domenica 8 ottobre 2017

Partenio: proprietà, principi attivi, uso, raccolta e conservazione.

Il PARTENIO, pianta presente anche in Italia, è considerato in erboristeria il miglior prodotto per l’emicrania, i reumatismi e la sindrome premestruale.
Numerosi studi sul partenolide, un componente del partenio, confermano l’attività  antinfiammatoria e non solo. Raccolta, conservazione, principi attivi e uso, storia e curiosità. 
Il Partenio, Tanacetum parthenium o Chrysanthemum parthenium Berhn. o Matricaria parthenium L., della famiglia delle Asteraceae (Compositeae), è una piccola pianta che raggiunge il metro di altezza ed è presente anche in Italia, dove è conosciuta con i nomi popolari di amarella, erba magra, matricale , camomilla bastarda, tanaceto…
Il Tanacetum è un genere a cui appartengono circa 70 specie diffuse nelle regioni temperate (emisfero boreale) e, circa una decina, sono presenti  in Italia.
Il suo habitat è rappresentato da luoghi incolti e pietrosi dell’America settentrionale e meridionale e della regione caucasica.
Originaria dell’Asia occidentale e della Penisola Balcanica, in Italia è comune, coltivata e naturalizzata, in tutto il territorio. Cresce negli incolti, tra le macerie, nelle aree antropizzate, dal piano a 1000 m.
Viene coltivata come pianta d’appartamento e nei giardini a scopo ornamentale.

LA PIANTA

Pianta erbacea perenne e molto aromatica non arriva al metro e presenta dei fiori molto simili alla margherita: infiorescenze con capolini fitti di colore giallo, ma con un odore sgradevole, corolla di petali a forma di linguette di colore bianco e foglie, a contorno ovale e pennatosette, di colore giallo-verde.
Le sue foglie si raccolgono quando hanno raggiunto il pieno sviluppo, tra luglio e settembre.
La droga cioè la parte di interesse fitoterapico è costituita dalle parti aeree.

Il Partenio è molto somigliante alla camomilla e al crisantemo, appare come un incrocio, ma occorre prestare molta attenzione a non confonderlo con il tossico Tanaceto (Tanacetum vulgare L., sin Chrysantemum vulgare Bernhardi)  o con il piretro o Crisantemo americano e con altre specie di Tanaceto tossiche, il cui sovradosaggio può essere fatale.

Non presenta esigenze particolari di coltivazione, si propaga per seme prima dei cali di temperatura e in posizione soleggiata.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE

Si tagliano le sommità fiorite in estate, giugno/luglio, e si essiccano in luogo ombroso e ventilato.
Si conserva al riparo dalla luce e dall’umidità.

QUALI SONO I PRINCIPI ATTIVI

Il partenio contiene flavonoidi come la quercitina, luteolina, apigenina ed axillarina che possiede azione spasmolitica (calma le contrazioni muscolari da spasmi) sulla muscolatura liscia del tratto gastroenterico.
I composti lattoni sesquiterpeni, come il partenolide,  modulano le funzioni del sistema della serotonina, per questo si ritiene possano prevenire l’emicrania.
Il partenio contiene, inoltre, tannini ed eterosidi che hanno proprietà antinfiammatorie, olio essenziale con canfora e sostanze amare.

QUANDO E’ UTILE E QUALI SONO LE APPLICAZIONI

Le preparazioni fitoterapiche che contengono partenio vengono utilizzate per trattare: emicrania, reumatismi e nevralgie.
Le proprietà del partenio sono in gran parte ascrivibili ai sesquiterpenici contenuti, in particolare al partenolide e ai flavonoidi.

La pianta del partenio è ritenuta una fra le più efficaci per alleviare l’emicrania.

Non cura l’emicrania ma procura un sollievo temporaneo. Anche se le sue proprietà non sono ancora state riconosciute ufficialmente, si ritiene che il partenio sia in grado di ridurre anche sintomi secondari all’emicrania come la nausea e la frequenza degli episodi.

La sua azione consiste nella capacità di inibire il rilascio dell’acido arachidonico (precursore nella sintesi degli eicosanoidi) coinvolto nella sintesi delle prostaglandine, sostanze che intervengono nei processi infiammatori. La produzione dei derivati dell’acido arachidonico sono conosciuti, nel complesso, come la cascata dell’acido arachidonico. Inibisce inoltre la sintesi di molte citochine anch’esse coinvolte nell’infiammazione.

Come antinfiammatorio trova impiego nel trattamento dei dolori artritici.

Contiene un olio essenziale con azione spasmolitica (che calma gli spasmi) ed è quindi indicato nelle sindromi premestruali:  rilassa la muscolatura liscia calmando le contrazioni della muscolatura uterina costituendo un valido aiuto in caso di dismenorrea (mestruazioni dolorose).

La sua azione antispasmodica sulla muscolatura liscia ha effetto anche sulle pareti gastriche.

Possiede proprietà emmenagoghe, cioè  favorisce le mestruazioni.
Il partenio, grazie al partenolide,  è dotato di proprietà inibitorie nei confronti dell’aggregazione piastrinica dovute anche all’azione inibitoria del rilascio di serotonina delle stesse piastrine.

Sono stati effettuati numerosi studi sul partenio ed in particolare l’interesse immunologico, reumatologico ed oncologico si è concentrato su un suo componente: il partenolide.

La sua proprietà antinfiammatoria è stata confermata da studi su animali, tessuti umani o in vitro. Le ricerche,  non supportate da trials clinici e che ancora necessitano di un riconoscimento ufficiale,  hanno necessità di ulteriori indagini su campioni umani.


Uno studio condotto dal Dipartimento di chimica e oncologia dell’Università di Rochester (USA) ha evidenziato la promettente attività anticancro del partenolide come prodotto naturale (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28826596).


Sempre nell’ambito oncologico, uno studio condotto sui criceti indagava il potenziale chemio- preventivo del partenolide nella carcinogenesi orale indotta da DMBA (dimetilbenzantracene, idrocarburo policiclico utilizzato nella ricerca medica). I risultati suggeriscono che il partenolide non solo sia chemio protettivo, ma possieda  anche  proprietà antiossidanti e apoptotiche (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28801714).

Anche altri studi, sempre su cavie animali, confermano
l’attività antinfiammatoria e antiossidante del partenolide. Quello condotto
dalla Facoltà di Medicina dell’Università di Hamdan, in Iran, ha esplorato
l’azione del partenolide sulla malattia epatica non alcolica sui ratti (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28555525).
Gli studi positivi, non supportati da trials clinici, sull’attività anticancro del partenolide riguardano alcuni tipi di cancro come  il carcinoma gastrico, quello polmonare, quello prostatico e il mieloma multiplo.

COME SI UTILIZZA

Il partenio si utilizza sotto forma di tisana: versate 100 ml di acqua bollente su 2 g di foglie, coprite e lasciate in infusione per 10 minuti. Filtrate.

Si trova in forma di tintura madre, già preparata, nelle erboristerie. La tintura madre si ottiene macerando le foglie, raccolte in luglio e agosto, in una miscela di alcol alimentare e acqua per tre settimane, si spreme e si filtra.

L’estratto secco si ottiene per evaporazione della tintura madre e si trova in compresse o capsule. Le capsule o le compresse rappresentano la forma più utilizzata e preferibile a causa del cattivo sapore della pianta.

La polvere è ottenuta dalla frantumazione delle foglie essiccate.

UN PO’ DI STORIA

Fin dall’antichità il partenio era consigliato per i problemi mestruali e per il mal di testa, ma veniva impiegato anche per curare i reumatismi, come vermifugo e come cicatrizzante per uso esterno.
Nell’antica Grecia era utilizzato per facilitare il parto, da lì probabilmente deriva il suo nome.
Venne utilizzato anche per curare la malaria, nel Medioevo, e più tardi, nel XVII secolo, fu ritenuta la migliore erba per la cefalea.
Il partenio cadde poi nel dimenticatoio e solo negli anni Settanta fu riscoperto e studiato per merito di un minatore che masticando foglie di partenio alleviava la sua emicrania.
In passato gli sono state attribuite anche proprietà febbrifughe poi smentite.


CONTROINDICAZIONI
Chiedere il parere del medico curante prima di iniziare una terapia con il partenio. Il partenio può ostacolare la coagulazione del sangue, quindi è controindicato per chi ha problemi di coagulazioni, gastriti o ulcere. Non assumere in caso di ipersensibilità alle Asteraceae. E’ sconsigliato in gravidanza e allattamento e nei bambini. Può dare luogo a disturbi come vomito, diarrea, cefalea, insonnia e dermatiti allergiche in caso di contatto con la pianta fresca in persone con ipersensibilità. Interazioni farmacologiche con antiaggreganti, anticoagulanti e FANS.

Articolo scritto per Naturopataonline www.naturopataonline.org

Scritto da Angela Ballarati
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200 piante del benessere Mia Leone Ed. Igea -https://it.wikipedia.org/wiki/Tanacetum_parthenium - “salute e benessere secondo natura” Fabbri ed. - http://www.my-personaltrainer.it/erboristeria/partenio.html - https://it.wikipedia.org/wiki/Acido_arachidonico - https://erbeofficinali.org/dati/q_scheda_res.php?nv_erba=PARTENIO -  ERBE  M.T. Della Beffa DeAgostini -



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