Nelle
puntate precedenti ho scritto di come in menopausa, con la diminuzione di
alcuni ormoni, vengano meno certe “protezioni” riguardanti il sistema cardiovascolare.
Oltre alle vampate, la sudorazione notturna, la mancanza di energia, le turbe
del sonno, la secchezza vaginale, il calo del desiderio … della serie non ci
facciamo mancare nulla, altri disturbi più subdoli e ai quali i medici pongono
subito attenzione, sono l’aumento del colesterolo, della glicemia e dei livelli
pressori, oltre naturalmente alla tanto temuta osteoporosi.
Conoscere
quali possono essere le trasformazioni a cui si va incontro può aiutare, anche
se le nostre mamme non avevano queste informazioni e vivevano bene lo stesso,
anzi meglio.
Ancora non ho parlato dei disturbi a carico
dell’Apparato Urogenitale: sempre per
la diminuzione degli estrogeni, si verifica una perdita di elasticità,
tono e lubrificazione. Questo espone ad un maggiore secchezza e predisposizione allo sviluppo di
infiammazioni ed infezioni.
A carico del
tessuto connettivo, del tessuto
sottocutaneo e della cute, la mancanza di estrogeni si estrinseca con
perdita del tono muscolare, si accentuano le rughe e, come se ci mancasse
qualcosa, si possono manifestare diradamento dei capelli e comparsa o aumento
della peluria sul mento e sul labbro superiore. Evvai!
Tranquille,
non è un bollettino di guerra, a me i baffetti non sono ancora venuti e se
anche dovessero, è vicino il Carnevale, mi travestirò da uomo.
Credo sia un
film dell’anno scorso ( “Ci vuole un gran fisico”), con una dolcemente ironica
Finocchiaro in piena menopausa. Esilarante la trovata dell’Angelo della
Menopausa che la traghetta verso un cambiamento, soprattutto mentale di
accettazione, inevitabile. Be’ quando sono un po’ giù me lo rivedo, fa sempre
bene riderci sopra, sdrammatizza. Insomma,
torniamo sempre all’atteggiamento con il
quale ogni donna si confronta con questo periodo delicato di cambiamento. Non
smetto di ripeterlo,trovatevi degli interessi nuovi, coltivate le vostre
passioni, anche le meno praticabili, sognate … e soprattutto: vietata la
lamentela fine a se stessa e DIVERTITEVI!
“Hai la vita davanti” è una simpatica frase pronunciata da un’arzilla
ottantenne alle mie lamentele sull’età che avanza. E’ vero, si tratta sempre di
prospettiva!
Torniamo a
noi, parlavamo di calo del tono
muscolare, rughe ecc… e della responsabilità degli estrogeni, un aiuto possiamo
trovarlo nell’alimentazione. Molti cibi
svolgono un’azione estrogeno-mimetica, cioè determinano un’azione simile a
quella degli estrogeni, stiamo parlando di FITOESTROGENI. I cibi più ricchi di
fitoestrogeni sono i legumi come la soia, i ceci e le lenticchie ma ne sono
ricchi anche i vegetali, i cereali integrali e quasi tutta la frutta.
I
fitoestrogeni sono di vario tipo, ed è nel nostro intestino, a cura della flora
batterica intestinale che sostanze come gli ISOFLAVONI,i LIGNANI e i CUMESTANI,
si convertono in sostanze estrogeno-simile.
I lignani
sono contenuti principalmente nei vegetali
e nei cereali ma anche in alcuni semi
oleosi, come i semi di lino. Non
a caso alcuni nutrizionisti ne caldeggiano il consumo, in virtù della ricchezza
in omega3 (proteggono il sistema cardiovascolare), possiedono un’azione
antivirale, antifungina e antibatterica, oltre a funzionare come regolatori
intestinali combattendo la stitichezza (ricordatevi che vanno macinati o
pestati prima del consumo).
I cumestani sono contenuti per la maggior
parte nei germogli dei fagioli e
nell’alfalfa.
Cos’è l’alfalfa? E’ una pianta erbacea delle
leguminose, Medicago sativa ma anche erba medica, conosciuta per i suoi vari
benefici, riduce il gonfiore e la ritenzione idrica, facilita il recupero in
caso di malattia, può aiutare a disintossicare l’organismo, allevia i sintomi
dell’artrite e aiuta il mantenimento del peso forma. E’ un’eccellente fonte di
proteine e contiene vitamina K, calcio, magnesio e potassio, insomma, consumata
sotto forma di germogli, è una sferzata di energia con poche calorie!
Gli
isoflavoni li possiamo trovare soprattutto nei legumi. La soia è, tra i legumi, la più ricca di isoflavoni. I
fagioli di soia sono poco versatili in cucina, in genere si utilizzano il latte
di soia, il tofu (formaggio ottenuto dalla soia), salsa di soia, farina di soia
e miso (come pasta semisolida si aggiunge alle minestre).
E’
necessario aprire una parentesi quando si parla della soia perché la maggior
parte è OGM, cioè geneticamente modificata, per cui prestare attenzione alle
etichette è doveroso e acquistare BIO un’esigenza.
Le donne
orientali subiscono una minore incidenza di sintomi legati alla menopausa,
questo fatto è stato attribuito al consumo di isoflavoni, la soia in tutte le
sue forme è onnipresente nella cucina orientale. Uno studio australiano ha
rilevato una diminuzione delle vampate, pari al 40 %, nelle donne che avevano
inserito nella loro dieta 45 grammi di farina di soia al giorno. Oltre a questo
effetto va aggiunto che gli isoflavoni svolgono anche un’efficace azione
protettiva nei confronti dell’osteoporosi,
delle malattie cardiovascolari e aiutano a regolarizzare i livelli di
colesterolo. Il suo effetto non è benefico solo in menopausa ma, molte ricerche
confermano che, mentre in menopausa sono utili per la loro proprietà
estrogeno-simile, nell’età fertile l’effetto benefico è antiestrogenico, quindi
apparentemente in antitesi. Il fatto si spiega con l’azione riequilibrante
degli isoflavoni: in età fertile gli
ormoni vengono riequilibrati proteggendo
da alcune forme di tumore al seno (che secondo la medicina ufficiale sono
causati da un eccessivo livello di ormoni), anche in menopausa gli isoflavoni
svolgono un’azione riequilibrante ma colmando, almeno in parte, una carenza.
L’azione anti-tumorale della genisteina, principale isoflavone contenuto nella
soia, è inibente sulla proliferazione cellulare di alcuni tipi di cancro
mammario riducendo la crescita dei vasi sanguigni che nutrono i tumori. Alcuni
farmaci utilizzati nei tumori della mammella sono antiestrogeni, cioè
inibiscono l’azione di alcuni recettori per gli estrogeni, che favoriscono la
proliferazione cellulare. Lo studio e le ricerche sugli isoflavoni della soia
sono partiti da una minore incidenza del tumore alla mammella in paesi come il
Giappone, ma in Cina, l’accertamento di questo tumore è altrettanto basso, così
come il consumo di soia, rispetto al Giappone. Uno studio americano,
dell’Università di Miami, condotto su donne in menopausa, dichiara che gli
isoflavoni sono inefficaci nella prevenzione dell’osteoporosi e dei sintomi
della menopausa. Insomma, come al solito si rincorrono studi e ricerche a volte
contraddittori, a volte sembrano minimizzare gli effetti di alcune sostanze
naturali … è vero che probabilmente non è un singolo elemento ma l’insieme a
determinare un effetto, ma è altrettanto vero che la ricerca e lo studio di
sostanze naturali, non brevettabili, non attira i finanziamenti. Certo è che
un’alimentazione più sana, con meno farine raffinate, meno cibi confezionati,
meno carne, insaccati e zuccheri è una
sana e semplice prevenzione, e alcuni medici ginecologi consigliano buone
abitudini alimentari e consumo di prodotti a base di soia o derivati già dai 40
anni, introducendo l’assunzione in modo graduale per dar modo alla flora
batterica intestinale di adattarsi al nuovo cibo.
Esistono in
commercio degli integratori a base di isoflavoni ma è stato rilevato che
l’assimilazione è maggiore quando si consuma come fonte alimentare.
Alla
prossima con la fitoterapia e l’omeopatia in menopausa.
Scritto da Angela Ballarati.
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