sabato 7 febbraio 2015

MENOPAUSA, ALIMENTAZIONE E FITOESTROGENI: cosa sono, perchè utilizzarli e quali cibi ne sono ricchi.

Nelle puntate precedenti ho scritto di come in menopausa, con la diminuzione di alcuni ormoni, vengano meno certe “protezioni” riguardanti il sistema cardiovascolare. Oltre alle vampate, la sudorazione notturna, la mancanza di energia, le turbe del sonno, la secchezza vaginale, il calo del desiderio … della serie non ci facciamo mancare nulla, altri disturbi più subdoli e ai quali i medici pongono subito attenzione, sono l’aumento del colesterolo, della glicemia e dei livelli pressori, oltre naturalmente alla tanto temuta osteoporosi.
Conoscere quali possono essere le trasformazioni a cui si va incontro può aiutare, anche se le nostre mamme non avevano queste informazioni e vivevano bene lo stesso, anzi meglio.
Ancora non ho parlato dei disturbi a carico dell’Apparato Urogenitale:  sempre per  la diminuzione degli estrogeni, si verifica una perdita di elasticità, tono e lubrificazione. Questo espone ad un maggiore secchezza e  predisposizione allo sviluppo di infiammazioni ed infezioni.
A carico del tessuto connettivo, del tessuto sottocutaneo e della cute, la mancanza di estrogeni si estrinseca con perdita del tono muscolare, si accentuano le rughe e, come se ci mancasse qualcosa, si possono manifestare diradamento dei capelli e comparsa o aumento della peluria sul mento e sul labbro superiore. Evvai!
Tranquille, non è un bollettino di guerra, a me i baffetti non sono ancora venuti e se anche dovessero, è vicino il Carnevale, mi travestirò da uomo.
Credo sia un film dell’anno scorso ( “Ci vuole un gran fisico”), con una dolcemente ironica Finocchiaro in piena menopausa. Esilarante la trovata dell’Angelo della Menopausa che la traghetta verso un cambiamento, soprattutto mentale di accettazione, inevitabile. Be’ quando sono un po’ giù me lo rivedo, fa sempre bene riderci sopra, sdrammatizza.  Insomma, torniamo sempre  all’atteggiamento con il quale ogni donna si confronta con questo periodo delicato di cambiamento. Non smetto di ripeterlo,trovatevi degli interessi nuovi, coltivate le vostre passioni, anche le meno praticabili, sognate … e soprattutto: vietata la lamentela fine a se stessa e DIVERTITEVI!  “Hai la vita davanti” è una simpatica frase pronunciata da un’arzilla ottantenne alle mie lamentele sull’età che avanza. E’ vero, si tratta sempre di prospettiva!
Torniamo a noi,  parlavamo di calo del tono muscolare, rughe ecc… e della responsabilità degli estrogeni, un aiuto possiamo trovarlo nell’alimentazione.  Molti cibi svolgono un’azione estrogeno-mimetica, cioè determinano un’azione simile a quella degli estrogeni, stiamo parlando di FITOESTROGENI. I cibi più ricchi di fitoestrogeni sono i legumi come la soia, i ceci e le lenticchie ma ne sono ricchi anche i vegetali, i cereali integrali e quasi tutta la frutta.
I fitoestrogeni sono di vario tipo, ed è nel nostro intestino, a cura della flora batterica intestinale che sostanze come gli ISOFLAVONI,i LIGNANI e i CUMESTANI, si convertono in sostanze estrogeno-simile.
I lignani sono contenuti principalmente nei vegetali e nei cereali ma anche in alcuni semi oleosi, come i semi di lino. Non a caso alcuni nutrizionisti ne caldeggiano il consumo, in virtù della ricchezza in omega3 (proteggono il sistema cardiovascolare), possiedono un’azione antivirale, antifungina e antibatterica, oltre a funzionare come regolatori intestinali combattendo la stitichezza (ricordatevi che vanno macinati o pestati prima del consumo).
 I cumestani sono contenuti per la maggior parte nei germogli dei fagioli e nell’alfalfa. 

Cos’è l’alfalfa? E’ una pianta erbacea delle leguminose, Medicago sativa ma anche erba medica, conosciuta per i suoi vari benefici, riduce il gonfiore e la ritenzione idrica, facilita il recupero in caso di malattia, può aiutare a disintossicare l’organismo, allevia i sintomi dell’artrite e aiuta il mantenimento del peso forma. E’ un’eccellente fonte di proteine e contiene vitamina K, calcio, magnesio e potassio, insomma, consumata sotto forma di germogli, è una sferzata di energia con poche calorie!
Gli isoflavoni li possiamo trovare soprattutto nei legumi. La soia è, tra i legumi, la più ricca di isoflavoni. I fagioli di soia sono poco versatili in cucina, in genere si utilizzano il latte di soia, il tofu (formaggio ottenuto dalla soia), salsa di soia, farina di soia e miso (come pasta semisolida si aggiunge alle minestre).
E’ necessario aprire una parentesi quando si parla della soia perché la maggior parte è OGM, cioè geneticamente modificata, per cui prestare attenzione alle etichette è doveroso e acquistare BIO un’esigenza.
Le donne orientali subiscono una minore incidenza di sintomi legati alla menopausa, questo fatto è stato attribuito al consumo di isoflavoni, la soia in tutte le sue forme è onnipresente nella cucina orientale. Uno studio australiano ha rilevato una diminuzione delle vampate, pari al 40 %, nelle donne che avevano inserito nella loro dieta 45 grammi di farina di soia al giorno. Oltre a questo effetto va aggiunto che gli isoflavoni svolgono anche un’efficace azione protettiva nei confronti dell’osteoporosi,  delle malattie cardiovascolari e aiutano a regolarizzare i livelli di colesterolo. Il suo effetto non è benefico solo in menopausa ma, molte ricerche confermano che, mentre in menopausa sono utili per la loro proprietà estrogeno-simile, nell’età fertile l’effetto benefico è antiestrogenico, quindi apparentemente in antitesi. Il fatto si spiega con l’azione riequilibrante degli isoflavoni:  in età fertile gli ormoni  vengono riequilibrati proteggendo da alcune forme di tumore al seno (che secondo la medicina ufficiale sono causati da un eccessivo livello di ormoni), anche in menopausa gli isoflavoni svolgono un’azione riequilibrante ma colmando, almeno in parte, una carenza. L’azione anti-tumorale della genisteina, principale isoflavone contenuto nella soia, è inibente sulla proliferazione cellulare di alcuni tipi di cancro mammario riducendo la crescita dei vasi sanguigni che nutrono i tumori. Alcuni farmaci utilizzati nei tumori della mammella sono antiestrogeni, cioè inibiscono l’azione di alcuni recettori per gli estrogeni, che favoriscono la proliferazione cellulare. Lo studio e le ricerche sugli isoflavoni della soia sono partiti da una minore incidenza del tumore alla mammella in paesi come il Giappone, ma in Cina, l’accertamento di questo tumore è altrettanto basso, così come il consumo di soia, rispetto al Giappone. Uno studio americano, dell’Università di Miami, condotto su donne in menopausa, dichiara che gli isoflavoni sono inefficaci nella prevenzione dell’osteoporosi e dei sintomi della menopausa. Insomma, come al solito si rincorrono studi e ricerche a volte contraddittori, a volte sembrano minimizzare gli effetti di alcune sostanze naturali … è vero che probabilmente non è un singolo elemento ma l’insieme a determinare un effetto, ma è altrettanto vero che la ricerca e lo studio di sostanze naturali, non brevettabili, non attira i finanziamenti. Certo è che un’alimentazione più sana, con meno farine raffinate, meno cibi confezionati, meno carne,  insaccati e zuccheri è una sana e semplice prevenzione, e alcuni medici ginecologi consigliano buone abitudini alimentari e consumo di prodotti a base di soia o derivati già dai 40 anni, introducendo l’assunzione in modo graduale per dar modo alla flora batterica intestinale di adattarsi al nuovo cibo.
Esistono in commercio degli integratori a base di isoflavoni ma è stato rilevato che l’assimilazione è maggiore quando si consuma come fonte alimentare.
Alla prossima con la fitoterapia e l’omeopatia in menopausa.
Scritto da Angela Ballarati.                                           
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