BORSA DEL
PASTORE, pianta spontanea ed infestante, è EMOSTATICA e ANTIEMORRAGICA NATURALE, utile in caso di varici, emorroidi e ipertensione
Le foglie giovani della rosetta basale sono COMMESTIBILI
Borsa del pastore, erba di Giuda, erba borsa, casetina, erba ciocca, borsacchina,
sono solo alcuni dei nomi locali attribuiti alla Capsella bursa pastoris, una pianta spontanea, diffusa in tutto il
mondo, tranne che nelle regioni aride. Il suo nome deriva dalla somiglianza alla borsa del pastore utilizzata per raccogliere i semi delle piante. Della famiglia
delle brassicaceae o crucifere, come il cavolo, è considerata quasi infestante
e cresce tra le macerie, lungo i vecchi muri, in pianura e in montagna, fino a
2000 metri. L’ho trovata nel mio giardino senza identificarla subito,
immaginavo delle “borse” un po’ più evidenti. Le foglie si diramano al suolo,
lunghe e strette, il fusto è esile e i fiori, piccoli, bianchi a grappoli,
compaiono da primavera a fine estate. Si raccoglie durante tutto l’anno, prima
della fioritura, e si utilizza la parte superiore che dovrebbe essere consumata
fresca o poco tempo dopo la raccolta. Secondo alcuni autori l’attività maggiore
si esplica con la pianta fresca , altri sono di parere opposto, ad ogni modo,
si essicca all’ombra e si conserva al riparo da luce e umidità. Si utilizzano le sommità fiorite. L’odore
della pianta non è gradevole e il sapore è acre come quello delle crucifere, ma
meno intenso. E’ una pianta ancora molto da studiare.
LEGGENDA.
La leggenda narra di un pastore che curava le ferite delle sue pecore con
impacchi di quest’erba e che riuscì anche a fermare l’emorragia di una donna
facendole bere, ogni ora, un cucchiaino di succo fresco dell’erba. Infatti, gli
IMPACCHI delle foglie della rosetta basale, tritate, aiutano la cicatrizzazione
delle ferite.
Un tempo, dai semi si estraeva olio ed è stata molto
impiegata, in passato, come alimento. Infatti sono stati ritrovati dei semi di
Borsapastore nello stomaco dell’uomo di Tollund, vissuto nel 500 a.C – 400 d.C.
circa.
COSA CONTIENE E QUALI
SONO LE SUE PROPRIETA’
Contiene tannini (astringenti), alcaloidi,
flavonoidi, amminoacidi, sali minerali, mucillagini, saponine, vitamina K
(antiemorragica) e glucosidi. Nella tradizione popolare la pianta è sempre
stata usata per arrestare le emorragie
e le mestruazioni troppo abbondanti,
provoca (grazie ad un peptide) la contrazione della muscolatura uterina.
Spesso, durante la I Guerra Mondiale, i soldati feriti venivano trattati con
infusi di borsa pastore per fermare le emorragie. Possiede proprietà ASTRINGENTI, ANTIEMORRAGICHE, EMOSTATICHE, IPOTENSIVE
ed è un TONICO UTERINO. Oltre alle
emorragie, si utilizza in caso di dissenteria,
varici, emorroidi ed ipertensione.
COME SI UTILIZZA
L’INFUSO
(versare 200 ml di acqua bollente su 3 g di pianta fresca, lasciare in
infusione per 10 minuti e filtrare), come il DECOTTO, utilizza le sommità fiorite della pianta fresca. Con l’infuso, anche la TINTURA MADRE,
che si trova già preparata nelle erboristerie, ottenuta per macerazione in
alcol alimentare e acqua, delle parti aeree, è utile per mestruazioni
abbondanti, metrorragie e menorragie di lieve entità, varici, cistite,
emorroidi e diarrea; sempre con l’infuso si possono fare lavande in caso di
leucorrea.
Mességué
(Il mio erbario) consiglia il decotto “contro persistenti emorragie al naso:
una piccola manciata di pianta secca in un litro d’acqua. (Da 3 a 4 tazze al
giorno. O anche, più semplicemente, inzuppare un tampone nel decotto e metterlo
nel naso.)”
ALIMENTO.
Le foglie giovani della rosetta basale si consumano come una qualsiasi verdura,
vengono raccolte prima della fioritura, altrimenti ha un gusto sgradevole. E’
consigliato abbinarla ad altre verdure perché il sapore non è eccellente, ma
abbinata al radicchio o nella frittata è ottima, in alcuni luoghi si consuma
anche cotta.
ATTENZIONE.
E’ controindicata a chi soffre di ipotensione (pressione bassa), alle donne in
gravidanza perché stimola la contrazione uterina, alle persone che hanno subito
attacchi di cuore o hanno avuto trombi, in quanto favorisce la coagulazione del
sangue, e a chi assume farmaci per la tiroide.
Le piante sono “chimica”, il fai-da-te è
sconsigliato quando si intende farne una terapia, molte hanno interazioni con i
farmaci anche gravi, per cui è sempre salutare chiedere il parere medico.
Scritto da Angela Ballarati
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