domenica 28 giugno 2015

CHELIDONIUM M. o celidonia, pianta spontanea per verruche, porri, duroni ...

CHELIDONIUM Majus o CELIDONIA, pianta spontanea molto potente
Ha effetti sul FEGATO e COLECISTI, è SPASMOLITICA e si utilizza per PORRI, VERRUCHE e DURONI.

La chelidonia o celidonia, famiglia delle papaveraceae, è una pianta erbacea spontanea di circa 60 cm con fusto eretto e ramificato, dotato di lunghi peli. All’interno del fusto vi è un lattice color giallo-arancio, irritante per la pelle, e i fiori, di un bel giallo vivo, hanno quattro petali.
E’ una pianta molto diffusa, lungo le siepi e i cespugli, tra i ruderi, in pianura come in montagna. Si raccoglie in primavera fino ad estate inoltrata e si usa la pianta intera. Gli animali al pascolo la evitano per il sapore disgustoso.

QUANDO è UTILE e QUALI sono i PRINCIPI ATTIVI contenuti
Si utilizza il LATTICE all’interno del fusto e la TINTURA MADRE, ottenuta dalla macerazione in alcol e acqua delle parti aeree che si acquista già preparata nelle erboristerie.
I principi contenuti più interessanti dal punto di vista terapeutico sono gli ALCALOIDI, che sono presenti in maggiore concentrazione nelle radici. La pianta contiene anche degli enzimi proteolitici, che scindono le proteine in aminoacidi.
Questa pianta è conosciuta e utilizzata fin dall’antichità per calmare il dolore.
I numerosi alcaloidi contenuti facilitano l’attività della COLECISTI e del FEGATO, e producono effetti nelle affezioni delle vie biliari, in quelle dello STOMACO e dell’INTESTINO. Come altre papaveraceae è sedativa e spasmolitica, oltre che purgante. In caso di crampi allo stomaco e per facilitare la digestione si utilizza la tintura madre, ma sotto prescrizione medica in quanto a dosi elevate è una pianta tossica.
Elimina le VERRUCHE, PORRI, CALLI e DURONI. Si spalma il lattice, di colore giallo-arancione, sulla parte, evitando le zone circostanti. Ad un cerotto può essere praticato un foro, in modo da far fuoriuscire il callo o la verruca che verrà spennellata con il lattice. Lasciare agire per 24 ore e ripetere l’operazione. E’ efficace come il lattice di fico. 


La chelidonia per uso interno non è più consentita, quindi non reperibile.
E’ una pianta appartenente alle papaveraceae, come il papavero da oppio, con effetti analgesici e sonniferi.

La sua azione inibente la sintesi e l’attività dei principali enzimi infiammatori (COX-1, COX-2 … responsabili della sintesi delle prostaglandine e coinvolti nella neoangiogenesi di cellule tumorali) le conferisce proprietà antinfiammatorie e antitumorali.

Messeguè, nel suo “Il mio erbario” scrive: “… siamo cauti perché è una traditrice, potrà sembrare gracilina ma è una falsa debole … in realtà è un esplosivo vegetale … è una parente del temibile Papaver Somniferum che secerne l’oppio e del gentile rosolaccio … per conto mio la raccomando unicamente per uso esterno … la celidonia è diuretica, purgativa: da raccomandare dunque ai reumatici, ai gottosi, ai sofferenti di coliche renali. E’ un farmaco specifico per il fegato … E’ calmante, concilia il sonno e combatte gli spasmi organici; la raccomando a quanti hanno il sonno difficile, ai sofferenti di angosce, agli asmatici, agli ipernervosi, ai bronchitici cronici, ai sofferenti di allergie gravi, agli infelici minacciati dall’arteriosclerosi e a quanti vanno incontro all’angina pectoris … guarisce le oftalmie croniche, la dermatosi, cura la tigna, fa scomparire le verruche … Applicata in impacchi sull’addome, è il miglior vermifugo. In pediluvi regolarizza i cicli delle donne e ripristina le mestruazioni interrotte. Ne faccio largo uso nei miei preparati dove agisce come un ottimo fattore sinergico e attivatore delle proprietà delle altre piante.”

CHELIDONIUM, il RIMEDIO OMEOPATICO
I soggetti che necessitano del rimedio presentano tratti aggressivi e dispotici, sono più pratici che intellettuali. Viene utilizzato, come in fitoterapia, per problematiche epatiche, come fegato ingrossato e dolore che si estende alla schiena e alla scapola destra con colorito giallognolo e calcolosi biliare con dolore sempre alla parte destra. Il dolore peggiora con i cibi grassi ed è, talvolta, presente uno spiccato desiderio di bevande calde e formaggio. Altri sintomi presenti sono: cefalea con sensazione di pesantezza alla parte destra, nevralgia e torpore facciale; la lingua è coperta da una patina giallastra con impronta dei denti; dolori alle spalle con sensazione di gelo ai polpastrelli con possibile associazione a nausea e sudorazione; polmonite con dispnea e dolore quando si tossisce. I sintomi tendono ad essere localizzati nella parte destra del corpo.
I sintomi migliorano con i bagni caldi, con l’evacuazione, con i cibi e le bevande calde, con la pressione sulla zona interessata.
I sintomi peggiorano sdraiandosi sul lato destro, dalle 4 alle 16, con il movimento, con i cibi grassi.
Chelidonium fu sperimentato da Hahnemann e inserito nella Materia Medica Pura (A. Lockie Enciclopedia dell’omeopatia).
Il rimedio omeopatico viene prescritto dal medico omeopata dopo un’attenta osservazione dei sintomi mentali e fisici del paziente.

UN PO’ DI STORIA e CURIOSITA’
Dioscoride (40-90 d.C.), famoso medico, botanico e farmacista che esercitò a Roma ai tempi di Nerone, denominò la pianta dal termine greco chelidon=rondine, perché la celidonia fiorisce nel periodo migratorio delle rondini.
Gli alchimisti si servivano della celidonia nella ricerca della pietra filosofale e le dettero il nome di coeli donum, dono del cielo.  Paracelso la considerava un’erba insanguinata, cioè adatta a curare i disturbi circolatori e un’erba gialla per curare l’itterizia e altre malattie epatiche.
Messeguè la chiamava “erba delle rondini” osservando una rondine con una goccia di lattice nel becco che lo portava ai rondinini per proteggerli dalla cecità.

CONTROINDICAZIONI. Controindicata nei soggetti con problematiche epatiche o di calcolosi, bambini e donne in gravidanza. La celidonia è una pianta tossica per uso interno. L’assunzione interna necessita di parere medico.

Scritto da Angela Ballarati
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Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la fonte: autore e link attivo del blog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. 

venerdì 19 giugno 2015

CETRIOLI, PROPRIETA’ e BENEFICI. MASCHERE per il VISO e ricettina in CUCINA

CETRIOLI: BUONI, con POCHE CALORIE, PREVENGONO la RITENZIONE IDRICA e la CELLULITE, ma si UTILIZZANO anche nelle MASCHERE per il VISO fai-da-te … e in CUCINA?  Minestra cruda alla bulgara  

Il CETRIOLO, Cucumis sativus della famiglia delle Cucurbitaceae (come il melone, l’anguria, la zucchina …) è un ortaggio conosciutissimo e comune, chi ha un piccolo orto sicuramente ne avrà qualche pianta. 
Si coltiva facilmente, se sono riuscita io a raccogliere i frutti …, in vaso non ho sperimentato ma c’è chi lo fa e assicura il risultato. Sembra che sia una pianta spontanea originaria dell’Himalaya.

COME SI COLTIVA

Chiaramente è molto più semplice comprare le piccole piantine nei vivai, si riescono a trovare anche BIO, altrimenti l’alternativa è seminare, io preferisco in vaso, tre semi (si acquista la bustina) ad una profondità di circa 5 cm e attendere che la piantina sia pronta per il trapianto nell’orto, circa 7/8 cm. 
In maggio, giugno piantumate nell’orto o in vaso (1 piantina per vaso, del diametro di 20 cm minimo) mantenendo la distanza di 70 cm fra una piantina e l’altra. 
Richiede frequenti irrigazioni, poca acqua può produrre cetrioli di dimensioni più piccole e soprattutto più amari;  innaffiate al mattino presto o la sera, senza bagnare gli steli o le foglie. 
I cetrioli amano il pieno sole, temperature comprese fra i 20° e i 28° ed un terreno leggermente acido e umido. 
Se volete potrete concimare con humus naturale oppure con il vostro compost. Fissate nel terreno, a fianco alle piantine dei tutori a cui andrete a legare le vostre piantine, per difenderle dalle infestanti e agevolare la raccolta, ma si possono anche lasciare a terra.
I fiori del cetriolo sono di un bel colore giallo vivo e hanno organi riproduttivi separati, i fiori maschili, impollinatori, e i fiori femminili, che producono il cetriolo (peponide). Se non avviene l’impollinazione, se non vedete frutti (a me non è mai capitato) è possibile impollinare con un pennellino che andrà passato sugli stami, nel fiore maschile (più grosso) e poi in quello femminile (più piccolo e con un piccolo rigonfiamento alla base.

COME SI SCEGLIE?

Il cetriolo si deve presentare duro al tatto, senza grinze, segno di appassimento. I cetrioli a forma cilindrica in genere sono meno amari rispetto a quelli affusolati e quelli piccoli sono da preferire perché contengono semi più piccoli al loro interno.

COSA CONTIENE?

La forma del cetriolo è allungata e più o meno bombata, con la buccia bitorzoluta o liscia e può presentare una colorazione variabile, dal verde scuro al bianco.

E’ costituito al 96% di ACQUA e questo non ci deve far pensare che sia povero di nutrienti, infatti per il suo ricco contenuto in SALI MINERALI e VITAMINE è anche chiamato “sangue vegetale”, per la sua somiglianza al sudore corporeo.
VITAMINE. Le contiene tutte ad eccezione della B12 e della D.

AMINOACIDI ESSENZIALI. Sono presenti tutti gli aminoacidi (i mattoni delle proteine), anche se in quantità modeste, che il nostro organismo non riesce a sintetizzare da solo ma recupera attraverso l’alimentazione.

MINERALI. Contiene minerali come il FERRO, il CALCIO, il POTASSIO, il FOSFORO, lo ZINCO, il RAME e lo ZOLFO.

MUCILLAGINI. E’ ricco di mucillagini che sono particolarmente lenitive per le mucose gastrointestinali.

STEROLI VEGETALI, aiutano in caso di colesterolo alto e sono contenuti soprattutto nella buccia, oltre a potassio, magnesio e silicio.


QUANDO PUO’ ESSERE UTILE E I RIMEDI PIU’ COMUNI

-         - DEPURATIVO, DISINTOSSICANTE e DIURETICOI sali minerali contenuti nel cetriolo svolgono un’azione diuretica e disintossicante. Sciolgono i cristalli di acido urico. Il cetriolo è quindi consigliato in caso di gotta e reumatismi. Oltre al consumo del frutto si trae beneficio dai centrifugati di cetriolo fresco.
Un CENTRIFUGATO (se avete l’estrattore tanto meglio) gradevole si ottiene con  un cetriolo piccolo, una mela e una carota. La mela e la carota sono buonissime centrifugate e insieme riforniscono l’organismo di vitamine e fibre. Sperimentate altri gusti, magari sostituendo la mela con il pomodoro, un pizzico di sale e qualche foglia di basilico per chi ama il salato.
-        -  L’azione diuretica del cetriolo aiuta a prevenire RITENZIONE IDRICA e CELLULITE.  
-        -  Aiuta nelle DIETE IPOCALORICHE per il contenuto in acido tartarico che impedisce ai carboidrati consumati di trasformarsi in grassi.                                      
-        -  Per COMBATTERE e PREVENIRE le INFEZIONI INTESTINALI. Il cetriolo contiene zolfo e mucillagini, attivi contro alcuni tipi di batteri intestinali. Utile consumare cetrioli almeno 2 o 3 volte a settimana, se poi sono autoprodotti …
-        -  PER LA PELLE. Le mucillagini, lo zolfo e la vitamina A contenute nel cetriolo, lo rendono ideale per la pelle, la depurano e donano tonicità. Il cetriolo è rinfrescante, lenitivo e si presta a molti utilizzi di bellezza, vediamone qualcuno.


MASCHERE DI BELLEZZA


PELLE GRASSA con ACNE. Il cetriolo restringe i pori dilatati, applicatelo a fettine direttamente sul viso o create un’emulsione, triturando il cetriolo nel tritatutto e  aggiungendo uno due cucchiaini di yogurt intero; spalmate sul viso e lasciate in posa per 15 minuti, risciacquate con acqua tiepida. Le fette di cetriolo riducono le borse sotto agli occhi.

PELLI SECCHE. Frullate un cetriolo e mescolatelo con un cucchiaio di olio di noce di cocco (in erboristeria). Massaggiate il viso con il composto (Diego Dalla Palma).

PELLI NORMALI. Amalgamate il centrifugato di cetriolo con farina di mandorle e alcune gocce di succo di limone, stendete sul viso per almeno 20 minuti e sciacquate con acqua tiepida. E’ una ricetta francese dei 1900 ancora efficace per nutrire, settimanalmente, le pelli normali (Diego Dalla Palma).

PELLI FLACCIDE. Frullate un cetriolo e aggiungete latte intero fino a creare un composto omogeneo. Applicatelo sul viso con un batuffolo, anche ripetendo l’operazione, lasciate agire per un’ora circa e sciacquate con acqua tiepida.

ANTIRUGHE. Alla polpa frullata aggiungere 2 o 3 cucchiai di latte scremato; lasciare riposare per 10 minuti e stendere sul viso con l’aiuto di un batuffolo di cotone. Ripetere più volte l’operazione e lasciare in posa per almeno un quarto d’ora. Sciacquare con acqua tiepida.

Il cetriolo è adatto a tutti i tipi di pelle, il centrifugato può diventare un tonico lenitivo per pelli irritate e sensibili.
Le maschere si possono conservare per qualche giorno in frigorifero.

IL CETRIOLO IN CUCINA

Il cetriolo viene consumato soprattutto crudo perché la buccia, a molti, risulta indigesta. Tagliando le due estremità, immerse precedentemente nel sale, e strofinandole sulla parte dove sono state tagliate, si forma una schiumetta, che rimossa, elimina l’amaro.

Le INSALATE spaziano dai cetrioli “assoluti” con (obbligatorio) qualche fogliolina di menta fresca che facilita la digestione, olio extra vergine di oliva, sale e qualche goccia di aceto di mele (potete sostituire la menta fresca con quella essiccata o anche dell’origano o del pepe), alle insalatone miste con cetrioli, pomodori, peperoni …
Si possono condire all’orientale con yogurt bianco intero, aglio spremuto, olio evo, foglie di menta fresca e sale.

La MINESTRA CRUDA alla BULGARA unisce cetrioli, peperoni, cipolla di tropea a fettine sottili, dadini di pomodoro e gherigli di noce tritati grossolanamente, yogurt greco, olio evo, sale, una spruzzata di paprika, peperoncino rosso in polvere (facoltativo) e l’immancabile menta fresca. Eliminando lo yogurt e tostando delle fette di pane casereccio, possiamo proporre delle fantasiose bruschette!



Scritto da Angela Ballarati
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giovedì 11 giugno 2015

ALBICOCCHE, PROPRIETA’ e BENEFICI. MASCHERA NUTRIENTE ed ESSICCAZIONE FAI-DA-TE

ALBICOCCHE che passione!
FRESCHE O SECCHE? 
Proviamo l’essiccazione casalinga? E una maschera nutriente e tonificante per il viso?
UTILI nelle CONVALESCENZE, nelle ANEMIE, per gli OCCHI e per la PELLE


L’albicocca è il frutto del Prunus armeniaca della famiglia delle Rosaceae, come la ciliegia, la mela, la prugna, la pesca e si raccoglie in giugno, luglio e agosto. L’albicocca è un frutto molto ricco di vitamine, sali minerali e poco calorico (100 g = 28 cal). Dopo la carota è il frutto con il maggior contenuto in betacarotene, sostanza con cui l’organismo ricava la vitamina A. La vitamina A è importante per la vista, interviene nell’accrescimento osseo e nello sviluppo del feto, è antiossidante (antitumorale) e la sua carenza provoca secchezza della pelle, delle mucose respiratorie, facile rottura delle unghie e capelli fragili. E’ un frutto ricco anche di vitamina C, vitamine del gruppo B e sali minerali come il fosforo, il ferro, il calcio, il potassio e il magnesio. Anche gli oligoelementi come il rame, lo zinco e il fluoro sono presenti in quantità significative.

QUANDO PUO’ ESSERE UTILE

L’albicocca è raccomandata nelle CONVALESCENZE, come rimineralizzante e per il contenuto in vitamine, ai bambini in crescita e agli anziani. L’unica eccezione è per chi soffre di calcolosi renale. Si possono consumare sia le albicocche fresche che quelle essiccate.

Come anche gli altri frutti di colore arancione che contengono betacarotene (precursore della vitamina A), prevengono le malattie degli OCCHI dovute all’invecchiamento e rafforzano gli occhi mantenendoli in salute.

I betacaroteni con la Vitamina C, noti antiossidanti,  rendono il consumo di albicocche un contributo importante nella PREVENZIONE di alcune FORME TUMORALI. Si consuma il frutto fresco.

Nell’IPERTENSIONE è un valido aiuto per il contenuto in potassio. Alcune ricerche hanno evidenziato che a volte può essere causata da un insufficiente apporto di potassio. Si consuma il frutto fresco.

E’ un valido apporto di ferro e rame, utili in caso di ANEMIA e per combattere la stanchezza. In questo caso si può ricorrere sia al frutto fresco che a quello secco.

Le FIBRE, di cui è ricca l’albicocca, aiutano il buon funzionamento del colon e il mantenimento del peso corporeo con un leggero effetto LASSATIVO.
I betacaroteni proteggono la PELLE, la rendono luminosa e più nutrita.

MASCHERA PER IL VISO 
Centrifugando 5 o 6 albicocche fresche e applicando il succo sul viso, fino a quando si asciuga, otterremo una maschera nutriente e tonificante. Sciacquare con acqua tiepida.
Se non possedete una centrifuga potete schiacciare per bene, con una forchetta, la polpa di una o due albicocche e aggiungere un cucchiaino di miele e uno di olio di mandorle dolci o di argan, ma anche l’olio di oliva se non avete null’altro. Miscelate bene il composto e applicatelo sul viso per almeno 15 minuti, sciacquate con acqua tiepida.
Entrambe le maschere sono nutrienti e lasciano la pelle morbida e vellutata. Non applicare in caso di ferite o escoriazioni.

L’ALBICOCCA IN CUCINA e COME ESSICCARE LE ALBICOCCHE IN CASA
Inutile dire, che come la maggior parte della frutta, le albicocche devono essere scelte mature e consumate entro pochi giorni dall’acquisto, solo in questo modo mantengono inalterate i preziosi contenuti.
Si prestano ad una grande varietà di utilizzi, succhi di frutta, marmellate, gelatine, prodotti di pasticceria, liquori e gelati.
Molto spesso troviamo le albicocche essiccate, che a differenza del frutto fresco, non mantengono il contenuto vitaminico per effetto del calore (eccezione per la PP) ma si conservano i sali minerali. Nell’essicazione industriale, per evitare l’aggressione dei parassiti, quasi tutte le albicocche sul mercato sono trattate con anidride solforosa, quindi leggete l’etichetta e scegliete BIO.

Per ESSICCARE LE ALBICOCCHE basta tagliare il frutto a metà, togliere il nocciolo e sistemarle ben stese su un vassoio che andrete ad esporre al sole per 4 o 5 giorni, di notte meglio conservarle in frigorifero. Fate attenzione che siano ben essiccate perché una eventuale presenza di acqua può produrre muffa. Conservate le albicocche secche in sacchetti di carta.

I SEMI  DELLE ALBICOCCHE: LE ARMELLINE
Il seme dell’albicocca, quello all’interno del nocciolo, viene chiamato Armellina e viene usato come aroma in pasticceria per il suo gusto amarognolo (amaretti e liquori), a volte abbinato alle mandorle dolci. Il consumo però è limitato per il contenuto, presente anche nelle foglie, di un derivato dell’acido cianidrico, molto tossico. La mandorla contenuta nelle albicocche può esser dolce o amara; in genere è amara quella selvatica e dolce quella delle albicocche che acquistiamo nei banchi ortofrutta.
Anche se le armelline sono conosciute da secoli, presso alcune popolazioni, per il loro utilizzo come rimedio naturale, sono balzate agli onori della cronaca per gli studi di Ernst T. Krebs che sostiene la loro proprietà ANTICANCRO  (proprietà  smentita dalla comunità scientifica), per il contenuto di VITAMINA B17 (laetrile/amigdalina). Insomma, la questione è controversa e dato il contenuto in cianuro e la battaglia fra sostenitori e detrattori è vivamente sconsigliato il fai-da-te.

Scritto da Angela Ballarati
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domenica 7 giugno 2015

CEREALI, GERMOGLI, ANTINUTRIZIONALI. Perchè scegliere INTEGRALE.

I CEREALI
COSA CONTENGONO?
COSA CONTENGONO I GERMOGLI DI CEREALI?
COSA SONO GLI ANTINUTRIZIONALI CONTENUTI NEI CEREALI?
PERCHE’ “INTEGRALE”  E’ MEGLIO E QUALE SCEGLIERE

I cereali rivestono un ruolo importante nell’alimentazione umana di tutto il pianeta, più della metà della terra arabile è coltivata a cereali e rappresentano, mediamente, ben il 50% delle calorie consumate. L’importanza nell’alimentazione umana si perde nella notte dei tempi, basti pensare al mais nell’America precolombiana. La loro coltivazione è diffusa ovunque e comprende ben 500 generi con circa 5000 varietà. I cereali che la fanno da padroni sono il MAIS, il RISO e  il FRUMENTO, seguiti da ORZO, SORGO, MIGLIO, AVENA,TRITICALE (ibrido di frumento e segale), SEGALE, GRANO SARACENO e QUINOA. Sono generalmente consumati come farine o in chicchi e vengono utilizzati anche come foraggio per il bestiame. I cereali privi di glutine  sono il GRANO SARACENO, il RISO, il MAIS, il MIGLIO, l’AMARANTO, la QUINOA,  appartenente alla famiglia delle chenopodiaceae, come gli spinaci, la MANIOCA, il SORGO e il TEFF(cereale etiope).

COSA CONTENGONO?
Per la maggior parte sono costituiti da AMIDI, in misura diversa, il riso per esempio è costituito dall’87% da amidi, mentre il frumento ne contiene il 54% circa.
Le PROTEINE sono contenute nella parte più esterna del chicco, aleurone, che si perde con la raffinazione. L’avena ha il contenuto più alto di proteine, ben il 12%. 
I cereali non contengono però tutti gli aminoacidi essenziali (i mattoni delle proteine), ma mancano di lisina e questo spiega la saggezza della tradizione popolare nel proporre piatti come pasta e fagioli o riso e piselli, dove i fagioli e i piselli coprono la mancanza di lisina dei cereali. 
La lisina è un aminoacido importante perché con la vitamina C compone il collagene, fissa il calcio nelle ossa, favorisce la formazione di anticorpi e concorre alla formazione della vitamina B3.
I GRASSI si aggirano in media intorno al 2%, fatta eccezione per l’avena che ne contiene il 7%.
Le VITAMINE sono, in generale, quelle del gruppo B, in particolare la niacina (vitamina PP), mentre la vitamina E e gli acidi grassi insaturi, sono contenuti nel germe, quella piccola zona bianca alla base del chicco, che insieme agli strati esterni del chicco, si perdono con la raffinazione.
I MINERALI più presenti sono il ferro e il fosforo, scarso quello il calcio. 
Importante sottolineare che nel chicco sono presenti in concentrazioni intorno al 2% mentre nello strato esterno raggiungono l’11%; inutile ribadire che la parte esterna si perde con la raffinazione.
Anche le FIBRE si riscontrano in alte percentuali nei cereali integrali, importanti perché, non assimilate dall’organismo, favoriscono il transito intestinale.

GLI ANTINUTRIZIONALI

Nei cereali sono contenute delle sostanze chiamate antinutrizionali perché impediscono l’assimilazione di altri elementi nutritivi. 
L’ACIDO FITICO (fitati) ostacola l’assorbimento del calcio, ma se il cereale viene fatto germogliare o fermentare, come nel caso del pane, si attiva un enzima che neutralizza l’acido fitico.
L’orzo contiene molti tannini che legandosi alle proteine ne impediscono l’assimilazione.
Alcune sostanze contenute nel frumento e nella segale, annullano l’azione di due enzimi necessari alla digestione delle proteine. Nel caso del frumento, la cottura ne annulla l’effetto, mentre nella segale, gli antinutrienti sono più numerosi e più resistenti al calore.
L’antinutrizionale del mais è un’antivitamina che impedisce l’assorbimento della vitamina PP. Questo è il motivo per cui, chi si nutriva esclusivamente di mais contraeva la pellagra. La pellagra non si presentava nelle popolazioni centro-americane, che alla cottura facevano precedere un ammollo in calce viva che eliminava l’antivitamina.
Anche per la presenza di antinutrizionali o antinutritivi è importante diversificare l’assunzione di cereali introducendo nell’alimentazione tipi diversi. Non solo frumento ma anche farro, riso, grano khorasan (kamut), orzo, grano saraceno … parliamo sempre di cereali integrali.

Perchè scegliere i CEREALI INTEGRALI?

I benefici della sostituzione delle farine raffinate con quelle integrali rappresentano, innanzitutto un beneficio nutrizionale, perché le sostanze nutritive sono presenti nei cereali integrali, in quelli raffinati sono quasi assenti, inoltre i cereali integrali forniscono quantità ridotte di carboidrati complessi rispetto a quelli raffinati.
Il consumo di cereali raffinati è piuttosto recente, l’industria escogita sempre nuovi modi per “ottimizzare” la conservazione, la presentazione, il sapore e soprattutto l’utile. Infatti l’eliminazione della crusca e del germe, rende più facile la conservazione dei cereali. 
Negli ultimi tempi, grazie anche ad internet, è aumentata la consapevolezza alimentare, l’interesse sull’alimentazione e sugli alimenti che consumiamo, anche in virtù dell’aumento di numerose patologie imputate a malsane abitudini alimentari e all’industrializzazione degli alimenti.

Preferire i cereali in chicco che non subiscono alcuna trasformazione.
Le farine che utilizziamo per pasta o dolci, la pasta che acquistiamo, è necessario siano da coltivazione biologica. E’ importante perchè nel chicco, oltre alle sostanze nutritive, si concentrano anche i residui dei fertilizzanti e dei pesticidi impiegati per la loro coltivazione. 
Occorre controllare che i prodotti integrali siano effettivamente tali, ottenuti macinando il chicco intero e non composti da farina raffinata e crusca come spesso accade, diventiamo consumatori consapevoli, leggiamo le etichette e informiamoci. Leggere l’etichetta significa che il cereale integrale si deve trovare al primo posto (il contenuto è in ordine decrescente alla quantità), se l’etichetta riporta il contenuto in fibre, senza l’ingrediente “crusca”, probabilmente i cereali sono davvero integrali.
Nei casi di colon irritabile o colite i cereali integrali devono essere inseriti nella dieta in modo graduale perchè inizialmente possono irritare l’intestino.

I FIOCCHI DI CEREALI

I fiocchi di cereali, quelli che comunemente mettiamo nel latte per colazione, si ottengono schiacciando i chicchi con rulli che li riducono in scaglie. Sono più digeribili perché con la compressione subiscono una parziale cottura, effetto del leggero riscaldamento  meccanico, e anche la forma allungata e sottile, ne aumenta la digeribilità.

CEREALI GERMOGLIATI

I cereali germogliati sono molto ricchi di nutrienti, un pieno di vitamine e minerali, per questo è consigliato variare il più possibile, perché ogni seme apporta benefici diversi.  I cereali assorbono acqua dando il via al processo di germinazione che porterà ad una maggior digeribilità dei nutrienti contenuti nel cereale, minori tempi di cottura perché più teneri, inoltre l’ammollo e la germogliazione eliminano gli antinutrizionali. 
Gli amidi presenti nei semi, con la germinazione, vengono trasformati in zuccheri semplici, le proteine si scindono in aminoacidi, i sali minerali  e i grassi (anch’essi scissi) risultano più assimilabili dal nostro organismo. 
Prendiamo in considerazione il frumento.  Nel frumento germogliato raddoppia il CONTENUTO in PROTEINE, così come il CALCIO e il FOSFORO, in generale il contenuto minerale (Calcio ,fosforo, ferro, magnesio, rame) e vitaminico (vitamina A, B1, B2, B3, C)  aumenta. Si possono consumare sia crudi, nelle insalate, che cotti, nei risotti con altre verdure saltate e un goccio di salsa di shoyu.
Germogliano i semi di cereali integrali che non sono stati ibridati o trattati con raggi gamma.

Scritto da Angela Ballarati
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sabato 30 maggio 2015

Le MILLE PROPRIETA’ delle FOGLIE DI OLIVO, antidiabetiche e ipotensive. Tisane e Decotti

Conoscete le mille proprietà delle FOGLIE di OLIVO?
Sono ipotensive, antidiabetiche, antinfiammatorie, aiutano a perdere peso … 

Molte ricerche sostengono che le foglie di olivo siano:  CARDIOTONICHE,  ANTIOSSIDANTI,  ANTIMICROBICHE, ANTIVIRALI  e contrastino il colesterolo.

L’Olivo rappresenta il simbolo della civiltà mediterranea, come l’olio extravergine di oliva per la dieta mediterranea, ma forse non tutti sanno che della pianta di olivo, si usa tutto, nulla si butta. I rami sono un ottimo combustibile per i forni, conferiscono al pane, alle pizze cotte al forno, una fragranza particolare; la corteccia si raccoglie in primavera e in autunno e viene impiegata nei decotti;  le gemme, raccolte in primavera, si utilizzano per il macerato glicerico e infine … le foglie, che raccolte tutto l’anno, si utilizzano per TISANE, DECOTTI, ESTRATTO SECCO, ESTRATTO FLUIDO e TINTURA MADRE.


QUALI SONO i COMPONENTI  BENEFICI DELLE FOGLIE

Le foglie, così come la corteccia, dell’olivo, sono ricche di resine, tannini (astringenti),  glucosidi (come la rutina, importante per il trofismo dei capillari), alcaloidi, acidi polifenolici e altri principi attivi. 
Il composto presente abbondantemente è l’oleuropeina  (l’acido elenolico è un derivato dall’idrolisi dell’oleuropeina),  l’idrossitirosolo, un polifenolo, possiede proprietà antiossidanti di molto superiori al tè verde, ma anche glucosidi come l’apigenina e il verbascoside che potenziano gli effetti antiossidanti.


COME SI UTILIZZA

La TISANA si ottiene versando 100 ml di acqua bollente su 3 g di foglie, coprire e lasciare riposare per 10 minuti, quindi filtrare.

Il DECOTTO si prepara mettendo 6 g di foglie in 100 ml di acqua fredda. Portare a ebollizione e cuocere per 10 minuti, lasciare riposare per altri 15 minuti e filtrare. Si possono usare sia le foglie fresche che quelle essiccate, diminuendo le dosi. Approssimativamente si possono utilizzare una cinquantina di foglie fresche (ben lavate, attenzione a che l’albero non sia stato trattato con composti chimici) in mezzo litro d’acqua, dopo aver filtrato il tutto, potete conservare il decotto in frigorifero e berne un cucchiaino tre volte al giorno, durante i pasti.  I tannini presenti hanno proprietà astringenti e sfiammanti e in caso di emorroidi infiammate o piccole piaghe della pelle, si ottiene beneficio con il lavaggio delle parti, con il decotto, più volte al giorno. Anche in caso di unghie dei piedi spesse, che si incarniscono facilmente, si ottiene giovamento da impacchi caldi (almeno 10 minuti) con il decotto (anche l’applicazione di olio d’oliva ha un’azione emolliente e ammorbidente). Ricordo sempre che è  meglio chiedere il parere medico prima di farne una terapia, soprattutto se si assumono farmaci.

Il MACERATO GLICERICO si trova già pronto nelle erboristerie ed è preparato lasciando macerare le foglie e le gemme della pianta, per tre settimane, in alcol e glicerina. Si lascia decantare, si spreme, si filtra e si diluisce con acqua, alcol e glicerina.

Anche la TINTURA MADRE si ricava dalle foglie che, raccolte in inverno, vengono triturate e fatte macerare in alcol alimentare e acqua. Successivamente si filtra e si utilizza. E’ già preparata nelle erboristerie, così come l’ESTRATTO SECCO e l’ESTRATTO FLUIDO.


I BENEFICI  DELLE FOGLIE DI OLIVO SONO NUMEROSI e SUPPORTATI DALLA RICERCA

In caso di PRESSIONE ALTA si utilizzano le preparazioni erboristiche a base di gemme, corteccia e foglie, la tisana di foglie o l’estratto. I principi contenuti agiscono dilatando i vasi sanguigni,  riducono la pressione del sangue (abbassando la massima ed equilibrando la minima , De Nunno 1947), e prevenendo la formazione di coaguli.
All’Università di Milano si deve la ricerca che ha evidenziato, dato confermato anche da altri studi, la proprietà, dell’oleuropeina delle foglie dell’olivo, di contrastare il COLESTEROLO  LDL (quello cattivo) e i TRIGLICERIDI alti.

In Nuova Zelanda è stato condotto un trial clinico, su soggetti umani, sull’estratto delle foglie di olivo che, oltre a confermare l’efficacia sul diabete, sul colesterolo e sui trigliceridi,  ha dimostrato un’azione positiva sulla SINDROME METABOLICA. Con sindrome metabolica viene indicata, in ambito medico, una situazione ad alto rischio vascolare correlato allo stile di vita della persona, come l’obesità, alto tasso di colesterolo nel sangue, vita sedentaria …

Da uno studio sui sottoprodotti della produzione di olio di oliva, effettuato in Giappone, è emerso che l’oleuropeina e altri composti presenti nelle foglie, come i fenoli, contribuiscono all’azione ANTIOSSIDANTE, ANTIBATTERICA, ANTIMICROBICA, ANTIVIRALE (influenza, raffreddore), ANTI-ALLERGICA, oltre a promuovere la produzione di COLLAGENE (lo studio fornisce la prova che le foglie possono essere utilizzate in campo dermatologico e cosmetico).

Sull’American Journal of  Nutrition è stato pubblicato il risultato di ricerche, non su umani, che studiando la proprietà antinfiammatoria delle foglie dell’olivo,  è riuscita a determinare una perdita di peso corporeo. La diminuzione è stata attribuita alle proprietà antinfiammatorie, effetto determinato anche da altre piante, come il tè verde, noto antinfiammatorio naturale. 

Un altro studio recente, Università di Seul 2014, ha cercato di indagare se l’estratto di foglie di olivo potesse migliorare la resistenza all’insulina e all’infiammazione nel diabete di tipo 2.  La foglia di olivo è risultata ANTINFIAMMATORIA  riducendo i livelli delle citochine, ANTIOSSIDANTE (contrasta l’azione dei radicali liberi) e ANTIDIABETICA, attenuando l’insulino-resistenza.

Sperimentazione non umana, pubblicata nel 2014 ha evidenziato che il complesso dei principi contenuti nelle foglie erano in grado di inibire la proliferazione di cellule tumorali nel cancro al seno e nel melanoma.

Rafforza il SISTEMA IMMUNITARIO  accelerando l’attività della vitamina C.
L’oleuropeina aiuta nello stress ossidativo delle donne in menopausa, è questo il risultato di uno studio spagnolo del 2011. Lo studio suggerisce che le donne in post-menopausa potrebbero rappresentare una popolazione target nella prevenzione dell’OSTEOPOROSI.

Per la presenza di tannini, le foglie di olivo vantano un’AZIONE ASTRINGENTE  utile in caso di diarrea, per infiammazioni gastrointestinali ed emorroidi.
Il dipartimento di farmacologia dell’Università di Saudi Arabia (2010),  dopo uno studio condotto su animali, ha riscontrato che l’estratto di foglie di olivo è efficace nel trattamento di IPERACIDITA’ GASTRICA e ULCERA PEPTICA, proteggendo le mucose.

Le foglie dell’olivo hanno dimostrato l’azione CARDIOTONICA  dell’oleuropeina, dell’idrossitirosolo e altri principi contenuti (Facoltà di Medicina dell’Università di Ankara 2014).

Le foglie sono anche DIURETICHE, in quanto l’azione vasodilatatrice si esplica anche a livello renale e DEPURATIVE, soprattutto dagli acidi urici in eccesso.

In un vecchio libro “Fiori e piante medicinali” si parla di azione febbrifuga, antidiabetica, ipotensiva. Le foglie di olivo vengono prescritte nell’ipertensione, nell’arteriosclerosi, nel diabete e nell’angina pectoris, nella calcolosi della vescica e del rene e come epatoprotettore.

Molti degli  studi citati (PubMed) sono promettenti, ma devono essere verificati e valutati gli effetti sui soggetti umani.

Non sono indicate grosse CONTROINDICAZIONI all’uso della pianta. Sicuramente non è indicata in chi soffre di pressione bassa , in soggetti con  particolari sensibilità alla pianta e comunque, quando si assumono farmaci o in tutti i casi, è  meglio chiedere il parere medico.

Scritto da Angela Ballarati
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