Cardiospermun Halicacabum, definito il cortisone naturale, è antinfiammatorio
e calma il prurito nelle problematiche cutanee quali eczemi, dermatiti e
psoriasi.
La
pianta, gli studi, cosa contiene, quali sono i principi attivi e l’uso nella
tradizione.
Il Cardiospermum halicacabum è noto come pianta del
palloncino o amore in un soffio (hearthseed plant).
E’ considerato il cortisone naturale.
Possiede proprietà antiflogistiche, antinfiammatorie e antipruriginose,
è un ingrediente di molte preparazioni formulate per problematiche cutanee
quali eczemi, dermatiti e psoriasi.
La pianta
E’ una pianta tropicale, ritenuta in Nuova Zelanda
infestante, che cresce in Africa, Sud degli Stati Uniti, Cina, Australia e
India.
Appartiene alla famiglia delle Sapindaceae il cui nome
deriva dalla specie-tipo ed è una contrazione di “Sapo-indicus” che significa
“sapone delle Indie Occidentali”. Appartiene alla famiglia il genere Sapindus, piante dette alberi del
sapone per l’uso dei semi nella saponificazione. Infatti i frutti a bacca sono
ricchi di saponina e si utilizzano nella produzione di detersivi naturali.
Il Cardiospermum è
un pianta rampicante che viene coltivata a scopi ornamentali. Possiede piccoli fiori bianchi a 8 stami e foglie alterne.
I semi sono di
colorazione marrone scuro esternamente e bianchi internamente.
I frutti sono
contenuti in capsule globose, di colore verde, divise in tre loculi, ognuno
contenente un seme della grossezza di un grano di pepe e di colore marrone-nero
con una macchia bianca a forma di cuore (cardiospermum è appunto, dal greco,
cuore e seme).
E’ di facile coltivazione, ama il sole pieno o la mezza
penombra, si semina in primavera, anche in vaso, e va protetta dal sole
eccessivo.
La tradizione
Nel libro “The useful native plants of Australia” (1889) il popolo indigeno
del Queensland lo chiamava “barro” o “mela a foglia larga”. I semi venivano
mangiati e anche il frutto si consumava, arrostito.
La sua radice possiede proprietà emollienti, per il
contenuto in mucillagini, ed era utilizzata come diuretico e lassativo.
In India, la pianta, veniva considerata
stomachica (tonico per lo stomaco), emetica (che provoca il vomito), lassativa
e rubefacente cioè che provoca arrossamento della cute a scopo terapeutico.
Veniva prescritta nei reumatismi e nelle malattie nervose. Le foglie venivano
utilizzate nell’amenorrea e, per uso esterno, strofinate con olio di ricino per
ridurre gonfiori.
Nella Medicina Ayurvedica
è una pianta utilizzata come emmenagogo e impiega il decotto come
diuretico, diaforetico e lassativo. La pianta è stata studiata su modelli
animali ed ha dimostrato effetti sedativi sul sistema nervoso centrale. Ha
mostrato attività analgesica e antinfiammatoria. Gli studi in vitro hanno anche
rilevato il suo effetto antispasmodico. Questi i risultati a sostegno, con i
relativi studi di supporto, del suo uso nella Medicina Ayurvedica (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4140016/)
Lo studio si occupa di dettagliare la valutazione
farmacognostica delle foglie e dello stelo. Precedenti ricerche hanno rivelato
la presenza di flavoni, agliconi, triterpenoidi, glicosidi, carboidrati, acidi
grassi ed esteri volatili nei diversi estratti della pianta. La valutazione
farmacologica, dell’estratto, ha dimostrato che la pianta possiede attività
antimalarica, antifilaria, antiparassitaria, antipiretica, antinfiammatoria,
antinfettiva e nefroprotettiva.
Nella medicina tradizionale africana si utilizza
anche per disturbi digestivi e delle vie respiratorie.
Cosa contiene
La droga, ossia la parte di interesse terapeutico, è
costituita dalle parti aeree.
Nelle parti aeree sono contenute: saponine (triterpeni glicosidici) , tannini, flavonoidi, composti fenolici e steroli vegetali.
Fra i flavonoidi: apigenina, luteolina, quercitina e
rutina.
Nei semi: acidi grassi come l’acido arachidonico e rari
cianolipidi.
Studi sugli effetti
Il dottor Schwabe, negli anni ’50, fu il primo a scoprire
l’azione antinfiammatoria simil-cortisonica della pianta e molti furono gli
studi che si susseguirono a riscontro.
Ben 140 studi, in paesi diversi. Un campione di 883 persone da 1 a 91 anni a
cui vennero applicate preparazioni a
base di cardiospermum halicacabum confermarono le proprietà antinfiammatorie, antiallergiche
e antiprurito.
Nella formulazione di crema o pomata è utile in caso di
dermatite, psoriasi, infiammazioni, reazioni allergiche e screpolature dovute a
pelle secca. Favorisce il ripristino della barriera cutanea irritata, è
lenitiva in caso di pelle arrossata e nelle punture di insetti.
Farmacognostica
Una
ricerca, su modello animale, svolta dal Dipartimento di Biotecnologie dell’Università
di Tamil Nadu (India 2013), ha indagato l’attività anti-radicali liberi
dell’estratto di foglie di Cardiospermum h. per studiarne le proprietà antiossidanti e
anti-reumatiche. E’ stata indotta artrite e dopo venti giorni di
somministrazione, tramite ecografia, è stata confermata la rigenerazione
completa della cartilagine. I dati, si conclude, forniscono supporto
farmacologico all’utilizzo tradizionale del Cardiospermum h, nel trattamento di
condizioni infiammatorie dolorose e artritiche (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23052184).
E’ interessante anche questo ulteriore studio (sempre su
animali) che suggerisce come il Cardiospermum h. abbia facilitato la
stabilizzazione del collagene. La distruzione irreversibile della
matrice extracellulare, come la cartilagine, nelle articolazioni è il segno
distintivo sia dell’artrite reumatoide che del’osteoartrosi (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21789568).
L’obiettivo di questo studio è stato esplorare gli
effetti antiossidanti
e antinfiammatori dell’estratto di Cardiospermum h. dimostrando che
potrebbe essere un antiossidante naturale e un agente antinfiammatorio per la
sua azione inibente il TNFalfa (citochina pro infiammatoria) e NO, agenti
coinvolti nei processi infiammatori (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21073940 -https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22557189
).
Lo studio condotto dal Dipartimento di Microbiologia dell’Università
indiana a Tamil Nadu, ha analizzato i costituenti chimici e l’attività
antifungina e antibatterica dell’estratto di Cardiospermum H. Lo spettro FT-IR ha confermato la presenza di
alcoli, fenoli, alcani, alchini, estere alifatico e flavonoidi. L’analisi GC-MS
ha rilevato la presenza di circa ventiquattro composti, di cui i principali
identificati sono: cicloesano-1, 4, 5-triol-3-one-1-carbossilico, l’acido
benzenico acetico, il cariofillene, il fitolo e il neoftadiene. E’ stato sottoposto
a screening per la sua attività
antibatterica, nei confronti di diversi ceppi batterici (Staphylococcus aureus,
Escherichia coli e Aeromonas hydrophil) e attività antifungina nei confronti
della Candida albicans. (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24426110).
Una ricerca condotto, in vitro, dall’Università di Roma
Tor Vergata, ha studiato l’attività dell’estratto di Cardiospermum sulla dermatofitosi
(infezione fungina che colpisce lo strato corneo dell’epidermide, dei
capelli e delle unghie). I risultati indicano una chiara attività
antifungina dell’estratto vegetale ad alte concentrazioni. In
particolare le molecole di luteolina e rutina sono state identificate come
importanti antifungini, anche se l’effetto delle sole due molecole si dimostra
inferiore all’effetto dell’estratto vegetale totale (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30034223).
Nella medicina
tradizionale indiana il Cardiiospermum viene utilizzato per i reumatismi,
rigidità degli arti e malattie nervose. Le foglie pressate vengono utilizzate contro il prurito della pelle e i gonfiori. Uno studio, su ratti, condotto nello Sri Lanka ha valutato la
tossicità della pianta sullo stomaco, reni, esofago e fegato. Le conclusioni
osservate, con esame istopatologico, non mostrano modifiche tossicologiche ( https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26045388).
La nefrotossicità (tossicità renale) indotta dalle droghe sintetiche è un grave problema.
In questo studio si è ricercato, fra le piante medicinali, quale possedesse la
migliore attività protettiva. L’estratto di metanolo di Cardiospermum h. ha
presentato, su modello animale, una significativa attività nefroprotettiva (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22103691).
I componenti maggiori sono
risultati essere l’apigenina (flavonoide presente anche nel sedano, cipolla,
camomilla e tè) conosciuta per la
proprietà di influenzare positivamente la memoria e le attività cognitive. I ricercatori ritengono che possa essere
utilizzata, in futuro, per le malattie neurodegenerative. Sulla rivista Cancer
Prevention Research è stato pubblicato uno studio che, utilizzando l’apigenina
per contrastare il tumore al seno causato dall’uso di ormoni artificiali, ha
rilevato, su campioni animali, un rallentamento nello sviluppo del tumore. La
luteolina, altro flavonoide presente anche nel timo, nel tarassaco, nella salvia,
nei finocchi ecc., è stata molto studiata per le sue interessanti proprietà
biologiche soprattutto in campo oncologico.
Esistono molte creme in
commercio contenenti estratti di Cardiospermum h., anche shampoo e lozioni, ed
è commercializzata anche nella formulazione omeopatica e in tintura madre.
Per chi volesse cimentarsi
in auto-produzioni vi fornisco un link per realizzare un’ottima pomata (https://impatiens-magicanatura.blogspot.com/2013/02/pomata-al-cortisone-vegetale.html).
Non vengono riportate
controindicazioni, ma chiedere sempre il parere medico.
Scritto da Angela Ballarati
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https://it.wikipedia.org/wiki/Sapindaceae- https://en.wikipedia.org/wiki/Cardiospermum_halicacabum - https://www.news-medical.net/news/20151211/845/Italian.aspx - https://www.lastampa.it/2011/05/11/scienza/prezzemolo-e-sedano-per-arrestare-il-cancro-al-seno-dyGSkqljHYOHPh6gO2PVIK/pagina.html -https://it.wikipedia.org/wiki/Luteolina-
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2390164- 8