CHELIDONIUM
Majus
o CELIDONIA, pianta spontanea molto potente
Ha effetti sul
FEGATO e COLECISTI, è SPASMOLITICA e si utilizza per PORRI, VERRUCHE e DURONI.
La chelidonia o celidonia, famiglia delle
papaveraceae, è una pianta erbacea spontanea di circa 60 cm con fusto eretto e
ramificato, dotato di lunghi peli. All’interno del fusto vi è un lattice color
giallo-arancio, irritante per la pelle, e i fiori, di un bel giallo vivo, hanno
quattro petali.
E’ una pianta molto diffusa, lungo le siepi e i
cespugli, tra i ruderi, in pianura come in montagna. Si raccoglie in primavera
fino ad estate inoltrata e si usa la pianta intera. Gli animali al pascolo la
evitano per il sapore disgustoso.
QUANDO è UTILE e QUALI sono i PRINCIPI ATTIVI contenuti
Si utilizza il LATTICE all’interno del fusto e la
TINTURA MADRE, ottenuta dalla macerazione in alcol e acqua delle parti aeree
che si acquista già preparata nelle erboristerie.
I principi contenuti più interessanti dal punto di
vista terapeutico sono gli ALCALOIDI, che sono presenti in maggiore
concentrazione nelle radici. La pianta contiene anche degli enzimi
proteolitici, che scindono le proteine in aminoacidi.
Questa pianta è conosciuta e utilizzata fin
dall’antichità per calmare il dolore.
I numerosi alcaloidi contenuti facilitano l’attività della COLECISTI e del FEGATO, e producono effetti nelle affezioni delle vie biliari, in quelle dello STOMACO e dell’INTESTINO. Come altre papaveraceae è sedativa e spasmolitica, oltre che purgante. In caso di crampi allo stomaco e per facilitare la digestione si utilizza la tintura madre, ma sotto prescrizione medica in quanto a dosi elevate è una pianta tossica.
I numerosi alcaloidi contenuti facilitano l’attività della COLECISTI e del FEGATO, e producono effetti nelle affezioni delle vie biliari, in quelle dello STOMACO e dell’INTESTINO. Come altre papaveraceae è sedativa e spasmolitica, oltre che purgante. In caso di crampi allo stomaco e per facilitare la digestione si utilizza la tintura madre, ma sotto prescrizione medica in quanto a dosi elevate è una pianta tossica.
Elimina le VERRUCHE, PORRI, CALLI e DURONI. Si spalma il
lattice, di colore giallo-arancione, sulla parte, evitando le zone circostanti.
Ad un cerotto può essere praticato un foro, in modo da far fuoriuscire il callo
o la verruca che verrà spennellata con il lattice. Lasciare agire per 24 ore e
ripetere l’operazione. E’ efficace come il lattice di fico.
Messeguè, nel suo “Il mio erbario” scrive: “… siamo cauti perché è una traditrice, potrà sembrare gracilina ma è una falsa debole … in realtà è un esplosivo vegetale … è una parente del temibile Papaver Somniferum che secerne l’oppio e del gentile rosolaccio … per conto mio la raccomando unicamente per uso esterno … la celidonia è diuretica, purgativa: da raccomandare dunque ai reumatici, ai gottosi, ai sofferenti di coliche renali. E’ un farmaco specifico per il fegato … E’ calmante, concilia il sonno e combatte gli spasmi organici; la raccomando a quanti hanno il sonno difficile, ai sofferenti di angosce, agli asmatici, agli ipernervosi, ai bronchitici cronici, ai sofferenti di allergie gravi, agli infelici minacciati dall’arteriosclerosi e a quanti vanno incontro all’angina pectoris … guarisce le oftalmie croniche, la dermatosi, cura la tigna, fa scomparire le verruche … Applicata in impacchi sull’addome, è il miglior vermifugo. In pediluvi regolarizza i cicli delle donne e ripristina le mestruazioni interrotte. Ne faccio largo uso nei miei preparati dove agisce come un ottimo fattore sinergico e attivatore delle proprietà delle altre piante.”
La chelidonia per uso interno non è più consentita, quindi non reperibile.
E’ una pianta appartenente alle papaveraceae, come
il papavero da oppio, con effetti analgesici e sonniferi.
La sua azione inibente la sintesi e l’attività dei
principali enzimi infiammatori (COX-1, COX-2 … responsabili della sintesi delle
prostaglandine e coinvolti nella neoangiogenesi di cellule tumorali) le
conferisce proprietà antinfiammatorie e antitumorali.
Messeguè, nel suo “Il mio erbario” scrive: “… siamo cauti perché è una traditrice, potrà sembrare gracilina ma è una falsa debole … in realtà è un esplosivo vegetale … è una parente del temibile Papaver Somniferum che secerne l’oppio e del gentile rosolaccio … per conto mio la raccomando unicamente per uso esterno … la celidonia è diuretica, purgativa: da raccomandare dunque ai reumatici, ai gottosi, ai sofferenti di coliche renali. E’ un farmaco specifico per il fegato … E’ calmante, concilia il sonno e combatte gli spasmi organici; la raccomando a quanti hanno il sonno difficile, ai sofferenti di angosce, agli asmatici, agli ipernervosi, ai bronchitici cronici, ai sofferenti di allergie gravi, agli infelici minacciati dall’arteriosclerosi e a quanti vanno incontro all’angina pectoris … guarisce le oftalmie croniche, la dermatosi, cura la tigna, fa scomparire le verruche … Applicata in impacchi sull’addome, è il miglior vermifugo. In pediluvi regolarizza i cicli delle donne e ripristina le mestruazioni interrotte. Ne faccio largo uso nei miei preparati dove agisce come un ottimo fattore sinergico e attivatore delle proprietà delle altre piante.”
CHELIDONIUM, il RIMEDIO OMEOPATICO
I soggetti che necessitano del rimedio presentano
tratti aggressivi e dispotici, sono più pratici che intellettuali. Viene
utilizzato, come in fitoterapia, per problematiche
epatiche, come fegato ingrossato e dolore che si estende alla schiena e
alla scapola destra con colorito giallognolo e calcolosi biliare con dolore
sempre alla parte destra. Il dolore peggiora con i cibi grassi ed è, talvolta,
presente uno spiccato desiderio di bevande calde e formaggio. Altri sintomi
presenti sono: cefalea con sensazione
di pesantezza alla parte destra, nevralgia e torpore facciale; la lingua è
coperta da una patina giallastra con impronta dei denti; dolori alle spalle con sensazione di gelo ai polpastrelli con
possibile associazione a nausea e sudorazione; polmonite con dispnea e dolore quando si tossisce. I sintomi
tendono ad essere localizzati nella parte destra del corpo.
I sintomi migliorano
con i bagni caldi, con l’evacuazione, con i cibi e le bevande calde, con la
pressione sulla zona interessata.
I sintomi peggiorano
sdraiandosi sul lato destro, dalle 4 alle 16, con il movimento, con i cibi
grassi.
Chelidonium fu sperimentato da Hahnemann e inserito
nella Materia Medica Pura (A. Lockie Enciclopedia dell’omeopatia).
Il rimedio omeopatico viene prescritto dal medico
omeopata dopo un’attenta osservazione dei sintomi mentali e fisici del
paziente.
UN PO’ DI STORIA e CURIOSITA’
Dioscoride (40-90 d.C.), famoso medico, botanico e
farmacista che esercitò a Roma ai tempi di Nerone, denominò la pianta dal
termine greco chelidon=rondine,
perché la celidonia fiorisce nel periodo migratorio delle rondini.
Gli alchimisti si servivano della celidonia nella
ricerca della pietra filosofale e le dettero il nome di coeli donum, dono del cielo.
Paracelso la considerava un’erba
insanguinata, cioè adatta a curare i disturbi circolatori e un’erba gialla
per curare l’itterizia e altre malattie epatiche.
Messeguè la chiamava “erba delle rondini” osservando
una rondine con una goccia di lattice nel becco che lo portava ai rondinini per
proteggerli dalla cecità.
CONTROINDICAZIONI. Controindicata nei soggetti con
problematiche epatiche o di calcolosi, bambini e donne in gravidanza. La celidonia è una pianta tossica per uso interno. L’assunzione interna necessita di parere medico.
Scritto da Angela Ballarati
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