venerdì 10 aprile 2020

Hatha Yoga: la pratica del benessere

Hatha Yoga: quando è utile, quali sono i benefici e le onde alfa
Asana,pranayama, shatkrya e meditazione
Savasana: rilassamento 
Saluto al sole


                                                                                                         foto di Mohammed Hassan


“Ha” significa sole, la nostra anima, il sole che abbiamo dentro, e “tha” significa luna, la nostra coscienza.

L’Hatha Yoga insegna a controllare le fluttuazioni della mente, sempre pronta a distrarsi, costantemente affollata  da pensieri, ansie e preoccupazioni, attraverso il controllo della respirazione. Rimuginare sul passato o preoccuparsi troppo del futuro ci distoglie dal presente ed è proprio nell’attimo presente che ci riporta l’attenzione al nostro respiro.
L’Hatha Yoga ci insegna a dominare l’energia universale presente in ognuno di noi e che si manifesta attraverso il respiro per riuscire a controllare la mente, sempre irrequieta e mobile. 

Con la sua costante pratica, lo Yoga influisce sulla vita fisica e psichica dell’individuo cercando di arrivare, attraverso la piena consapevolezza di sé, ad uno stato di beatitudine.

I mezzi di cui si serve l’Hatha Yoga sono: le posizioni (asana), il controllo del respiro (pranayama), le pratiche di pulizia interna del corpo (shatkriya) e la meditazione.

Ognuna di queste tecniche coinvolge l’individuo nella sua totalità integrando tutti gli aspetti della personalità, quelli fisici e quelli mentali.
L’obiettivo è quello di raggiungere, senza forzature e rispettando i tempi di ciascuno, la padronanza del proprio corpo e della propria mente, portando alla salute e al benessere.
Il raggiungimento del nirvana è lo scopo ultimo dello yoga. In sanscrito nirvana significa estinzione, cioè l’ottenimento del perfetto equilibrio che si raggiunge dopo aver eliminato i desideri e la sofferenza  derivante dalla ricerca continua e dal mancato soddisfacimento degli stessi che non possono veramente soddisfare nel profondo.

Quando è utile

Molti disturbi che affliggono “l’uomo moderno” non derivano solo ed esclusivamente dall’ambiente esterno, ma anche da abitudini scorrette, dallo stress, dalla rabbia repressa, dal rimuginio continuo di pensieri negativi, in poche parole dalle nostre reazioni alle sollecitazioni esterne.
Orari di lavoro intensi, ambienti troppo rumorosi, lavori insoddisfacenti e stressanti, posture sbagliate, orari irregolari, mancanza di esercizio fisico, l’elenco è lunghissimo, sono alcuni dei motivi che portano a un lento logorio organico che sfociano in stati ansiosi, depressivi e stress cronico.

Ipertensione, insonnia, disturbi digestivi, inappetenza, fame nervosa, stanchezza cronica, mal di schiena sono solo alcuni esempi di malattie funzionali che, con la pratica dello yoga possono essere corretti e attenuati.

La ricerca scientifica

Molte università, ospedali e istituti di ricerca, soprattutto indiani, hanno realizzato diversi studi comprovanti l’efficacia della pratica dello yoga, della respirazione e della meditazione.
E’ stato dimostrato, attraverso l’utilizzo di elettroencefalogrammi ed elettromiogrammi,  che la meditazione ha un effetto stimolante sulle onde alfa del cervello.

Le onde cerebrali costituiscono l’attività elettrica ritmica o ripetitiva del tessuto nervoso nel sistema nervoso centrale. Rivestono importanza nei processi cognitivi e sono individuabili con l’elettroencefalogramma. A seconda della frequenza di distinguono in delta (sonno profondo), onde tetha (sonno REM), onde alfa (stato di veglia a occhi chiusi e stati che precedono l’addormentamento, onde del rilassamento), onde beta (stato di veglia e di intensa attività cerebrale), onde gamma (stati di tensione).

Le onde alfa aiutano a chiarire i nostri obiettivi,rafforzano il nostro sistema immunitario, migliorano la memoria, rilassano e aiutano a far svanire le paure.
Uno dei modi per generare le onde alfa è concentrarsi sul respiro o ascoltare musica rilassante.

Altre ricerche effettuate nelle strutture ospedaliere hanno evidenziato gli effetti benefici che sia le asana che la respirazione yoga esercitano su disturbi come l’ipertensione, la nevrosi d’ansia, l’insonnia, l’asma, le gastriti, le coliti e i disturbi digestivi, cioè dove è presente una componente funzionale o nervosa.

Le asana

Le asana sono innumerevoli, si parla di milioni di asana che rappresentano le innumerevoli possibilità  che l’uomo ha di conoscere il mondo.
Le asana devono essere realizzate senza sforzo perché lo scopo è il raggiungimento della stabilità e dell’assoluta immobilità che andrà mantenuta in confortevolezza.

Ogni singola asana interessa dei muscoli ed esercita delle pressioni su alcuni punti del corpo. Queste stimolazioni agiscono in profondità interessando parti e funzioni interne, come il pancreas, i reni, i visceri, la tiroide, il cervello, il cuore. Viene ad essere stimolata, in questo modo, la circolazione del sangue nelle diverse parti dell’organismo permettendo il supporto della funzionalità d’organo,  il rifornimento di elementi nutritivi e l’eliminazione dei materiali di scarto, tutte premesse per uno stato di salute.

Ogni asana è studiata per stimolare uno o più chakra, punti focali disposti su tutto il corpo e che,secondo le indicazioni della medicina indiana,collegano gli organi ai cinque elementi costitutivi dell’universo: aria, terra, fuoco, acqua ed etere.

Volendo dividere le asana in gruppi possiamo distinguerle in due: le asana per la meditazione e le asana di movimento.

Le posizioni per la meditazione sono seduti a gambe incrociate con la schiena eretta o distesi sulla schiena. La posizione seduta può essere mantenuta per lungo tempo, respirando lentamente, quindi con il minimo dispendio di energia, è utile per i muscoli dell’addome e per gli organi digestivi.

Le asana che prevedono i movimenti del corpo si raggiungono lentamente, al contrario degli esercizi  ginnici, e si mantengono anche per mezz’ora.
I muscoli rimangono in quella che si definisce contrazione isometrica, vale a dire in tensione costante senza contrarsi e distendersi continuamente, come succede per la ginnastica classica. Inoltre nello yoga, abbinando la respirazione si assicura all’organismo l’apporto necessario di ossigeno senza avere il fiatone.

“lo yoga finisce dove inizia la fatica” recita un antico detto.
Chiaramente il tempo di mantenimento dell’asana dipende dalle condizioni dell’individuo, motivo per cui all’inizio si rimane in posizione fino a quando si riesce a stare comodi. Col tempo e con la pratica si aumenta il tempo.

Pranayama: il controllo del respiro

Prana è il soffio vitale che appartiene a tutte le creature viventi e che governa tutto l’universo. Non c’è vita senza Prana.

Pranayama significa letteralmente dirigere il prana, cioè cercare in se stessi il vuoto per farsi invadere dal prana e diventare un tutt’uno con esso.
Gli esercizi di respirazione sono diversi e di diverso tipo e si distinguono da come viene praticata l’inspirazione e l’espirazione. Possono essere eseguite attraverso il naso, la bocca, una narice, a narici alternate. 

La respirazione avviene in modo lento, si inspira, si trattiene a polmoni pieni (apnea a pieno), si espira e si trattiene il respiro a polmoni vuoti (apnea a vuoto). La respirazione assume un ruolo simbolico: con l’inspirazione si percepisce la vita che entra, l’apnea a pieno è la vita stessa, “sono vivo”,  l’espirazione  è la vita che fugge e l’apnea a vuoto è il simbolo della morte, aspetto della vita con cui dobbiamo convivere.

Respirando normalmente, con l’inspirazione si utilizza circa un decimo della capacità polmonare, nella respirazione yogica si impegna tutta la capacità polmonare pari a circa 5 l di aria.

Quando si inspira, il torace si espande e il diaframma si sposta verso il basso premendo sui visceri, durante l’espirazione il diaframma si spinge verso l’interno e verso l’alto e i muscoli che controllano l’ano e la parete addominale si contraggono affinchè venga espulsa, dai polmoni, quanta più aria possibile.

Tutti questi  cambiamenti di pressione producono l’effetto di stimolare attivamente gli organi digestivi, i tessuti del cuore e dei polmoni, nonché la loro funzionalità.

Secondo i libri tradizionali dello yoga, l’esercizio del respiro influisce positivamente anche sul cervello riuscendo a controllare stimoli come la fame, la sete e le emozioni.
Negli stadi più alti, dopo anni di pratica e di meditazione, si riesce a svuotare la mente dai pensieri e si entra in uno stato simile al sonno profondo in cui però si è coscienti.

Il saluto al sole

Il saluto al sole è un antico rituale che i guerrieri eseguivano  prima delle battaglie per ingraziarsi la divinità. Secondo la leggenda, Drona, maestro di saggezza e dell’arte della guerra, insegnò il rito ai suoi sei figli, ecco perché le posizioni del saluto al sole sono sei.
Il ritorno dalla posizione prona a quella eretta rappresenta la capacità del guerriero di riconquistare la sua forza e il suo equilibrio.
Le virtù del saluto al sole riguardano la capacità di stimolare tutti i chakra, i punti nodali che collegano l’uomo agli elementi del cosmo: acqua, terra, aria, fuoco ed etere.

Kapalabhati: la respirazione rapida

Questa è una pratica di respirazione, ma per la tradizione yoga rientra negli esercizi per la pulizia del corpo.

Consiste nell’aumentare gli atti respiratori fino anche a 10 volte; in questo modo si riduce l’anidride carbonica nel sangue.
Il respiro rapido si esegue spingendo il diaframma in dentro e poi in fuori: l’espirazione è volontaria e l’inspirazione è passiva cioè opposta a quella usuale.
I benefici di questa pratica sono: il massaggio degli organi deputati alla digestione, una digestione fisiologica e la facilitazione della funzione intestinale di evacuazione.

Kapalabhati significa, in sanscrito, far risplendere il cervello, lucidare il cervello, perché si ritiene che agisca anche come stimolante delle funzioni cerebrali.


Shatkriya: la pulizia del corpo

Nell’Hatha Yoga sono descritte sei tecniche (shat significa sei in sanscrito) per la pulizia interna del corpo.
Non tutte queste tecniche prevedono l’applicazione quotidiana, ad alcune si ricorre soprattutto per curare alcuni disturbi. E’ importante che si sia appreso il modo corretto di effettuazione da un maestro yoga, lo scopo qui è solo informativo.

Nauli: la rotazione dello stomaco
Stando in piedi si ruotano i muscoli addominali in senso orario e poi in senso antiorario. Rappresenta un potente esercizio dell’addome per mantenere in buona saluti gli organi digestivi. E’ un ottimo rimedio contro la stitichezza, l’inappetenza, i disturbi premestruali e degli organi sessuali. Si effettua per 10 min. al giorno per 10 giorni.

Neti: pulizia del naso
Con l’apposita tazza con beccuccio (lota) si introduce un po’ di acqua, con poco sale,  in una narice e, piegando la testa da un lato, si fa uscire l’acqua dall’altra narice. Pulisce le mucose nasali, in caso di raffreddore e sinusite, e si pratica in caso di bisogno.

Dhauti: pulizia della gola e dello stomaco
In Occidente non viene praticata ed è di difficile comprensione, ma consiste nel bere acqua, a stomaco vuoto, e poi vomitarla. Viene praticata unicamente a scopo curativo, in caso di necessità.

Basti: pulizia dell’intestino
Viene effettuata con un clistere di circa mezzo litro di acqua tiepida. Secondo la medicina indiana si effettua in caso di stitichezza e solo in caso di necessità.

Trataka: pulizia degli occhi
Si attua fissando un oggetto senza sbattere le palpebre sino a quando sgorgano le lacrime. E’ utile per mantenere in salute gli occhi e a correggere la tendenza della mente a divagare.


Il tratak è molto efficace per liberarsi, come affermano i maestri yoga, “dal peso del vivere quotidiano”. In molti casi i maestri scelgono di rivolgere il loro sguardo sulla fiamma di una candela accesa. “Come una fiamma al riparo dal vento non oscilla, così lo yogi che controlla la mente rimane sempre fermo nell’unione con il sé supremo” è scritto nel Bhagavad Gita (l’Inno del sublime), antico testo indiano dove i pensieri, che affollano la mente, vengono paragonati al vento che fa oscillare la fiamma.
Seduti a terra a circa un metro di distanza dalla candela, di fronte a questa, nella posizione che più vi è comoda: loto o mezzo loto. Rilassatevi e socchiudete le palpebre il più possibile, ma al punto di riuscire a vedere ancora la fiamma. Osservatela senza mai strizzare gli occhi fino a quando lacrimano, a questo punto si possono chiudere per 3 o 4 secondi prima di riprendere a fissare nuovamente la fiamma. Ripetere l’esercizio per 3 volte, cercando sempre di fissare, insieme allo sguardo, anche l’attenzione.
Concludere con la posizione del rilassamento totale (savasana).

Savasana insegna ad abbandonarsi, dura circa 10 minuti e libera da tutte le tensioni muscolari e psichiche.

Supini, a pancia in su, i piedi cadono verso l’esterno e le braccia lungo i fianchi con i palmi rivolti verso l’alto. Concentrate l’attenzione sul piede destro: inspirate ed espirate stirando e rilassando i muscoli. Proseguite con il polpaccio, la coscia e il gluteo poi passate all’altra gamba. Quindi proseguite con il busto, l’addome, il torace, le spalle, la schiena, le mani (stringendo a pugno inspirando e rilasciate espirando), le braccia, il collo. Il viso: stringete i denti e rilasciate con i denti che non si toccano e la lingua appoggiata al palato. Rilassate il mento, le labbra, la mascella, le guance, le orecchie, gli occhi e la fronte. Rimanete immobili per qualche minuto ascoltando il vostro respiro. Se arrivano dei pensieri osservateli e lasciateli andare, riportate l’attenzione sul vostro respiro.
Per alzarvi: lentamente, rotolatevi su un lato e appoggiandovi prima sul gomito e poi sulle mani mettetevi seduti e lentamente alzatevi, seguendo i vostri ritmi.

La meditazione

Secondo i maestri dello yoga, la tecnica della meditazione passa attraverso due fasi: Dharana e Dhyana.

Dharana mira ad ottenere il controllo dell’attività mentale per evitare l’affollamento mentale di pensieri.
Dhyana conduce in uno stato di meditazione totale nel quale la mente riesce a concentrarsi su un unico pensiero.

La posizione classica è quella del Buddha: seduti per terra a gambe incrociate, nella posizione del loto o del mezzo loto, schiena eretta e mani appoggiate sulle ginocchia. La posizione deve essere comoda e rilassata, spalle rilassate, schiena diritta e mento leggermente rientrato verso la fossetta giugulare. Il respiro deve diventare sempre più lento e impercettibile.
Quando si è raggiunto il rilassamento, serve concentrarsi sul respiro, sull’aria che entra e che esce seguendone il percorso, per evitare il divagare della mente gli yogi suggeriscono di scegliere un pensiero qualsiasi lasciando che la mente pensi e si concentri solo su quello. Il pensiero deve essere semplice, ma può anche essere un oggetto o un’immagine.

Un aiuto nella concentrazione è rappresentato dalla recitazione di un mantra in modo da convergere il proprio pensiero esclusivamente sul mantra che si sta recitando.

L’esercizio va praticato ogni giorno per un tempo che va da 10 minuti a mezz’ora e, con l’esercizio costante si riuscirà ad astrarsi sempre più dal mondo esterno entrando in uno stato che i maestri chiamano di assorbimento totale.
Nella prima fase della meditazione, la mente impara a concentrarsi su un unico oggetto, ma con una varietà di pensieri, nella seconda fase, la mente riesce a fissarsi esclusivamente su un unico pensiero riferito all’oggetto principale.
Nello stato di meditazione totale (dhyana)  si prova un benessere profondo in cui si vive la piena consapevolezza di sé.

Esperimenti condotti sotto la supervisione di medici, hanno verificato che, anche solo nel primo stadio della meditazione, diminuiscono in modo significativo le pulsazioni, la pressione sanguigna, il numero di respirazioni e le onde del cervello, apportando un benessere generale.

Il maestro Gorakhanata, nella sua guida  all’Hatha Yoga, scriveva: “ quando tutti i movimenti della mente e dello spirito cessano, si prova una sensazione indescrivibile che va sperimentata di persona”.
La meditazione yoga si rivela molto efficace per gli ipertesi e gli insonni: in molti casi, con 10 sedute di mezz’ora, si sono ottenuti notevoli miglioramenti.


Come praticare lo yoga

Il modo migliore per praticare lo yoga è mettersi al seguito di un maestro, importante per la corretta esecuzione delle asana e di altri esercizi, però alcuni esercizi e asana semplici possono essere imparate facilmente. E’ anche importante l’esecuzione quotidiana perché se ne tragga maggior beneficio.

E’ una pratica rivolta a tutti, anche se i bambini sotto i 14 anni non sono in grado di mantenere le posizioni per lungo tempo né è consigliabile cercare di modificare il loro modo di respirare. Alcune posizioni semplici possono essere eseguite anche dai bambini, ma è sempre buona cosa essere seguiti da un maestro, vi sono scuole specializzate nell’insegnamento dello yoga ai bambini.

Le persone anziane traggono beneficio dalla pratica dello yoga, attenendosi ad alcune semplici indicazioni generiche: non si deve avere fretta di raggiungere il risultato, non ci si deve mai sforzare a eseguire una determinata posizione, porre la massima attenzione alla respirazione.
Per realizzare un’asana può essere necessario un lungo tempo, senza scoraggiarsi, ma con l’applicazione costante il miglioramento si potrà osservare giorno per giorno. Il respiro guida il movimento, inizia con l’inspirazione e termina con l’espirazione, in questo modo il muscoli non si affaticano perché vengono continuamente ossigenati.

L’abbigliamento più indicato è comodo, traspirante e a piedi nudi; la frequenza quotidiana è quella che assicura il miglior risultato in benessere, ma anche l’applicazione di tre volte a settimana permette ottimi esiti.
E’ fondamentale che la pratica sia eseguita a digiuno, per le posizioni in piedi o in ginocchio, il momento ideale è al mattino, prima della colazione; per le posizioni rilassanti, da sdraiati, è più indicata la sera, prima di cena.
Eseguire lo yoga all’aperto è considerato il luogo migliore, ma una stanza silenziosa e ben aerata funziona bene ugualmente.


Scritto da Angela Ballarati
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Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Onde_cerebrali - Salute e benessere secondo natura Fabbri ed. -

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