La GENZIANA è aperitiva e digestiva, è utile
nelle disappetenze, nelle convalescenze, nella scarsa produzione di succhi
gastrici, nelle febbri.
Nella Medicina Cinese ha un uso antico come antivirale, antinfiammatorio,
analgesico ed antiepatotossico.
Come si utilizza e cosa scrive Messèguè.
Un po’ di storia e
qualche curiosità.
La
Genziana possiede proprietà aromatiche, amaricanti, aperitive, digestive,
colagoghe (che stimola il flusso biliare verso l’intestino), coleretiche (stimola
la secrezione della bile) e febbrifughe.
LA PIANTA
La genziana maggiore, Gentiana
lutea della famiglia delle Gentianaceae che comprende circa 400 specie, è
una pianta erbacea perenne con un robusto rizoma verticale, bruno-giallastro
all’esterno e giallo vivo all’interno.
Si distingue dalla genzianella, anche se possiede
proprietà simili.
Può arrivare ad 1,5 m, ma nei primi anni sviluppa solo
una rosetta di foglie basali; è molto comune nei pascoli e prati delle zone montane
alpine, fino a 2200 m, e più rara in quelle appenniniche.
Le foglie basali sono ovali-ellittiche mentre quelle del
fusto sono opposte a due a due, cosa che permette di distinguerla dal Veratro
velenoso (attenzione) che ha foglie alterne.
I fiori sono gialli
riuniti in fascetti e il frutto è
una capsula ovale-oblunga che si apre, a maturità, in due parti; i semi sono ovali e di colore bruno
chiaro.
Le radici si
raccolgono in primavera e in autunno, si tagliano in pezzi di alcuni cm e si
dividono a metà per il lungo. Si conservano in recipienti chiusi, di vetro,
dopo essere state ben essiccate al sole.
“Una
radice grossa come un pugno vi basterà per un intero anno e sappiate che la
genziana impiega da 10 a 15 anni per raggiungere la fioritura: non distruggete
una specie …” così scrive Messèguè.
Proprio in virtù del saccheggio perpetrato è diventata una
pianta protetta e la raccolta è vietata perché rischia l’estinzione.
Si trova in erboristeria, quella coltivata.
COSA CONTIENE
La genziana contiene iridoidi come genziopicroside, gentisina, amarogentina. La genziopicrina costituisce il principale componente amaro isolato sin dal 1862.
Contiene alcaloidi
come la genzianina e acidi fenolici come
l’acido caffeico che sono utili come antipiretici perché agiscono sulla
termoregolazione. Sono contenuti oli
essenziali, mucillagini e la
gentisina che è la sostanza colorante gialla.
I secoiridoidi (principi amari) sono le sostanze utili nell’inappetenza perché stimolano i recettori gustativi che fanno della genziana una tra le piante più
efficaci come digestivo.
In Cina, il gentiopicroside è un composto isolato dalla
Gentiana lutea, Qin Jiao in cinese,
rappresenta uno dei più comuni farmaci con attività antivirale,
antinfiammatoria, analgesica ed antiepatotossica (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27342232).
La Genitana rigescens e la Gentiana macrophilla
contengono, come la lutea, gentiopicroside (genziopicrina) e sono due erbe
utilizzate per trattare l’ittero e altre malattie epatiche e biliari nella medicina
tradizionale cinese che le utilizza da migliaia di anni (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27582267).
Alcuni studi, condotti sui topi e che necessitano di
ulteriori ricerche, hanno indagato l’effetto anti-artritico e anti-reumatoide della genziana. I glicosidi
iridoidi dai fiori della Gentiana macrophilla Pall, hanno prodotto dei miglioramenti nell’artrite indotta dal
collagene nei ratti (Journal of Ethnopharmacology 2016 ).
I principi amari della Genziana sono utili per stimolare e bilanciare la secrezione dei succhi gastrici e biliari, la cui carenza è causa di sonnolenza, mal di testa, fermentazioni intestinali, flatulenza e per aiutare, migliorando l’assimilazione del cibo, la ripresa di convalescenti e soggetti deboli e anemici.
Tra i principi amari contenuti, l’amarogentina è responsabile del sapore
amaro della genziana, il composto naturale più amaro mai isolato!
L’altra proprietà della Genziana, grazie al suo principio
attivo, il genziopicroside, è quella di essere un buon febbrifugo, soprattutto nel caso di febbri malariche o
ricorrenti, poiché stimola le difese dell’organismo agendo sui meccanismi della
termoregolazione.
Attualmente la Genziana, come preparazione galenica, è
impiegata come amaro-tonico ed eupeptico
(favorente la digestione). In terapia è utilizzata come eccitante
dell’appetito, nella dispepsia e nella ipocloridria.
Come antimalarico
può essere associata alla chinina e può trovare particolare indicazione nei casi di chinino resistenza.
Alcuni studi sugli estratti di genziana la considerano
antiossidante, fungistatica (che
impedisce lo sviluppo di funghi) e stimolante le difese immunitarie (studio
eseguito sui ratti: Perfumi M., Santoni G., Acta Phytotherapeutica 1996).
Come si utilizza …
DECOTTO. Il decotto si ottiene mettendo 2 g di
radice grossolanamente frantumata in 150 ml di acqua fredda. Si porta a
ebollizione e si lascia bollire a fuoco lento per 25/30 minuti, spegnete e coprite per 10
minuti quindi filtrate.
TISANA. Anche se per le radici e i rizomi la forma
più utilizzata è il decotto, alcuni testi riportano anche la tisana che si
ottiene versando 150 ml di acqua bollente su 2 g di radice grossolanamente
frantumata, far riposare per 10 minuti e filtrare.
TINTURA MADRE. Per la preparazione della
tintura madre si lasciano a macerare le radici, vecchie di 5 o 6 anni e
raccolte in autunno, per tre settimane in una miscela di alcol alimentare e
acqua.
Si trova già preparata nelle erboristerie, molto spesso
in miscele con altre erbe come la melissa, l’angelica, la liquirizia, la menta
e il finocchio.
Tutte le preparazioni sono molto amare.
TINTURA VINOSA. Non poteva mancare la
macerazione in vino (l’industria utilizza principalmente alcol per produrre
amari digestivi) che si ricava lasciando a macerare in 100 ml, di buon vino, 3
g di radici per 8 giorni.
ALCOLATO. I montanari preparavano numerose
varietà di alcoolati a base di genziana (anche con l’aggiunta di qualche bacca
di ginepro o scorza di arancio amaro o chiodi di garofano) mettendo a macerare
un segmento di radice , circa 5 cm, in un litro di buona grappa. Dopo un mese
era pronta.
Ecco
la ricetta di Messèguè:
“Fate macerare in un grosso vaso di grès, al fresco, un pugno di radici di
genziana in un bicchiere di acquavite. Il giorno dopo aggiungetevi un litro di
vino bianco e lasciate macerare sino alla fine della settimana. La domenica,
all’ora dell’aperitivo, servitene un bicchierino ai vostri amici. Se qualcuno
di essi offre di gotta, o vede spuntare all’orizzonte una brutta influenza, vi
ringrazierà.”
… e quando può essere utile
E’ nota e famosa come digestivo, gli alcaloidi contenuti nella genziana esercitano
un’azione tonica sull’apparato digerente stimolando la secrezione salivare e
biliare.
La genziana trova utilizzo nelle difficoltà digestive
dovute ad insufficienza di succhi gastrici, in questi casi si può bere il
decotto: una tazza 30 minuti prima dei pasti.
E’ utile la tisana in caso di inappetenza, senso di pienezza e aria nella pancia, sempre mezz’ora
prima dei pasti.
Come febbrifugo
viene consigliata, dagli erboristi, la tintura madre.
Messèguè ne “Il mio erbario” scrive della genziana: “Già
gli antichi la somministravano, credendo che guarisse i morsi di serpenti (non
ci credo), per curare disturbi del fegato e dell’intestino (sono completamente d’accordo),
contro parassiti di ogni genere (è certo), come stimolante generale delle
funzioni digestive (l’ho verificato io stesso), come febbrifugo e come
diuretico (ve lo garantisco). Noi moderni abbiamo aggiunto a questo elenco di
virtù quella di aumentare la secrezione salivaria (il che ne fa un ottimo
aperitivo), di tonificare l’insieme dell’organismo (come tutte le piante amare)
e di aumentare i globuli bianchi, validi difensori contro tutti i germi
infettivi.”
Acqua di genziana per pelli grasse
La genziana ha un’azione tonica sulle ghiandole sebacee
diminuendone la secrezione.
L’acqua di genziana si ottiene seguendo le indicazioni
del decotto, si fa raffreddare e si applica sul volto con uno spruzzino,
lasciando che l’acqua venga assorbita. In alternativa si utilizza la tintura
madre, opportunamente diluita in quattro parti di acqua ed in questo caso si
utilizza un batuffolo di cotone imbevuto da applicare sul viso pulito.
Un po’ di storia e curiosità
L’uso della genziana, come erba medicinale digestiva,
era conosciuta dagli Egizi, dai Greci e
dai Romani. Deve il suo nome a Genzio, il re dell’Illiria.
Veniva utilizzata per disinfettare le ferite, per
eliminare i vermi intestinali e per “l’isteria femminile”, come un tempo si
chiamavano i dolori mestruali. Nel 1885 un erborista americano lanciò sul
mercato la bevanda Moxie, a base di genziana per curare: “esaurimenti nervosi,
perdita di virilità e imbecillità”. Non ebbe successo come medicinale e fu
venduto come bevanda dissetante con esito positivo.
La genziana è utilizzata come aromatizzante negli amari,
come il Fernet Branca, e negli aperitivi come l’Aperol.
In Francia ve ne sono diverse specie, fra cui la stupenda
Gentiana acaulis color zaffiro: la
genzianella.
La genziana è nota, come fiore di Bach, sotto il nome di Gentian.
Gentian è il fiore dell’amarezza, della sfiducia, del pessimismo e dello
sconforto dovuto al credere di non avere possibilità di successo, che le cose
andranno male.
CONTROINDICAZIONI. La
genziana non è consigliata a chi soffre di acidità di stomaco o ulcere perché
aumenta la produzione di succhi gastrici. Evitare in casi di ipersensibilità
verso i componenti e in pazienti affetti da gastrite, ulcera peptica, ernia
iatale, esofagite. Alti dosaggi possono provocare sintomi come nausea e vomito,
irritare lo stomaco o produrre l’effetto contrario cioè ostacolare la
digestione. E’ controindicata in chi è affetto da ipercloridria; in persone
sensibili e con mal di testa ricorrenti, la genziana può acuire il mal di
testa. Alle donne in gravidanza perché, tradizionalmente, veniva usata per
indurre le mestruazioni. In allattamento e ai bambini. La genziana può
aumentare la gastrolesività di altre erbe o farmaci.
Scritto da Angela
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“Scoprire riconoscere usare le erbe” Fabbri ed. - Salute e benessere secondo natura Fabbri Ed.-“Fiori
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