martedì 24 febbraio 2015

SPEZIE 3: PROPRIETA', TISANE e USO IN CUCINA. Rafano, peperoncino,vaniglia e zenzero.


PEPERONCINO, RAFANO, VANIGLIA E ZENZERO


Le spezie sono davvero numerose. 
In questi tre appuntamenti, ho descritto brevemente le qualità di alcune spezie, le più conosciute e utilizzate, ma sono davvero tante e ricche di proprietà, penso al cardamomo, al dragoncello …

PEPERONCINO

Il peperoncino aiuta quando la digestione è difficile e in caso di diarrea da infezione intestinale, perché efficace contro alcuni tipi di batteri (come altre spezie). 
Allevia i dolori articolari e muscolari perché è revulsivo, cioè dilata i capillari richiamando il sangue e riscaldando la parte (molti preparati farmaceutici sono a base di capsaicina) per questo  si usa sulle parti doloranti aggiungendo un po’ di polvere ad un olio vettore o ad una crema. 

E’un vasodilatatore, antinfiammatorio, cardioprotettivo e anticolesterolo

Stimola il cuoio capelluto e quindi anche la ricrescita dei capelli.  

Alcuni studi, che necessitano di approfondimenti, teorizzano proprietà antitumorali, probabilmente per il contenuto in flavonoidi, minerali e vitamine. 
Il peperoncino rosso è ricco di vitamine, la A, la C, la E e quelle del gruppo B, ma anche flavonoidi e minerali, come il ferro e il rame. 
La capsaicina è un alcaloide contenuto nel peperoncino che stimola la produzione di succhi gastrici facilitando la digestione.  A lei si devono le maggiori proprietà della pianta e il sapore forte e pungente. 
Può sostituire il pepe, essendo più salutare e meno irritante per l’apparato gastrointestinale e si raccomanda di maneggiarlo coi guanti. 

Gli utilizzi in cucina sono talmente tanti, con una spezia così versatile (ho assaggiato la marmellata di peperoncino piccante col formaggio di pecora, una vera leccornia), che è inutile l’elenco. 
Mi piace invece ricordare alcune delle salse a base di peperoncino, come il chili messicano, composto da peperoni, peperoncini piccanti, aglio, cumino e altre spezie o il tabasco, a base di peperoncino piccante, aceto, sale, zucchero e spezie. Il chili è una varietà di peperoncino piccante dell’America Centrale, così come la paprika è una varietà ungherese, classificata come dolce. 
E’ controindicato in caso di gastrite, ulcera, in gravidanza, colite e diverticolite.


RAFANO 

Originario dell’Europa Orientale e dell’Asia, in Italia cresce nella Pianura Padana (io lo coltivo nel mio orto). 
La radice ha una polpa giallastra dal sapore molto piccante. 

Il rafano è ricco di composti di zolfo ed è una delle piante più ricche di vitamina C (120mg in 100g). 
Favorisce la digestione, stimola la cistifellea e disintossica l’organismo, facilita l’espulsione del catarro nelle bronchiti, è utile, per uso esterno nell’herpes labiale e, in cataplasmi (radice tritata o affettata su una garza), in caso di dolori reumatici, sciatica e contusioni perché dilata i vasi sanguigni decongestionando e alleviando il dolore. 

Messeguè scrive “ … è diuretica, utile per curare gli edemi e i calcoli delle vie urinarie, ha un’azione tonica su tutto l’organismo …”.  

In cucina, la radice si grattugia direttamente sulla carne o viene impiegata nelle salse. 
Tipici piatti lucani sono: “la rafanata”, un frittata a cui si aggiunge pecorino e rafano grattugiato, e i ferricelli col rafano, pasta condita con sugo di pomodoro, cotto con due costine di maiale e, a crudo, si aggiunge sui piatti il rafano e del pecorino. 
Quando è possibile il rafano va consumato fresco, grattugiato al momento, per conservare intatte le sue proprietà.  

E’ sconsigliata l’applicazione sulla pelle, senza una prova su una piccola parte del corpo, per verificare assenza di ipersensibilità; lo stesso vale per via interna.


VANIGLIA 

Alla vaniglia vengono attribuite proprietà afrodisiache, infatti il “vanilismo” è una patologia che annovera fra i sintomi un’intensa e continua eccitazione sessuale, ma è anche antimicrobica, antisettica e stimolante

E’ un’orchidea originaria del Messico che viene coltivata nelle regioni tropicali e umide. I suoi frutti, baccelli, producono la spezia che è ricca di minerali, tra cui magnesio, potassio, calcio, fosforo, rame, zinco, manganese, ferro, e vitamine, tra cui quelle del gruppo B. 

Il suo olio essenziale è utilizzato dall’industria cosmetica e in profumeria perché ristrutturante, idratante e rigenerante, peccato il prezzo sia, rispetto ad altri oli, elevato, circa 40 euro, mediamente, per 5 ml. 
Esiste la vaniglia Bourbon, dell’isola di Reunion che presenta una qualità elevata, quella di Java, di Guadalupe e la vaniglia Tahitensis, considerata tra le migliori. 
La vanillina è la molecola che dona gran parte dell’aroma alla vaniglia. 

In cucina chi non ne utilizza l’essenza nei dolci? La vaniglia si utilizza nei i gelati,  nella cioccolata, nei budini, nel tè, e si sposa bene con la cannella, i chiodi di garofano e lo zenzero. Si possono utilizzare i baccelli, conservati nel barattolo dello zucchero e ammollati prima dell’uso ma, dato il costo, in genere si utilizzano gli aromi … “aroma vaniglia” è un prodotto di sintesi.
Un parere? Preferite un “estratto” (ottenuto dal baccello) ad un “aroma naturale”.


ZENZERO 

Facilita la digestione, è anti-nausea, riequilibra l’acidità gastrica ed è utile in caso di gonfiori e flatulenza.  
E’ un antibiotico naturaleantinfiammatorio, antisettico, ragion per cui, in inverno, una tisana al giorno, leva il medico di torno: scioglie il muco,  decongestiona e attenua il mal di gola e la tosse
Combatte il mal di denti per le sue proprietà come antinevralgiche e antisettiche
Aiuta a disintossicare aumentando la sudorazione e la diuresi, contribuendo ad espellere le tossine accumulate. 
Lo zenzero migliora la circolazione del sangue, è un tonico ricco di vitamine, A, C, E (antiossidanti), vitamine del gruppo B e minerali, stimola il funzionamento di tutto l’organismo, quindi è utile in caso di affaticamento.

 Come la maggior parte delle spezie, è afrodisiaco e risulta utile nelle diete dimagranti perché scalda bruciando calorie (perfetto per le sempre in guerra con la bilancia). 

Tisana allo zenzero: in 300 ml di acqua fredda aggiungere 3 cm di radice fresca di zenzero (sbucciata) tagliata grossolanamente. Portare a ebollizione e lasciare sobbollire per un decina di minuti, filtrare e dolcificare con un cucchiaino di miele. 

In cucina lo zenzero è estremamente versatile, si aggiunge al salato quanto al dolce, meglio se grattugiate la radice fresca, ma si trova in polvere e in tocchetti disidratato. Una veloce carrellata comprende:  pasta  olio, aglio e zenzero,  straccetti di pollo allo zenzero e limone, tonno fresco con zenzero e limone, patate lesse allo zenzero, cavolfiore allo zenzero, zenzero fritto, zenzero candito (buonissimo, da portare con sé in viaggio per il mal d’auto), torta di mele o pere con aggiunta di zenzero  …

Controindicazioni:aumenta la secrezione della bile quindi attenzione in caso di calcolosi biliare. Non esagerare con le dosi, perché anziché alleviare i sintomi potrebbe esacerbarli ad esempio in caso di gastrite e acidità. Sconsigliato in gravidanza e, in caso di problematiche cardiache o di pressione, consultare il medico.


Scritto da Angela Ballarati

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Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la fonte: autore e link attivo del blog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. 



mercoledì 18 febbraio 2015

GROTTE DI SALE o HALOTERAPIA. Benefici e controindicazioni

Haloterapia: i benefici delle grotte di sale e le controindicazioni



L'haloterapia (halos in greco significa sale) consiste nel respirare aria ricca di microparticelle di sale di roccia purissimo, in stanze interamente ricoperte di sale naturale o salgemma, alcune di sale rosa dell'Himalaya. In queste “grotte”, la temperatura è mantenuta costante intorno ai 20-25 gradi e l'umidità fra  il 40/60%. 
Il sale, antibatterico naturale, garantisce l'abbattimento dei microrganismi dannosi. Il microclima della stanza è ricco di IONI NEGATIVI particolarmente benefici perchè   le zone montane, dove  risultano essere più concentrati, sono considerate un toccasana per chi soffre di patologie respiratorie.
Grotte di sale: Haloterapia, come si pratica, quali sono i benefici nelle patologie del tratto respiratorio
In alcuni paesi è considerata una terapia sanitaria e in Italia si sta sviluppando; molti centri benessere si sono attrezzati e altri aprono i battenti.  
E' una terapia basata sulla somministrazione inalatoria, che non deve essere considerata un'alternativa al trattamento farmacologico per patologie croniche ma, può costituire un trattamento complementare, un rimedio naturale
Sono sufficienti 30/45 minuti di trattamento per ottenere gli stessi risultati di tre giorni di mare. 
In alcuni paesi è considerata una terapia sanitaria e in Italia si sta sviluppando; molti centri benessere si sono attrezzati, come le terme di Salsomaggiore, e altri centri aprono i battenti. 
Le grotte di sale rosa dell’Himalaya sembrano essere le più diffuse, probabilmente per il successo del sale rosa, utilizzato in cucina e per le lampade di sale, ionizzatori naturali (vedi articolo nel blog).  
Il sale rosa dell’Himalaya deve la sua notorietà al fatto che è purissimo e non contaminato da sostanze inquinanti; contiene sali minerali e oligoelementi (ferro, rame, manganese, iodio … ) e questo lo rende benefico in cucina, nella haloterapia e con l’utilizzo, negli ambienti domestici, delle lampade.
Come agisce e in quali casi è consigliata la terapia?
Le microparticelle respirate, raggiungono tutte le sezioni delle vie respiratorie, il cloruro di sodio aumenta la funzionalità delle ciglia, di cui sono dotate le cellule che rivestono le vie respiratorie, favorendo l'espulsione del muco, che le ricopre, verso il cavo orale. Questo permette una continua pulizia dell'albero respiratorio che, insieme al muco espelle anche i virus e gli inquinanti atmosferici che vi rimangono intrappolati.

La Grotta di Sale è consigliata nei casi di: tosse e raffreddore, asma, sinusiti, tonsilliti, faringiti, ipertrofia delle adenoidi, tosse del fumatore, malattie otorinolaringoiatriche croniche, raffreddori allergici, infezioni dell'orecchio ricorrenti, eczema, dermatiti, psoriasi, dolori artritici.


Un pò di storia
Nell'antica Roma  e nel Medioevo esisteva un trattamento nelle cave naturali di sale, la speleoterapia, a cui venivano sottoposti i minatori con problemi respiratori. 
Nel 1843 un medico polacco, il dottor Wieliczka, riportò i risultati ottenuti sui suoi pazienti, della terapia. L'uso più recente, risale alla seconda guerra mondiale, in Germania, con risultati benefici. 
Oggi la speleoterapia consiste nel soggiorno nelle cave o grotte di sale naturali,  in località note nell'Europa Orientale.
Policlinico universitario di Bari
Il reparto di otorinolaringoiatria del Policlinico, ha avviato una sperimentazione sull'utilizzo di una stanza, chiamata Aerosal, interamente ricoperta di salgemma,  dove vengono trattati pazienti in età pediatrica con ipertrofia delle adenoidi, delle tonsille e altre patologie del tratto respiratorio.

Altri pareri sull'Haloterapia
Per dovere di cronaca, riporto anche quanto affermato da alcuni pediatri  che non hanno lo stesso parere dei gestori.
Il responsabile del reparto di allergie respiratorie del Macedonio Melloni di Milano, il dottor Terracciano afferma che non c'è alcuna evidenza scientifica a supporto della terapia e avanza il sospetto che sia solo un'operazione commerciale ben riuscita, una nuova moda italiana piuttosto costosa. 
Si prosegue con un'analisi del costo delle sedute, (20 euro per 45 minuti di seduta, un ciclo di terapia da 20 sedute costo 400 euro, circa) e viene argomentato che il soggiorno marino è benefico perchè i bambini vengono meno a contatto con i coetanei e di conseguenza si ammalano meno.  La conferma di ciò, sta nel fatto che i bambini che vivono al mare, contraggono infezioni con la stessa frequenza dei bambini che vivono in zone non marine. 
Elena Calcinai, pediatra, specializzata in malattie respiratorie, afferma più o meno la stessa cosa, che non esiste evidenza scientifica ne letteratura medica al riguardo. In ultima analisi i campioni, esigui, analizzati, sono adulti e non bambini..
Controindicazioni e avvertenze

La grotta di sale è sconsigliata alle persone che soffrono di ipertensione, infezioni con febbre, insufficienza renale, congiuntiviti, ipertiroidismo e persone sottoposte a chemioterapia.

Conclusioni finali e considerazioni
Da che parte sta la ragione???  Forse nel mezzo???
Non saprei, se non esiste “evidenza scientifica” dei benefici, non esiste nemmeno dell'inutilità. Soffro di sinusite e faringite cronica e il mare ha sempre attenuato i miei sintomi... 

Effetto placebo??? 
Autoconvincimento???
Non so, però ho scoperto un centro che effettua 6 sedute (mamma e figlio) a 65 euro e vorrei fare un ciclo di 6 sedute in questo periodo ed un altro più avanti.

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domenica 15 febbraio 2015

SPEZIE 2: PROPRIETA', TISANE e USO IN CUCINA. Liquirizia, menta, noce moscata e pepe.

SPEZIE 2:

LIQUIRIZIA, MENTA, NOCE MOSCATA e PEPE

Continua la panoramica sulle spezie, dopo l’anice, la cannella, i chiodi di garofano, il cumino e la curcuma, parliamo di …


LIQUIRIZIA

La liquirizia contiene diversi principi attivi, tra cui l’acido glicirrizico, che le conferiscono proprietà espettoranti in caso di tosse con catarro, calma la tosse e facilita l’espulsione del catarro
In caso di ulcera, favorisce la produzione di muco che protegge le pareti dello stomaco. 
Calma e protegge in caso di bruciori di stomaco e crampi intestinali, è antinfiammatoria e antivirale, emolliente e rinfrescante
In medicina cinese è da sempre utilizzata per il trattamento dei disturbi del fegato e la moderna ricerca, andando in quel senso,  ha evidenziato, probabilmente per il contenuto in antiossidanti, un  miglioramento in chi è affetto da insufficienza epatica. 
Esiste in tronchetti, in bastoncini (la radice), in succo, in macerato e in polvere, ed esiste anche la liquirizia deglicirrizinata, procedimento che la priva dell’acido glicirrizico che, per periodi prolungati di assunzione, può provocare ritenzione di liquidi e aumentare la pressione arteriosa, quindi attenzione agli ipertesi e in caso di malattie del cuore, insufficienza renale, ipopotassiemia o uso di farmaci (consultare il medico)
TISANA ANTINAUSEA: infuso di liquirizia e camomilla, ottimo per calmare la nausea e il bruciore di stomaco. 
Una bevanda rinfrescante, da tenere in frigorifero in estate, si può produrre mettendo a macerare (per due o più ore) in un litro di acqua, un cucchiaio di una miscela ottenuta unendo in parti uguali: radice di liquirizia frantumata, semi di anice, semi di coriandolo e due foglie di menta. Dolcificate con miele e tenete in fresco nel frigorifero. 
In cucina l’utilizzo più noto della liquirizia è quello nei dolciumi (famose rotelle!), nei liquori e nelle bevande, ma se volete osare, potete abbinarla al limone nella preparazione di un insolito risotto oppure con la carne o col pesce.


MENTA 

Aiuta la digestione e stimola la secrezione della bile alleviando i dolori addominali. Rilassa le pareti intestinali e dell’utero, quindi è utile per sedare i dolori mestruali e addominali
Per i dolori muscolari svolge un’azione analgesica e antispastica.

Consumatela fresca, si coltiva facilmente sia in vaso che nell’orto, perché le sue proprietà sono dovute agli oli essenziali che evaporano se essiccati. 

La specie più conosciuta è la menta piperita, ma se ne conoscono oltre 100 tipi che hanno proprietà simili. 
Una tisana alla menta si ottiene versando 100 ml di acqua bollente su 5 g di foglie fresche, lasciate riposare per dieci minuti e filtrate, esiste anche la tintura madre e l’olio essenziale. 
In cucina, la menta, insaporisce le insalate (rompetela a pezzetti con le mani, il coltello rovina l’aroma), in commercio esistono molti liquori  ed è inutile citare le caramelle. 
Una ricetta col riso, molto semplice e dal gusto particolare, si ottiene facendo imbiondire una cipolla nell’olio, dopo 10 minuti si aggiungono un cucchiaio raso di zucchero e 3 cucchiai di aceto di mele, continuate la cottura per altri 10 minuti, lasciate raffreddare e aggiungete il riso cotto (per 4 persone) al dente. Aggiungete 2 pomodori maturi a pezzetti e qualche fogliolina di menta fresca spezzettata grossolanamente, amalgamate il tutto e aggiustate di sale e pepe. Lasciate riposare in frigorifero e servite all’inizio del pasto in coppette guarnite con foglie di menta.  E’ considerato un antipasto. 

La menta è controindicata in caso di ulcera e gastrite, reflusso gastrico e, in persone sensibili può provocare eccitazione e insonnia.


NOCE MOSCATA

Stimola la secrezione degli enzimi digestivi, utile quindi in caso di digestione difficile, elimina le fermentazioni intestinali facilitando l’espulsione dei gas intestinali, ed è anti-nausea. 
E’ utilizzato il suo olio essenziale in caso di dolori ai denti causati da carie.

In cucina si combina bene con i piatti dolci ma viene utilizzata anche nei salumi. Una spolverata aggiunta alla salsa besciamella, o bèchamel, e nel ripieno dei ravioli ricotta e spinaci si sposa molto bene, così come sugli spinaci da soli. 
In polvere perde rapidamente il profumo quindi, grattugiatela a piatto pronto. E’ l’anima della salsa alla cipolla. 

E’ controindicata in gravidanza perché può dar luogo a contrazioni uterine e a dosi elevati può causare nausea, torpore e allucinazioni.

PEPE

In commercio si trovano il pepe nero, il pepe bianco, il pepe verde, il pepe rosa (non appartiene alla stessa famiglia botanica), il grigio e il pepe di cayenne. 
I suoi principi attivi favoriscono i processi digestivi stimolando la produzione di succhi gastrici e hanno una leggera azione diuretica.  Stimola l’appetito ed è ricco di zinco

In cucina si utilizza per dare sapore a numerose preparazioni. Nei salumi viene utilizzato sia per insaporire che per conservare. Inutile dire quali e quanti sono i piatti a cui aggiungerlo: carne, pesce, ma anche dolci. 
Uno su tutti: il panpepato! Antico dolce dell’Italia Centrale ricco di proteine vegetali e di sali minerali, molto semplice da preparare. 

Il pepe va macinato al momento altrimenti perde il suo aroma, non va cotto a lungo perché tende ad assumere un sapore leggermente amaro e si disperde nella cottura in umido. 
Meglio macinarlo a cottura ultimata oppure, nei brodi, utilizzare il grano intero. 

E’ controindicato in caso di ulcera, gastrite, reflusso gastro-esofageo, colite, morbo di Crohn, diverticoli, emorroidi e ragadi anali perchè risulta irritante; in dosi eccessive il pepe può provocare infiammazioni allo stomaco e alle vie urinarie. Attenzione particolare per i bambini e gli anziani.

Alla prossima con le spezie 3: peperoncino, rafano, sesamo, vaniglia e zenzero.

Scritto da Angela Ballarati.
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SPEZIE 1: PROPRIETA', TISANE e USO IN CUCINA. Anice, cannella, chiodi di garofano, curcuma e cumino.

Spezie 1: proprietà terapeutiche, tisane e utilizzo in cucina


Spezie: benefici, uso in cucina, proprietà terapeutiche e cosmetiche.

Anice, cannella, chiodi di garofano, cumino, curcuma.

Le spezie sono sostanze di origine vegetale che, oltre al profumo e al sapore, possiedono proprietà terapeutiche grazie al contenuto di oli essenziali.
Con la parola spezie si intendono sostanze diverse: alcuni considerano spezie solo le droghe orientali, altri ritengono spezie anche le erbe aromatiche o aromi come il rosmarino, il basilico o l’origano. In realtà, le spezie si distinguono dalle erbe aromatiche perché vengono utilizzate essiccate, mentre le seconde, in genere, sono utilizzate fresche.
La lista delle spezie è veramente lunga, per citarne alcune: l’aneto, l’anice, la cannella, i chiodi di garofano, il coriandolo, il cumino, la curcuma, il dragoncello, il fieno greco, il ginepro, la liquirizia, la menta, la noce moscata, la paprica, il pepe, il peperoncino, il rafano, la santoreggia, la senape, il sesamo, la vaniglia, lo zenzero … la lista continua.
Analizziamone alcune spezie, il loro uso in cucina e i benefici che se ne traggono.

Spezie: Anice, per crampi intestinali e gonfiori

Tra le spezie, l’anice è un digestivo, carminativo e antispasmodico: stimola l’appetito, facilita la digestione, elimina le putrefazioni e i gas intestinali.
Calma i crampi intestinali e facilita il sonno.
Utilizzato soprattutto per la produzione dei liquori, può essere aggiunto al pollo, al pesce e ai dolci, e i suoi semi, se masticati a fine pasto, profumano l’alito e favoriscono la digestione.
Si ottengono tisane sgonfianti e digestive; esiste l’anice stellato, verde e pepato.
Dosi elevate possono risultare tossiche.

Cannella: tra le spezie afrodisiache e antibatteriche naturali

La cannella tra le spezie è molto importante perchè afrodisiaca, digestiva, antinfluenzale, antibatterico naturale, antimicotica (Candida Albicans), antimicrobica, combatte il colesterolo e, recenti studi, hanno evidenziato che aiuta a regolarizzare i livelli di zuccheri nel sangue (utile per chi è affetto da diabete di tipo 2), attenuando anche il senso di fame nervosa
Per il suo contenuto in vitamine ( A, B, C, K …) è un antiossidante naturale che stimola il sistema immunitario ed aiuta in caso di raffreddore, mal di gola e diarrea. 
I Cinesi la tengono in grande considerazione e la consigliano per tutte le malattie causate dal freddo e per i dolori articolari. 
Il suo sapore è particolare, si ama o si odia, è riscaldante e in inverno una tisana alla cannella è gradevole e aiuta nelle forme influenzali. Portare a ebollizione mezzo bastoncino di cannella in 2 tazze di acqua e lasciare bollire per cinque minuti, far riposare in infusione per altri 5 minuti e bere calda; si può utilizzare anche la cannella in polvere, un cucchiaino, da aggiungere all’acqua bollente, mescolare, filtrare e bere. 
Fate attenzione alla qualità.  
La migliore, alle quali vengono attribuite proprietà curative, è la Cannella Regina (Cinnamomum zeylanicum), proveniente da Cylon)  e preferite quella in bastoncini (potete grattugiarla al momento) che mantiene l’aroma più a lungo e probabilmente è meno adatta alle sofisticazioni. 
Quella più facilmente reperibile è la Cinnamomum Cassia di provenienza cinese. 
La cannella viene utilizzata principalmente per le preparazioni di dolci, nelle torte di mele, nelle mele cotte ma anche nel vin brulè e nella sangria.  In Oriente, in cucina, insaporisce anche i piatti di carne e di riso. 
A dosaggi elevati può provocare reazioni allergiche, tachicardia, sudorazione e diarrea, controindicata in gravidanza.

Chiodi di garofano: per tonificare e stimolare la circolazione sanguigna

Chiodi di garofano sono: digestivi, tonificanti (aiutano in caso di spossatezza), eliminano i gonfiori e i gas intestinali,  antibatterici naturali, stimolano la circolazione sanguigna, sono antiossidanti naturali e antinfiammatori per il loro contenuto in vitamine (A e C) e flavonoidi.  Possiedono proprietà anestetiche locali e analgesiche, e questo è il motivo per cui viene consigliato di masticare un chiodo di garofano e mantenerlo in bocca in caso di mal di denti. 
L’infuso di chiodi di garofano (potete aggiungere anche la cannella o il timo) si prepara portando 100 ml di acqua ad ebollizione, aggiungete 1 o 2 chiodi di garofano, coprite per 10 minuti e dopo filtrazione, a piacere e secondo i gusti,  aggiungete succo di limone e miele. E’ un’ottima tisana  antinfluenzale e buon antinfiammatorio in caso di mal di gola, nausea o digestione difficile. 
L’infuso viene utilizzato in caso di parassitosi intestinale e micosi della pelle (uso topico). 
In cucina i chiodi di garofano vengono utilizzati per il panpepato, nelle torte (ottimo con la scorza di arancia, bio,  grattugiata), nel vin brulé, ma accompagnano bene anche le zuppe e la carne. Come aromatizzante  ne basta uno. 
Controindicato in caso di ulcera, gastrite, in gravidanza e allattamento.

Cumino: fonte naturale di ferro che stimola la produzione di latte in gravidanza.


Cumino:  Cuminum cyminum L.. 
I semi di cumino, simili a quelli del finocchio, tra le spezie vantano una buona fonte di ferro
Il cumino rinforza lo stomaco, è digestivo,  elimina i gonfiori intestinali, è antispasmodico in caso di coliche addominali, stimola la produzione di latte e, ricerche che necessitano di ulteriori approfondimenti, hanno evidenziato un’azione detossificante per il fegato e antitumorale per alcune forme di tumore a carico dello stomaco e del fegato. 
Masticare alcuni semi, combatte l’alitosi.  
Per preparare una tisana si utilizzano i semi (esiste anche in polvere), un cucchiaio raso da tè in 200 ml di acqua, portare a ebollizione e lasciare in infusione per 10 minuti, filtrare e dolcificare con un cucchiaino di miele; i semi possono essere anche frantumati, per liberare meglio gli oli essenziali presenti, a cui potete aggiungere semi di finocchio, menta o zenzero. Non confondete il cumino vero e proprio con il carvi (cumino dei prati) che si presenta anch’esso in semi ma più scuri e piccoli. In cucina il cumino  è utilizzato come aromatizzante per piatti salati, alcuni formaggi valdostani, liquori,  zuppe , nei falafel di ceci, salse, è un componente del curry. Si possono aggiungere freschi ai minestroni, o insaporire le patate al forno anche se, al suo gusto, gli occidentali preferiscono quello del cumino dei prati. L’uso del cumino è sconsigliato in caso di patologie epatiche e per precauzione in gravidanza.

Curcuma: una tra le principali spezie alla base del Curry, dalle forti proprietà antitumorali.

La Curcuma è il principale ingrediente tra le spezie presenti in molti tipi di curry. 
Antitumorale, antidiabetica, anticolesterolo, disintossicante ed epatoprotettrice. Le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie apportano benefici in molti disturbi, come lo stress fisico e mentale, l’artrite i dolori osteoarticolari e muscolari.
Possiede proprietà colagoghe (stimola la secrezione della bile), con conseguente effetto depuratore sul fegato,  stimola i processi digestivi, aiuta in caso di ipertensione e colesterolo alto perché previene la coagulazione del sangue. Rafforza il sistema immunitario e alcune ricerche hanno evidenziato che il suo potere antiossidante previene l’Alzheimer e i disturbi neurovegetativi.
E’ una radice della famiglia delle Zingiberaceae, come lo zenzero. Nella medicina Ayurvedica gli impacchi di curcuma,  vengono utilizzati per le malattie della pelle quali: acne, orticaria, eczemi, micosi e, come antisettico, nella disinfezione di ferite.
Con la curcuma viene preparato il Golden Milk, che aiuta in caso di artrite e dolori articolari.
In cucina ci si può sbizzarrire! Innanzitutto meglio specificare che, usata a crudo, a fine cottura, mantiene inalterate le sue innumerevoli virtù e con l’aggiunta di un pizzico di pepe o un grasso come l’olio, si aumenta l’assimilazione da parte dell’organismo. Detto questo, si parte dal risotto alla curcuma, chiamata zafferano d’Oriente, alle patate al forno aromatizzate, si può aggiungere alla pasta (cacio, pepe e curcuma), alla carne (straccetti di pollo rosolati in padella con olio e curcuma),  al pesce (cozze al pomodoro con curcuma), ma anche alle verdure (carote, cavolfiore …), gli spunti sono infiniti… ControindicazioniAd alti dosaggi di curcumina, sono stati riscontrati sintomi quali nausea e diarrea. Sconsigliata a chi soffre di calcoli biliari o coliche.


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Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la fonte: autore e link attivo del blog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. 

martedì 10 febbraio 2015

ESCOLZIA: proprieta', uso e controindicazioni.

INSONNIA, IRREQUIETEZZA, NERVOSISMO, IPERECCITABILITA’, un aiuto dalla fitoterapia con l’ESCOLZIA



Escolzia: pianta dai grandi benefici e proprietà terapeutiche ma da evitare in gravidanza e per i bambini.


La fitoterapia è una forma molto antica di medicina che utilizza le piante medicinali a scopi salutistici. 
L’attività che esplica è simile a quella della medicina convenzionale poiché agisce sulla base dei principi attivi contenuti, ma se ne discosta perché, mentre la medicina convenzionale isola un principio attivo e lo “potentizza”, in fitoterapia è la totalità dei componenti che esplicano l’azione e la modulano, riducendo gli effetti collaterali.  
La fitoterapia ha comunque un’azione “chimica” che rende utile il parere medico anche in virtù della possibile interazione con eventuali farmaci assunti.
Le piante medicinali che offrono aiuto in caso di ansia, stress o insonnia sono numerose, in precedenza ho scritto della passiflora e della melissa, ora analizziamo il campo d’azione dell’escolzia.

Escolzia, Eschscholzia Cham., è un genere delle Papaveraceae

L’escolzia è conosciuta come “papavero della California”, infatti è tipica della zona e non è presente in Europa, se non come pianta ornamentale. I fiori, giallo-arancio, sono molto simili al papavero comune e i frutti sono capsule verde-azzurro. 

Gli Indiani d’America la utilizzavano per le coliche addominali e il mal di denti.

L’escolzia è ricca soprattutto di alcaloidi, protopina, sanguinaria, berberina, chelidonia, piccole quantità di morfina, a cui si attribuisce il suo effetto rilassante, carotenoidi, fitosteroli e flavonoidi.

Escolzia: indicazioni terapeutiche e benefici


In caso di irrequietezza, eccitabilità, scarsa attenzionedifficoltà di concentrazione e  irritabilità. Gli alcaloidi della pianta, in particolare la protopina che è un principio attivo sfruttato anche in farmacologia, hanno effetto sul sistema nervoso centrale con azione calmante.
In caso di emicrania quando sono di origine emotiva o tensiva.
Riduce gli spasmi e i dolori del tratto digestivo e intestinale.
In caso di insonnia, l’escolzia oltre a calmare l’ansia e il nervosismo, ha anche un effetto ipnotico che favorisce il sonno, con un risveglio privo di intorpidimento, come nei sonniferi.
Ricordatevi anche che, andare a letto con lo stomaco troppo pieno o vuoto, non favorisce l’addormentamento e che alcuni alimenti invece lo facilitano.

Escolzia: tintura madre uso e applicazioni

Le forme di utilizzo più comune dell'escolzia sono la tisana e la tintura madre, ma si trova in commercio, nelle erboristerie, anche l’estratto secco in compresse ottenuto per evaporazione della tintura madre.
La tisana si ottiene versando 1 cucchiaino da tè di pianta in 150 ml di acqua bollente, coprite, fate riposare per 10 minuti, filtrate e bevete  prima di andare a dormire.

Attenzione a chi deve guidare l’auto perché la pianta può indurre sonnolenza. L’uso va preceduto da consulto medico. E’ sconsigliato l’uso per i bambini, soggetti ipersensibili ai componenti, in gravidanza e allattamento. Da evitare per chi soffre di bradicardia o ipotensione, per chi assume psicofarmaci o antistaminici perché potrebbe potenziarne gli effetti.

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sabato 7 febbraio 2015

MENOPAUSA, ALIMENTAZIONE E FITOESTROGENI: cosa sono, perchè utilizzarli e quali cibi ne sono ricchi.

Nelle puntate precedenti ho scritto di come in menopausa, con la diminuzione di alcuni ormoni, vengano meno certe “protezioni” riguardanti il sistema cardiovascolare. Oltre alle vampate, la sudorazione notturna, la mancanza di energia, le turbe del sonno, la secchezza vaginale, il calo del desiderio … della serie non ci facciamo mancare nulla, altri disturbi più subdoli e ai quali i medici pongono subito attenzione, sono l’aumento del colesterolo, della glicemia e dei livelli pressori, oltre naturalmente alla tanto temuta osteoporosi.
Conoscere quali possono essere le trasformazioni a cui si va incontro può aiutare, anche se le nostre mamme non avevano queste informazioni e vivevano bene lo stesso, anzi meglio.
Ancora non ho parlato dei disturbi a carico dell’Apparato Urogenitale:  sempre per  la diminuzione degli estrogeni, si verifica una perdita di elasticità, tono e lubrificazione. Questo espone ad un maggiore secchezza e  predisposizione allo sviluppo di infiammazioni ed infezioni.
A carico del tessuto connettivo, del tessuto sottocutaneo e della cute, la mancanza di estrogeni si estrinseca con perdita del tono muscolare, si accentuano le rughe e, come se ci mancasse qualcosa, si possono manifestare diradamento dei capelli e comparsa o aumento della peluria sul mento e sul labbro superiore. Evvai!
Tranquille, non è un bollettino di guerra, a me i baffetti non sono ancora venuti e se anche dovessero, è vicino il Carnevale, mi travestirò da uomo.
Credo sia un film dell’anno scorso ( “Ci vuole un gran fisico”), con una dolcemente ironica Finocchiaro in piena menopausa. Esilarante la trovata dell’Angelo della Menopausa che la traghetta verso un cambiamento, soprattutto mentale di accettazione, inevitabile. Be’ quando sono un po’ giù me lo rivedo, fa sempre bene riderci sopra, sdrammatizza.  Insomma, torniamo sempre  all’atteggiamento con il quale ogni donna si confronta con questo periodo delicato di cambiamento. Non smetto di ripeterlo,trovatevi degli interessi nuovi, coltivate le vostre passioni, anche le meno praticabili, sognate … e soprattutto: vietata la lamentela fine a se stessa e DIVERTITEVI!  “Hai la vita davanti” è una simpatica frase pronunciata da un’arzilla ottantenne alle mie lamentele sull’età che avanza. E’ vero, si tratta sempre di prospettiva!
Torniamo a noi,  parlavamo di calo del tono muscolare, rughe ecc… e della responsabilità degli estrogeni, un aiuto possiamo trovarlo nell’alimentazione.  Molti cibi svolgono un’azione estrogeno-mimetica, cioè determinano un’azione simile a quella degli estrogeni, stiamo parlando di FITOESTROGENI. I cibi più ricchi di fitoestrogeni sono i legumi come la soia, i ceci e le lenticchie ma ne sono ricchi anche i vegetali, i cereali integrali e quasi tutta la frutta.
I fitoestrogeni sono di vario tipo, ed è nel nostro intestino, a cura della flora batterica intestinale che sostanze come gli ISOFLAVONI,i LIGNANI e i CUMESTANI, si convertono in sostanze estrogeno-simile.
I lignani sono contenuti principalmente nei vegetali e nei cereali ma anche in alcuni semi oleosi, come i semi di lino. Non a caso alcuni nutrizionisti ne caldeggiano il consumo, in virtù della ricchezza in omega3 (proteggono il sistema cardiovascolare), possiedono un’azione antivirale, antifungina e antibatterica, oltre a funzionare come regolatori intestinali combattendo la stitichezza (ricordatevi che vanno macinati o pestati prima del consumo).
 I cumestani sono contenuti per la maggior parte nei germogli dei fagioli e nell’alfalfa. 

Cos’è l’alfalfa? E’ una pianta erbacea delle leguminose, Medicago sativa ma anche erba medica, conosciuta per i suoi vari benefici, riduce il gonfiore e la ritenzione idrica, facilita il recupero in caso di malattia, può aiutare a disintossicare l’organismo, allevia i sintomi dell’artrite e aiuta il mantenimento del peso forma. E’ un’eccellente fonte di proteine e contiene vitamina K, calcio, magnesio e potassio, insomma, consumata sotto forma di germogli, è una sferzata di energia con poche calorie!
Gli isoflavoni li possiamo trovare soprattutto nei legumi. La soia è, tra i legumi, la più ricca di isoflavoni. I fagioli di soia sono poco versatili in cucina, in genere si utilizzano il latte di soia, il tofu (formaggio ottenuto dalla soia), salsa di soia, farina di soia e miso (come pasta semisolida si aggiunge alle minestre).
E’ necessario aprire una parentesi quando si parla della soia perché la maggior parte è OGM, cioè geneticamente modificata, per cui prestare attenzione alle etichette è doveroso e acquistare BIO un’esigenza.
Le donne orientali subiscono una minore incidenza di sintomi legati alla menopausa, questo fatto è stato attribuito al consumo di isoflavoni, la soia in tutte le sue forme è onnipresente nella cucina orientale. Uno studio australiano ha rilevato una diminuzione delle vampate, pari al 40 %, nelle donne che avevano inserito nella loro dieta 45 grammi di farina di soia al giorno. Oltre a questo effetto va aggiunto che gli isoflavoni svolgono anche un’efficace azione protettiva nei confronti dell’osteoporosi,  delle malattie cardiovascolari e aiutano a regolarizzare i livelli di colesterolo. Il suo effetto non è benefico solo in menopausa ma, molte ricerche confermano che, mentre in menopausa sono utili per la loro proprietà estrogeno-simile, nell’età fertile l’effetto benefico è antiestrogenico, quindi apparentemente in antitesi. Il fatto si spiega con l’azione riequilibrante degli isoflavoni:  in età fertile gli ormoni  vengono riequilibrati proteggendo da alcune forme di tumore al seno (che secondo la medicina ufficiale sono causati da un eccessivo livello di ormoni), anche in menopausa gli isoflavoni svolgono un’azione riequilibrante ma colmando, almeno in parte, una carenza. L’azione anti-tumorale della genisteina, principale isoflavone contenuto nella soia, è inibente sulla proliferazione cellulare di alcuni tipi di cancro mammario riducendo la crescita dei vasi sanguigni che nutrono i tumori. Alcuni farmaci utilizzati nei tumori della mammella sono antiestrogeni, cioè inibiscono l’azione di alcuni recettori per gli estrogeni, che favoriscono la proliferazione cellulare. Lo studio e le ricerche sugli isoflavoni della soia sono partiti da una minore incidenza del tumore alla mammella in paesi come il Giappone, ma in Cina, l’accertamento di questo tumore è altrettanto basso, così come il consumo di soia, rispetto al Giappone. Uno studio americano, dell’Università di Miami, condotto su donne in menopausa, dichiara che gli isoflavoni sono inefficaci nella prevenzione dell’osteoporosi e dei sintomi della menopausa. Insomma, come al solito si rincorrono studi e ricerche a volte contraddittori, a volte sembrano minimizzare gli effetti di alcune sostanze naturali … è vero che probabilmente non è un singolo elemento ma l’insieme a determinare un effetto, ma è altrettanto vero che la ricerca e lo studio di sostanze naturali, non brevettabili, non attira i finanziamenti. Certo è che un’alimentazione più sana, con meno farine raffinate, meno cibi confezionati, meno carne,  insaccati e zuccheri è una sana e semplice prevenzione, e alcuni medici ginecologi consigliano buone abitudini alimentari e consumo di prodotti a base di soia o derivati già dai 40 anni, introducendo l’assunzione in modo graduale per dar modo alla flora batterica intestinale di adattarsi al nuovo cibo.
Esistono in commercio degli integratori a base di isoflavoni ma è stato rilevato che l’assimilazione è maggiore quando si consuma come fonte alimentare.
Alla prossima con la fitoterapia e l’omeopatia in menopausa.
Scritto da Angela Ballarati.                                           
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