Sembrano, essiccate, delle linguine e si ammollano in acqua come le altre. Per il contenuto in potassio sono utili per chi ha una sudorazione intensa, come gli sportivi o in estate, per reintegrare i sali minerali.


FUCUS o QUERCIA MARINA. Il Fucus si trova in commercio anche sotto il nome di alga bruna o Kelp (nome generico che indica miscele di alghe o talvolta il fucus) sotto forma di compresse, in polvere o in tintura madre. E’ un’alga molto utilizzata a scopi terapeutici, particolarmente ricca di iodio e alginati. Viene indicata nelle diete dimagranti e per uso esterno, per contrastare la cellulite. Si  utilizza nei bagni, si mettono in sacchetti, magari con altre erbe con la stessa azione  come l’edera o l’ippocastano. Con il fucus si effettuano anche dei cataplasmi per i dolori reumatici.


IZIKI o HIJIKI ( Cystophillum fusiforme). Quest’alga, importata dal Giappone, viene utilizzata soprattutto come alimento. E’ molto ricca di calcio, potassio, iodio e vitamine, la C e quelle del gruppo B. Indicata per rinforzare denti, capelli, facilita la digestione ed è disintossicante, ma da controlli delle autorità sanitarie sono risultate presenti alte percentuali di arsenico (molto tossico). Per cui è salutare ridurre al minimo il consumo di quest’alga o evitarlo fino a nuove e diverse notizie.

 

ALGHE ROSSE (Rodoficee)

 

NORI (Porphyra umbilicalis, P. tenera, P.haitanensis …). Si raccoglie in Giappone, coltivata, e in Bretagna allo stato spontaneo; viene essiccata in fogli e non necessita di ammollo, si può utilizzare spezzettata nelle insalate, come condimento. In genere si tosta sulla fiamma per qualche secondo fino a quando cambia colore, da scura a verdastra, ed è la più conosciuta perché vengono avvolti i roll del sushi, quindi perfetta col riso. E’ una delle alghe più ricca di proteine, circa il 35%, contiene vitamina A, vitamina C e del gruppo B, acido folico, potassio, magnesio, calcio, iodio (5 g su 100 g di prodotto essiccato), fosforo, buoni contenuti in ferro e zinco, rame e selenio. Presenta proprietà benefiche per chi ha problemi di stomaco e difficoltà digestive, protegge dalla gastrite, è antiulcera ed è consigliata per le persone debilitate. Ci si potrebbe avvicinare alle alghe, iniziando dalla nori che ha un gusto delicato.


AGAR-AGAR. Non è una vera e propria alga. Alcuni tipi di alghe, soprattutto rosse, vengono essiccate e poi cotte con aceto, ne risulta una gelatina molto usata come addensante e per la preparazione di dolci, perché non altera i sapori.  E’ indicato con la sigla E406 e può sostituire la colla di pesce. In macrobiotica è consigliato per il contenuto in ferro e per le proprietà  lassative, diuretiche e disintossicanti. E’ reperibile in barre, fiocchi e polvere nei negozi specializzati in alimentazione naturale.


DULSE (Palmaria palmata). E’ di colore rossastro ma poi assume un colore tendente al nero. Conosciuta ed utilizzata in Europa è ricca di magnesio, fosforo, potassio, sodio e ferro. E’ indicata in caso di anemia ferropriva, ipotiroidismo e gastriti. Si utilizza cruda ma anche cotta nelle minestre o per insaporire i ripieni di verdure.

 

ALGHE AZZURRE O VERDI-AZZURRE (Cianoficee)

 

Le alghe verdi-azzurre sono alghe o microalghe di acqua dolce, a differenza di quelle marine, non contengono iodio ma hanno un contenuto proteico e di acidi grassi essenziali più elevato. Altra differenza è che le alghe marine sono organismi pluricellulari (eucarioti) mentre le verdi-azzurre sono unicellulari (procarioti).


SPIRULINA (S. plaatensis, S. maxima). Ne esistono molte varietà e quelle più apprezzate sono quelle che crescono in Messico (conosciute dagli Aztechi) e nel lago Ciad, in Africa. E’ forse l’alga azzurra più conosciuta per il suo alto contenuto in proteine, molto più di quelle marine, e superiore alla Chlorella; contiene potassio, sodio, calcio, magnesio, fosforo, ferro, zinco, rame, selenio ed è particolarmente ricca di vitamina A che protegge la vista, mantiene sana la pelle ed è un antiossidante eccellente. Date le sue dimensioni nanometriche viene commercializzata in polvere e in compresse. Buona la presenza di vitamine del gruppo B, in particolare della B12. E’ considerata un integratore naturale adatto agli sportivi e in convalescenza.


CHLORELLA (Chlorella pyrenoidosa, C. elipsoides). Come la spirulina è un’alga microscopica che cresce spontaneamente nelle acque dolci, lagune, pozze. Coltivata in Giappone, cresce nell’Africa equatoriale e viene venduta in polvere o compresse. Contiene il più alto tasso di clorofilla, è disintossicante,  possiede proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti, rafforza il sistema immunitario ed è ricostituente, per cui adatta nelle convalescenze, per gli sportivi e nell’anemia ferro-priva. Uno studio condotto su topi e in vitro, su cellule tumorali, ha evidenziato un’attività antitumorale dovuta ad una glicoproteina contenuta nella clorella *. Pare, comunque, che l’azione antitumorale sia più il risultato della sua proprietà immunostimolante.


KLAMATH (Aphanizomenon flos aquae). Cresce nel lago omonimo (Upper Klamath) in Oregon (USA) ed è l’unica che non viene coltivata, ma cresce spontanea. Viene essiccata e polverizzata. E’ un alga molto ricca di nutrienti, contiene più potassio, rispetto alla clorella e alla spirulina, e meno sodio. Ottimo il contenuto in calcio, circa 1400 mg su 100 g di prodotto essiccato. Altri minerali presenti sono: il fosforo, il magnesio, lo zolfo e il silicio; gli oligoelementi:  il ferro, lo zinco, il selenio, il rame e il manganese; le vitamine: la A, la C, la E e quelle del gruppo B. Contiene più amminoacidi, acidi grassi essenziali, come i preziosi omega-3, e vitamine rispetto alla spirulina, per questo è un buon ricostituente, energizzante, indicato nei disturbi cutanei. Uno studio italiano ([Effects of Klamath Algae extract on psychological disorders and depression in menopausal women: a pilot study PubMed] ha indicato, l’estratto di alga Klamath, come  trattamento alternativo alla terapia ormonale, per alleviare i sintomi menopausali, in donne non trattate con terapia ormonale sostitutiva. Data l’abbondante presenza di clorofilla, polifenoli e carotenoidi, l’alga Klamath ha un potere antiossidante ed è utile quindi per contrastare l’effetto dei radicali liberi.

 

 

BREVE PARENTESI SULLA VITAMINA B12

La vitamina B12 è contenuta in adeguate quantità nei prodotti di origine animale (carne, latticini,pesce e uova) e per chi non si nutre di questi alimenti, come i vegani (contenzioso sempre aperto), l’apporto di questa vitamina viene indicato come scarso e vengono consigliati degli integratori. Nelle alghe azzurre come la spirulina e la klamath, è presente la B12 ma considerata inattiva (pseudo B12) cioè non biodisponibile e in altre alghe viene acquisita per il rapporto simbiotico con batteri. Nell’intestino umano esistono dei batteri che sintetizzano la B12 ma sono situati in un tratto dell’intestino dove il fattore intrinseco, necessario per la sintesi della vitamina, non arriva, per cui l’assorbimento di quest’ultima risulta scarso. Alcune ricerche hanno dimostrato la non biodisponibilità della B12 presente nell’alga Klamath e spirulina, mentre uno studio più recente riavvalora la biodisponibilità nella Klamath. Sembra che alcuni tipi di alghe, come l’alga nori, possano prevenire la carenza di vitamina B12 nei vegani.

Insomma, la questione è controversa!

Scritto da Angela Ballarati
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Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la fonte: autore e link attivo del blog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. 

 

 


personaltrainer.it/integratori/vitamina-b12-/alghe-klamath- wikipedia.org/wiki/Cobalamina
 mangiar sano e naturale

*(Hasegawa, T., et al., “Toll-like receptor 2 is at least partly involved in the antitumor activity al glyco-protein from Chlorella Vulgaris, Int Immunopharmacol. 2002 mar; “A water-soluble antitumor glycoprotein from Chlorella vulgaris” Planta Med 1996)

 



giovedì 17 settembre 2015

ALGHE 2. Quali sono i benefici e le controindicazioni del consumo di alghe

LE ALGHE, perchè FANNO BENE, quando SONO UTILI e quando SONO SCONSIGLIATE


Nella tradizione terapeutica cinese le alghe vengono utilizzate dal 3000 a.C. circa, mentre Dioscoride, medico greco, consigliava impacchi di alghe per scottature e problematiche cutanee. In India e sulle Ande, dalla parte opposta, venivano utilizzate nella cura del gozzo e nel 1750, Richard Russel, medico inglese, utilizzò il carbone ottenuto dalle alghe per lo stesso motivo. Dagli anni ’60, in Occidente , sono entrate a far parte dei rimedi per l’obesità, dopo la scoperta della loro proprietà di accelerare il consumo di calorie.
Molti tipi di alghe sono utilizzate a scopo alimentare, industriale, cosmetico e farmaceutico. L’utilità e l’utilizzo delle alghe spaziano in vasti campi per le numerose proprietà attribuite loro dagli studi, alcuni recenti, che aprono la strada ad ulteriori indagini e sperimentazioni.  Oltre al prezioso apporto nutrizionale, dell’articolo precedente, vediamo quali sono i benefici derivanti dal loro consumo.

SOSTANZE RADIOATTIVE. Le alghe sono utili per ostacolare l’assorbimento dello stronzio 90 radioattivo. L’effetto si deve all’alginato, presente soprattutto nel Fucus Vesciculosus (o quercia marina). Numerosi studi hanno dimostrato che l’alginato riduce l’assorbimento di questa sostanza radioattiva. Inoltre, le alghe, contengono sali di iodio, che sono in grado di sostituirsi allo iodio 131 radioattivo che si accumula nella ghiandola tiroidea.

PER NEUTRALIZZARE L’INTOSSICAZIONE DA SIGARETTA E DA METALLI PESANTI. Le alghe marine e anche quelle di acqua dolce, come la clorella, possono limitare i danni nocivi derivanti dalla nicotina e dai metalli pesanti come il piombo (presenti nelle vecchie amalgame per le otturazioni dentali) o il mercurio (presente in molti pesci per l’inquinamento), ma anche il cadmio (tabacco e materie plastiche), il bario …
La clorofilla, pigmento con struttura simile all’emoglobina, contenuta nelle alghe, FAVORISCE il METABOLISMO del FERRO e l’ASSORBIMENTO del CALCIO e possiede un potere deodorante, sia esterno che interno, riduce gli odori che si originano nel tratto digestivo.

NELLE DIETE DIMAGRANTI. Le alghe sono povere di calorie, grassi e zuccheri, ma al tempo stesso forniscono proteine, vitamine e sali minerali. Ad esempio, il fucus stimola il consumo dei grassi in eccesso, le mucillagini creano volume e aumentano il senso di sazietà, la clorella, per il suo contenuto di fenilalanina, un aminoacido, avrebbe la capacità di calmare lo stimolo nervoso della fame. Secondo uno studio dell’Università di Tubinga, in Germania, anche la spirulina avrebbe lo stesso effetto sullo stimolo della fame.

COLESTEROLO.  Le alghe aiutano ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue. Alcuni studi hanno dimostrato come alcune specie di alghe verdi-blu possiedono la proprietà di abbassare il colesterolo e i trigliceridi a causa della loro capacità di modulazione dell’assorbimento intestinale.

ANTINVECCHIAMENTO. Sempre lo stesso studio ha evidenziato che le alghe svolgono una funzione antiradicalica, possono essere utili per la protezione contro lo stress ossidativo, in virtù del contenuto vitaminico e in oligoelementi. Le alghe verdi-blu, continua la recensione su alcuni studi condotti (Pub.Med Health benefits of blue-green algae: prevention of cardiovascular disease and nonalcoholic fatty liver disease), possono ridurre l’infiammazione riducendo la produzione di citochine pro infiammatorie. Possono contribuire alla PREVENZIONE di MALATTIE METABOLICHE e INFIAMMATORIE, CARDIOVASCOLARI e STEATOSI EPATICA non alcolica, principali minacce per la salute nei paesi sviluppati.

Per la STITICHEZZA, l’agar agar e altre alghe ricche di mucillagini aumentano il volume fecale, ammorbidiscono le feci e facilitano il transito intestinale
.
IPERTENSIONE. I dati disponibili indicano che le alghe brune possono essere utili per il trattamento della pressione alta. Uno studio del Dipartimento di farmacologia di Sichuan (Cina) del 2010 ha dimostrato che un polisaccaride, estratto dalle alghe brune, ha diminuito la pressione sanguigna nei ratti ipertesi.  I risultati suggeriscono che possono fornire una supplementazione per la prevenzione e trattamento dell’ipertensione e delle sue sequele cardiovascolari (pubmed).

IODIO. Lo iodio stimola le funzioni tiroidee prevenendo il gozzo. Le alghe marine contengono iodio, quindi sono utili per proteggere la funzionalità della tiroide, fatta eccezione per chi soffre di ipertiroidismo che potrebbe assumere alghe d’acqua dolce, come la spirulina o la Klamath, ma che necessita di parere medico preventivo. Lo iodio è importante per chi vive nelle zone interne o in chi adotta un regime alimentare a base di cibi vegetali. E’ importante sottolineare che la presenza di iodio nelle alghe marine non è uniforme, alcune, come la lattuga di mare e la nori ne contengono poco mentre la Kombu (Laminaria) è una delle più ricche. Poiché i contenuti variano parecchio da alga ad alga, si consiglia la rotazione.

Per AUMENTARE la RESISTENZA alla FATICA. Molti campioni olimpici che seguono una dieta vegetariana integrano la loro alimentazione con alghe ricche di proteine e sali minerali.

ALZHEIMER. Uno studio condotto dal professor G. Scapagnini alla facoltà di Medicina dell’Università degli studi del Molise, ha messo in luce che l’omotaurina, un aminoacido contenuto nelle alghe rosse, utilizzato in sperimentazioni cliniche, protegge efficacemente il sistema nervoso centrale dai disturbi cognitivi dei pazienti affetti da Alzheimer, unita ad un buon profilo di tollerabilità. Il futuro della ricerca suggerisce  un ruolo di impiego nella prevenzione secondaria a lungo termine.

QUANDO SONO SCONSIGLIATE

In caso di ipertiroidismo.  Sono sconsigliate se si assumono altri farmaci, come ad esempio gli antiacidi, i rimedi per la tosse o il raffreddore (a base di acido acetilsalicilico, come l’aspirina) per l’interazione. Non sono consigliate ai bambini sotto i due anni di età, alle donne incinte o in allattamento sotto forma di integratori. Le alghe non sono indicate a chi deve seguire una dieta iposodica severa.

Alla prossima, con i tipi più comuni di alghe, le loro caratteristiche e come cucinarle. Ciao

                                                                                                          

Scritto da Angela Ballarati
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Mangiar sano e naturale. Michele Riefoli
http://www.keyalghe.it/20100319_alghe_radioattivita.php
PubMed
http://www.fb-health.com/it/40/
 http://www.iobenessere.it/clorofilla

Salute e benessere secondo natura  Fabbri Ed.

venerdì 11 settembre 2015

ALGHE, contenuti e utilizzo in cucina

Le ALGHE: "nutrienti primordiali"
ricche di proteine, calcio, minerali e vitamine. 
Stimolano il metabolismo, abbassano il livello degli zuccheri e del colesterolo. 
Alghe brune, rosse, verdi e azzurre: quando sono utili e come utilizzarle.




Le alghe sono vegetali che vivono nelle acque salate, nelle acque dolci, ma anche sulle rocce umide e sulla corteccia degli alberi. 
Alcuni tipi sono commestibili e introdurli nella dieta significa apportare vitamine, oligoelementi, proteine e minerali.
Rappresentano gli organismi più antichi sulla Terra, alcuni studiosi sostengono, che all’inizio dei tempi, furono proprio le alghe a trasformare l’azoto e l’anidride carbonica, presenti nell’atmosfera, in ossigeno, in modo da permettere lo sviluppo della vita. Le alghe assorbono sali minerali e oligoelementi dall’acqua e rilasciano ossigeno.
All’inizio del secolo i botanici conoscevano circa 400 tipi di alghe, oggi ne sono state enumerate più di 25000 di forma e dimensioni diverse e molti ritengono che le alghe potranno costituire il cibo del futuro. 
Le alghe verdi hanno una produttività per ettaro di 40.000 Kg contro gli 800 Kg che può produrre la soia, considerata una delle piante terrestri più ricche di proteine. 
Le alghe che si trovano nei negozi specializzati in alimentazione naturale provengono dal Giappone, ma anche dai paesi Scandinavi, dalla Francia e dall’Irlanda.
In base al colore vengono classificate in alghe verdi, brune, rosse e azzurre.
Le alghe verdi hanno un alto contenuto di clorofilla come la chlorella e la spirulina.
Le alghe brune sono ricche soprattutto di carotenoidi (precursori della vitamina A) come la iziki o hijiki, la kombu, la wakame, il fucus  vesiculosus o quercia marina.
Le alghe rosse sono particolarmente ricche di ferro come la nori, la carragenina, la dulse e quelle da cui si ricava l’agar-agar.
Le alghe azzurre sono poco usate per scopi curativi o alimentari.

COSA CONTENGONO e perché possono essere UTILI

Le alghe sono ricche di principi nutritivi con poche calorie.
PROTEINE. Le alghe sono costituite per il 25% da proteine di alta qualità perché contengono quasi tutti gli aminoacidi essenziali, sostanze da cui l’organismo produce le proteine e che devono essere introdotte con l’alimentazione.
MINERALI. Più di un terzo del peso è costituito da sali minerali: rappresentano uno degli alimenti più ricchi. Contengono Calcio, ferro, magnesio. Il sodio presente le rende in grado di sostituire in parte o totalmente l’aggiunta di altro sale nelle pietanze.
OLIGOELEMENTI. Le alghe sono disintossicanti grazie al loro alto contenuto in oligoelementi: boro, cobalto, manganese, rame, zinco, vanadio e, l'importantissimo, iodio. Lo iodio è un minerale che serve per la produzione degli ormoni tiroidei, velocizza il metabolismo e riduce il rischio di ipotiroidismo. Alghe come la nori, la dulse, la wakame, la kombu, contengono iodio.
VITAMINE. Nelle alghe sono contenute vitamine del gruppo B, la vitamina E, la C e la A. La vitamina B12 contenuta rappresenta una valida integrazione per chi, vegano, non si nutre di cibo di origine animale.
ALGINATI.  Gli alginati sono sostanze con la proprietà di assorbire le radiazioni, vengono estratti dalle alghe marine, raffinati e utilizzati dall’industria come addensanti. Uno studio del 2010 dell’Università di Newcastle ha evidenziato che utilizzando gli alginati nella dieta, l’assorbimento dei grassi nell’organismo diminuisce.
OMEGA-3. Le alghe contengono questi preziosi acidi grassi, la Nori è la più ricca, che proteggono il nostro sistema cardiovascolare.
CARRAGENINE. Anche le carragenine vengono utilizzate come addensanti per la loro consistenza gelatinosa.
La CLOROFILLA, di cui il magnesio risulta un componente rilevante, è presente in tutti i vegetali di colore verde ed anche nelle alghe. E’ una sostanza con proprietà antiossidanti e antianemiche.
FUCOXANTINA. E’ una sostanza studiata, tuttora, per i suoi effetti sulle persone affette da obesità. In pratica questa sostanza aumenterebbe l’utilizzo dei grassi di deposito, specialmente a livello addominale (grasso che è stato correlato all’aumento di rischio di malattie cardiovascolari e diabete). Dagli studi, ancora da confermare sull’uomo, sembrerebbe aumentare la sensibilità delle cellule all’insulina e svolgere un’azione antitrombotica. E’ presente soprattutto nelle alghe Kombu, wakame, iziki e nori. La fucoxantina  è un ingrediente di prodotti reclamizzati come dimagranti ma che in realtà hanno un contenuto medio molto basso, cosa che mette al riparo da sovradosaggi, ma la fa risultare come ingrediente civetta e nulla più. E’ una sostanza che aumenta la biodisponibilità in associazione ad un grasso, ad esempio un olio.
MUCILLAGINI. Le mucillagini sono sostanze che trattengono l’acqua e che nell’intestino, proprio per questo, aumentano il volume fecale producendo un effetto lassativo.
MANNITOLO. E’ uno zucchero, con leggero effetto lassativo, che stimola l’attività del fegato.

COME SI UTILIZZANO

Il modo più conosciuto e naturale di utilizzo è quello alimentare. Nei paesi scandinavi ed in Giappone sono un’abitudine, in Italia non è ancora così diffuso il consumo. Il SUSHI è sicuramente un alimento che tutti conoscono e che utilizza le alghe per avvolgere il riso e il pesce crudo nei tipici roll, con l’alga nori. 
Si può preparare un sushi vegetariano (http://nonsoloveg.altervista.org/sushi-vegetale/# ) a base di riso e tofu, con avocado e cetrioli a julienne avvolti in alga nori. Non è un piatto difficoltoso, ci si può mettere in gioco!
Si possono aggiungere ai minestroni e ai risotti, in questo caso, il modo più semplice è quello di spargerle, in polvere, a fine cottura, senza ammollarle né cuocerle prima dell’uso. Le alghe in foglia più utilizzate in cucina sono la iziki, la wakame, la nori e la kombu.
Con le forbici si taglia un pezzetto di alga, tenendo conto che messa in acqua aumenta il volume, si sciacqua sotto l’acqua corrente e poi si mette in ammollo, per una decina di minuti, per liberarla dall’eccesso di sale, utilizzando l’acqua di ammollo che conterrà sali minerali.  Si possono saltare in poco olio per qualche minuto e procedere poi con la cottura insieme agli altri alimenti.
Occorre porre l’attenzione sul contenuto in iodio che può, in grandi quantità, risultare tossico. Inserire, in una dieta varia ed equilibrata, un pezzetto di alga (la kombu è quella che contiene più iodio) può essere salutare, gli eccessi scompensano l’organismo, soprattutto quando si ha qualche patologia o si assumono farmaci. In questi casi è d’obbligo il parere del nutrizionista o del medico che può consigliarvi sui quantitativi adeguati. Le alghe oceaniche contengono iodio in quantità importante e proprio per questo, i nutrizionisti raccomandano “parsimonia” nell’assunzione, soprattutto della Kombu che contiene in un grammo 2,65 mg di iodio, pari a circa 18 volte la razione giornaliera consigliata, per contro, la Nori contiene un decimo del fabbisogno giornaliero.
Nelle erboristerie è possibile reperire, oltre all’alga essiccata in foglie o triturata e ridotta in polvere, dei mix di varie alghe, la tintura madre e degli integratori in compresse o capsule.
Alla prossima, sempre con le alghe, per conoscere in quali casi possono essere benefiche e quali sono le caratteristiche delle più utilizzate.



Scritto da Angela Ballarati
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Fonti:
wikipedia.org acidoalginico “Salute e benessere secondo natura”  Fabbri Ed. “La bibbia del vegano” Pat Crocker Scienzaeconoscenza.it Personaltrainer.it/integratori/fucoxantina Personaltrainer.it/clorofilla


lunedì 31 agosto 2015

GRANO SARACENO: proprietà e benefici di un grano senza glutine, adatto per chi soffre di celiachia

GRANO SARACENO "cereale" senza GLUTINE per chi è affetto da CELIACHIA e non solo
Ottimo nelle convalescenze e per gli sportivi
Come utilizzarlo in cucina


Il grano saraceno, Polygonum fagopyrum, non è una graminacea come i cereali, appartiene alla famiglia delle Poligonaceae, non è una nemmeno una leguminosa, ma possiede caratteristiche sia dei cereali che delle leguminose . Si può definire un legume “leggero” o un cereale molto nutriente.
Il grano saraceno è privo di glutine e questo è il motivo per cui se ne possono cibare anche coloro che sono affetti da celiachia, infatti rappresenta un’alternativa nutriente al riso.
Il grano saraceno è originario dell’Asia, si è diffuso in Europa e poi negli Stati Uniti. Prodotto ed esportato da Russia, Polonia, Stati Uniti, Canada e Francia, trova impiego in molti piatti tradizionali.
E’ una piantina alta circa 80 cm, con fusto rossiccio, vuoto all’interno, con fiori bianchi o rosa e foglie a forma di cuore. I piccoli semi piramidali, raccolti in una spiga, vengono liberati dal rivestimento e ridotti in farina di color grigio cenere. Vengono utilizzati per un gran numero di preparazioni culinarie come per i cereali, per questo sono considerati cereali a tutti gli effetti, pur essendo privi di glutine.
Le piantine vengono essiccate per 10/20 giorni e raccolte quando i frutti raggiungono una colorazione scura.

Il grano saraceno cresce anche nei climi freddi, dove l’orzo, il grano e nemmeno la segale possono essere coltivati. In Italia veniva coltivato nelle valli alpine, soprattutto in Valtellina, oggi la farina è per la maggior parte importata.

COSA CONTIENE e QUALI SONO I BENEFICI
Il grano saraceno è un legume con un buon potere nutritivo. 
Ha un elevato contenuto di amido, circa il 70%, e un buon apporto proteico, circa il 18%, contiene una discreta quantità di lisina, un aminoacido essenziale che scarseggia nei cereali. 
Rispetto ai cereali possiede un più alto contenuto in calcio e altri minerali presenti sono il ferro, lo zinco, il rame, il potassio e il selenio che protegge le cellule, i globuli rossi e le membrane cellulari dai radicali liberi.
Contiene flavonoidi che hanno azione antiossidante.
Sono presenti principalmente vitamine del gruppo B, la B1, la B2, la B5 e la vitamina PP (niacina), che per la sua proprietà di rafforzare i vasi sanguigni, gli è valsa la fama di alimento che protegge le vene. Ai benefici della vitamina PP, nel rafforzare le pareti dei capillari, si aggiungono quelli della rutina, antiossidante che migliora il microcircolo.  
Le proteine contenute hanno un buon valore biologico, cioè hanno una bioassorbibilità del 90%, contiene aminoacidi essenziali come lisina e triptofano e aminoacidi contenenti zolfo.
I lipidi sono composti sia da acidi grassi saturi che monoinsaturi e polinsaturi.
Essendo considerato un alimento altamente energetico, il grano saraceno è utile in convalescenza, in gravidanza e per gli sportivi.
Sono in corso studi promettenti, sulle sue proprietà, per la riduzione del colesterolo e per il trattamento del diabete di tipo II.

COME UTILIZZARLO in CUCINA?
Il grano saraceno può essere utilizzato, più o meno, come il riso. Si consuma nei minestroni di verdure e la farina si utilizza per la polenta saracena, i pizzoccheri, in Francia sono famose le crespelle.
Preparate un brodo vegetale, una parte di grano saraceno e due di acqua, portate a ebollizione e, dopo aver sciacquato per bene il grano sotto acqua corrente, aggiungetelo al brodo cuocendolo per circa 25/30 minuti.

Nel KASHA (grano saraceno tostato) viene tostato per qualche minuto in una casseruola, mescolando in continuazione, fino a quando emana un odore di noci,  si aggiunge acqua bollente salata (2 bicchieri di acqua per 1 bicchiere di grano) e si cuoce per 25 minuti a fuoco basso. Dopo aver spento il fuoco, si lascia riposare per 5 minuti e si condisce con prezzemolo tritato, un filo di olio extra vergine di oliva e qualche goccia di tamari. 
Può essere accompagnato anche da verdure al vapore.
La farina di grano saraceno è sicuramente la forma  più utilizzata.  E’la base  per la polenta taragna, i pizzoccheri della Valtellina, la focaccia “smacafam” del Trentino, e nei negozi specializzati si trovano biscotti e pasta.

CREPES dolci di grano saraceno gluten-free e senza lattosio
Mettete in una terrina 2 rossi d’uovo, 70 ml di latte di riso, 5 cucchiai di farina colmi di grano saraceno, un cucchiaio o due di sciroppo di agave o acero, un pizzico di bicarbonato, miscelate il tutto affinché risulti senza grumi  e ponete in frigorifero a  riposare  per una mezz’ora.  Deve risultare una pastella mediamente densa, se risulta troppo densa aggiungete un po’ di latte di riso o, in caso contrario, altra farina. Unite poi i bianchi d’uovo montati a neve (mescolando dall’alto verso il basso) e cuocete in una padella antiaderente con poco olio (una variante prevede l’aggiunta di uvetta sultanina ammollata).  Il numero di crepes dipenderà dalle dimensioni che volete ottenere. Attenzione nel girarle, perché non contenendo glutine, si rompono facilmente. Potete farcire con marmellata o sciroppo d’acero, ottime per colazione!

La CREMA DI GRANO SARACENO si ottiene portando a ebollizione 2 tazze e mezza di acqua salata e versando a pioggia 4 cucchiai colmi di farina di grano saraceno. Mescolate affinchè non si formino grumi e cuocete a fuoco lento per 20 minuti.  Condite con olio extra vergine di oliva, tamari e crostini di pane tostato in forno. Perfetta nelle serate invernali.

IL GRANO SARACENO nella MEDICINA CINESE
Nella MTC il grano saraceno è utilizzato per abbassare la pressione sanguigna, per curare la stitichezza e la dilatazione dello stomaco.
E’ indicato per irrobustire le costituzioni deboli, mentre la farina cruda viene utilizzata nei casi di parassitosi intestinale.

STORIA del GRANO SARACENO
Originario dell’Asia nord-orientale arrivò in Italia, nelle campagne del veronese, agli inizi del 1500. Si ritiene che il suo nome derivi dalla consuetudine di denominare “saraceno” o “turco” tutto ciò che avesse origine straniera, ma altri rimandano il colore del chicco alla pelle bruna dei Mori. La pianta deve la sua diffusione al fatto che era in grado di crescere nelle vallate alpine; nel 1700 la coltivazione era più estesa di quella del frumento. Del grano saraceno si bollivano le foglie, consumate come gli spinaci, i semi sostituivano il riso e la “polenta bigia”, citata nei Promessi Sposi, si otteneva dalla sua farina.

ATTENZIONE, il grano saraceno è un forte allergene. L’allergia è rara in Italia e quasi esclusivamente osservabile in Valtellina, dove è molto utilizzata la farina. Inoltre va considerato il fatto che la farina di grano saraceno viene impiegata, sia dall’industria alimentare che da alcuni pizzaioli, miscelata ad altre farine per la preparazione di pizze e altri prodotti da forno.




Scritto da Angela Ballarati
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Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la fonte: autore e link attivo del blog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. 

FONTI
my-personaltrainer.it/nutrizione/grano-saraceno.html - wikipedia  - Salute e benessere secondo natura   Fabbri ed. -  IAL Studio Allergologico Lombardo


martedì 4 agosto 2015

BANANE, PROPRIETA’ E BENEFICI. UTILIZZO IN CUCINA, IN COSMETICA E COME RICICLARE LA BUCCIA

LA BANANA, ricca di POTASSIO e MAGNESIO, è utile per contrastare i crampi, diarrea, acidità, fatica ...
IN CUCINA:QUALCHE DOLCE VELOCE 
IN COSMETICA: MASCHERA PER IL VISO

E LA BUCCIA??? RICICLIAMO?





L’albero del banano appartiene alla famiglia delle Musaceae, possiede enormi foglie e i frutti, le banane,  crescono a gruppi (mani) formando dei grappoli che vengono chiamati ”caschi”. 
Ne esistono molte varietà di dimensioni diverse, Il nome scientifico delle banane è Musa acuminata, Musa balbisiana o l’ibrido Musa acuminata balbisiana. La varietà più diffusa è la Cavendish, che nasce in Vietnam, ma è coltivata alle Canarie dal 1400 e in Sicilia anche se con scarsa produttività. 
Nei paesi tropicali il frutto è disponibile tutto l’anno, il banano coltivato è sterile, cioè per riprodursi necessita della talea che rende le piante più vulnerabili.
 In commercio, col termine di banana, viene indicato il frutto dalla buccia gialla, ma esistono quelle rosse, quelle con la polpa rosata e le banane baby, piccole e molto dolci,  quelle più dure e ricche d’amido sono i “platani”. La banana e il platano hanno forma simile ma diverso sapore e utilizzo, la prima è molto diffusa da noi, il platano molto meno, anche se nei supermercati molto forniti si può trovare.
La banana è un frutto climaterico, continua a maturare anche dopo la raccolta, come le pesche e le mele; è bene scegliere banane mature, con la buccia che inizia ad annerire, altrimenti lasciatele maturare a temperatura ambiente, le banane mature sono le più digeribili.
In Cina la banana è alla base di molti rimedi, è un alimento yin, che contrasta i disturbi di tipo yang (la forza positiva e solare, il giorno, il caldo, l’estate) con sintomi come la sensazione di calore, l’agitazione, i disturbi del sonno e le palpitazioni.

Perché MANGIARE le BANANE, COSA CONTENGONO?

La banana è particolarmente ricca di sali minerali: manganese, potassio, magnesio, fosforo, ferro, zinco, sodio . 
Contiene vitamine come la A, la  E e la K, in quantità minime, ma è un’ottima fonte di vitamina B6 e vitamina C. 
Fornisce circa 90 kcal per 100 g è quindi uno spuntino molto nutriente.

E’ indicata in caso di diarrea, per chi è sottoposto a lavori pesanti, sia fisici che mentali, per i bambini in crescita.

Avete notato che molti tennisti, fra un game e l’altro, addentano una banana? E’ per il suo contenuto di sodio e potassio. Con le alte temperature si perdono molto velocemente sali minerali e sostanze nutritive, quindi si è a rischio crampi e se gli elettroliti non vengono reintegrati, il rischio crampi diventa alto. 
Il sodio, il magnesio e il potassio giocano un ruolo fondamentale per contrastare la fatica e i crampi
Quindi la banana è un frutto indicato a chi pratica sport, soprattutto 40 minuti dopo l’attività fisica o prima, dato che durante l’attività il corpo non riuscirebbe ad assimilare le proprietà nutritive e questo pone qualche dubbio sul perché i tennisti ne facciano uso.

La fibra solubile presente nelle banane, la pectina, è nella parte carnosa del frutto e contribuisce ad abbassare i livelli di colesterolo. Le fibre sono anche considerate preventive delle patologie cardio-vascolari, allontanano il rischio di diabete perché rallentano l’assorbimento dei carboidrati, lo zucchero viene rilasciato gradualmente, senza creare picchi glicemici. Inoltre, le fibre presenti, accelerano il transito intestinale impedendo alla flora batterica nociva di proliferare, provocando disturbi al colon.

La ricchezza di potassio può aiutare in caso di pressione alta ed è riconosciuto il loro effetto antiacido in caso di gastrite.

Purtroppo le banane in commercio vengono raccolte verdi e maturate artificialmente in camere a gas (con etilene), in questo modo perdono alcune delle loro proprietà, mentre quelle essiccate sul posto le conservano. 
Vale sempre la pena di acquistarle BIO  visto che i gas usati per la maturazione penetrano nella polpa, anche se, dicono, in quantità non pericolose per la salute.

COME SI UTILIZZANO? Come alimento e non solo

ALIMENTO. Non c’è molto da dire, il loro consumo tal quale prevale su tutto, ma ci sono delle ricettine niente male, semplici, veloci e sfiziose.

BANA-BANANA. Non ho idea del nome di questo dessert-spuntino, l’ho ribattezzato così, ma chiamatelo come vi pare. Io lo preparo affettando una banana (a persona), 2 cucchiai da tè di burro chiarificato (ghee o ghi), un cucchiaino di zucchero di canna, succo di agave o di acero, la scaldo a fuoco basso in una padella antiaderente per 10 minuti. La verso nel piatto e la guarnisco con granella di nocciole o scaglie di mandorle. Si può aggiungere anche un po’ di caramello che rende più gradevole esteticamente il piatto.
Variante fritta: tagliate a rondelle la banana, passatela nella farina di cocco e friggetela.

TORTA DI MELE E BANANE

Quando le banane sono troppo mature e nessuno più le mangia io le aggiungo alla torta di mele: 4 mele golden tagliate a dadini, 1 banana tagliata a rondelle, un vasetto di yogurt, 3 vasetti di farina (utilizzato il vasetto dello yogurt), 2 uova intere, un vasetto d’olio (io suo quello extravergine di oliva), un vasetto di zucchero di canna, la scorza di un limone BIO, due spruzzi di cannella, una punta di vaniglia in polvere, una bustina di lievito per dolci. Mixate il tutto con le fruste, a mano o elettriche, e aggiungete le mele e la banana, infornate in una tortiera foderata di carta forno a 180 gradi per circa 40 minuti. Se la volete più soffice e avete più tempo, montate a neve gli albumi e incorporateli al composto, appena prima della frutta.
Uso questa ricetta anche dopo Pasqua, per riciclare il cioccolato delle uova, lo aggiungo a pezzetti.
In Oriente si consumano anche i fiori delle banane e le foglie vengono utilizzate come involucri per i cibi cotti.

MASCHERA PER PELLI SENSIBILI. Diego Dalla Palma consiglia come fantastica, anche per chi è affetto da couperose, una maschera ottenuta mescolando la polpa di mezza banana, qualche goccia di pappa reale (si trova nei supermercati) e due cucchiai di olio extravergine di oliva. Applicate l’impasto sul viso per almeno 20 minuti e sciacquate con acqua tiepida.

E LA BUCCIA???

Non gettatela, ricicliamo!

Qualche utilizzo alternativo veloce: utilizziamo la parte interna della buccia per lucidare l’argenteria  (per chi la possiede), pulire e lucidare le foglie delle piante, come fertilizzante nel compost, alcuni ritengono che allontanino i parassiti dalle piante se interrate dei pezzi di buccia sotto la pianta …
Ho trovato, da qualche parte, un trucco per evitare o quantomeno rallentare l’inscurimento della banana. Il trucco consiste nel coprire con la pellicola la parte superiore della banana e si spiega col fatto che un qualsiasi taglio provoca una reazione ossidativa ad opera di enzimi presenti nel frutto a contatto con l’aria. Fatemi sapere se funziona!

CONTROINDICAZIONI. La banana non è consigliata ai diabetici per l’alto contenuto in carboidrati. Per l’azione astringente dei tannini non è indicata in caso di stitichezza.
Scritto da Angela Ballarati
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sabato 25 luglio 2015

LE PESCHE: le PROPRIETA' SALUTARI della frutta, ricette e cosmesi

LE PESCHE: COSA CONTENGONO E QUALI SONO I BENEFICI PER LA SALUTE  
UTILIZZO in CUCINA, ricette veloci,
e in

COSMETICA, con maschere fai-da-te


Il consumo regolare di frutta e verdura si è dimostrato protettivo nei confronti di molte malattie croniche degenerative, come il cancro e le malattie cardiache,  inoltre la frutta contiene il fruttosio, zucchero naturale, che non fa crescere i livelli di glucosio nel sangue in modo rapido, come succede dopo l’ingestione di altri zuccheri.
Scegliamo la frutta di stagione, come la PESCA, frutto zuccherino e succoso, ideale per un dolce break mattutino o pomeridiano.
Il frutto dell’albero del pesco, Prunus persica, e la pesca noce, hanno origini cinesi e, come molti altri frutti, sono il simbolo della vita eterna, infatti venivano poste nelle tombe.
Numerose sono le varietà, a polpa gialla o bianca, con la buccia pelosa o liscia, ci sono le pesche noci nettarine, le percoche, le saturnine, la pesca gialla, la pesca bianca, ce n’è per tutti i gusti.

La pesca è un frutto climaterico, cioè continua la maturazione anche dopo il distacco dall’albero. La maturazione avviene da maggio a settembre, in base alla specie e alla zona di coltivazione.

Ma vediamo cosa contengono e quali sono gli apporti benefici, ma anche qualche utilizzo alternativo.

Quali sono i vantaggi per l’organismo

Le pesche sono IPOCALORICHE (circa 30 kcal per 100 gr) ma forniscono nutrienti come la vitamina C e, in minor quantità, la A e quelle del gruppo B (B1,B2,B3,B5,B6); contengono minerali come il POTASSIO, ma anche fosforo, magnesio e calcio; sono ricche d’acqua, circa il 90 %,di fibre e senza grassi. 
La pesca contiene molti acidi organici fra cui l’acido malico, citrico e tartarico. Gli acidi organici presenti nella frutta si combinano con altri elementi nell’organismo dando luogo a carbonati e bicarbonati, costituendo una riserva alcalina in grado di neutralizzare le sostanze acide prodotte dal metabolismo cellulare.
Il potassio contenuto ha effetti benefici sul sistema nervoso e sul battito cardiaco.
La maggior concentrazione di vitamina C è nella buccia, ma il pesco è un albero molto aggredito dai parassiti e per questa ragione anche molto irrorato con antiparassitari,  per cui meglio acquistarle BIO. 
La vitamina C, insieme alla A, sono vitamine antiossidanti preziose per contrastare gli effetti negativi dei radicali liberi.
Le fibre presenti ne fanno un frutto con un buon potere saziante, adatto a reintegrare la perdita di sali minerali che avviene con la sudorazione.
Lassative e diuretiche sono utili in caso di costipazione o stipsi e
favoriscono l'eliminazione delle tossine.

La pesca è un frutto rinfrescante e digeribile, da consumare sempre lontano dai pasti, come tutta la frutta.

Deve essere consumata con moderazione in caso di diabete, ulcera gastroduodenale e gastroenterocolite.

Le pesche si conservano, anche per una settimana e più, ad una temperatura di 0 gradi; si fanno maturare a temperatura ambiente, per un paio di giorni in un sacchetto di carta. 
Rimuovete l’eventuale pellicola prima di riporli nel frigorifero, se le acquistate acerbe si conservano a temperatura ambiente fino a maturazione, se mature, si conservano 1 o 2 giorni in frigorifero senza protezione.

LE PESCHE IN CUCINA

Inutile ribadire quanto sia importante consumarle fresche di stagione per l’apporto dei nutrienti che si perdono quando le pesche sono sottoposte a cottura.
Certo,  avere a disposizione in giardino, un bell’albero di pesche, ci fa  pensare al modo di sfruttare al meglio tutta la frutta generosamente offerta.
Via libera a torte, marmellate e pesche sciroppate, ma scusate se insisto, vediamo qualche utilizzo del prodotto fresco.

Frullate, sole o  con l'aggiunta di altri succhi di frutta come quello di mela, costituiscono un ottimo aperitivo analcolico che facilita la digestione, ottimo drenante,  per gli adulti si può pensare anche all’aggiunta di un buon prosecco.

Per grandi e piccini, un gustoso ghiacciolo alla pesca, senza aggiunta di zucchero, basta frullare le pesche e riempire gli appositi stampini. Lasciare nel freezer per almeno 12 ore.

La pesca rappresenta un elemento indispensabile per la SANGRIA di cui esistono numerose varianti e interpretazioni. 
Questa è la mia.
Fate sciogliere sul fuoco 100 g di zucchero in 200 ml di acqua con 2 fiori di anice stellato, 4 chiodi di garofano, un po’ di cannella in polvere, la scorza di un’arancia e quella di un limone (evitate la parte bianca). Lasciate raffreddare e aggiungete il vino rosso in una capiente brocca a cui aggiungerete un bicchierino di liquore, brandy o Grand Marnier, uno o due bicchieri di spumante secco o, in alternativa, due bicchieri di gassosa. Lasciate al fresco per almeno 12 ore e poi filtrate.  Aggiungere 3 pesche gialle a dadini, un’arancia  e un limone tagliati a rondelle e una mela, lasciare riposare almeno un paio d’ore prima di servire con cubetti di ghiaccio. Decorate con fettine d’arancia.
Se invece avete poco tempo, i dadini di pesca li potete far macerare per mezz’ora nel vino rosso: dessert tradizionale.

Un dolce fresco e poco laborioso con le pesche si ottiene frullando una pesca, per persona, con un cucchiaino di zucchero di canna e 4 biscotti sbriciolati, io utilizzo anche quelli secchi, ma gli amaretti sono i più indicati, anche se non a tutti sono graditi. Montate a parte della panna montata, aggiungetela al composto, 2 o 3 cucchiai,  amalgamando bene gli ingredienti e ponete in freezer per almeno 4 ore. Potete riempire degli stampini monoporzione da togliere dal freezer 20 minuti prima di servire.

LA PESCA IN COSMETICA è, fra tutti i vegetali utilizzati per rendere la pelle morbida, la più efficace.

Maschere di bellezza:
PELLI SECCHE e SENSIBILI.
Maschera nutriente: schiacciare la polpa di una pesca matura e applicarla sul viso per 20 minuti. Aggiungendo un cucchiaio di olio d'oliva, otterrete una pelle vellutata e nutrita. Sciacquare con acqua tiepida.
Il succo della pesca costituisce un ottimo tonico.
CAPELLI.
Maschera riequilibrante per capelli grassi: la polpa di due pesche frullata, 1 cucchiaio di argilla verde e il succo di mezzo limone rappresentano un impacco da applicare sui capelli per 20/30 minuti, prima dello shampoo.
Se invece volete nutrire i capelli sostituite l'argilla con 1 cucchiaio di yogurt.

Scritto da Angela Ballarati
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