Il MELILOTO possiede proprietà sedative,
antispasmodiche, digestive, diuretiche, espettoranti, decongestionanti e
astringenti.
E’
utile, per il suo effetto vasotonico, nelle stasi venose e linfatiche: edemi, gonfiori alle gambe, cellulite,
ritenzione idrica ed emorroidi.
E’
utile nell’insonnia dovuta ad ansia e nei crampi allo stomaco per nervosismo.
LA
PIANTA
Il meliloto, Melilotus
officinalis della famiglia delle Leguminosae,
è una pianta erbacea annuale o biennale che cresce a cespuglio e che arriva
all’altezza di 1,5 m.
I nomi locali attribuiti sono: Cavalin in Piemonte,
Trifoglio cavallino in Lombardia, Spagna salvadega in Veneto, Erba vetturina in
Toscana, Trifoglio melato in Puglia, Erba vetarina nelle Marche.
I fusti sono
semplici o più spesso ramificati con l’interno cavo. Le foglie sono trifogliate (divise in 3 foglioline piccole) mentre i fiori si riuniscono a grappoli composti
da 30/70 fiorellini di colore giallo. Il frutto
è un legume bruno-nerastro, mentre i semi
sono ovoidali e di colore verde-giallastro.
Cresce in Europa e in Asia occidentale, dal mare alla
regione submontana di tutta l’Italia, nei campi, nei luoghi incolti e assolati, lungo
le strade.
La droga, ossia la parte di interesse fitoterapico, è
rappresentata dalle sommità fiorite.
Le sommità fiorite si raccolgono tra giugno ed agosto
tagliando solo i rametti flessibili, non quelli induriti e quando il tempo è
asciutto. La pianta deve essere essiccata molto bene perché l’umidità può
sviluppare una muffa che trasforma le cumarine in dicumarolo, sostanza tossica
utilizzata come topicida e che interferisce con la coagulazione. Il meliloto
non agisce direttamente sulla coagulazione del sangue.
La raccolta non provoca danni alla specie, ma è
importante che la pianta non venga divelta e che si lascino sempre integri
alcuni grappoli fiorali.
Viene considerata pianta da foraggio che assume, a volte,
carattere infestante.
Le sommità, riunite in mazzi, si essiccano all’ombra e si
conservano in sacchetti di carta o tela.
COSA
CONTIENE
La pianta contiene cumarine e derivati cumarinici che
esplicano attività antiedematosa e cicatrizzante che la rendono utile in caso
di insufficienza venosa e stasi linfatiche.
La principale cumarina presente è il melitoside con
attività vasoprotettiva, attività simile all’escina contenuta nell’ippocastano.
Contiene flavonoidi che possiedono proprietà antisettiche
e diuretiche.
Sono presenti tannini, olio essenziale, resine e amido.
PROPRIETA’
Il
meliloto possiede proprietà sedative, antispasmodiche, digestive, diuretiche,
espettoranti, decongestionanti e astringenti.
Le sommità fiorite contengono derivati cumarinici che
conferiscono al meliloto un gradevole odore di fieno ed esplica, grazie alle
proprietà delle cumarine, un effetto vasotonico.
E’ utile nelle stasi
venose e linfatiche.
Fluidifica il sangue ed è indicato nei pruriti, nei gonfiori
e nei crampi degli arti inferiori dovuti a cattiva circolazione.
Ha una funzione tonica, antiedemigena (che impedisce la
formazione di edemi), antinfiammatoria nelle affezioni venose ed è in grado di
effettuare un drenaggio linfatico: si usa nell’insufficienza
venosa, negli edemi e nei gonfiori delle gambe, nelle flebiti, nelle emorroidi,
nella ritenzione idrica e nella cellulite.
Nei colliri ha un’azione disinfiammante e
decongestionante della sclera.
Il meliloto è anche utile nei casi di insonnia dovuta ad ansia o eccitabilità, ma anche eccessiva stanchezza, infatti le
cumarine agiscono sul sistema nervoso centrale e contribuiscono a calmare gli
stati di sovraeccitazione. Una tisana prima di andare a dormire induce calma e
favorisce il sonno.
L’azione antispasmodica fa del meliloto un ottimo
calmante in caso di crampi allo stomaco
dovuti a nervosismo o ipereccitazione.
E’ un sedativo delle nevralgie, della tosse e degli
spasmi delle vie urinarie.
Uno studio
condotto sui ratti (Dipartimento di Neurologia di Shandong, Cina) ha valutato
l’effetto protettivo dell’estratto di Melilotus Officinalis sui tessuti
cerebrali in ischemia cerebrale acuta ed ha concluso che l’estratto di Meliloto
migliora l’apoptosi (morte cellulare programmata) nei ratti ischemici,
diminuendo la trombosi cerebrale, lo stress ossidativo e dei mediatori
infiammatori (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28320101).
Anche questo studio, condotto sui ratti e quindi da
considerare come inizio per ulteriori indagini sperimentali, valuta l’effetto
antiossidante e chelante nei confronti del ferro. L’eccesso di ferro genera
radicali liberi provocando danni agli organi. Il contenuto in flavonoidi e
composti fenolici che possiedono proprietà chelanti, del Meliloto, dimostra
come l’estratto di Meliloto possieda una possibile azione, come chelatore di
ferro, aumentando l’escrezione del ferro nelle urine e nelle feci (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27626608).
L’estratto di Meliloto è utilizzato nella tradizione
della Medicina Tradizionale Cinese
(MTC) come antinfiammatorio, antiossidante e inibitore della permeabilità
capillare (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25405912).
La tradizione popolare attribuisce al meliloto una blanda
azione sedativa, simile alla camomilla, ed è anche utilizzato come diuretico e
come balsamico espettorante nella tosse.
COME
SI UTILIZZA
Si trova come tintura
madre, già preparata nelle erboristerie, ottenuta dalla macerazione della
pianta intera, foglie, radici e sommità fiorite in una miscela di alcol
alimentare e acqua per circa tre settimane.
Come tisana si
prepara versando 100 ml di acqua bollente su 2 g di sommità fiorite. Si lascia
riposare per 10 minuti e si filtra. Per i disturbi della digestione, le
nevralgie e l’emicrania.
L’infuso
per uso esterno si ottiene mettendo in infusione 40 g di
pianta in un litro di acqua bollente. Lasciare in infusione fino ad ottenere un
liquido di colore marroncino. Si
utilizza: in compresse sulle varici o anche sulle palpebre, per lavare piccole
abrasioni, per eruzioni e per sciacqui in caso di infiammazioni della bocca e della gola.
Gli infusi di Meliloto sono stati impiegati soprattutto
per il trattamento decongestionante delle palpebre e delle zone attorno agli
occhi, della bocca, del naso, della gola e per lavare, in caso di necessità,
piccole ferite, abrasioni, foruncoli, pustolette. Le preparazioni di Meliloto
vanno usate con cautela e senza abusi.
L’Università Federico II di Napoli (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23844756) ha
valutato a lungo termine la somministrazione di flavonoidi di Centella e
Meliloto in pazienti diabetici, diabeti di tipo 2, con edema maculare (CME
senza addensamento maculare) concludendo che la combinazione forniva la conservazione
della sensibilità retinica durante i 36 mesi di follow-up rispetto ai pazienti
non trattati.
IN
CUCINA
In cucina vengono utilizzate le sommità, anche quelle
fiorite, nelle insalate con altre erbe selvatiche primaverili. Per il suo aroma
particolare si utilizza, essiccata, come spezia per insaporire frittate e
sughi.
CURIOSITA’
e un po’ di STORIA
Nei campi si trova anche un’altra specie delle stesso
genere, il Meliloto Alba, ricco di nettare e molto ricercato dalle api.
Come il fiordaliso e la piantaggine è chiamato “spezza
occhiali” per la proprietà di decongestionare gli occhi affaticati.
L’importanza fitoterapica di questa pianta fu osservata
studiando casi di sindrome emorragica nelle bestie da pascolo che avevano
ingerito piante di meliloto e trifoglio deteriorate.
Il nome deriva dal greco meli, che significa miele, e lotos,
trifoglio o biada.
CONTROINDICAZIONI. Il
parere medico è d’obbligo quando si intende farne una terapia o quando si
assumono farmaci o si è affetti da patologie. A chi è in cura con antinfiammatori,
anticoagulanti o ha problemi di coagulazione del sangue: avendo il meliloto proprietà
anticoagulanti non è indicato. Ad alte dosi il meliloto può indurre nausea, mal
di testa, lesioni gastriche ed epatotossicità.
Scritto da Angela Ballarati
Metti “mi piace” sulla mia pagina facebook: benessere
natural-mente
SEGUI IL MIO BLOG: http://benessere-natural-mente.blogspot.it/
Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati
a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo
a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità
accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte
in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate
dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili
conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto
e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la
fonte: autore e link attivo del blog. Questo blog non rappresenta una testata
giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può
considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.
200 piante del benessere Edises – Salute e benessere secondo
natura Fabbri – Scoprire, riconoscere usare le erbe Fabbri editore - http://www.my-personaltrainer.it/benessere/meliloto.html - Erbe che curano Giunti - “Salute
e benessere secondo natura” Fabbri ed. -
Nessun commento:
Posta un commento