martedì 22 luglio 2014

TE' VERDE: PROPRIETA', BENEFICI e come si prepara.

Te' verde: proprietà antitumorali e benefici contro il cancro

Anche se dai noi è più diffuso il tè nero, ultimamente, a causa degli studi effettuati e dei risultati pubblicati, sta prendendo sempre più piede l'abitudine al consumo di questo prezioso tè.
I Cinesi lo conoscono da 3000 anni e lo utilizzavano per curare il mal di testa e per “preservare la giovinezza”. Da un'analisi dell'Università di Yale del 2006, si è puntata l'attenzione sulle grandi quantità di tè verde consumato a fronte di una minore incidenza di malattie cardiovascolari e cancro.

Te' verde: proprietà e benefici. 

Esperimenti lo dimostrano: è un anti-cancro naturale

Una tazza al giorno leva il medico di torno?

Eh...sì,  facciamola diventare una piacevole e utile abitudine!

Il tè verde, proveniente quasi esclusivamente dalle foglie della Camellia Sinensis, non  è fermentato, per questo motivo le foglie conservano il loro colore verde. La lavorazione, in linea di massima, prevede l'esposizione al sole per qualche ora, poi vengono passate al vapore e asciugate, ben essiccate e raffinate, per eliminare la polvere e i detriti,  e infine impacchettate. Tutti i tipi di tè hanno origine dalla lavorazione delle foglie, dei germogli e di altre parti della Camellia  S., sono i metodi di lavorazione che differenziano le varie tipologie.

Componenti e benefici

La composizione del tè verde, rispecchia quella delle foglie. Contiene per il 30% polifenoli:antiossidanti naturali presenti nelle piante, che reagiscono con i radicali liberi, eliminandoli. Sono accertati gli effetti  positivi a livello cardiovascolare, arresto della crescita tumorale e malattie legate alla vecchiaia.  Fra i polifenoli del tè verde, ci sono le catechine, composti con azione astringente (fanno sentire il palato ruvido come succede con la frutta acerba) e, una fra queste, pensate che è 100 volte più efficace della Vitamina C: I benefici del tè verde, corrispondono in massima parte all'effetto delle catechine e dei flavonoidi, altri polifenoli presenti con azione antiossidante.  Oltre ai polifenoli, contiene VITAMINE del gruppo B, la C e la K, betacarotene, alcaloidi (come la caffeina, ma in percentuale minore rispetto al tè nero e molto inferiore al caffè espresso),  l'aminoacido L-teanina che riduce lo stress mentale e fisico, e anche l'assorbimento della caffeina, saponine e minerali come lo Zinco, il Manganese, il Potassio e il Magnesio.
Gli innumerevoli benefici del tè verde e come prepararlo.
Da qualche anno, si sono moltiplicate le ricerche scientifiche volte a  dimostrare i suoi numerosi benefici: primo fra tutti l'attività ANTICANCRO (in modelli animali) degli antiossidanti presenti, che inibiscono la proliferazione cellulare e costituiscono un ottimo preventivo nei tumori della pelle, del polmone, dell'esofago, dello stomaco, del fegato, del piccolo intestino, del pancreas, del colon, della vescica e della prostata. Uno studio italiano ha dimostrato come gli estratti di tè verde prevengano l'ipertensione e i danni d'organo da essa derivanti.

Altri effetti benefici:

  • Aiuta a ridurre il tasso di colesterolo nel sangue.
  • Alcune ricerche affermano che contrasterebbe l'Helicobacter Pilori.
  • Riduce il rischio di calcoli biliari e il rischio di cancro alla colecisti e alle vie biliari.
  • Aumenta la concentrazione mentale riducendo il senso di affaticamento fisico e mentale.
  • Incrementa l'utilizzo dei grassi a scopo energetico e accelera il metabolismo, unitamente all'effetto drenante è quindi un valido aiuto nel trattamento dell'obesità e nelle diete ipocaloriche.
  • Diminuisce i livelli di glicemia nel sangue.
  • Rallenta la formazione e lo sviluppo delle placche aterosclerotiche.
  • Previene ed è benefico in caso di diarrea.
  • Diminuisce la pressione sanguigna.
  • Migliora la respirazione e diminuisce i rischi di formazioni di coaguli nel sangue.
  • Utile per la pelle, i capelli e le ossa perchè rimineralizzante.
  • E' un antinfluenzale e tonico, rinforza il sistema immunitario.
  • Riduce l'acidità di stomaco perchè alcalinizzante.
te-verde-ghiacciatoE' stata pubblicata una ricerca sull'American Journal of Clinical Nutrition in cui si dice che una tazza di tè verde al giorno, aumenta la densità ossea nelle donne in menopausa. Sempre made in USA è la ricerca che dimostra che i soggetti che consumavano almeno 4 tazze di tè verde, prevenivano l'artrite reumatoide e ne diminuivano i sintomi a chi ne era già affetto. Una ricerca giapponese sostiene che rallenta la perdita delle facoltà cognitive e protegge le cellule cerebrali dai danni delle malattie neurogenerative (Parkinson e Alzheimer) in base a questi dati si spiegherebbero le basse percentuali di demenza senile in Giappone dove, da secoli, il tè verde è un rito quotidiano.
 Tutte le proprietà sono supportate da studi scientifici che per brevità, non riporto ma che possono essere facilmente reperibile in rete, aggiungo solo che in alcuni casi, gli studi riportano effetti significativi con l'assunzione di 4/5 tazze di tè al giorno. Ma, per buon senso, direi che 1 o 2 tazze al giorno, rappresentano, se non esistono controindicazioni, la dose che garantisce un apporto corretto di catechine, considerando anche  che 254 mg di catechine al giorno, bastano per ottenere gli effetti benefici e una tazza apporta 100/150 mg di catechine. Le controindicazioni? Un po' come per il caffè, consideriamo il fatto che contiene caffeina e può causare ansia e nervosismo e che l'eccesso, aumentando la diuresi può provocare disidratazione. Assunto a digiuno e troppo concentrato, può provocare nausea e vomito. Un consumo esagerato può causare danni epatici e attenzione, sempre alle interferenze con i farmaci.
In conclusione, il tè verde è una panacea per tutti i mali??? Sembrerebbe di sì, ma occorre anche una giusta preparazione.

Come preparare una tazza di te' verde che non alteri le sue preziose proprietà

Per preparare una buona tazza di tè verde occorre portare a ebollizione l'acqua e farla raffreddare per 1 minuto perchè l'acqua a 100°,  può cuocere le foglie e distruggere i componenti e l'aroma, apportando un gusto più amaro. L'infusione non deve essere coperta ma va lasciata libera di evaporare e quindi di raffreddarsi. Se si riesce a non versare l'acqua calda direttamente sulle foglie ma sulle pareti della tazza (un cucchiaino per tazza di foglie) è meglio. Lasciare in infusione per 2/3 minuti, un tempo più lungo dona un sapore più amaro, filtrare e gustare. Non aggiungete latte perchè la caseina rischia di neutralizzare i polifenoli. Potete prepararlo e una volta raffreddato,  nel frigorifero diventerà  una fresca e dissetante bevanda estiva.
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Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la fonte: autore e blog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. 



TE' ROSSO, UN PIENO DI ANTIOSSIDANTI SENZA CAFFEINA.

Tè rosso, Rooibos: antiossidante dai grandi benefici e proprietà





te’ rosso viene chiamato te’ impropriamente perché non deriva dalla Camelia Sinensis, come altri tipi di tè, ma dalle foglie dell’Aspalathus Linearis, pianta appartenente alla famiglia delle leguminose che cresce esclusivamente nella regione del Cederberg in Sudafrica.  Dopo il raccolto, le foglie sono tritate, fatte fermentare e lasciate ad asciugare al sole. La caratteristica che lo differenzia dagli altri tè è che non contiene caffeina, sostanza eccitante, e può quindi essere utilizzato più frequentemente senza incorrere in controindicazioni per i più sensibili.

Tè rosso, Rooibos o Redbush: ricco di antiossidanti, utile per dimagrire e come anticancerogeno

Il tè rosso, Rooibos o Redbush è privo di caffeina e ricco di flavonoidi, è impropriamente chiamato tè, ma possiede numerose virtù e preziosi componenti al pari del tè verde. Anticancro, antiallergico, antivirale, è tonico e anche rilassante.

Cosa contiene il tè rosso e quando berlo

Sono innumerevoli le proprietà di questo tè che è, naturalmente dolce per la bassa concentrazione di tannini, per cui può essere gustato senza zucchero.  Può essere lasciato in infusione per un tempo maggiore, rispetto al tè nero, senza diventare più amaro, e favorire in questo modo, l'estrazione delle sostanze antiossidanti di cui è ricchissimo; un recente studio, in Giappone, ha evidenziato la presenza di un flavonoide non riscontrato in nessun altro alimento. Contiene sia  la vitamina C che flavonoidi (quercitina e rutina) che, lavorando in sinergia, lo rendono un potente antiossidante per combattere i radicali liberi. E' ricco di minerali come il magnesio, il fluoro, il calcio, il fosforo, il manganese e il ferro.

Perchè può diventare una sana abitudine

"Siamo ciò che mangiamo". Inseriamolo nella nostra dieta in sostituzione del caffè o del tè, se siamo soggetti sensibili alla caffeina. Può diventare una piacevole abitudine che dimostra avere comprovate indicazioni benefiche.
Per il suo alto contenuto in antiossidanti, è anticancro e  fa bene a tutti, in particolar modo a chi ha superato la soglia dei quaranta, per contrastare i segni del tempo, con la sua azione  sui dannosi radicali liberi. Infatti, più avanza l'età e meno l'organismo combatte i radicali liberi, principali responsabili dell'invecchiamento cellulare.
Per il suo contenuto in calcio, magnesio e fluoro, rinforza denti e ossa quindi è utile in menopausa ma anche quando si praticano attività sportive. Aiuta a mantenere alta la densità ossea e previene l'artrite, grazie al contenuto di polifenoli e per la presenza di minerali. Il fosforo e il magnesio, mantengono sano il sistema nervoso. E' adattogeno cioè si rivela, un tonico se assunto al mattino e un rilassante di sera, per cui può essere bevuto in caso d'insonnia o nervosismo. Esplica un'azione antivirale e antibatterica, aiutando il sistema immunitario a fronteggiare virus e infezioni.
Aiuta a bilanciare il pH, alcalinizzando l'organismo.
Come antispasmodico, calmante, digestivo e antinausea, può essere utilizzato in caso di disturbi digestivi e problematiche intestinali come le coliche, anche per i bambini.
Presenta un effetto depurativo sul fegato ed è epatoprotettore, infatti  protegge dagli accumuli di grasso e si può bere anche in caso di calcolosi perchè privo di acido ossalico. Quando avete abusato a tavola, bevetene una tazza, aiuta la digestione e depura l'organismo. 

Il tè rosso contro allergie stagoniali e il suo uso al di fuori dell'alimentazione

E' un anti-allergico, per la presenza di due bioflavonoidi, la quercitina e la rutina (antinfiammatori), che aiutano a ridurre i sintomi quali il prurito agli occhi e il naso che cola, manifestazioni tipiche nelle allergie stagionali.
Calma le irritazioni cutanee se applicato con impacchi in loco; utile in caso di eczema, acne e macchie cutanee. I suoi flavonoidi proteggono dai danni alla pelle. Due bustine sugli occhi attenuano il rossore.
Ha effetti contro l'ipertensione e presenta benefici nei disturbi cardiovascolari.
Per le "sempre a dieta" è una bevanda a 0 calorie.
Vi bastano tutti questi benefici??? Credo siano sufficienti per gustarselo sia in inverno, caldo e fumante, che  in estate, fresco di frigorifero. Meglio non aggiungere latte che può inibire l'effetto degli antiossidanti e lasciarlo in infusione qualche minuto in più, rispetto al tè nero, 7/8 minuti possono bastare, per liberare tutte le sostanze benefiche.

Le controindicazioni sono poche considerando che, privo di alcaloidi eccitanti può essere bevuto anche in gravidanza, è bene sapere che unito al succo di pompelmo può presentare un effetto eccitante e che può ridurre l'assorbimento del ferro in soggetti che soffrono di carenza, a seconda dei cibi che vengono consumati.


Scritto da Angela Ballarati
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SALSA DI SOIA: PROPRIETA' e USO in CUCINA

Shoyu o salsa di soia: cos'è? 

Quali sono le qualità nutritive? 

E gli usi in cucina?



La salsa di soia shoyu è una salsa fermentata, ottenuta dalla farina di fagioli di soia, cotti al vapore. Onnipresente nella cucina giapponese, cinese e in generale nell'Asia Orientale, presenta un gusto leggermente diverso, anche se simile in aspetto, a seconda del luogo di produzione. Originaria della Cina, veniva usata dai monaci Buddisti, vegetariani, per l'apporto di proteine vegetali  e  per insaporire le pietanze dei popoli orientali, completando un'alimentazione prevalentemente vegetariana.

Salsa di soia, Shoyu: qualità nutritive, benefici e uso in cucina

Cosa contiene la salsa di soya e come viene preparata

La salsa Shoyu, salsa liquida di colore scuro e molto saporita, è ottenuta dalla fermentazione della soia ma contiene anche grano tostato, acqua, sale e koji (<0,001%) che è l'agente fermentante insieme ad altri microrganismi, usato anche per la produzione di Miso e del sake. La soia, cotta a vapore, e il grano, tostato e schiacciato, vengono miscelati e con aggiunta di sale, vengono lasciati fermentare in botti di cedro. La fermentazione dura alcuni mesi in Cina e anni in Giappone, dove la salsa ottenuta è, in genere, di miglior qualità e anche più costosa.  E' prodotta con soia intera ma, molti produttori utilizzano proteine di soia idrolizzate alle quali viene addizionato il caramello per donare il colore tipico, con     un prezzo e, purtroppo, qualità inferiore ... quindi meglio fare attenzione .  Ha un buon contenuto in antiossidanti (10 volte maggiori del vino rosso), vitamine, sali minerali e possiede proprietà digestive, anche se è sconsigliata nelle diete ipocaloriche per il contenuto in sale e glutammato.

La salsa Shoyu nella cucina macrobiotica

Molto usata nella cucina macrobiotica per arricchire i piatti di sapore, apporta sostanze benefiche come i fermenti lattici,  utili alla nostra flora batterica intestinale e  alcalinizza il sangue, aiutando a mantenere il giusto Ph, messo a dura prova da un'alimentazione ricca di zuccheri, farine raffinate e proteine animali.  Esistono molti tipi di salsa di soia, il tamari è una salsa di soia, con un sapore più intenso e privo di glutine,  adatto quindi anche agli intolleranti o ai celiachi. Anche il Miso è ottenuto dalla fermentazione, più lunga, della soia con acqua e sale, a cui viene spesso aggiunto un cereale, in genere il riso o  l'orzo.
Le salse di soia contengono dell'alcool per proteggerle dal deterioramento  e, una volta aperta la confezione,  vanno conservate in frigorifero al riparo dalla luce diretta. E' importante acquistare salse di soia prodotte con metodi tradizionali, sia per le proprietà che vengono in questo modo garantite, sia per le proprietà organolettiche.

Shoyu: quando e come usare la salsa di soya in cucina

L'utilizzo migliore è a crudo, per mantenere le proprietà inalterate e si si può usare per salare, come sostituta del sale, per insaporire minestre, cereali, verdure crude o cotte, legumi, può essere mescolata con succo di zenzero o aceto... Per condire insalate, in sostituzione dell'aceto e del sale.
Con le verdure saltate in padella, con un po' d'olio o in sostituzione, usatelo anche con il petto di pollo tagliato a straccetti e saltato in padella.
Io amo le verdure saltate in padella con la salsa shoyu e adoro la polenta ma, sono l'unica in famiglia quindi, preparo la polenta e la surgelo in medaglioni (ottenuti con un bicchiere), frapponendo dei dischi di carta forno. L'altro giorno ho preparato le verdure saltate in padella con due cucchiai di olio: mezza cipolla tritata finemente, un pomodoro  maturo a pezzetti, mezzo peperone rosso e una zucchina a julienne. Ho fatto saltare le verdure per 10/15 minuti e, a fuoco spento ho aggiunto la salsa Shoyu. Ho versato nel piatto adagiandovi sopra il medaglione di polenta scaldato in forno e ho gustato, in solitario, il mio pranzetto!



Scritto da Angela Ballarati
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OLIO E SEMI DI SESAMO: PROPRIETA' e BENEFICI.

L'Olio di sesamo e le proprietà benefiche dei suoi semi



sesamo è una piccola pianta erbacea che non raggiunge l'altezza di un metro, originaria dell'India e coltivata nelle zone subtropicali e tropicali dell'Asia e dell'Africa, in piccola parte anche in Sicilia. Semi e olio possiedono caratteristiche forse uniche e non a caso, probabilmente il famoso “apriti sesamo” si riferisce, appunto, alle innumerevoli proprietà che “aprono” le porte dell'energia nell'organismo.

I contenuti benefici e le proprietà dell'olio di sesamo e dei suoi semi

I popoli orientali ne conoscono le virtù salutari da tempo immemorabile.
I
semi della pianta contengono in abbondanza aminoacidi essenziali (i costituenti delle proteine) e minerali, in particolare calcio, fosforo, magnesio, potassio, zinco e selenio. Tutte sostanze che lo rendono un alimento molto utile durante la crescita e in caso di affaticamento mentale. In particolare, per chi è allergico o intollerante ai latticini costituisce un'ottima fonte di calcio ed è  anche privo di glutine.
I semi di sesamo sono inoltre ricchi di fibre e di acidi linoleico e linolenico,  acidi grassi essenziali capostipiti degli 
Omega 3 e 6 che riducono i livelli plasmatici di colesterolo e trigliceridi preservando il nostro sistema cardio-vascolare. Particolarmente benefici per l'organismo, devono essere introdotti con la dieta perchè non vengono prodotti dall'organismo.
Sono presenti molte vitamine del gruppo B (B1,B2,B3,B5,B6), la T e la J e anche la
vitamina A (contenuto modesto).

Come si può utilizzare il sesamo?

ALIMENTO: il principale utilizzo del sesamo è quello alimentare. I semi vengono tostati per diverse preparazioni culinarie: pane, pasticceria, aroma per dolci, ecc....
Possono essere usati a colazione: un cucchiaino nello yogurt aggiunto a della frutta è l'ideale per iniziare la giornata. Si aggiungono anche alle insalate e non ultimo sostituiscono in parte, o se graditi totalmente, le panature di pesce o altro alimento.
OLIO: dai semi del sesamo si ricava un olio che viene addizionato agli oli di semi e alle margarine e viene anche utilizzato dall'industria farmaceutica per la preparazione di saponi. In commercio si trova solo di prima spremitura a freddo (il migliore) nelle erboristerie e nei negozi di alimentazione naturale. Può essere utilizzato in cucina come condimento e in generale possiede proprietà antibatteriche e antivirali. E' altamente stabile e non rischia di irrancidire come l'olio di lino.  Come alimento può contribuire ad abbassare la pressione sanguigna e i livelli di zucchero nel sangue. Per la presenza di antiossidanti previene l'invecchiamento, contrastando gli effetti dei radicali liberi; si utilizza a crudo, ad esempio sulle insalate, per mantenere inalterate le sue proprietà.
Viene usato anche dalla medicina ayurvedica come medicamento per le sue proprietà benefiche sulla pelle. Allevia i fastidi di leggere scottature solari, calma le eruzioni cutanee in caso di eczema, è ricco di antiossidanti che lo rendono una vera e propria crema di bellezza. E' possibile massaggiare tutto il corpo prima della doccia, lasciandolo in posa per 15 minuti, per un effetto vellutante e purificante. Ammorbidisce le zone ruvide dei piedi e con l'aggiunta di 4 gocce di olio essenziale di menta ha un effetto deodorante. Lasciandolo agire tutta la notte avrete piedi morbidi e profumati. 
Pensate che in veterinaria viene utilizzato, come antiparassitario, sulla cute degli animali perchè impedisce la respirazione dei parassiti, provocandone la morte.
TAHIN: è una crema di semi di sesamo pestati che fa parte degli antipasti della cucina mediorientale e greca. Si trova in scatola nei negozi di alimentazione naturale.
GOMASIO: è ottenuto da semi di sesamo e sale marino integrale tostati e pestati. Si può preparare facilmente in casa e si trova già pronto nelle erboristerie. Si consiglia di conservarlo in barattoli a chiusura ermetica per non più di una settimana. Si utilizza come condimento di piatti di riso o pasta, verdure, insalate, ai quali conferisce un sapore particolarmente gradevole e può costituire un ottimo sostituto del sale.

Quando possono essere utili i semi di sesamo?

Per eliminare la STANCHEZZA, nelle CONVALESCENZE e per rafforzare il SISTEMA IMMUNITARIO e NERVOSO (calmante e tonificante).
In caso di mal di TESTA, NAUSEA, VOMITO, DOLORI MESTRUALI e per aumentare la secrezione lattea: agisce come riequilibratore di tutte le funzioni dell'organismo (in questo caso si consiglia di masticarne 5/10 mg al giorno, non tostati).
Per l'abbondanza di Calcio, può aiutare a prevenire l'OSTEOPOROSI, mentre lo zinco e il selenio sono importanti nella prevenzione delle INFEZIONI e per contrastare gli effetti dei RADICALI LIBERI.
Consideriamo sempre il contenuto calorico che è elevato: 700 Kcal per 100 grammi. Quindi via libera con moderazione, come con tutti i semi oleosi.
Il sesamo per la sua lunga tradizione d'uso e consumo alimentare è di norma ben tollerato. Non si conoscono controindicazioni  o effetti collaterali, tranne la sensibilità individuale accertata.
Scritto da Angela Ballarati
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SAMBUCO, PROPRIETA' e USO in cucina

SAMBUCO o Sambucus nigra: proprietà benefiche e indicazioni



Dopo aver assaggiato i fiori di sambuco fritti, mi sono buttata nella ricerca, a tutto tondo, delle caratteristiche di questa pianta versatile che si adatta a molti usi.
E' spontanea e molto presente nei prati della mia zona (hinterland milanese). 
Mi affascina sempre di più il mondo vegetale, soprattutto quello autoctono perchè credo che esista una relazione stretta fra la vegetazione di un luogo  e i suoi abitanti storici. 
Il sambuco è utilizzato nella tradizione da  millenni, divenne famoso come “farmacia della natura”,  rivestendo un ruolo importante nella cura di svariati disturbi.

Sambucus nigra dalla fitoterapia alla cucina, scopriamo questa pianta spontanea, molto comune.

All'inizio del secolo, i contadini tedeschi si levavano il cappello, incontrando la pianta sul loro cammino, come segno di rispetto. Le credenze esaltavano le proprietà benefiche (anche magiche) della pianta infatti, era sempre presente vicino ai monasteri ed alle case come protezione da serpi e sortilegi. Il famoso Flauto magico delle leggende tedesche era costruito con un ramoscello di sambuco, svuotato del suo midollo.

Il sambuco è un piccolo albero che raggiunge l'altezza di 6-7 m con corteccia di colore grigio scuro. I rami, al loro interno, contengono un midollo bianco.
La foglie sono verde brillante e i fiori, bianchi e profumati, sono raccolti in ombrelle.
Produce una piccola bacca succosa che, matura, è di colore nero con un succo violaceo scuro. 

E' una pianta molto comune in Europa ma anche in Asia occidentale e America settentrionale dove cresce lungo i torrenti, in luoghi incolti, dalla pianura alle zone montane. 
I fiori si raccolgono da aprile a giugno invece i frutti in agosto-settembre.

Attenzione: le bacche del sambuco sono molto simili a quelle dell'ebbio che però sono velenose. 
E' importante identificare sempre e con certezza tutte le piante raccolte prima di utilizzarle.

Sambucus nigra: contenuti nutrizionali

Il sambuco è ricco di OLI ESSENZIALI dall'azione disintossicante e disinfettante, tannini con azione astringente, flavonoidi con potere antiossidante, sali minerali come calcio, ferro, fosforo, potassio e sodio, vitamine A, C e del gruppo B e sostanze aromatiche. 
I suoi componenti lo rendono utile nelle cure depurative e ricostituenti.

Come utilizzare il sambucus nigra: da alimento a sciroppo, fino alla tisana


Come alimento, i fiori sono utilizzati per aromatizzare la frutta cotta, le gelatine e le marmellate. Impanati con una pastella a base di uova e latte o acqua, possono essere consumati fritti e sono ottimi. Aggiunti nella misura di 5g a un litro di aceto, lo insaporiscono. 
Con fiori e frutti si preparano liquori, alcuni recanti il suo nome.

Come 
tisana, si versano 100ml di acqua bollente su 3g di fiori, coprite e lasciate riposare per dieci minuti, filtrate.

Il succo
, viene ricavato dai frutti e lo si può trovare nelle erboristerie.

Esiste anche lo sciroppo, sempre ricavato dai frutti, che, se estratto a freddo, mantiene le proprietà inalterate, attenzione alle bacche che acerbe sono tossiche.

Quando si utilizza

Nelle cure depurative (succo o sciroppo), i suoi componenti hanno azione diaforetica  che, favorendo la sudorazione, sono in grado di eliminare le tossine attraverso il sudore. 

Aiuta anche la regolarità INTESTINALE .

E' un immunostimolante per i suoi componenti in polisaccaridi (scorta energetica) e zuccheri composti. In questo caso si assume lo sciroppo o il succo. 


Alcuni studi hanno messo in luce anche proprietà antivirali.

In caso di infiammazioni della pelle per i tannini (antinfiammatori) contenuti.


Negli stati febbrili, nei raffredori (scioglie il muco), nei reumatismi e in caso di nevralgie per il contenuto di 
Vitamina C e altri principi attivi dall'azione emolliente, antinevralgica e antinfiammatoria, si assume la tisana.

Viene usato anche per foruncoli, scottature, ed emorroidi, con lavaggi sulla parte. In questo caso si versano 100ml di acqua bollente su 5g di fiori, coprire, lasciare riposare per dieci minuti e filtrare.


Il succo è utilizzato anche come coadiuvante nelle diete dimagranti per il suo contenuto di pectine (fibre idrosolubili efficaci per la riduzione di peso), aiuta a limitare l'accumulo di grassi e promuove la circolazione linfatica favorendo il drenaggio. Per questo è depurativo e aiuta nelle 
diete ipocaloriche. A questo, si aggiunge che il succo, unito allo sciroppo di fiori, placa l'appetito, soprattutto quando la fame è di origine nervosa.

E' sconsigliato in dosi superiori perchè può dare nausea ed effetti lassativi. Da evitare l'impiego di corteccia fresca e bacche acerbe per non incorrere in avvelenamenti perchè possono essere tossici e interferire con alcuni farmaci. Chiedere sempre il parere medico. 

Il sambucus nigra in cucina


I fiori hanno sapore dolciastro mentre le bacche, asprigno. Entrambi trovano in cucina  una collocazione di tutto rispetto, in tantissime  ricette
Con un po' di fantasia si possono impreziosire piatti  della tradizione soprattutto ora che è periodo di fioritura. E' possibile cucinare risotti, con le infiorescenze che vanno sciacquate, sgranate, unite al soffritto per una decina di minuti, quindi versare il riso e portare a cottura come un normale risotto. A fine cottura, mantecare con un po' di panna fresca.
Personalmente li adoro panati e fritti. La pastella è composta da farina, latte o acqua, uova, olio e sale come le comuni pastelle usate per friggere i fiori di zucca e altre verdure. 

Esiste anche la versione dolce!



Avvertenze e controindicazioni
Non utilizzare in dosi eccessive può provocare nausea e vomito. Attenzione alle sensibilità individuali. Le foglie, i semi e la corteccia del sambuco sono velenosi per la presenza di sambunigrina.
Non utilizzare i frutti acerbi che possono risultare ancora tossici.
Gli infusi non sono consigliati a chi soffre di disturbi gastrointestinali. Chiedere parere medico nel caso in cui si assumono farmaci per le possibili interazioni.

Applicare foglie e fiori freschi sulla pelle può provocare reazioni come eritemi.

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ROBINIA, PIANTA SPONTANEA, PROPRIETA' e UTILIZZO in CUCINA

Robinia pseudoacacia: le proprietà terapeutiche e i rimedi della medicina popolare




La Robinia, pseudoacacia o falsa acacia è una pianta sub-spontanea o naturalizzata, ornamentale ma anche infestante, diffusissima nella Pianura Padana, con utilizzo fitoterapico e culinario. 
Molto celebre nella medicina popolare per la preparazione di rimedi e tonici grazie alle sue proprietà terapeutiche.
E' indicata per la pirosi gastrica ed esofagiti perchè  combatte naturalmente l'eccessiva acidità. 

La Robinia, pseudoacacia o falsa acacia: utilizzo, proprietà e indicazioni

Il nome scientifico della robinia (detta anche gaggia o falsa acacia) è “Robinia pseudoacacia” ed appartiene alla famiglia delle Fabaceae (anche dette “leguminose” secondo la vecchia nomenclatura). 
E' originaria dell'America Sud Orientale e naturalizzata in Europa e altri continenti. Finalmente sono riuscita ad identificare botanicamente, questa pianta molto comune e spontanea nell'hinterland milanese come in tutta la Pianura Padana.
 E' una pianta fortemente spinosa che può raggiungere i 25 m (non da noi), con foglie imparipennate e fiori bianchi o crema riuniti in grappoli, fortemente odorosi.
L'interesse è partito, nuovamente e ancora, in cucina (in un precedente articolo parlavo del sambucus nigra di cui ho assaggiato i fiori fritti), dopo aver gustato i suoi fiori fritti in pastella....che vi assicuro sono deliziosi! Lungo i corsi d'acqua, nei boschetti, si sente il profumo delicato dei suoi fiori, da poco sbocciati.
I fiori sono commestibili, tuttavia il resto della pianta (corteccia, semi e foglie), contiene una sostanza tossica per l'uomo ma non per alcuni animali, come le capre che ne sono ghiotte e ne consumano in quantità, senza alcuna conseguenza negativa.


Robinia o acacia? Facciamo chiarezza sulla questione

La robinia viene confusa con l'acacia perchè nel linguaggio comune e popolare viene indicata come acacia, ma  appartiene ad un'altra famiglia e da noi, l'acacia più diffusa è la mimosa (quella della festa della donna, per intenderci). 
La sua rapida crescita  è stata inizialmente favorita dall'uomo per il suo legno, come protezione dei terreni franosi e per le sue proprietà nettarifere (il miele di acacia che consumiamo è in realtà di robinia) e come pianta ornamentale, poi si sono presentati dei problemi: si comporta come specie invasiva. 
Nella Pianura Padana, ha sostituito i pioppi e i salici autoctoni che crescevano lungo le rive dei fiumi. Questo è dovuto alla  sua rapida crescita e al suo facile attecchimento anche se ha una modesta longevità.

La medicina popolare e il miele d'acacia

Nella medicina popolare, la corteccia veniva usata come lassativo e tonico. Le foglie erano utilizzate come emetico (che stimola il vomito) e per il corretto funzionamento del fegato (anche se foglie e corteccia, ripeto, contengono un alcaloide tossico). Anche i fiori, nel pistillo, contengono sostanze tossiche, ma vengono tuttavia consumati in cucina. Moderazione è sempre la parola d'ordine.

I fiori, cotti e mangiati venivano utilizzati per attenuare le infiammazioni oculari. 


Come ho già scritto, da questa pianta si ricava un ottimo miele, tipicamente liquido, energizzante, di colore chiaro ambrato, con un sapore delicato che lo rende particolarmente apprezzato dai bambini e anche da chi non gradisce quel miele con sapore più deciso, tipo miele di castagno o eucalipto).

La sua ricchezza in Levulosio lo rende tollerabile, in piccole dosi, da chi soffre di leggero diabete. Gli si attribuiscono anche proprietà blandamente lassative.

Cosa contiene e i possibili utilizzi

Questa pianta contiene vitamine: A, B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B3 (niacina). Minerali: calcio, fosforo, ferro, magnesio, sodio, potassio, zinco, oli essenziali.
Contiene anche fibre, carboidrati, proteine, tannini e glucosidi.  

Ha proprietà emollienti, protegge le mucose dall'eccessiva acidità come nella pirosi gastrica o nell'esofagite. 

I tannini svolgono un'attività astringente e per questo viene indicata nel trattamento delle alterazioni della funzione digestiva con diarrea.

In erboristeria viene venduta la tintura madre per trattare raucedine e faringiti.

I fiori vengono usati come tisana rilassante, in sinergia con altre piante. 


Rientra come componente nella preparazione di dentifrici, polveri e paste.

Curiosità e simbolismo della Robinia pseudoacacia

Deve il suo nome a Enrico IV e Luigi XII in onore di Jean  Robin, loro giardiniere ed erborista, che fu il primo ad introdurre la Robinia in Europa, portando i semi da uno dei suoi viaggi in America. Ancora viva a Parigi, è la più vecchia Robinia Pseudoacacia esistente. Secondo un'antica tradizione, la corona di spine sul capo di Cristo era di acacia.
I cadaveri dei re e dei sacerdoti egizi venivano cremati su pire di legno di acacia. E' considerata da sempre simbolo di vitalità, purezza e immortalità. Il termine deriva dal greco e significa letteralmente “assenza di male”.


La Robinia in cucina

I fiori possono essere cucinati come dolci frittelle, preparando una pastella a base di uova, farina, zucchero, latte, un pizzico di sale (evitiamo il lievito) e un goccio d'olio. Alcuni aggiungono anche un po' di vino bianco. Dopo aver lavato bene i fiori e averli asciugati su un canovaccio, aprirli per bene e aggiungerli alla pastella. Friggete a cucchiaiate non molto grandi e,  per i più golosi, cospargeteli di zucchero a velo.
Sono davvero gustose e delicate.  

Varianti?  Aggiungere a piacere: uvetta sultanina, mele....
Esiste anche la versione salata , ovviamente si sostituisce lo zucchero col sale q.b.

Ottima anche la frittata che utilizza i fiori a crudo, lavati e asciugati.
Con i fiori vengono realizzati anche liquori e marmellate.



Controindicazioni. L’acacia non ha effetti tossici a dosi terapeutiche. Attenzione all’ipersensibilità individuale e all’integrazione con medicinali eventualmente assunti e, comunque, chieder parere al proprio medico curante. Ad alte dosi o un uso prolungato può dare effetti collaterali come irritazione gastrica. 

Autore: Naturopata Angela Ballarati


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