Salvia: la pianta, cosa contiene, quando può essere utile e i
rimedi più comuni, come si utilizza, la
coltivazione in vaso, alcuni studi, storia e controindicazioni
La pianta
Foto di Wolfgang Eckert da Pixabay
La pianta di salvia, Salvia officinalis, della famiglia
delle Lamiaceae, è originaria delle regioni aride del Mediterraneo e viene
coltivata in tutto il mondo per le sue proprietà medicamentose.
Arriva a un metro di altezza, cresce in tutta Italia,
dove viene coltivata negli orti, mentre allo stato spontaneo è diffusa nella
zona mediterranea delle regioni centrali e meridionali.
La pianta, le cui parti utilizzate sono le foglie dal
sapore aromatico e speziato, è
conosciute localmente come Sauvia in Liguria, Marlipò in Piemonte, Erba
Mascadella in Lombardia, Erba sacra in Toscana, Salvia bianca in Sardegna.
La salvia, in passato e ancora oggi, si utilizza per
aromatizzare i piatti e come cura di bellezza; è importante anche dal punto di
vista medicamentoso.
Il suo nome deriva dal latino salvus, ossia salvato, sano.
Le foglie, che possono raggiungere la lunghezza
di 5 cm, sono ovali, spesse, vellutate e di colore verde-grigio.
I fiori sono piccoli e, a seconda della specie,
possono presentarsi di colore viola, rosa, bianchi, blu o rossi. I fiorellini e
le foglie hanno un odore molto aromatico e gradevole.
La raccolta delle foglie si effettua a luglio, prima che
si aprano i boccioli, tagliando l’intera pianta a10 cm da terra. Si conserva,
essiccata, in sacchetti di carta o di tela.
Cosa contiene
Le principali sostanze fitochimiche presenti nei fiori,
nelle foglie e nel fusto di Salvia Officinalis sono ben identificate:
alcaloidi, acidi grassi, derivati glicosilici (glicosidi flavonoidi, saponine),
composti fenolici (cumarine, flavonoidi,
tannini), terpeni e oli essenziali.
E’ ricca di
vitamine C, B1 ed estrogeni che l’hanno fatta apprezzare fin dall’antichità.
La maggior parte delle sostanze fitochimiche sono contenute
nel suo olio
essenziale, più di 120 componenti come borneolo, canfora,
cariofillene,cineolo, pinene e tujone. L’estratto alcolico e acquoso sono
ricchi di flavonoidi come l’acido rosmarinico e luteolina. Nell’infusione sono
stati identificati diversi flavonoidi come l’acido ellagico, epigallocatechina,
quercitina, acido rosmarinico, rutina, ma anche borneolo, cineolo, tujone e
canfora. Nell’infusione, l’acido rosmarinico e l’acido ellagico sono i
flavonoidi più abbondanti. I carboidrati più abbondanti sono: arabinosio,
galattosio, glucosio,mannosio. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5634728/
La review confronta le sostanze presenti nei fiori, nelle
foglie e nello stelo. La maggior componente del fusto è il linalolo, per i
fiori è l’alfa-pinene e il cineolo, mentre nelle foglie i fitochimici di
maggior rilievo sono costituiti dalla canfora, il limonene, il tujone,
l’acetato di bornile e il canfene.
Come per tutte le piante officinali è importante il luogo
di crescita perché il terreno e le
condizioni ambientali variano la percentuale dei fitochimici presenti.
Quando può essere utile e i rimedi più comuni
Come disinfettante, antinfiammatorio delle mucose
della bocca e in caso di piccole ferite. Gli oli essenziali
contenuti hanno proprietà antibatteriche e antisettiche, mentre i tannini,
astringenti, ne fanno un buon rimedio per tutti i casi di infiammazione delle
mucose
Per purificare l’alito e come sbiancante per i denti
si utilizzano le foglie fresche a secco e si strofinano sui denti. La salvia è
un ingrediente di molti dentifrici naturali.
La sua proprietà antisudorifera è confermata da molti studi che
riportano la sua utilità nel diminuire la sudorazione del 50%, con effetto
massimo dopo due ore dall’ingestione. Si utilizza la tisana o la tintura madre.
Sono in commercio molti deodoranti naturali a base di salvia.
Per la sua azione vulneraria, in passato, le foglie
triturate venivano applicate sulle piccole ferite e sulle abrasioni.
Gli antiossidanti contenuti funzionano come conservanti
rallentando il processo di degradazione di carne, pesce e alimenti applicando
le foglie pulite sulle superfici.
Nelle infiammazioni gastriche e intestinali aiuta i processi digestivi,
stimola la funzionalità intestinale e della cistifellea. E’ antispasmodica ed è indicata in caso di
digestione lenta, crampi, coliche e nausea. E’ indicata la tisana.
Mal di gola, afte e gengiviti possono trarre
sollievo da gargarismi caldi col decotto. In caso di stomatiti, afte,
gengiviti, gengive sanguinanti, faringiti, mal di gola e tonsilliti sono di
aiuto gli sciacqui, da ripetersi più volte al giorno, con la tisana per uso
esterno. L’effetto lenitivo e
antinfiammatorio è esercitato dalla vitamina B1 e C.
La salvia contiene fitoestrogeni, sostanze simili agli
ormoni, che risultano utili nella regolazione del ciclo mestruale e di alcuni
sintomi che si presentano in menopausa. La tintura madre di salvia si utilizza in menopausa
per alleviare i sintomi ad essa collegati come le vampate di calore e la
sudorazione eccessiva.
Accelera le contrazioni del parto e per questo è
sconsigliata in gravidanza e allattamento.
In caso di mestruazioni scarse o poco regolari viene
consigliata la tintura madre di salvia, a volte in associazione al macerato
glicerinato di lampone (Rubus idaeus M.G.) . E’ sconsigliato il fai da te,
chiedere sempre il parere medico prima di intraprendere una terapia.
In questa review https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5634728/ vengono riuniti gli studi
sulle attività farmacologiche della salvia officinalis per documentare il suo
utilizzo nella tradizione e per scoprire
nuove proprietà. I risultati evidenziano
un’ampia gamma di attività farmacologiche che includono effetti antitumorali, antinfiammatori,
antinocicettivi, antiossidanti, antimicrobici, antimutageni, antidemenza,
ipoglicemici e ipolipidemici.
Vi sono prove crescenti che suggeriscono che Salvia Officinalis abbia effetti positivi sulle funzioni cognitive e sulla memoria grazie soprattutto alla presenza dell’acido rosmarinico. Uno studio controllato randomizzato di Akhondzadeh et al. ha mostrato, a fronte di un trattamento di 4 mesi con estratto idroalcolico di S.o., un miglioramento delle funzioni cognitive nei pazienti con malattia di Alzheimer lieve o moderata. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16205785/
L’articolo riporta i risultati farmacologici riportati in
letteratura (effetti antitumorali, antinocicettivi, antiossidanti,
antimicrobici, ipoglicemizzanti, ipolipidemici e potenziamento della memoria) e
da studi clinici (attività ipolipemizzante, antinocicettiva e potenziamento
della memoria).
Le
possibili applicazioni terapeutiche andranno chiarite in studi futuri che
dovranno comprendere i meccanismi molecolari responsabili degli effetti, la
tossicità e l’interazione con farmaci.
Come si utilizza
Alimento
Come alimento le foglie di salvia si impiegano in
numerose ricette perlopiù come aromatizzante.
Uno degli impieghi più noti è burro e salvia come condimento dei ravioli, ma
anche le foglie di salvia fritte, tipico piatto toscano.
Come il rosmarino, contiene degli oli essenziali che
prevengono l’irrancidimento dei cibi. Quando i cibi non possono essere
conservati al freddo, si può aggiungere
una buona quantità di foglie.
La salvia si usa per aromatizzare i formaggi e nella
cottura della carne.
Tisana/Infuso
La tisana si ottiene versando 120 ml di acqua bollente su
2 g di foglie, si lascia in infusione per 10 minuti e si filtra.
Tisana per uso esterno
Versare 100 ml di acqua bollente su 4 g di foglie,
coprire, lasciare in infusione per 10 minuti e filtrare.
Tintura madre
La tintura madre si ottiene triturando le foglie,
raccolte fra giugno e luglio, che vengono fatte macerare per tre settimane in
una miscela di alcol alimentare e acqua. Si filtra e si utilizza. Si trova già
preparata nelle erboristerie.
Olio essenziale
L’olio essenziale di Salvia officinalis è ricco di
tujone, un chetone, con un odore di mentolo, che risulta essere neurotossico. La
comparsa di effetti tossici è legata alla concentrazione. Questo è il motivo
per cui l’olio essenziale in commercio è distillato,soprattutto, dalla Salvia
sclarea, considerata più blanda rispetto alla officinalis. La Sclarea o “erba
moscatella” è utilizzata spesso in enologia per l’aroma di moscato emanato
dalle sue foglie macerate nell’aceto.
Coltivazione in vaso
La salvia si presta molto bene alla coltivazione in vaso.
Si moltiplica per talea o per seme. In primavera si semina in posizione
soleggiata, ama il sole e il caldo. Va annaffiata con moderazione perché non
ama i ristagni idrici. Il terreno deve essere neutro e permeabile per
consentire il drenaggio.
Un po’ di storia
La salvia è conosciuta per le sue proprietà medicamentose
fin dall’antichità. Ogni monastero aveva il proprio “orto dei semplici”. Si trattava
di un orto in cui i monaci coltivavano le erbe e le piante medicinali perché
una delle funzioni dei monasteri e dei conventi era quella assistenziale,
rivolta ai molti che un tempo percorrevano le vie della fede, i pellegrini. Vi
si poteva trovar ristoro, ospitalità e cure. Le più note erbe e piante che
trovavano posto nel giardino dei semplici erano: l’aglio, il basilico, la
camomilla, il ginepro, il finocchio, la lavanda, il cumino, la salvia e altre
piante. Naturalmente una parte era riservata a quelle piante che potevano avere
effetti mortali come il papavero da oppio, il giusquiamo, lo stramonio, la
mandragora, l’aconito, la belladonna, il colchico e la digitale.
La Scuola Salernitana pensava che la salvia prolungasse la vita a chi
la coltivava nell’orto. La Scuola ebbe origine fin dal IX-X secolo d.C. era
laica e vi si insegnava la cura del corpo, ma anche il diritto. Presero lezioni
dai classici greci e latini come Ippocrate e Galeno, ma anche dagli arabi e dai
bizantini.
La salvia era tra le piante più comuni, apprezzata sia a
livello culinario sia a livello curativo. Era infatti utile per “confortare i
nervi”e “togliere i tremori dalle mani”, calmare gli accessi di febbre e rinvigorire
il fisico. Era tra le erbe considerate femminili, come il prezzemolo e la ruta,
utilizzata per regolare il flusso, ma anche a scopi abortivi.
Controindicazioni
La salvia è sconsigliata: in gravidanza e allattamento
(deprime la secrezione lattea), composti come canfora e tujone possono avere
effetti tossici sul feto e in caso di insufficienza renale. Non va utilizzata
in persone a cui è controindicata l’assunzione di estrogeni. Non utilizzare per
periodi prolungati e non superare le dosi indicate dal terapeuta perché è
presente un principio tossico che in quantità elevate può provocare
tachicardia, vampate di calore, reazioni allergiche, vomito e convulsioni.
L’azione pro-convulsivante dell’olio essenziale di Salvia officinalis è dovuta
al suo effetto diretto sul sistema nervoso.
Scritto da Angela Ballarati
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