sabato 22 ottobre 2016

MELA benefici, proprietà, ricerche, studi e molto altro

Cosa contiene la mela?  

Contiene, oltre a vitamine e sali, la pectina, una fibra solubile importante per prevenire alcuni tipi di cancro, diminuire  il colesterolo e stabilizzare la glicemia, mentre l’acido malico trasforma gli alimenti in energia. E la buccia?

Rimedi popolari: decotto di mela, decotto di bucce e sciroppo per la tosse.

Mela e tumori.
Mela e pesticidi.
Mela annurca e colesterolo.

CROSTATA RIPIENA di MELE e ZENZERO, senza GLUTINE e senza FARINE di CEREALI 

L’albero del melo, che allo stato selvatico può raggiungere i 10 m di altezza, nelle coltivazioni non supera i 3/4 m ed è coltivato in tutta Italia, anche se il 75% delle mele sono fornite dal Trentino-Alto Adige, Veneto ed Emilia Romagna.
In Europa è il frutto più consumato, costituisce il 50% della frutta venduta.
Il melo, Malus communis della famiglia delle rosaceae,  ha origini asiatiche e risalirebbe al Neolitico, è presente in Italia con oltre 2000 varietà.
La mela,  presente tutto l’anno anche se conservata, matura in Italia da fine agosto a metà ottobre. Le diverse specie sono disponibili in tempi diversi e vengono conservate, dopo il raccolto, a basse temperature e, per periodi prolungati, si ricorre all’atmosfera controllata (più ricca di CO2).
Le varietà più presenti e conosciute sono l’annurca, la fuji, la golden, la granny smith, la renetta, la pink lady, la stark e la red delicius.

COSA CONTIENE?

La mela è un frutto ricchissimo di sali minerali, tannini, pectine, fibre e vitamine come la provitamina A, la E, la C e quelle del gruppo B (B1, B2, B6 e B9 o acido folico).Tutte le vitamine, con flavonoidi e carotenoidi, acido malico e folico, la rendono un ottimo antiossidante. E’ ricca di sali minerali, come potassio, calcio, magnesio, ferro e fosforo ed una discreta presenza di fruttosio.

La mela è un frutto molto digeribile, è il primo frutto, insieme alla pera, consigliato nello svezzamento e, anche se naturalmente dolce, è adatta (con moderazione) ai diabetici, soprattutto quelle meno zuccherine e leggermente acidule come la granny smith.

Importante è il contenuto in acido malico, noto anche come acido di mela o acido fruttico, in quanto si trova nelle mele (soprattutto nella buccia) ed in altra frutta (uva). E’ un acido organico contenuto in piante, animali e nell’uomo.
L’acido malico è indispensabile all’organismo per trasformare gli alimenti in energia e si trova anche in polvere come integratore perché migliora le prestazioni sportive.
E’ codificato con la sigla E296 e utilizzato dall’industria alimentare come acidificante, stabilizzante, aromatizzante (gelatine, confetture, vino …) in farmacologia è presente nelle formulazioni che stimolano il flusso salivare e l’industria cosmetica lo impiega in prodotti schiarenti e antimacchia, ma anche per il trattamento dell’acne e come anti aging.

La fibra contenuta nella mela è sia solubile, come la pectina che forma un gel e cattura lo zucchero riducendo il picco glicemico e quella insolubile che favorisce il transito intestinale.

La  pectina, un carboidrato indigeribile noto per le sue proprietà gelificanti nella produzione (anche casalinga) delle marmellate e nelle confetture, viene siglata con E440. Il contenuto di pectina spiega perchè alcuni frutti, meglio di altri, si addensano con più facilità.
Ogni frutto contiene una percentuale variabile di pectina, i frutti più ricchi sono rappresentati dalle mele, le prugne, le mele cotogne e l’uva spina, ma la fonte più ricca è presente nell’albedo degli agrumi,  quella pellicina bianca che riveste gli spicchi.
Le pectine sono impiegate nei preparati per limitare il rigurgito e per la loro proprietà di intrappolare gli acidi biliari (che utilizzano il colesterolo) riducono le concentrazioni di colesterolo nel sangue.
Essendo una fibra solubile possiede proprietà emollienti che regolarizzano le funzioni intestinali. In caso di diarrea aumenta la consistenza delle feci e in caso di stitichezza, accompagnata da acqua, aiuta il transito intestinale. Favorisce la proliferazione dei germi benefici intestinali ostacolando i patogeni.
I risultati di uno studio in vitro,  che quindi necessita di ulteriori studi e ricerche, del Dipartimento di Biologia di Teheran (www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27697635), ha dimostrato che l’acido pectico può prevenire metastasi per la sua capacità di indurre apoptosi (morte cellulare programmata).

Nell’alimentazione le fibre sono importantissime per prevenire stitichezza, emorroidi e diverticolite, controllare il peso corporeo, prevenire alcuni tipi di cancro come quello al colon, diminuire il colesterolo LDL (cattivo) e stabilizzare la glicemia (intrappola gli zuccheri a livello intestinale rallentandone l’assorbimento) con effetti benefici sul sistema cardiocircolatorio.

La BUCCIA della MELA
Non dimentichiamoci del fatto che per frutto si intende la polpa ma anche la buccia, e non a caso, perché è appena sotto e nella buccia che si trova la maggior concentrazione di principi nutritivi.
Una ricerca condotta su topi, dall’Università di Montreal con il Dipartimento di Nutrizione, ha valutato gli effetti, preventivi e terapeutici, dei polifenoli presenti nell’estratto secco di buccia di mela (DAPP) sull’infiammazione intestinale per chiarirne i benefici clinici. Le conclusioni a cui sono arrivati i ricercatori sono che il DAPP è un potente anti-infiammatorio a livello intestinale (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27630205 ).
Nella buccia della mela è contenuta una sostanza, la fluorizina, un glucoside, che ha la proprietà di bloccare il riassorbimento renale e intestinale del glucosio favorendone l’eliminazione con le urine e risultando quindi un ipoglicemizzante.  
Nel caso della mela come nel caso di molti altri vegetali, non è il singolo elemento, ma l’insieme dei suoi componenti a farne un alimento salutare.

QUANDO E’ UTILE e i RIMEDI più COMUNI
-      Come depurativo, disintossicante e diuretico.  Un’antica cura, per eliminare le tossine e rinvigorire l’organismo dopo un’influenza, parla di nutrirsi per tre giorni unicamente di mele crude. Questa cura, secondo Edgar Cayce, pulisce l’intestino.
-      Per combattere le infezioni intestinali: la mela contiene degli enzimi che combattono i batteri infettivi presenti nell’intestino. La pectina favorisce l’evacuazione mentre l’acido malico è un disinfettante. Per mantenere l’intestino efficiente mangiare al mattino, a digiuno, una mela oppure berne il succo (un centrifugato).

-      La mela contrasta la formazione di acido urico, il cui eccesso è responsabile dei dolori gottosi e di alcuni dolori reumatici,  grazie ai tannini e ai sali di potassio contenuti.

-      In caso di diarrea, anche nei bambini, mangiate 2 volte al giorno una mela grattugiata con qualche goccia di limone.

-      E’ un frutto alleato nelle diete ipocaloriche perché 100 g di mela apportano circa 40 calorie.

-      Come già indicato, la mela è adatta, con moderazione, ai diabetici, soprattutto le mele asprigne. Teniamo presente che l’indice glicemico delle mele è più elevato quando sono cotte rispetto a quelle crude.

-      L’acido ossalico presente nella mela aiuta a mantenere i denti bianchi. Applicare la polpa di mele sui denti gialli può attenuare le macchie ocra e sbiancare i denti gialli.

-      Uno studio pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute dimostra che la pectina contenuta nelle mele accelera l’eliminazione di alcuni composti cancerogeni presenti nel colon. Il consumo abituale può quindi risultare preventivo del tumore al colon.

-      Uno studio del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II ha evidenziato che i polifenoli contenuti nella mela annurca (Igp) sono in grado di ridurre i livelli di colesterolo.

-      L’Istituto Tumori di Genova, e non solo, ha svolto una ricerca durata parecchi anni e pubblicata sugli Annals of Oncology in cui vengono confermate le proprietà antitumorali della mela. Le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori sono che il suo consumo di mele diminuisce dal 9 al 25% il rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore come quello alla prostata o al colon.

MELA e PESTICIDI
Oltre ad evidenziare che le mele sono in cima alla lista della frutta più irrorata con pesticidi, considero che i soldi spesi in più per il biologico rappresentino soldi ben spesi, sia per la tutela dell’ambiente (esistono modi differenti di fare agricoltura, non credete a chi vi vuole convincere del contrario), sia per la tutela della nostra salute e quella dei nostri figli.
Greenpeace ha pubblicato (ottobre 2015) i risultati di un’analisi sulle mele acquistate nei supermercati di 11 Paesi europei, Italia compresa. Mentre i test sulle mele biologiche non hanno evidenziato tracce di pesticidi, ben l’83 per cento delle mele prodotte in modo convenzionale sono risultate contaminate da residui di pesticidi, e nel 60 per cento di questi campioni sono state trovate due o più sostanze chimiche.  
«Dai campi al piatto, i pesticidi chimici sono una presenza troppo frequente nei nostri alimenti», dichiara Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace. «Anche se tutti i residui individuati rientrano nei limiti stabiliti dalle normative, la varietà di sostanze chimiche trovate mostra che nelle coltivazioni convenzionali è pratica comune irrorare i meleti con applicazioni multiple di pesticidi. Tutto questo, insieme alla scarsa conoscenza dei possibili impatti dei “cocktail di pesticidi” sull’ambiente e sulla salute, è fonte di grande preoccupazione. Inoltre non è accettabile che gli agricoltori e le loro famiglie debbano sopportare il carico tossico di questo fallimentare sistema di agricoltura industriale».

UTILIZZI della MELA
Come alimento viene consumata sia cruda che cotta o essiccata. Si presta ad essere cucinata in molti modi, al forno, fritta, bollita, in fagottini di pasta sfoglia e anche in preparazioni salate, ad esempio le granny smith nelle insalate.
Per  usufruire delle sue proprietà va consumata cruda e con la buccia, perciò è importante che sia proveniente da coltivazioni biologiche.
E’ un frutto adatto a bambini ed anziani e, per la sua digeribilità, molti dietologi la ritengono un frutto adatto anche a fine pasto opponendosi alla teoria che consiglia il consumo di frutta lontano dai pasti.
Cruda ha un’azione astringente mentre cotta è leggermente lassativa.
Dalla mela si ricavano il succo, il sidro (succo di mela fermentato) e l’aceto di mele.


RICETTINA semplice e veloce? A cura della naturopata Natascia Ursino.
CROSTATA RIPIENA di MELE e ZENZERO, senza GLUTINE e senza FARINE di CEREALI
Tagliare le mele a dadini, cospargerle col succo di un limone, un cucchiaino di zenzero in polvere, cannella a piacere e qualche cucchiaino (io ne ho messi 2) di zucchero di cocco (ha un basso indice glicemico). Lasciar macerare e insaporire.
Nel frattempo si prepara l’impasto con il mixer inserendo 200 g di farina di mandorle, 80g di farina di platano e due uova. Formare una palla di pasta che andrà divisa in due parti, una per il fondo e, dopo aver riempito con il composto di mele, una per coprire.
Bucare con una forchetta la pasta superiore e infornare a 180° per 20/30 minuti in base al forno.


RIMEDI POPOLARI

DECOTTO DI  MELE
Il decotto di mele si ottiene tagliando a fette 2 o 3 mele con la buccia, preferibilmente del tipo asprigno, tipo granny smith, e cuocendole in un litro di acqua per circa 15 minuti, dopo l’inizio della bollitura. Potete filtrare e consumare a parte la frutta cotta.
Il decotto di mele è utile per aumentare la quantità di urina.

DECOTTO DI BUCCE
Mettere la buccia di 2 mele in 120 ml di acqua. Portare a ebollizione e lasciare cuocere per altri 10 minuti. Filtrate e bevete il decotto (3/4 tazze al giorno) in caso di gotta e dolori reumatici.


La MELA e la MEDICINA CINESE: rimedio per la TOSSE
Per la medicina cinese, la mela, è un frutto dolce-acido, quindi favorisce i fluidi, è benefico per i polmoni, disintossica e aiuta la digestione.
I medici cinesi consigliano di togliere il torsolo e i semi a sei mele, grattugiarle e cuocerne la polpa con 500 g di miele fino ad ottenere un composto gelatinoso. Se ne prendono 2 cucchiaini per 3 volte al giorno, fino a miglioramento.

CURIOSITA’ e BELLEZZA
La mela rientra, come ingrediente, in molte maschere di bellezza perché è un concentrato di vitamine e minerali che la nostra pelle assorbe.
Tantissime maschere sono costituite da una semplice base composta da mele, trasformate in poltiglia, e miele. Ingredienti semplici che, nel caso delle mele, attenuano le macchie cutanee, leniscono gli arrossamenti e liberano i pori nutrendo la pelle, mentre il miele idrata ed è antibatterico.
Pulizia e nutrimento.


CONTROINDICAZIONI.
Di norma è un frutto ben tollerato, ma alcune persone, con lo stomaco  particolarmente delicato possono trovare indigesta la mela cruda, mentre non hanno problemi se è cotta. Inoltre, nelle persone sensibili ad alcuni carboidrati (FODMAPs come la cipolla, l’aglio, i funghi, mele, pere, cachi …) può causare gonfiore.

Scritto da Angela Ballarati
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Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la fonte: autore e link attivo del blog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.


domenica 9 ottobre 2016

OLIO ESSENZIALE DI INCENSO, antinfiammatorio, repellente e cicatrizzante. Proprietà ed utilizzo.

Olio essenziale di incenso: antinfiammatorio, cicatrizzante, allevia l'ansia, l'umore nero e purifica gli ambienti


Benefici, proprietà terapeutiche e uso

Seconda parte dell’articolo Incenso proprietà e benefici
L’olio essenziale di incenso, distillato in corrente di vapore, viene utilizzato per le sue proprietà balsamiche ed espettoranti, è antisettico, antinfiammatorio e cicatrizzante, quindi utile per le affezioni a carico della pelle. 
E’ un repellente per gli insetti e in aromaterapia viene utilizzato come sedativo per alleviare il nervosismo, l’ansia, l’umore nero, dona coraggio e fiducia. 
Si può utilizzare nel diffusore per le meditazioni, ma anche una goccia nella crema per il viso, unita ad una goccia di olio essenziale di mirra, per ottenere una crema anti-rughe naturale fai-da-te.

Come purificare gli ambienti domestici con l’incenso

I fumi dell’incenso e della mirra rimuovono le vibrazioni negative riportando armonia nell’ambiente. Quando un ambiente è saturo di energie negative, ci sentiamo spesso affaticati, nervosi, irritabili. 
Le fumigazioni costituiscono il principale metodo per purificare un ambiente dopo la malattia o nelle pratiche di guarigione o per modificare lo stato psico-fisico delle persone. Le fumigazioni si effettuano con la luce del sole, nei giorni feriali (non il sabato e la domenica), mai dopo il tramonto e in luna calante.  Si utilizzano degli incensieri in terracotta con tre carboncini, appositi per incensieri. Chiudere le finestre e accendere i carboncini e metterci sopra i grani di incenso. Girare nelle stanze, insistendo negli angoli fino a riempire l’ambiente di fumo. Si termina aprendo le finestre per fare uscire le energie negative. 
Si può anche far seguire una pulizia dei pavimenti con acqua tiepida nella quale avrete sciolto del sale grosso.

Tutela e biodiversità dell’incenso

L’incenso è stato, nel tempo, raccolto sempre più massicciamente, questo, unitamente ad altri fattori come incendi, aggressioni degli insetti e il fatto che i vecchi alberi morti non vengano sostituiti, ha provocato la sua  rarefazione, tanto che è stato indicato come specie in via di estinzione.
Attenzione all’acquisto, molto dell’incenso venduto è sintetico, e può causare mal di testa impregnando l’ambiente con una profumazione ottenuta sinteticamente.

Palo santo: alternativa all’incenso

Tra le popolazioni sudamericane è usato per proteggere dalla “mala energia”  il legno aromatico di Palo Santo la cui profumazione è aromatica, intensa e gradevole. E’ antibatterico e allontana gli insetti favorendo il rilassamento e un ambiente meditativo. Si utilizza più volte, bruciando l’estremità fino a creare la brace che emanerà il fumo. E’ utile in caso di problemi dell’apparato respiratorio.

Scritto da Angela Ballarati e Barbara Buongiorno per Naturopataonline.org
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domenica 2 ottobre 2016

INCENSO, la tradizione, la simbologia e i componenti

INCENSO:
tradizione, simbolismo, proprietà e utilizzo
L’incenso è il prodotto secreto, oleoresina, da diverse piante che crescono nella Penisola Arabica e nel Corno d’Africa; si incide la corteccia e si raccoglie la resina giallastra. La tradizione indica un tipo ben preciso di resina, quelladell’Olibano, la Boswellia Sacra, ma ne esistono diverse varietà (B. Serrata, Frereana, Carteri, Papyrifera …) che, dopo l’essicazione, anticamente, veniva bruciata nei bracieri. La resina viene selezionata in qualità differenti, in funzione della purezza, del colore e della grandezza dei grani, ma anche dell’ambiente in cui crescono le piante.
Oggi l’incenso è identificato con i bastoncini, che bruciati, producono aroma e che, oltre alle resine, utilizzano legni aromatici, foglie, fiori e bacche. La Mirra è la resina ottenuta dalla Commiphora Mirra, ma vengono utilizzati anche il legno di sandalo, le foglie di artemisia o le bacche di ginepro, il cardamomo, o radici come quella di assafetida.

L’incenso nella tradizione e l’utilizzo oggi

Nella storia di molte popolazioni si trovano testimonianze dell’utilizzo di cortecce e legni profumati, nelle cerimonie religiose nei templi per ingraziarsi gli Dei, ma anche nelle abitazioni, nelle cerimonie religiose, il fumo che saliva verso il cielo metteva in contatto con l’Aldilà.
Nella Bibbia e nel Corano ci sono riferimenti al suo utilizzo così come in molte culture antiche.
Le testimonianze ci parlano del loro uso nella medicina Ayurvedica, presso gli Assiri, gli Egizi, i Cinesi, gli Indiani d’America e non dimentichiamo la Via dell’Incenso, veniva commerciato con le spezie e sorgevano città, sulle vie carovaniere per l’importanza rivestita dal florido commercio. Nell’antico Egitto si preparava una forma di Kajal che al trucco, univa le qualità antisettiche che prevenivano infezioni agli occhi. .
L’incenso viene bruciato nelle cerimonie cristiane, nelle chiese, e fu uno dei doni dei Re Magi a Gesù di Nazareth che, fin dall’antichità, richiama il sacro; la fumigazione (impiego di fumi) della resina, legata anche al culto degli Israeliti, evoca l’introspezione, il misticismo, la preghiera, la meditazione e l’incontro col Divino.
La resina di Boswellia (incenso/olibano) veniva utilizzata per purificare gli ambienti, questo è uno dei motivi dell’utilizzo nelle Chiese, ma anche nelle cerimonie funebri, le forze spirituali sprigionate accompagnavano l’anima del defunto nel mondo dei morti.
Oggi, come allora, l’incenso viene utilizzato nella medicina Ayurvedica per la preparazione di unguenti contro le piaghe e le eruzioni della pelle, nello yoga, per favorire la meditazione, in aromaterapia, per purificare gli ambienti e per le patologie polmonari come antisettico; in Occidente, oltre all’utilizzo nelle cerimonie religiose, trova impiego nell’industria farmaceutica e dei profumi.
La fumigazione dell’incenso è presente nella Medicina Tradizionale Cinese (moxa), in quella Indiana, in quasi tute le pratiche spirituali e mediche del mondo orientale e presso gli Sciamani Africani e Sudamericani. Dall’inalazione del profumo sprigionato e dall’osservazione del fumo prodotto, si abbandonano le emozioni e i pensieri per entrare nel più interiore mondo spirituale, fatto di pace e di incontro con il divino.

Simbolismo della fumigazione e dell’uso dell’incenso

La valenza simbolica dell’incenso è strettamente legata alla purificazione e alla fumigazione. Purificazione e fumigazione a loro volta richiamano il fuoco. La purificazione è inerente a creare un ambiente interno ed esterno che favorisca uno stato di grazia, ossia la possibilità di volgerci alla componente più elevata del nostro essere umani, lo Spirito, ed entrare in relazione con lo Spirito Divino universale.
Lo Spirito, questa componente di Fuoco del nostro essere, è specifico all’uomo, è quanto lo differenzia dalle altre forme viventi.
Perché si renda possibile questo manifestarsi della presenza spirituale occorre che gli aspetti corruttibili del mondo materiale e della sfera emotiva, quelli che trascinano l’esistenza verso il basso e verso uno stato di disordine, agitazione, conflittualità, mortalità, ossia le forze negative, vengano allontanati.
La fumigazione è il solo mezzo che consente questo purificarsi interiore ed esterno; un bruciare che promuove un ascendere verso il cielo, un elevarsi al di sopra della temporalità e contingenza dell’esistenza, un entrare in contatto con una dimensione universale che supera sia il nostro attaccamento alla dimensione individuale sia la scansione temporale dell’esistenza, un tempo che si ferma.
Non qualsiasi sostanza che brucia produce questo stato. La sola alla quale viene riconosciuta questa qualità è la resina dell’Olibano, è la resina che deve essere posta nell’incensiere e non l’olio essenziale. Può essere accompagnata da altre piante che ne partecipino delle stessa qualità purificatrice, per rafforzarne l’azione.
Per questo troviamo l’ incenso presente soprattutto nei riti religiosi, o altrimenti usato per promuovere il ritorno alla salute, nella tradizione di molte popolazioni. Lo stato di salute per l’uomo è uno stato dove le negatività, visibili e invisibili, vengono allontanate e dove la sua componente spirituale ritrova il suo posto di guida del nostro esistere.

Cosa contiene e quali sono le proprietà dell’incenso

La resina è composta per la maggior parte da polisaccaridi e da acidi Boswellici pentaciclici che sono i responsabili del profumo.
Le sue proprietà come antinfiammatorio sono convalidate da alcuni studi tedeschi che hanno evidenziato come gli acidi boswellici (della varietà Papyrifera) siano in grado di bloccare un enzima, responsabile della sintesi della prostaglandina E2, direttamente coinvolta nei processi infiammatori.
L’incenso è antisetticoantibattericoantivirale e allontana gli insetti.

Come si usa l’incenso e l’uso pratico

Nella tradizione, insieme all’incenso, si univano altri ingredienti miscelati e ridotti in polvere. Oggi si utilizzano degli incensieri di terracotta, venduti nei negozi specializzati o in erboristeria, nei quali viene acceso uno o più carboncini sopra i quali viene posto l’incenso. In alternativa si può utilizzare un pentolino con sabbia sul fondo perché piattini in ceramica o vetro potrebbero rompersi.

Scritto da Angela Ballarati e Barbara Buongiorno per naturopataonline.org
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lunedì 19 settembre 2016

VITE, Vitis vinifera, proprietà, utilizzo

La VITE, le foglie, le bucce e i semi
Cosa contengono e quando utilizzarli
I semi e le bucce contengono OPC e resveratrolo: potenti antiossidanti, antinfiammatori naturali, vaso protettori …
DECOTTO, FOGLIE polverizzate, tintura madre e MACERATO GLICERINATO
La vite, Vitis vinifera della famiglia delle Vitaceae, è un arbusto rampicante che può raggiungere l’altezza di 20/30 m e che si trova allo stato spontaneo, ma che è perlopiù coltivato.
E’ una pianta molto antica, originaria del bacino Mediterraneo, che cresce ed è coltivata nelle pianure e nelle colline soleggiate.
Il frutto, l’uva, viene raccolto a maturità raggiunta tra agosto e ottobre, è di colore variabile, esistono uve bianche, rosate, rosse, nere e grigie che sono da tavola, da vino o adatte ad entrambi gli usi  e da essiccare. Le varietà sono numerose e vengono continuamente migliorate con le tecniche dell’innesto. Fra le più note troviamo la varietà Italia, la Regina, la Cardinal …
Le foglie, per uso terapeutico, vengono raccolte in autunno quando sono rosse; per uso alimentare si raccolgono quelle tenere e giovani in primavera. Importante è che non siano state trattate con antiparassitari e questo varrebbe anche per il frutto.
In fitoterapia si utilizzano anche le giovani gemme.

COME SI CONSERVANO. Le foglie si essiccano all’ombra e si conservano in sacchetti di carta o tela in luogo fresco e asciutto. I frutti si essiccano al sole o in forno a calore moderato e, dopo l’essiccazione, si separano le bacche dai peduncoli.

COSA CONTENGONO  il frutto e le foglie

L’uva è un frutto ricco di flavonoidi, tannini, acidi organici, inositolo e zuccheri semplici facilmente assimilabili dall’organismo. Contiene vitamine e minerali, è un frutto diuretico, lassativo, favorisce l’eliminazione dell’acido urico e la secrezione biliare, è dissetante, rinfrescante e utile nelle cure disintossicanti e ricostituenti.
La cura dell’uva” (ampeloterapia), nota già ai romani che la seguivano per disintossicarsi,  consiste nel consumare, per sette giorni, durante l’autunno, solo uva matura, meglio quella da vino perché più ricca di enzimi, seguita a circa un’ora da un bicchiere di acqua oligominerale. La cura, molto intensa, richiede il parere medico preventivo, è indicata in caso di debolezza, insufficienza epatica, sovrappeso, stanchezza fisica, ritenzione di liquidi, artrite e reumatismi.

Le foglie (i cosiddetti pampini),  in particolare quelle della vita rossa, sono ricche di polifenoli, principi attivi con spiccate proprietà curative.

All’interno dell’acino sono contenuti dei semini, da uno a quattro, chiamati vinaccioli che possiedono importanti proprietà.

L’estratto di questi semi, estratto di vinaccioli, nella varietà rubra, è considerato un potente antiossidante, per alcuni è più potente delle vitamine C, E e betacarotene per la capacità di rimanere nell’organismo fino a 72 ore dopo il consumo, cosa che non avviene per le vitamine. I responsabili dell’attività antiossidante, antiradicali liberi, vaso protettiva, antiflogistica e immunostimolante sono dei particolari bioflavonoidi, denominati OPC (Proantocianidine oligomeriche). Per la loro attività vaso protettiva e antiflogistica sono indicati nell’insufficienza venosa e nella sindrome emorroidaria.
In commercio si trovano sia l’estratto di vinaccioli in polvere che le compresse.

Nelle bucce e nei semi dell’uva è stata  isolata una sostanza, il resveratrolo, che presenta proprietà antinfiammatorie, è un potente antiossidante, agisce come fluidificante del sangue, è antiteratogeno (antitumorale), previene i trombi e rimuove attivamente le placche che occludono i vasi proteggendo dalle patologie cardiovascolari.
Le proprietà del resveratrolo sono state supportate dalla ricerca scientifica e clinica, la sua azione antitumorale è supportata da studi ma è in attesa di conferme cliniche.   Il suo contenuto è massimo principalmente nelle bucce e varia in funzione della varietà, nel vino e nei succhi è presente, solo nel caso siano state macerate le bucce, in minime quantità per cui è sconsigliato l’uso terapeutico dati i dosaggi elevati necessari per ottenere benefici.

ALIMENTO, DECOTTO, FOGLIE polverizzate e MACERATO GLICERINATO

Come alimento, l’uva trova impieghi in pasticceria, sia fresca che sotto forma di uvetta (sultanina, zibibbo, malaga), altamente zuccherina ma che si può conservare tutto l’anno. Si utilizza anche in preparazioni culinarie salate come i peperoni alla palermitana (http://benessere-natural-mente.blogspot.it/2015/04/mandorle-nocciole-arachidi-e-pinoli.html) che associano uvetta e pinoli ai peperoni, ma anche in molti altri piatti soprattutto della cucina mediorientale.
Le foglie di vite, sempre in cucina, lavate e sbollentate in acqua salata si utilizzano per avvolgere i cibi come gli  involtini di riso, tipici della  cucina greca e turca.
Dall’uva si ottiene per distillazione la grappa,  ma anche altri distillati con proprietà digestive, tonificanti ecc.

L’aceto di vino viene utilizzato come aromatizzante, dissetante e astringente intestinale; famosi gli aceti aromatizzati alle spezie o alle erbe. L’aceto si impiega, opportunamente diluito, per lavare piaghe e ferite, per impacchi in caso di contusioni, nelle lozioni di bellezza, come anticalcare è formidabile ed ecocompatibile, miscelato con alcol in preparazioni fai-da-te per la pulizia della casa …  gli usi sono davvero innumerevoli.

Il decotto di foglie di vite si ottiene portando a ebollizione 100 ml di acqua con 4 g di foglie per uso interno. Si lascia bollire per 10 minuti e si filtra. Il decotto è utile in caso di vene varicose o, sotto forma di impacco (8 g con 100 ml di acqua), si utilizza sulla parte interessata (geloni e vasi capillari fragili e dilatati) per almeno 20 minuti, anche più volte al giorno.

E’ interessante anche il decotto di uva passa,  indicato per le infiammazioni della gola e per la tosse, con proprietà emollienti, bechiche (calma la tosse) ed espettoranti.

La polvere di foglie essiccate si ottiene dalla vite rossa (Vitis vinifera varietà tinctoria) e si può reperire sotto forma di capsule o compresse in erboristeria. Anche la polvere è elettiva per le problematiche di insufficienza venosa (varici, emorroidi, geloni) e va a migliorare la circolazione, apportando benefici anche in caso di cellulite. La vite esercita un’azione vaso protettiva e riparatrice dei capillari per il suo contenuto in polifenoli che hanno un effetto tonico sulle pareti venose. Viene utilizzata anche nei disturbi correlati alla menopausa.

Anche la tintura madre di vite rossa si utilizza nei casi di insufficienza venosa così come le creme e le pomate per uso topico.

Il macerato glicerinato  (Vitis vinifera M.G.) di vite si ottiene lasciando macerare, in una miscela di alcol e glicerina, le giovani gemme della pianta; si filtra e si diluisce con acqua, alcol e glicerina, svolge un’azione diversa dall’estratto. E’ disponibile già preparato in erboristeria e si utilizza  in caso di artrosi, artrite e reumatismi. La sua azione antireumatica e antinfiammatoria riduce il gonfiore e il dolore alle articolazioni.  In questi casi si associa anche il macerato glicerinato di ribes nero (Ribes Nigrum M.G.). Riduce anche la concentrazione di acido urico nel sangue.

CONTROINDICAZIONI. In generale l’estratto di vite è ben tollerato, ma una terapia deve obbligatoriamente prevedere il parere medico, soprattutto in caso di terapie farmacologiche in corso. Non utilizzare nei bambini e, a scopo precauzionale, in gravidanza e allattamento.

Scritto da Angela Ballarati
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lunedì 29 agosto 2016

CAROTE: centrifugati, decotti e impiastri. Cosa contengono e quando sono utili.

Le CAROTE sono una miniera di vitamine, minerali e oli.
Come cucinarle per trarre il massimo beneficio
Cosa contengono e quando sono utili
Come sceglierle e come conservarle
Centrifugati, tisane, decotti e impiastri

Della carota, Daucus carota della famiglia delle Apiaceae, si utilizzano la radice, le foglie e i semi.
E’ una miniera di vitamine, minerali e oli essenziali.

COSA CONTIENE  e QUANDO è UTILE

VITAMINE. La carota è l’ortaggio con il maggior contenuto di betacarotene (provitamina A) che viene trasformato in vitamina A dall’organismo.
Il betacarotene protegge i tessuti che rivestono le pareti dell’apparato gastrointestinale e respiratorio dall’aggressione dei virus, batteri e altri microrganismi responsabili di infezioni.
Alcune ricerche hanno dimostrato che un’alimentazione ricca di betacarotene previene la formazione di alcuni tipi di tumore come quello ai polmoni, alla vescica, alla laringe e all’esofago. Si è rivelata sostanza utile ai fumatori che risultano più protetti rispetto ai fumatori che non consumano carote e anche altre verdure.
Il betacarotene si è rivelato utile nella cicatrizzazione delle ferite che risulta più veloce, anche in caso di ferite interne come l’ulcera.
La vitamina A, di cui il betacarotene è precursore, è importante per migliorare la vista, soprattutto la visione crepuscolare. Infatti chi ha problemi di vista al crepuscolo spesso risulta carente di vitamina A. Altri studi sono rivolti a dimostrare che la carota corregga anche altri disturbi della vista.
La vitamina A è efficace anche in molte affezioni della pelle,come l’acne, anche se le dosi massicce risultano tossiche sui lunghi periodi, mentre i betacaroteni contenuti nella carota ottengono risultati simili e sono innocui.
L’assimilazione dei carotenoidi nelle carote crude è del 4-5 %, ma aumenta  in presenza di grassi omega-9 (olio d’oliva, avocado) e con una cottura non prolungata. La cottura, in alcuni casi, aumenta l’assorbimento dei carotenoidi (come il licopene dei pomodori); nel caso delle carote, il betacarotene è più assimilabile dopo una leggera cottura e associate ad un olio, come l’extra vergine di oliva per via della liposolubilità. Alcuni fanno notare però che la cottura distrugge in parte le vitamine e il maggior assorbimento si riferisce alla quantità superstite.
Nelle carote sono presenti anche le vitamine B1, B3 o PP e B2, oltre a ottime quantità di vitamina C ed E che sono potenti antiossidanti.
I caroteni contenuti sono utilizzati dall’industria agro-alimentare come colorante con la sigla E160.

MINERALI. La carota contiene buone percentuali di ferro, utile in caso di anemia. Perfetto quindi il centrifugato di carote con l’aggiunta di succo di limone che aumenta l’assorbimento del ferro.
Contiene potassio, sodio, calcio e fosforo, rame, selenio, zinco …
La carota è ricca di fibre e anche le foglie, ricche di flavonoidi, si possono mangiare.

OLI ESSENZIALI.  Nei semi della carota sono contenuti oli essenziali molto indicati, per uso esterno,  in caso di affezioni alla pelle.
Se ne fa uso in cosmetica per creme abbronzanti, anti-invecchiamento e in prodotti che stimolano la crescita dei capelli.
I semi delle carote possiedono proprietà digestive e aumentano la quantità di urina.
Oltre a contenere geraniolo e limonene, contengono daucolo che ha la proprietà di dilatare i capillari della pelle aumentando così la capacità di assorbire le altre sostanze nutritive contenute nella carota.
L’olio essenziale si ottiene per distillazione a vapore dei semi essiccati e si può acquistare nelle erboristerie.

Le carote possiedono molte proprietà.

-      Le carote sono diuretiche, depurative, mineralizzanti, idratanti e antinfiammatorie.

-      Prevengono e rafforzano le difese dell’organismo, soprattutto nei periodi di affaticamento o stress e per i fumatori.

-      Nei periodi invernali aiutano in caso di ripetuti disturbi alle vie aeree. Sono indicate nel caso di affezioni polmonari. La radice fresca di carota aiuta in caso di tosse e raucedine ed è espettorante.

-      Utilissime nelle affezioni della pelle come acne e brufoli, costituiscono un ottimo antinvecchiamento. Oltre a consumare carote crude, cotte e centrifugati con regolarità, si possono applicare sulla pelle  le foglie fresche triturate come cataplasma. In alternativa si possono aggiungere 20 gocce di olio essenziale di semi di carota a 50 ml di olio di mandorle dolci e tamponare delicatamente il viso precedentemente deterso.

-      Per il loro contenuto di betacarotene, che ha la capacità di stimolare la sintesi della melanina, aiutano l’abbronzatura.

-      Costituiscono un alimento ideale per problematiche gastrointestinali. Nelle coliti, gastriti e ulcere sono utili perchè rafforzano le pareti dell’apparato digerente. E importante inserirle quotidianamente: tritate con olio, sale e limone o come centrifugato.

-      Sono riequilibranti, sia in caso di diarrea che in caso di stitichezza. In caso di stitichezza o diarrea far bollire 1 kg di carote, a pezzi, in 1 lt di acqua per una o due ore. Passate al setaccio e condite con olio extravergine di oliva  e qualche goccia di succo di limone. In alternativa alla purea di carote si può bere il centrifugato.

-      Aiutano la vista al crepuscolo. Bere un decotto di carota ottenuto dalla bollitura di 50 g di carote, a pezzi, in un litro di acqua. Fate bollire per 20 minuti, filtrate e bevete 2 bicchieri al giorno. Per potenziarne l’effetto viene consigliata l’assunzione contemporanea di succo di mirtillo, puro e non zuccherato.

-      Il decotto di carota può essere utilizzato in caso di infiammazioni della gola e del cavo orale. Fare sciacqui e gargarismi più volte al giorno.

-      Per tonificare il fegato e regolare il colesterolo.

-      Facilitano la diuresi.

-      Le carote rientrano fra gli ingredienti di molte maschere di bellezza casalinghe. Una maschera molto semplice prevede di aggiungere ad una carota, tritata finemente, un goccio di olio di oliva fino ad ottenere un impasto morbido da spalmare sul viso e sul collo. È una vera e propria maschera di bellezza nutriente e antinvecchiamento.

CAROTE: in CUCINA, il CENTRIFUGATO, la TISANA e l’OLIO ESSENZIALE

In cucina, come alimento, la carota è largamente impiegata.
Cotte si preparano, in associazione a cipolla e sedano, nel classico soffritto, come contorno, bollito, con prezzemolo, sale e olio, per preparare l’insalata russa … i piatti sono davvero tanti e variegati.
Crude si consumano in insalata, a julienne o grattugiate, con sale, olio e limone. In questo modo si beneficia al massimo dei contenuti vitaminici a cui aggiungere la vitamina C del succo di limone e la E dell’olio extravergine di oliva.
Le carote hanno un alto indice glicemico, sono naturalmente dolci, ma abbinate alle altre verdure la velocità di assorbimento dei loro zuccheri si abbassa.

Il succo o centrifugato è un concentrato ricavato dalla centrifugazione delle carote o prodotto con l’estrattore che, riducendo al minimo il riscaldamento del succo, mantiene intatte le proprietà nutritive.
In un modo o nell’altro, provatelo con 5 carote, una mela e il succo di mezzo limone, rappresenta un pieno di antiossidanti.
Un altro centrifugato che consiglio perché buonissimo si ottiene con il succo di carote, succo di limone e zenzero (io uso 8/9 carote, 1 cm di radice di zenzero e il succo di mezzo limone), provare per credere!

La tisana si ottiene versando 100 ml di acqua bollente su 4 g di semi, coprite per non disperdere gli oli essenziali, molto volatili,  lasciate in infusione per 10 minuti, filtrate e bevete.

L’olio essenziale si ottiene dalla distillazione a vapore dei semi essiccati.

 LE CAROTE: come si scelgono e come si conservano
Il periodo di maturazione delle carote va da marzo a fine autunno, ma è possibile raccoglierle tutto l’anno.
Le carote possono avere diverse forme: affusolate, cilindriche o coniche a seconda della varietà. La lunghezza varia dai 4 ai 30 cm.
Dovrebbe essere diritta, senza biforcazioni e con un cuore (parte legnosa centrale) dal diametro il più piccolo possibile perché le carote piccole e giovani sono le meno legnose all’interno.
Acquistare le carote con ancora i gambi ci fornisce preziose indicazioni sulla freschezza. I gambi, poi, ricchi di sali minerali e flavonoidi, possono essere utilizzati per preparare minestre o essere aggiunti alle insalate. Purtroppo quando le carote non sono di origine biologica anche i gambi sono irrorati di pesticidi.
Le sostanze più preziose della carota si trovano sulla superficie esterna, per questo motivo è consigliato acquistarle biologiche e spazzolarle bene sotto il getto dell’acqua corrente.
Le carote non vanno lasciate esposte all’aria per lungo tempo perché i betacaroteni contenuti si alterano velocemente con la luce. Quindi grattugiarle appena prima del consumo e aggiungere qualche goccia di limone è buona norma per conservare intatte le proprietà nutritive. Anche cotte mantengono buone quantità di betacaroteni che resistono abbastanza bene al calore.
Si conservano in sacchetti di carta, al riparo da luce e umidità. I semi si conservano in barattoli di vetro.

Mességué scrive: la carota è ricca di zuccheri e di vitamine il che la fa consigliare in tutti i casi di debolezza, anemia e nelle malattie da carenza vitaminica (scorbuto, rachitismo, ecc.). E’ preferibile mangiarla cruda dato che le vitamine resistono male al calore e senza raschiarla perché è sulla parte esterna che si concentra la maggior parte di esse … la carota, inoltre, è diuretica, emolliente, fortemente vermifuga (ragione di più per darne in abbondanza ai bambini) e potremo sempre ricorrervi  quando il fegato fa i capricci. La polpa fresca esercita un’azione lenitiva e cicatrizzante su ulcere, scottature, eczemi, piaghe, ascessi.

SUCCO FRESCO ricostituente, diuretico e vermifugo: bevetene uno o due bicchieri al giorno. Con un po’ di miele e qualche goccia di limone è un ottimo rimedio contro i mali di gola e, più che altro, quando ci si sente “giù di forma” (la mattina a digiuno o prima dei pasti).

DECOTTO: due carote grattugiate in un litro di acqua e dolcificate con miele (2/3 tazze al giorno prima dei pasti).

IMPIASTRI contro ulcerazioni, scottature, eczemi, ecc ..: schiacciate la quantità necessaria di polpa e applicatela a diretto contatto con la parte lesa sotto una pezza di tela. Ripetete le applicazioni diverse volte al giorno. 

BAGNI ALLE MANI E PEDILUVI: stesse indicazioni come per gli impiastri. Mettete la polpa fresca di 3 carote ridotte in poltiglia in un litro d’acqua. Diluite bene. (2 o 3 volte al giorno).

CONTROINDICAZIONI. Essendo piuttosto ricche di zuccheri, se ne consiglia un uso moderato ai diabetici. Cautela nell’uso dell’olio di semi di carota, anche se è stato dimostrato solo in vitro, sembra possa avere effetti collaterali sul sistema nervoso.


 Scritto da Angela Ballarati
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Salute e benessere secondo natura Fabbri ed – Mangiar sano e naturale M.Riefoli – Messeguèe il mio erbario - it.wikipedia.org/wiki/Daucus_carota - www.my-personaltrainer.it/benessere/carote.html - il potere curativo dei cibi T. Murray