PIANTAGGINE, spontanea, mangereccia, comune e
così preziosa.
Antinfiammatoria, lenitiva e cicatrizzante.
Per la pelle, l’acne, la tosse …
Piantaggine in cucina.
Quando raccoglierla e come conservarla.
La piantaggine, Plantago major, P. lanceolata, P. media,
della famiglia della plantaginaceae, costituisce un gruppo di erbacee con
rizoma fibroso da cui dipartono più steli fiorali (20-30 cm)
E’ chiamata anche lingua di cane, orecchia di asino,
mestolaccio …
Le foglie sono disposte a rosetta, spesso aderenti al
terreno, con forma lanceolata (P. lanceolata) o ovale ellittica (P. major), solcate
da nervature.
Priva di fusto, la piantaggine si distingue per le sue
spighe che possono raggiungere i 30 cm.
Il frutto è
oblungo e contiene semi neri rugosi.
E’ una pianta molto comune vicino ai sentieri, nei prati
e negli incolti, sia in collina che in pianura.
QUANDO
SI RACCOGLIE
Le foglie si
raccolgono in primavera ed in estate, si utilizzano fresche o essiccate. Anche
i semi e la radice si utilizzano, ma meno spesso. I semi si raccolgono da
agosto a settembre quando le spighe iniziano ad assumere un colore marrone e
vengono essiccati velocemente al sole.
COME
SI CONSERVA
Le foglie si essiccano all’ombra e si conservano in
sacchetti di carta o tela.
Le spighe essiccate si battono per separare i semi che vengono
setacciati e si conservano in recipienti di vetro al riparo dall’umidità.
COSA CONTIENE e quali sono le sue PROPRIETA’
La pianta contiene glucosidi
che possiedono proprietà antinfiammatorie e antiallergiche, in particolare
l’aucubina.
E’ una pianta ricca di tannini con proprietà astringenti, mucillagini (lenitive e calmanti per l’apparato gastrointestinale),
flavonoidi (antiossidanti e
anti-radicali liberi) e oligoelementi come lo zinco, ottimo per la funzionalità tiroidea e per il sistema
immunitario.
Contiene buone quantità di potassio che regola il battito cardiaco, aiuta i reni ad eliminare
le tossine e regola l’attività neuromuscolare.
Tutte le specie raggruppate sotto il nome di
piantaggine, per i principi contenuti,
sono vulnerarie (cioè svolgono
azione cicatrizzante sulle ferite e sulle piaghe), sono astringenti
e oftalmiche.
La piantaggine è antinfiammatoria,
antibatterica, antiallergica e un blando diuretico.
Le mucillagini contenute svolgono un’azione calmante e
lenitiva.
L’aucubina e la baicaleina, un flavone, sono efficaci
antinfiammatori.
Uno studio del 2015, in vitro, dell’Università di
Indianapolis, ha concluso che l’aucubina e la baicaleina riducono la crescita e
la formazione di biofilm della Candida Albicans, risultando promettenti
antimicotici (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26618515).
COME SI UTILIZZA
Come alimento può essere utilizzata fresca nelle
insalate oppure lessata con altre
verdure o nelle minestre. Si raccolgono le giovani foglie della rosetta basale,
sono ottime, sempre mischiate con altre erbe, crude o cotte come ripieni per
torte salate o condite come gli spinaci.
Le foglie sono disponibili tutto l’anno.
Un’idea veloce? Sbollentate la piantaggine e passatela in
padella con olio, scalogno e sale per
insaporire. Riempite della pasta brisèe e cuocete in forno. Per i più golosi,
che non hanno problemi con i latticini, si può aggiungere ricotta e pecorino.
Il succo fresco si ricava dalle foglie fresche
con la centrifuga o l’estrattore. Si consuma al momento per mantenere intatte
le proprietà nutritive.
La tisana di foglie si ottiene versando 150 ml di
acqua bollente su 2 g di foglie essiccate o 4 g di foglie fresche. Coprite e
lasciate in infusione per 10 minuti, filtrate e bevete.
L’infuso si utilizza in caso di diarrea, enterite, dissenteria, catarri bronchiali, tosse,
ma anche, opportunamente raffreddato, per impacchi su occhi infiammati o con congiuntivite allergica e anche sulla pelle
infiammata.
INFUSO di PIANTAGGINE per la flebite. Versare 1 lt di
acqua bollente su 5 cucchiai di piantaggine (pianta intera) e un cucchiaino di
anice verde (semi), lasciando riposare per 10 minuti. Filtrare e bere 4 tazze
al giorno.
Gargarismi, sempre l’infuso, sono utili in caso di
mal di gola.
La tintura madre si ottiene macerando in una
miscela, di alcol alimentare e acqua, le foglie raccolte fra giugno e luglio.
Nelle erboristeria si trova già pronta.
Trova impiego nelle infezioni dello stomaco, dell’intestino e delle vie urinarie.
LA
PIANTAGGINE PER LA PELLE
Cataplasmi di foglie pestate e succo si utilizzano
su piaghe, piccole ferite, scottature e punture d’insetto. Imbevete una piccola pezzuola e applicate sulla
zona infiammata.
BAGNO o COMPRESSA di PIANTAGGINE. Far bollire, per 10
minuti, 50 g di foglie di piantaggine in un litro d’acqua. Filtrate, spremendo
bene, e utilizzate per lavaggi o come compressa sulla pelle.
PER
LA TOSSE E IL MAL DI GOLA
La sua azione antinfiammatoria, lenitiva ed espettorante
la rendono utile in caso di tosse in forma di tisana, tintura madre o
gargarismi.
PER
GLI OCCHI CONGESTIONATI
Il collirio di piantaggine, ottenuto dalle foglie
fresche, aiuta a decongestionare gli occhi irritati. Si trova pronto nelle
erboristerie.
PER
L’ACNE E LA PELLE SENSIBILE
In cosmetica si impiega l’infuso come lozione per
il viso in caso di acne. Gli estratti acquosi possiedono proprietà idratanti e
vengono impiegati in maschere e creme per normalizzare le pelli secche e
parzialmente disidratate.
Aggiunto all’acqua del bagno ha effetto emolliente e
rinfrescante.
In passato si utilizzavano anche i semi per produrre un
decotto utile per la tosse.
CURIOSITA’
Le spighe sono appetite dai canarini.
Anticamente era utilizzata per le infiammazioni, per le emorroidi
e veniva data agli anemici.
Il folklore popolare le attribuisce da sempre il potere
di stimolare la fertilità. In passato, in alcune regioni europee, quando una
donna partoriva, la sua placenta si sotterrava, in un campo sotto la
piantaggine, pronunciando una formula magica: “Ciò che è coltivato in questo
campo si riproduca come la piantaggine”.
CONTROINDICAZIONI
Consultare il medico prima di utilizzarla a scopo
terapeutico. Cautela in caso i ipersensibilità ad uno dei componenti, per
scongiurare allergie crociate con altre Plantaginaceae. Interazioni
farmacologiche con lassativi e ipotensivi.
Scritto da Angela
Ballarati
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RispondiEliminaGrazie.
Eliminaanche io lo uso faccio thè o per le ferite metto le fogli sul la ferita,grazie
RispondiEliminaBella testimonianza, grazie. Prima ne avevo in giardino, ora non più, tarassaco, topinambur e pratoline l'hanno soppiantata.
EliminaMille Grazie per questa bella informazione.
RispondiEliminaGrazie per suggerimenti.io che la trovavo nel mio piccolo giardino,e la strappavo.da oggi sarò più attenta.
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