OLIO DI COCCO,
cosa contiene e quali sono le proprietà attribuitegli dalla ricerca.
Quando può essere utile e utilizzi pratici.
Olio di cocco per la pelle.
Quale scegliere.
Tradizione Ayurvedica.
L’olio di cocco si estrae dal frutto (Cocos
Nucifera) stagionato della pianta del
cocco. I semi del cocco, privati dell’involucro fibroso e di quello più interno
legnoso, presentano una polpa bianca chiamata copra.
Dalla pressatura e bollitura della copra essiccata si ottiene l’olio di
cocco che viene raffinato per produrre oli di diversa qualità.
Il suo utilizzo nei paesi tropicali si perde nella notte dei tempi, è
utilizzato in cucina e in cosmetica, possiede la caratteristica di presentarsi in
forma liquida, e incolore, in estate e
solida, come burro, in inverno o comunque a temperature inferiori ai 20°.
E’ resistente alle alte temperature (il punto di fumo dipende dalla qualità
della raffinazione per il contenuto degli acidi grassi liberi) e quindi adatto
alle cottura. Irrancidisce difficilmente
e il suo sapore lo rende facilmente utilizzabile nei dolci.
Oltre all’utilizzo in cucina è altrettanto sfruttato in cosmetica (shampoo,
crema da barba, dentifricio) per la
pelle e per i capelli, dall’industria farmaceutica (supposte), nella produzione
di margarine e nei detergenti.
Cosa contiene e quali sono le sue proprietà
L’olio di cocco è composto in gran parte da acidi grassi saturi (circa 90%)
e, in minima parte, da acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi. E’ privo di colesterolo
e fra gli oli vegetali è quello con la minor percentuale di acidi grassi
insaturi.
Contiene acido laurico (44-51%), acido miristico (13-18%), palmitico
(8-10%), acido oleico (quello dell’olio di oliva),acido caproico (6-10%), acido
caprilico (6-9%), stearico (1-3%) e linoleico (inferiore al 2,5%).
Gli acidi grassi contenuti nell’olio di cocco possiedono delle proprietà e
un metabolismo diversi da quelli saturi
di origine animale. Sono a catena media e diversi da quelli a catena lunga,
infatti vengono più facilmente
utilizzabili dall’organismo perché metabolizzati come gli zuccheri. E’ stata dimostrata la capacità dei grassi
contenuti nell’olio di cocco di aumentare
i livelli di colesterolo HDL (il colesterolo buono) contrastando in tal modo i rischi cardiovascolari.
I trigliceridi a media catena (MTC), come l’acido laurico, favoriscono il senso di sazietà aiutando, in
un regime dietetico equilibrato, chi intende perdere peso.
L’acido laurico è un acido grasso,
presente in grandi concentrazioni nell’olio di cocco e nel latte materno, è a
media catena e con effetto quasi neutro sui lipidi plasmatici. Inoltre l’acido laurico, nell’organismo, viene
convertito in monolaurina, una sostanza con proprietà antivirali, antiprotozoarie ed antifungine.
All’acido laurico vengono attribuite proprietà antisettiche, viene venduto
come integratore per le sue proprietà
anti-infettive (candida, piede d’atleta, herpes simplex) anche se alcuni
ritengono che queste proprietà debbano ancora trovare ulteriori conferme
scientifiche.
-
Uno studio dell’Istituto di Bioscienza dell’Università di Selangor in
Malesia, condotto sui topi, suggerisce il valore potenziale dell’olio vergine
di cocco come un olio antistress(http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25452773) . Gli animali
trattati con olio vergine di cocco, dopo essere stati sottoposti a modelli di
stress, riportavano più alti livelli di antiossidanti cerebrali e un minor peso
delle ghiandole surrenali che secernono più cortisolo (ormone dello stress) in
periodi di maggior stress.
-
In molte aree dello Sri Lanka l’albero del cocco ed i suoi derivati sono da
sempre utilizzati nell’alimentazione, tanto da nominare il cocco “albero della
vita”. Per i cingalesi i grassi di cocco rappresentano l’80% del consumo di
grassi, circa il 92% di questi grassi sono saturi e questo a portato a
demonizzarli, ma questi sono grassi saturi a catena media che non subiscono
processi di degradazione e di riesterificazione e sono direttamente utilizzati
dall’organismo per produrre energia. (questo articolo mette in evidenza i benefici dell’assunzione www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17180807 Department of Physiology, Faculty of Medicine, University of Kelaniya,
Ragama, Sri Lanka).
-
Uno studio brasiliano randomizzato, condotto su 40 donne a cui sono stati
somministrati 2 cucchiai di olio di cocco e 2 cucchiai di olio di soia al
giorno, ha visto aumentare i valori di HDL (colesterolo buono) a fronte di un valore del colesterolo totale
invariato(newsmax.com/Health/Headline/coconut-oil-reasons-use/2016/01/27/id/711517/). Ridurre il
colesterolo significa anche diminuire il rischio
cardiovascolare.
-
Lo stesso studio ha evidenziato una riduzione
di indice di massa corporea e circonferenza della vita. Anche altri studi
hanno correlato il consumo di olio di cocco ad un aumento del metabolismo: i
grassi saturi a catena media, più
facilmente utilizzabili, favorirebbero
il dimagrimento.
-
L’olio di cocco è presente negli integratori
degli sportivi perché rappresenta una fonte di energia facilmente
biodisponibile.
-
Alcuni studi hanno evidenziato come l’olio di cocco abbia influenza su
malattie come l’Alzheimer, malattia
che, non avendo cura definitiva, è oggetto di ricerca per nuove terapie. Uno
studio prospettico su 40 pazienti con demenza ha dimostrato l’influenza
positiva, a livello cognitivo, dei pazienti con morbo di Alzheimer
(https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26667739) . Una pubblicazione del
British Journal of Nutrition e del Journal of Alzheimer riscontrava come il consumo di olio di cocco riducesse l’accumulo di proteine amiloidi nel cervello,
condizione associata al morbo di Alzheimer. L’olio di cocco era protettivo.
-
Il dott. Russel Blaylock, esperto di medicina naturale, in un’intervista
rilasciata a Newsmax Salute, ha dichiarato che l’acido laurico contenuto
nell’olio di cocco si è rivelato un ottimo antibatterico, anche nei confronti
dello Staphilococcus aureus e nei
confronti della Candida Albicans. La
candida è un fungo che vive abitualmente nel nostro intestino, ma a fronte di un’alimentazione
ricca di zuccheri, terapie antibiotiche, terapie con altri farmaci, malattie
autoimmuni ecc., può riprodursi in modo eccessivo e provocare una serie di
sintomi che vanno dalla stanchezza cronica al gonfiore addominale, dal
meteorismo a problematiche gastriche, assottigliamento della mucosa intestinale
(leaky gut) ecc. E’ consigliato nei casi di stati infiammatori intestinali
perché considerato un antinfiammatorio.
-
Sempre da Newsmax Salute, il dott. Schawartz afferma che un cucchiaino di
olio di cocco, prima dei pasti, aiuta la digestione, aumenta il senso di sazietà e aiuta i succhi digestivi ad assorbire
i nutrienti degli alimenti.
-
L’American Society for Nutrition conferma che gli studi clinici sull’olio
di cocco hanno evidenziato l’utilità nel trattamento
e prevenzione in malattie come il diabete, l’osteoporosi, malattie virali,
morbo di Chron, malattie della colecisti e cancro.
-
In alcuni studi, i ricercatori hanno osservato (sui topi) un miglioramento
del metabolismo del glucosio. I risultati suggeriscono che l’olio vergine di
cocco potrebbe diventare un alimento nutraceutico nella prevenzione
dell’insulino-resistenza (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26788013).
Gli studi e le ricerche sono numerosi, ma occorre tenere in
considerazione che non tutte le
conclusioni a cui sono giunti i ricercatori sono verità assolute, molte volte
indicano una strada percorribile (che a volte non viene intrapresa per mancanza
di interesse economico). E’ solo la conferma della continua sperimentazione che attribuisce un valore certo ai dati
ottenuti.
Olio di cocco per la pelle e molto altro …
La nostra pelle assorbe e cosa c’è di meglio che nutrirla con un prodotto
che nutre anche il corpo, ossia si può mangiare? Cosa c’è di più sicuro?
–
In uno studio condotto dal Dipartimento di dermatologia di Manila, nelle
Filippine, sono stati esaminati gli effetti dell’olio vergine di cocco e di un
olio minerale su 117 pazienti affetti da dermatite atopica. Lo studio ha concluso che, tra i pazienti
affetti da lieve a moderata dermatite, l’applicazione topica di olio vergine di
cocco, per otto settimane, risultava
superiore a quella di olio minerale, sia
con valutazioni su base clinica che strumentale (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24320105). La dermatite atopica è una malattia
cronica della pelle caratterizzata da difetti nella funzione di barriera
epidermica e infiammazione, in cui viene aumentata la perdita di acqua e
l’incapacità di trattenerla che causa una diminuzione dell’idratazione. Quindi
l’olio di cocco costituisce un ottimo idratante.
–
L’olio di cocco è un alimento che stimola l’attività della tiroide
e sostiene il lavoro delle surrenali. Gli acidi grassi di cui è
composto entrano facilmente nella cellula aumentando la produzione di energia,
il metabolismo e migliorando il sistema immunitario. L’ipotiroidismo è una
condizione patologica che annovera fra i sintomi dolori articolari e muscolari,
in questo senso, l’olio di cocco, riduce le infiammazioni e di conseguenza gli
stati dolorosi. Anche la stipsi, così come la secchezza cutanea, condizioni
legate all’ ipotiroidismo, vengono alleviate dall’utilizzo dell’olio di cocco.
–
Oltre alla pratica dell’oil pulling, potrebbe essere utilizzato come dentifricio. Si miscelano 3 cucchiaini
di olio di cocco a 1 di bicarbonato di sodio, 1 o 2 gocce di olio essenziale di
menta piperita donano freschezza
all’alito.
–
Essendo antimicotico può essere utilizzato per le micosi della pelle o il piede d’atleta, magari aggiungendo qualche
goccia di olio essenziale di tea tree che ne potenzia gli effetti antimicotici.
–
L’olio di cocco è un’ottima crema
per il viso e per il corpo. Rende la pelle morbida, vellutata ed elastica,
idratandola e proteggendola dagli agenti atmosferici senza ungere. Viene considerato un antirughe naturale e compare come ingrediente in molti prodotti per la pelle
affetta da dermatite e psoriasi. Potete riscaldarlo appena un po’ e aggiungerlo
agli oli che utilizzate come idratanti per il viso e per il corpo. Riduce
sensibilmente le macchie della pelle e un’idea, per le labbra, è riempire un
piccolo contenitore da borsetta, tipo i porta- pastiglie, per avere a portata di mano, soprattutto nei mesi
invernali, un balsamo lenitivo contro freddo
e screpolature.
–
Per le mani utilizzate olio di
cocco con qualche goccia di olio essenziale di lavanda, ottima crema
ammorbidente, lenitiva e cicatrizzante.
–
Essendo antibatterico può essere utilizzato come deodorante ascellare. Miscelato
con un po’ di bicarbonato, aiuta a tenere lontano i cattivi odori.
–
Come antivirale ha effetto sulle afte
del cavo orale, per questo è indispensabile che l’olio di cocco sia puro,
vergine e biologico.
–
Il suo potere idratante lo rende efficace anche applicato sui capelli aridi e sfibrati, li rinforza e
li rende lucenti. Riscaldatelo un pochino e massaggiate i capelli tenendo in
posa per almeno mezz’ora e poi proseguite con il solito lavaggio.
–
L’oil pulling è un’antica pratica
indiana, della medicina ayurvedica, che consiste nel passare e agitare in
bocca, per circa 10 minuti al mattino a digiuno, dell’olio. In genere si parla
di olio di sesamo, ma si utilizza anche l’olio di cocco. Terminati i 10 minuti
si sputa. Questa pratica detossifica, espelle i metalli pesanti e i batteri che
si depositano nel cavo orale, fortifica
denti e gengive e combatte l’alitosi.
–
In caso di raffreddore o sinusite, miscelate un cucchiaino di
olio di cocco con 1 goccia di olio essenziale di lavanda e 1 goccia di olio
essenziale di menta piperita e massaggiate i seni frontali e mascellari ponendo
attenzione a non avvicinarvi agli occhi. L’odore è gradevolissimo e aiuta a
liberare il naso.
–
E’ indicato per la pelle delicata del neonato e del bambino.
Gli impieghi sono davvero innumerevoli: maschere per il viso, scrub viso e
corpo …
Olio di cocco e burro di cocco
Il burro di cocco è la polpa del frutto ridotta in purea, è densa e cremosa, con una percentuale di olio contenuto del 60% circa. Il burro di cocco contiene anche altri nutrienti oltre ai grassi.
L'olio di cocco si ottiene dalla spremitura della polpa che viene separata dal prodotto, quindi è costituito completamente dalla parte grassa.
Olio di cocco e burro di cocco
Il burro di cocco è la polpa del frutto ridotta in purea, è densa e cremosa, con una percentuale di olio contenuto del 60% circa. Il burro di cocco contiene anche altri nutrienti oltre ai grassi.
L'olio di cocco si ottiene dalla spremitura della polpa che viene separata dal prodotto, quindi è costituito completamente dalla parte grassa.
Quale olio di cocco scegliere?
Fino ad ora ho trovato quasi esclusivamente olio di cocco biologico negli
ipermercati, ma si trova anche ad un costo inferiore, per il tipo di
lavorazione successiva alla spremitura, quello non biologico.
E’ importante che sia per uso alimentare, vergine e puro, cioè che non
abbia subito nessun processo industriale di sbiancamento o profumazione.
L’olio di cocco viene utilizzato, dall’industria alimentare, nei prodotti
da forno (pasticceria, salatini, formaggi spalmabili, pop corn …) e spesso è idrogenato o ha subito altri procedimenti fisici e
chimici.
Nell’idrogenazione, i suoi grassi insaturi vengono combinati con l’idrogeno
e trasformati in grassi trans.
Sui grassi si è detto e si dice tutto e il contrario di tutto, anche
sull’olio di cocco non c’è concordanza di pareri, ma un punto che trova tutti
unanimi è il consiglio di evitare i grassi trans.
Olio di cocco e tradizione ayurvedica
L’olio di cocco, nella medicina ayurvedica, è adatto alle costituzioni
Pitta (fuoco) che hanno necessità di rinfrescare pelle, testa e capelli
eliminando gli eccessi di calore tipici della costituzione. Infatti in ayurveda
è molto usato, puro e come base per oli
medicati per la cura del cuoio capelluto
e dei capelli.
Olio di cocco e indicazioni sanitarie
La FDA (Food and Drug Administration) che è l’ente governativo statunitense
che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici,
così come l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l’American Hearth
Association, l’American Dietetic Association, ce ne sono anche altri, sconsigliano
l’assunzione di grandi quantità, nella dieta, di olio di cocco per la ricchezza
di grassi saturi. Negli ultimi anni, a dispetto di quanto consigliato, l’olio
di cocco ha conosciuto un aumentato consumo, soprattutto fra persone che acquistano
prodotti nei negozi di alimentazione naturale (Wikipedia)
La British Hearth Association ritiene che non ci siano sufficienti ricerche
per fornire una risposta definitiva sui grassi dell’olio di cocco.
Scritto da Angela Ballarati per http://www.naturopataonline.org/alimentazione/grassi/16111-olio-di-cocco-26-proprieta-e-benefici.html
Metti “mi piace” sulla mia pagina facebook: benessere
natural-mente
SEGUI IL MIO BLOG: http://benessere-natural-mente.blogspot.it/
Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati
a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo
a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità
accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le
indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire
le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile
delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione
del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove,
solo citando la fonte: autore e link attivo del blog. Questo blog non
rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna
periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi
della legge n. 62 del 07.03.2001.
it.wikipedia.org/wiki/Olio_di_cocco - .my-personaltrainer.it/nutrizione/acido-laurico.html - http://www.oliodicocco.eu/ - Curare in maniera naturale
l’ipotiroidismo Raul Vergini - www.bhf.org.uk/heart-matters-magazine/nutrition/ask-the-expert/coconut-oil - - www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17180807 - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=coconut+oil+and+insulina (newsmax.com/Health/Headline/coconut-oil-reasons-use/2016/01/27/id/711517/
- (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26667739 - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26788013 -
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24320105
Nessun commento:
Posta un commento