domenica 30 novembre 2014

OLIO DI NOCCIOLA, PROPRIETA' e USO COSMETICO

Olio di nocciola: proprietà e uso cosmetico




Olio di nocciola: benefici, proprietà terapeutiche e uso cosmetico per la pelle del viso e del corpo


L’olio di nocciola, come quello di noce, è aromatico, con un delicato sapore di nocciola  e viene utilizzato sia a scopi alimentari che in cosmesi. E’ ottenuto dalla pressione dei semi dell’albero di nocciole, Corylus Avellana, e possiede proprietà emollienti maggiori rispetto all’olio di mandorle, a cui è molto simile.

Olio di nocciola uso alimentare e contenuto nutrizionale


L’olio di nocciola per uso alimentare possiede le virtù della maggior parte dei semi oleosi, vediamo quali sono.

  • E’ ricco di acidi grassi Omega-6 e Omega-9, che aiutano ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue con conseguente azione preventiva nei confronti delle patologie cardiovascolari; proprietà esplicate anche dai fitosteroli (fitoestrogeni) contenuti. La sua composizione dell’olio di nocciola è molto simile all’olio di oliva.
  • I flavonoidi attribuiscono all’olio di nocciola proprietà antitumorali, antinfiammatorie e antivirali.
  • Contiene ben 47,2 mg (in 100 grammi) di vitamina E, più dell’olio di mandorle ma meno rispetto all’olio di germe di grano,  l’antiossidante per eccellenza. Presenti anche le vitamine: B6, B1, B2 e PP. Utili per il sistema nervoso, l’attività cerebrale e il metabolismo degli acidi grassi.
  • Fra i minerali contenuti nell’olio di nocciola citiamo il calcio e il selenio, ottimo anti-invecchiamento.
  • Per il suo contenuto in vitamine e minerali è particolarmente indicato nelle convalescenze, come remineralizzante e nell’alimentazione di anziani e bambini.
  • Per uso esterno, ultimo non per importanza,  possiede proprietà antinfiammatorie, cicatrizzanti e astringenti.
  • Per il viso: l’olio di nocciola purifica le pelli grasse e acneiche. E’ sebo-riequilibrante, viene assorbito velocemente dalla pelle senza ungere e può essere usato come latte per la pulizia del viso. Agisce sulle rughe, è nutritivo, calma, tonifica e previene la disidratazione. Io ho una pelle molto secca e lo uso sul viso come crema, con l’aggiunta di qualche goccia di olio essenziale di rosa o di arancio.
  • Per il corpo: l’olio di nocciola puro, miscelato ad altri oli e/o con l’aggiunta di oli essenziali è ottimo per il massaggio. Nutre le pelli mature e secche, è ottimo per le sue qualità astringenti come elasticizzante. Dona tono ed elasticità alla pelle, utile sulle smagliature e sulle cicatrici, è da provare sulla pelle ancora umida, subito dopo la doccia o il bagno. Utilizzato in caso di eczemi secchi ed eritema solare, è conosciuto dalla tradizione popolare come impacco per mantenere la pelle giovane.

Controindicazioni e avvertenze.

Ricordo, che sia l’olio di noce che quello di nocciola, devono essere ottenuti da spremitura a freddo per mantenere inalterati i preziosi contenuti. L’olio di nocciola ha un prezzo leggermente inferiore rispetto a quello di noce, si aggira intorno agli 8 euro circa per 250 ml.
Alla prossima.
Olio di nocciola proprietà e uso cosmetico

autore: naturopata Angela Ballarati

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Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la fonte: autore e link attivo del blog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. 



lunedì 24 novembre 2014

OLIO DI NOCI ricco DI ACIDO ELLAGICO, OMEGA-3, VITAMINE e MINERALI

Olio di noci proprietà e benefici



Contiene acido ellagico che la sperimentazione ritiene preventivo per alcuni tipi di tumore, ricco di Omega-3, calcio, ferro, zinco e potassio

Preparate con me il paneer e la ricotta aromatizzata ...

Conoscete l’olio di noci? Volete conoscere alcuni dei buoni motivi per cui vale la pena di assaggiarlo e utilizzarlo?

I benefici delle noci sono risaputi, sono ricche di Omega-3, quindi anticolesterolo, e con un valore nutrizionale elevato per la presenza di proteine, grassi, vitamine e sali minerali…be’, l’olio di noci contiene Omega-3 in quantità superiori.  L’olio, principalmente estratto dal noce bianco o Juglans Regia, concentra la produzione in Val D’Aosta e Piemonte, e anche se in Italia il mercato si sta espandendo, non è reperibile nei supermercati come in Francia, dove gode di maggior fama, ma nelle erboristerie e nei negozi specializzati di alimentazione naturale. La difficile reperibilità non è una nota negativa, infatti la produzione di piccoli e medi coltivatori, mantiene inalterata una tradizione che conserva i principi benefici del prodotto.

L’olio di noci viene ottenuto dalla pressatura dei gherigli ed è ricco di:
  • Acidi Grassi Polinsaturi ( 65%) E Monoinsaturi (15%) che lo rendono un prezioso alleato per abbassare i valori di colesterolo e  trigliceridi, riducendo anche i rischi di malattie cardiovascolari. Risulta utile anche nei dolori articolari cronici e nell’osteoartrite, perché ne allevia i sintomi dolorosi. Gli Omega-3 (acidi grassi polinsaturi) sono importanti per le funzioni cognitive, per il buon funzionamento del cervello, infatti gli esperti di nutrizione ne consigliano il consumo. Da qui all’associazione, per la forma molto simile, gheriglio-cervello il passo è breve.
  • Acido ellagico, presente anche nella buccia del melograno e nei frutti rossi, è un polifenolo antiossidante che ha dimostrato un’azione preventiva nel cancro della pelle, del polmone e dell’esofago. E’ in grado di inibire la proliferazione delle cellule cancerose.
  • Vitamina E e vitamina C: importanti antiossidanti e antitumorali.
  • L’ acido ellagico, sempre lui, che svolge un’azione anti-radicali liberi, stimola la produzione di collagene ed elastina. L’olio di noci viene usato per prodotti dermatologici e in cosmetica perchè efficace sulle pelli mature, spente e con rughe.
  • Calcio, zinco, ferro e potassio, minerali importanti per le ossa, per il cuore, per la respirazione e in caso di  infezioni.
    L’olio di noci possiede proprietà antibatteriche, antinfiammatorie e antivirali.

Come utilizzare l’olio di noci e come conservarlo

L’olio di noci irrancidisce molto facilmente per cui va conservato al riparo da fonti di calore,  al buio e consumato in tempi relativamente brevi, 2-3 mesi. Acquistatelo in bottiglie di vetro scuro e spremuto a freddo, vi avverto che non è economico, il prezzo si aggira sui 15 euro per 250 ml! Per il contenuto in acidi grassi polinsaturi che non sopportano il calore, va consumato crudo.
SI può gustare in tantissimi piatti, è versatile e molto gradevole.
Sicuramente è ottimo,  in aggiunta al vostro abituale olio evo, sull’insalata di invidia o  lattuga, arricchita con cubetti di formaggio delicato (io uso il quartirolo, un po’ stopposo ma …) e gherigli di noce tritati grossolanamente.

Ricotta aromatizzata. Aggiungere a 250 grammi di ricotta, preferibilmente artigianale,  2 cucchiai di olio di noce,  7 gherigli di noce tritati, un pizzico di sale e pepe e il gioco è fatto. Lasciate riposare in frigorifero per un paio d’ore e servite su foglie di invidia o lattuga, decorando con gherigli intatti. E’ un’alternativa al solito sugo per condire la pasta.
Un cucchiaio di olio di noce,  aggiunto al pesto di noci o al pesto di ricotta e noci, ne esalta il sapore!
Sbizzarritevi ad accostare e abbinare.

PANEER o PRIMO SALE è un formaggio ottenuto riscaldando 1 litro di latte intero (dose per 2 persone) in un tegame dal fondo spesso. Quando inizia a bollire, abbassate al minimo e versate il succo di un limone spremuto, mescolate continuamente finchè il latte inizia a cagliare. Spegnete il fuoco e filtrate in un colapasta rivestito di garza. Si perderà il siero del latte e nella garza rimarrà il vostro formaggio, primo sale o paneer. Lasciate raffreddare e aggiungete pomodorini, olive, basilico tritato, sale, pepe, olio evo, un cucchiaio di olio di noci e avrete un piatto fresco, estivo, semplicissimo ed economico.


In cosmetica è molto utilizzato l’olio ottenuto dalla macerazione del mallo della noce.

Olio di noci proprietà e benefici, autore: Naturopata Angela Ballarati
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domenica 16 novembre 2014

MENOPAUSA e ALIMENTAZIONE, i GRASSI "BUONI" e QUELLI "NO"

MENOPAUSA E ALIMENTAZIONE: quali sono i GRASSI che dovremmo consumare di più in menopausa e perché.

Dove troviamo i “grassi buoni” e come inserirli nella nostra dieta.


Continuiamo a parlare di come un’alimentazione più sana possa influire positivamente, sui disturbi più comuni in menopausa.
L'importanza dei grassi “buoni” per proteggere il nostro sistema cardiovascolare, più esposto a rischi dopo la menopausa, quali sono e come utilizzarli.

E' curioso osservare come alcuni dei cambiamenti fisici e psichici della periodo che precede la menopausa, si riscontrino anche nel periodo che conduce alla pubertà: irritabilità, sbalzi repentini d'umore, sensazione di calore... se lo sopportano dei ragazzi, perchè non dovremmo riuscirci noi?
Per capire la pubertà e la menopausa bisogna passarci dentro (la pubertà bene o male ce la ricordiamo e possiamo meglio comprendere i nostri figli) e allo stesso modo, la menopausa va spogliata di tutti quei filtri sociali del periodo e del luogo in cui viviamo.
In fondo mezzo secolo (suona male???) dovrebbe portare anche un po' più di pazienza e saggezza nooo?!?!  Aggiungiamo anche un po' di ironia e di auto-ironia: l'ironia è il primo sintomo di risoluzione di un conflitto. Ridere o sorridere di se stessi e dei propri limiti, è un toccasana.
E poi, diciamocelo: hanno sopportato la menopausa anche le nostre nonne, le nostre mamme, senza tragedie (parlo per me) e senza terapie ormonali.
Tutte le fasi biologiche di transizione portano instabilità, l’organismo si deve adattare a nuovi equilibri che non sono solo fisici. Il corpo cambia, abbastanza  velocemente, e il cambiamento coinvolge anche la sfera emotiva, si fatica a sentirsi a proprio agio dentro il proprio corpo e tutte queste trasformazioni sono regolate dagli ormoni. Sapevate che l’età media della menopausa è rimasta ferma ai 50 anni come nell’antica Roma? Quella che si è allungata è la vita media, che ora è di 80 anni, per cui la “vecchiaia” si è allontanata dai 50 anni e non coincide con la menopausa, soprattutto se si considerano le opportunità che ci vengono fornite per considerarla un’altra “primavera” della nostra vita. 
A partire dai 35-40 anni, fino a menopausa conclamata, gli ormoni sessuali diminuiscono progressivamente (perimenopausa). Il ciclo tende ad accorciarsi con una diminuzione di progesterone, che risulta scompensato rispetto agli estrogeni e causa sintomi come la tensione mammaria, i cambiamenti repentini di umore, la spossatezza, la cefalea e la ritenzione idrica. Successivamente anche gli estrogeni iniziano a diminuire comportando sbalzi del ciclo (premenopausa) fino alla cessazione completa (menopausa).  La produzione ormonale delle ovaie, non cessa del tutto, diminuisce ed è vicariata dalla produzione delle ghiandole surrenal,i a livello del tessuto adiposo e dei muscoli; questa produzione varia da donna a donna, in relazione alla costituzione fisica, ai depositi di grasso, alla massa muscolare. La ritenzione idrica e l'aumento di peso, sono facilmente spiegabili con le funzioni degli estrogeni, del progesterone e il loro equilibrio. Infatti, una delle funzioni degli estrogeni è quella di immagazzinare l'energia, proveniente dagli alimenti, nel tessuto adiposo (aumenta il peso), mentre il progesterone trasforma il grasso in energia (diminuisce il peso e aumenta l’energia); quando questo equilibrio viene meno, possono insorgere alcuni disturbi.

Nell'articolo precedente si parlava di alimentazione e di quanto si possa fare per eliminare, o quanto meno alleviare, alcuni dei disturbi più frequenti in questo periodo delicato e di cambiamento. Ci sono altri elementi che vanno aggiunti, in campo alimentare, perché alcune informazioni basilari possano costituire quel bagaglio culturale indispensabile per una maggiore consapevolezza alimentare.
Oltre ai cereali integrali, i cibi alcalinizzanti, la frutta e la verdura è utile parlare di grassi, di fitoestrogeni ma anche di legumi, semi oleosi e germogli.

I GRASSI: TANTO TEMUTI QUANTO CONSUMATI.
Credo che, bombardati da una serie infinita di programmi e pubblicità, tutti conosciamo i GRASSI SATURI: sono quelli demonizzati, quelli cattivi, che secondo il ministero della sanità, non dovrebbero superare il 7-8% delle calorie totali giornaliere. Sono talmente cattivi che esiste un'associazione fra eccessi di grassi saturi, ipercolesterolemia e aumento dell'incidenza di patologie cardiovascolari. 

GRASSI SATURI. Generalmente contenuti in carni, latticini e uova non sono di facile assimilazione. Ve ne sono anche di origine vegetale come l'acido palmitico che costituisce insieme allo stearico il 50% dell'olio di palma, ed è questa ricchezza di acidi grassi saturi, unita ad altri fattori, che ne ha fatto l'oggetto di una grande campagna di sensibilizzazione (è ovunque nei cibi confezionati). A questi si aggiungono lo stearico e il margarico, contenuti nella margarina, nel burro, nella carne macinata …  è un lungo elenco.

L’olio di cocco è composto in gran parte da acidi grassi saturi (circa 90%) e, in minima parte, da acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi. E’ privo di colesterolo e fra gli oli vegetali è quello con la minor percentuale di acidi grassi insaturi.
Gli acidi grassi contenuti nell’olio di cocco possiedono delle proprietà e un metabolismo  diversi da quelli saturi di origine animale. Sono a catena media e diversi da quelli a catena lunga, infatti  vengono più facilmente utilizzabili dall’organismo perché  metabolizzati come gli zuccheri.  E’ stata dimostrata la capacità dei grassi contenuti nell’olio di cocco di aumentare i livelli di colesterolo HDL (il colesterolo buono) contrastando in tal modo i rischi cardiovascolari

I trigliceridi a media catena (MTC), come l’acido laurico,  favoriscono il senso di sazietà aiutando, in un regime dietetico equilibrato, chi intende perdere peso.

Una categoria di acidi grassi da sconsigliare sono i GRASSI IDROGENATI (o trans). Grassi saturi di origine non animale ma sintetica, che presentano molecole con una conformazione chimica non prevista in natura e non riconosciuta dal nostro organismo. Sono responsabili di accelerare il processo aterosclerotico e squilibrano la produzione di colesterolo a vantaggio di quello “cattivo” riuscendo anche ad alterare il nostro sistema immunitario.

Altri acidi grassi, però questa volta importanti e benefici, per le donne in menopausa, sono gli ACIDI GRASSI ESSENZIALI (EFA) che esplicano numerosi benefici, come la regolazione dei processi infiammatori, proteggono il cuore e i vasi sanguigni e regolano la fluidità della membrana cellulare. L'importanza degli acidi grassi essenziali risiede nel fatto che il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli autonomamente, ma devono essere assunti con la dieta. Sono principalmente rappresentati dall'acido linoleico (con cui il nostro organismo sintetizza gli OMEGA 6) e dall'acido linolenico (precursore degli OMEGA 3). 

Gli Omega 3 sono GRASSI POLINSATURI  di cui si sollecita il consumo, spesso carente nell'alimentazione, per il ruolo benefico e preventivo che rivestono. Aumentano la fluidità del sangue, abbassano il livello di trigliceridi e migliorano il ritmo cardiaco, riducendo i rischi di patologie cardiovascolari. Fanno parte della membrana cellulare aiutando a mantenerne l’integrità e l’ossigenazione. Sono antinfiammatori, quindi anticancerogeni, e  aiutano in caso di stati infiammatori come la psoriasi e le forme artritiche. Stimolano il funzionamento delle cellule nervose e di conseguenza anche la memoria e la concentrazione, ritardando i processi degenerativi (vedi Alzheimer). Riducono le probabilità d’insorgenza del diabete di tipo 2. In menopausa gli Omega 3 possono contribuire a ridurre il peso corporeo intervenendo sul metabolismo, aiutano ad eliminare i liquidi in eccesso, e riducendo gli stati infiammatori, riducono il dolore articolare. Gli acidi grassi omega-3 aumentano l’assorbimento del calcio, nota importante soprattutto in menopausa per provenire l’osteoporosi. Una carenza di Omega 3 non produce sintomi evidentissimi, all'inizio si nota una pelle più secca, fragilità delle unghie, secchezza oculare, stanchezza, dolori articolari, debolezza di memoria, dolori al seno, tutti sintomi che possono essere attribuiti alla menopausa. Anche gli Omega 6 sono grassi polinsaturi, come gli Omega 3 e aiutano a ridurre la concentrazione di colesterolo nel sangue. 
E' importante che i livelli di Omega 3 e 6 siano equilibrati nell'organismo, perchè l'eccesso di uno può indurre un aumento degli stati infiammatori o allergici, in quanto utilizzando gli stessi enzimi, entrano in competizione. Oltre all’effetto benefico sul sistema cardiovascolare, alcune ricerche hanno messo in luce il ruolo positivo, degli omega 3, sulla prevenzione della degenerazione maculare (patologie visiva), dell’asma, del lupus, dell’artrite reumatoide, le ricerche sono ancora in corso ma si orientano anche sul sistema immunitario e sul cancro. 
E’ importante sottolineare che una recente ricerca ha rivelato che gli omega-3 più facilmente assimilabili sono quelli a catena lunga (EPA e DHA) presenti nei pesci, nelle alghe e nell’olio di pesce; gli altri a catena corta (ALA) provengono da fonti vegetali come l’olio di semi di lino, noci e vegetali a foglia verde. Utile è un approvvigionamento di entrambi i tipi.

Concludo i grassi con i GRASSI MONOINSATURI. Come non parlarne nella terra dell'olio di oliva?  L'effetto benefico più evidente sull'organismo è l'abbassamento del colesterolo “cattivo” e un innalzamento di quello “buono”, ma sembra che proteggano anche dalle cardiopatie. Questi grassi, circa il 50-70% è acido oleico, si trovano in buona quantità nell'OLIO DI SEMI DI ARACHIDE (l'olio di semi più adatto per le fritture, dopo l’olio di oliva) e nell'OLIO DI OLIVA, ma  esistono altri esempi come l'acido palmitoleico, presente nel latte e nell'olio di colza. La dieta Mediterranea utilizza, come ingrediente di base, l'olio extravergine di oliva, anche se ultimamente viene più spesso sostituito da altri oli per motivi diversi, per il prezzo o perchè si ritengono più digeribili e leggeri. Partiamo quindi avvantaggiati, ma occorre tenere presente che le contraffazioni sono dietro l'angolo, e acquistare un buon olio significa scegliere un olio extravergine di oliva, spremuto a freddo, non raffinato, in bottiglie di vetro scuro e conservato lontano da fonti di calore e al buio, solo così mantiene intatto il contenuto in VITAMINA E, POLIFENOLI ...

Occorre aprire una breve parentesi sull'olio di palma, presente in quasi tutti i prodotti industriali, celato sotto la voce grassi o oli vegetali. E' un olio amato dall'industria alimentare per la resa del raccolto in rapporto allo spazio, la soia o il girasole richiedono più spazio, ed è solido come il burro, rendendo gli alimenti cremosi senza influenzare il sapore. Il fatto è che le multinazionali non si sono preoccupate dell'impatto ambientale nell'introduzione massiva di questa coltivazione, il 70% delle coltivazioni, occupate da foreste, sono state distrutte, causando la scomparsa di specie animali e botaniche. Oltre agli ingenti danni all'ambiente, occorre tenere presenti i danni all'organismo. 
Il CSPI (Center for Science in the Public Interest) afferma che l'olio di palma aumenta i fattori di rischio cardiovascolare, aumentando il livello di colesterolo, per il contenuto in acidi grassi saturi. Ricerche statunitensi ed europee confermano lo studio dell'OMS (wikipedia).



VENIAMO AL PRATICO: QUALI SONO LE FONTI PRINCIPALI DI GRASSI POLINSATURI???

Gli Omega 3, quelli di cui si consiglia di aumentare l'assunzione, sono contenuti nei PESCI GRASSI come il salmone, la sardina, l’acciuga, il tonno, l'aringa, la trota, i crostacei e lo sgombro ma anche nelle noci, nelle mandorle, nel tofu, in alcuni oli come quello di soia, di lino, di canapa (ottimo rapporto omega 3 e 6), l’olio di nocciole e di colza.  Percentuali si trovano anche nei vegetali a foglia verde scuro come il cavolo e la lattuga, nei legumi e nelle alghe. 
In pratica, oltre all’inserimento di almeno tre pasti di pesce a settimana, non fritto ma al vapore, alla griglia o al forno perché gli omega 3 degradano facilmente con le cotture prolungate, si possono introdurre nella dieta anche olio di lino o di canapa, a maggior ragione se si è vegetariani. Potete condire le insalate con il vostro olio, spero sia extra vergine, e aggiungere un cucchiaio di olio di lino che è la fonte vegetale più ricca di omega 3 (un cucchiaio di olio di lino fornisce circa 6,6 grammi di omega 3 che è circa il doppio del fabbisogno giornaliero); quando la minestra o la pasta e fagioli sono nel piatto, un cucchiaino di olio a crudo è perfetto e  vale anche per le verdure stufate; gli esempi sono svariati, l’importante è ricordare di non riscaldarli, cioè usarli a crudo, conservarli lontano da fonti di calore e luce, in frigorifero (olio di lino), utilizzandoli entro un paio di mesi.

CONCLUSIONI brevi! Il grasso non è nocivo, è importante per l’organismo, per la produzione ormonale ad esempio, ma anche per la  protezione degli organi interni. E’ l’eccesso a causare disequilibrio e patologie. Così l’eccesso di omega 6, rispetto agli omega 3, che consumiamo in quantità maggiore perché contenuti in tutti gli oli vegetali (nonchè in tutti prodotti industriali confezionati e non) e con una dieta che ha ridotto drasticamente il consumo di pesce, ci espone più facilmente a stati infiammatori. La conoscenza dei diversi tipi di grassi, sapendo quali diminuire e quali introdurre nella nostra dieta, porta ad un maggiore stato di salute in generale, e in menopausa può attenuare i disturbi tipici del periodo.
Alla prossima con i semi oleosi, i legumi, i germogli e i fitoestrogeni.
Scritto da Angela Ballarati.
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venerdì 7 novembre 2014

SCEGLIERE L'ACETO DI MELE e CIBI FERMENTATI, utilizzo e benefici

Aceto di mele: quale scegliere e come si produce



Aceto di mele come scegliere? Trattamento di bellezza per i capelli e utilizzo anche per gli amici a quattro zampe.

CIBI FERMENTATI con l'aceto di mele, quali sono i benefici.

Avete mai sentito parlare dei cibi fermentati e dei loro benefici ? Perchè sono utili e come produrli. Come scegliere e come si produce un buon aceto di mele.

Come scegliere un buon aceto di mele.

Per essere certi di aver acquistato un aceto di mele, ricco di acetobacter e minerali, occorre prestare attenzione all’etichetta. E’ preferibile acquistare quello ottenuto con il metodo francese, da mele intere (e non con gli scarti), con un ph fra il 5,5 e il 6, più delicato e meno aggressivo per lo stomaco,  e per mantenere vivi i preziosi batteri, non dovrebbe essere pastorizzato. L’aceto di mele non pastorizzato contiene la madre dell’aceto, quella soluzione sul fondo della bottiglia, composta da batteri acetici e che rimane dopo il processo di fermentazione.  Il miglior aceto di mele quindi è biologico, ottenuto da buccia, polpa e torsolo,  non filtrato e non pastorizzato. Andrà formando sul fondo un sedimento torbido, proprio per la presenza della madre dell’aceto; quelli che rimangono limpidi probabilmente hanno perso le sostanze che lo rendono così prezioso. Spesso, anche sulle bottiglie di aceto di mele biologico non vengono citate specificazioni di sorta. Io ne ho acquistati due in erboristeria, di differenti aziende produttrici, che specificavano: la produzione biologica, l’assenza di pastorizzazione e il ph  5. Entrambe le etichette non riportavano altre diciture, e con un ph superiore al 5 non l’ho ancora trovato,  non demordo.
Per la  conservazione, semplici regole quali: tenere la bottiglia lontana da fonti di calore e al riparo dalla luce.  Chiudere bene il tappo, meglio se a vite, per non permettere all’aria di entrare deteriorando il prodotto.
In commercio si trova anche in capsule e compresse, ma probabilmente non contengono la madre dell’aceto quindi…
Ippocrate già lo utilizzava come tonico e digestivo, e il dottor Jarvis del vermont è diventato famoso per i suoi trattati di medicina (“guida per la buona salute di un medico del Vermont”) nei quali afferma che i reumatismi, l’artrite e la gotta originano da un eccessivo accumulo di calcio nell’organismo. Considerava l’aceto di mele una panacea per tutti i mali, i suoi studi sugli animali si rivelarono sorprendenti. Le mucche vecchie a cui veniva somministrato aceto di mele con acqua, come trattamento, presentavano una carne più morbida (come quella giovane), le loro ossa presentavano una perfetta consistenza del midollo di colore rosso vivo (indice di abbondanza di globuli rossi), e mucche di 10 anni riprendevano la produzione di latte, dopo tre mesi di trattamento. Concluse che l’uso di aceto di mele con miele, portava gli stessi benefici anche per l’organismo umano: un rinvigorimento generale.

Metodi tradizionali per la produzione dell’aceto di mele: il francese e il tedesco.

Il metodo francese prevede che ad un piccola quantità di aceto di mele, delle annate precedenti, in botti di quercia, vengano aggiunte di volta in volta, piccole dosi di sidro, che a contatto con l’aceto si acidificano.
Il metodo tedesco, più veloce, parte sempre dal sidro, che viene sistemato in una botte con tre scomparti comunicanti, uno sopra l’altro. Nel primo scomparto in alto si colloca il sidro da acidificare, che sgocciola lentamente nel secondo scomparto dove avviene la fermentazione che poi passa al terzo scomparto. Da quest’ultimo, tramite un rubinetto, viene raccolto l’aceto di mele finito.
Entrambi i metodi producono un aceto di mele di qualità elevata, anche se il francese viene indicato come migliore, ma oggi le grandi industrie alimentari producono su larga scala, e spesso l’aceto viene sottoposto a
pastorizzazione, cioè a riscaldamento, che uccide gran parte dei batteri acetobacter che conferiscono le proprietà benefiche all’aceto di mele.

Trattamenti di bellezza: pelle e capelli
Per donare lucentezza ai capelli, mettete in un barattolo a chiusura ermetica 50 g di aghi di rosmarino e mezzo litro di aceto di mele. Lasciate macerare per dieci giorni, agitando il barattolo ogni giorno; passato il tempo, filtrate e imbottigliate. Potrete usare questo tonico dopo lo shampoo, tenendo presente che tende a scurire leggermente i capelli. La stessa soluzione può essere utilizzata come tonico per il viso, l’odore non è dei più gradevoli ma conferisce trasparenza alla pelle.
Per la forfora, i capelli grassi e il prurito, potete frizionare il cuoio capelluto con un batuffolo di cotone imbevuto in una miscela composta al 50% di acqua e aceto di mele. Una capigliatura sana e priva di forfora possiede un ph inferiore a 7 e l’aceto di mele possiede il giusto grado di acidità per mantenerli in salute.

Per i nostri amici a quattro zampe.
L’aggiunta di un cucchiaino di aceto di mele alla pappa dei cani e dei gatti rende il pelo folto e lucido. Nel periodo della gravidanza e allattamento, garantisce abbondanza di latte, un bel pelo e buona ossatura ai cuccioli. Sempre che lo gradiscano!

Aceto di mele in cucina:  cibi fermentati.

La cucina costituisce il suo uso principale, come condimento, per conservare verdure estive come le melanzane, i cetrioli…
Ma
avete mai sentito parlare dei cibi fermentati?
La fermentazione dei cibi è molto praticata in Germania, in Italia solo in alcune zone come l’Alto Adige anche se si sta, nel tempo, diffondendo la pratica. La fermentazione arricchisce di enzimi e vitamine rendendo i cibi più facilmente assimilabili e nutrienti; i cibi, o anche le bevande “invecchiate”, vengono colonizzati da batteri e lieviti, utili e benefici per l'organismo. Anche se c’è chi afferma che non ci sono prove sufficienti per affermare che non si sa esattamente quali tipi di batteri siano apportati dai cibi fermentati, e se la dose sia sufficiente, di avviso contrario sono coloro che asseriscono le loro proprietà benefiche. Alcune ricerche dell’università di Cambridge hanno evidenziato che il loro consumo regolare si è dimostrato capace di ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Inoltre, essendo questi batteri, utili per equilibrare la flora batterica intestinale, dove risiede il 70% del nostro sistema immunitario, ne deriva un miglioramento generale.
Con l’aceto di mele si possono ottenere ottimi cibi fermentati: carote, cetrioli, peperoni, fagiolini e fagioli, precedentemente scottati in acqua bollente (rende i fagioli più digeribili, distruggendo le saponine) . Oltre a questi alimenti, ricordiamo anche lo yogurt, i crauti, la salsa di soia, il tempeh…
Le verdure, lavate e asciugate, vengono tagliate a tocchetti e disposte in vasetti di vetro, riempiendo bene gli spazi in modo da eliminare le bolle d’aria fra le verdure (una corretta fermentazione deve avvenire in assenza di ossigeno); si versa nei vasetti una salamoia ottenuta facendo bollire un litro d’acqua nel quale avrete disciolto 8 grammi di sale grosso. Una volta che la salamoia sarà intiepidita, unire 250 ml di aceto di mele per ogni litro e versarla ancora tiepida nei vasetti, riempiendoli fino all'orlo, lasciando che fuoriescano le bollicine d'aria. Coprire l’imboccatura con un foglio di carta alimentare (se non la trovate potete usare quei dischi a griglia di plastica), chiudere bene il coperchio e lasciare il vasetto a testa in giù per un giorno. Conservatelo per 3 o 4 giorni in un luogo caldo ( 10/15°, comunque non superiore ai 30 gradi) dopo di che potrete iniziare a consumare le vostre verdure e conservarle in frigorifero per massimo 6 mesi. Alcuni testi indicano come tempo di fermentazione 2 o 3 settimana a temperatura di 10/15°. Basta un quarto di tazzina al giorno per disintossicare l’organismo e riequilibrare la flora batterica intestinale, riducendo così gonfiori e disturbi.

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Aceto di mele quale scegliere, autore: Naturopata Angela Ballarati
.Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la fonte: autore e link attivo del blog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.



mercoledì 5 novembre 2014

ACETO DI MELE: RIMEDIO NATURALE DALLE MILLE VIRTU'

Aceto di mele: proprietà e benefici

L' aceto di mele possiede proprietà dimagranti e terapeutiche. E' un rimedio naturale per i malanni stagionali e un aiuto per l'intestino

Articolazioni doloranti, diete ipocaloriche, malanni stagionali, per aiutare la digestione, per depurare…conoscete tutti gli usi dell’aceto di mele?
Ricco di minerali, oligoelementi e sostanze utili, l’aceto di mele puo’ essere considerato, a tutti gli effetti, un integratore alimentare.

L’aceto di mele contiene i sali minerali, le vitamine e gli zuccheri propri della mela. Si ricava dal sidro, una bevanda fermentata e leggermente alcolica, ottenuta dal succo di mele.
E’ importante il metodo di produzione per assicurare che l’aceto di mele mantenga intatte tutte le sue qualità.
Il sidro viene lasciato all’aria (20-30 gradi) in modo che i batteri presenti, gli acetobacter, possano trasformare l’alcol in acido acetico. Per accelerare il processo si ricorre alla “madre” dell’aceto, una sostanza gelatinosa e ricchissima di acetobacter. I metodi tradizionali per la produzione sono il francese e il tedesco che rappresentano l’eccellenza dell’aceto di mele, mentre la produzione industriale prevede, spesso, la pastorizzazione, che sottoponendo l’aceto a riscaldamento uccide quasi totalmente i batteri acetobacter, quelli che maggiormente conferiscono le qualità benefiche a questo prodotto.

Cosa contiene l’aceto di mele e perche’ è prezioso per l’organismo

L’aceto di mele è ricco di potassio: minerale in cui sono immerse le cellule. Il potassio stimola l’assimilazione degli alimenti, nutre il sistema nervoso ed è benefico per il cuore.
Il calcio è il secondo minerale presente nell’aceto di mele per importanza. Altre minerali presenti, alcuni  aiutano a fissare il calcio alle ossa e ai denti, sono:  il fosforo, il ferro, il rame, il magnesio, il fluoro e lo zolfo.
Anche le vitamine B2, riboflavina, e B3, acido nicotinico, sono presenti in quantità notevole insieme a beta-carotene, vitamine A, C ed E, acido acetico, altri acidi di frutta e pectina.
Ma il componente principale dell’aceto di mele è l’acetobacter, prezioso microrganismo simile ai batteri contenuti nel nostro intestino che hanno il compito di equilibrare la flora batterica intestinale, combattere i batteri nocivi, i processi di fermentazione e putrefazione. Consideriamo che circa il 70% del nostro sistema immunitario risiede nell’intestino, per cui il suo buon funzionamento promuove una maggiore capacità dell’organismo di far fronte alle aggressioni. Con l’uso dell’aceto di mele nella nostra alimentazione, introduciamo microrganismi nuovi che rinnovano e potenziano la flora batterica intestinale; gli altri tipi di aceto non contengono le stesse quantità di acetobacter. L’aceto di vino è più acido, ha un ph compreso fra 2,8 e 3,2 mentre l’aceto di mele ha un ph di 4,5-6.
Per questa sua bassa acidità e il contenuto in pectina ha la capacità di regolare il tasso di acidità dello stomaco;  risulta quindi utile, sia in caso di cattiva digestione dovuta a scarsità di succhi gastrici, ma anche per eccesso di acidità.

Gli utilizzi dell’aceto di mele e quando farne uso

  • Nelle infiammazioni delle articolazioni, l’aceto di mele ostacola la formazione di depositi di calcio nelle articolazioni, che producono dolore e rigidità, soprattutto al mattino al risveglio. Bere ogni sera un bicchiere d’acqua con un cucchiaino di aceto di mele e un cucchiaino di miele (non storcete il naso, se vi piace l’agrodolce, la miscela è gradevole) è in grado di sciogliere i depositi di sali di calcio nelle articolazioni. Questo è dimostrato dal fatto che le vecchie pentole incrostate di calcare (carbonato di calcio), tornano come nuove se versate al loro interno per alcune ore, una miscela di acqua e aceto di mele; anche se quello di vino si trova ad un prezzo minore, entrambi possono essere riutilizzati per lo stesso scopo.
  • In caso di raffreddore e per fluidificare il catarro o nella tosse. L’aceto di mele è antibatterico e antivirale, quindi utile per alleviare i sintomi di mal di gola, per sciogliere il catarro e calmare la tosse. Un rimedio nei casi di malattie da raffreddamento consiste nel respirare i vapori (suffumigi), ottenuti riscaldando un pentolino con metà acqua e metà aceto di mele, libera il naso e calma la tosse. Anche bere un bicchiere d’acqua con un cucchiaino di aceto di mele, dolcificato con miele di eucalipto, aiuta in caso di raffreddore e tosse. Per la raucedine e il mal di gola si possono fare dei gargarismi con 1 cucchiaino di aceto di mele in mezzo bicchiere d’acqua.
  • Per aiutare la digestione, si può bere un bicchiere d’acqua con due cucchiaini di aceto di mele. Nei disturbi dell’apparato digerente, l’acetobacter ricostituisce la flora batterica intestinale, e oltre a favorire la digestione, previene la fermentazione intestinale e i gonfiori, eliminando le tossine accumulate; inoltre per la presenza di pectina, che ha la capacità di assorbire notevoli quantità di acqua, aumenta il volume delle feci facilitandone l’espulsione.
  • Favorisce la guarigione in caso di herpes simplex, applicandolo semplicemente puro sulla parte, più volte durante la giornata.
  • Nelle cure dimagranti,spesso restrittive, l’organismo si trova in deficit di minerali e oligoelementi, per questo viene consigliato di bere acqua, un bicchiere, in cui disciogliere un cucchiaino di aceto di mele e un cucchiaino di melassa di zucchero di canna, ricca di sali minerali: rimineralizza l’organismo e   accelera il metabolismo in generale, migliorando quello dei grassi per effetto dell’acido acetico che inibisce l’accumulo di grasso. Nell’universo delle diete dimagranti, si è guadagnata un posto anche quella che utilizza aceto di mele, per le ragioni di cui sopra e anche perchè considerata più naturale di altre. Viene consigliato di assumere un bicchiere di acqua a cui aggiungere un cucchiaino di aceto di mele prima dei pasti; successivamente i cucchiaini diventano due e poi tre. Il tutto in un regime alimentare controllato, bevendo molta acqua lontano dai pasti e associando un adeguato esercizio fisico.
  • Per depurare. Elimina il grasso, il catarro e il muco prodotti dall’organismo in caso di infiammazioni, eliminando le tossine.
  • Ricercatori giapponesi hanno dimostrato che l’aceto di mele (anche quello di vino per la verità) è in grado di contrastare l’ipertensione e l’obesità; merito dell’acido acetico che attiva la produzione di proteine che ossidano i grassi.
  • L’aceto di mele aiuta a ridurre i livelli di colesterolo per effetto della pectina presente che assorbe i grassi e ne aiuta l’eliminazione.
  • Abbassa il livello degli zuccheri nel sangue: questo è anche uno dei motivi per cui è un prezioso alleato delle diete.
  • Anche se leggermente acido, contribuisce a mantenere l’equilibrio del pH.
  •  Impacchi sui polpacci, con pezzuole imbevute in una miscela composta al 50% di acqua e aceto di mele, in caso di febbre, aiuta a non farla salire.
  • L’insieme dei minerali presenti nell’aceto di mele, migliora la fissazione del calcio alle ossa, ai denti e alle unghie.

Precauzioni e controindicazioni riguardanti l’aceto di mele

Occorre prestare particolare attenzione all’uso eccessivo di aceto di mele se si hanno problematiche gastriche (gastrite, ulcera…) Perchè, anche se ha un pH meno acido rispetto all’aceto di vino, può comunque irritare ulteriormente la mucosa gastrica.
In caso di osteoporosi, l’uso prolungato di aceto di mele abbassa i livelli di potassio.
Attenzione in caso di ipertiroidismo (accelera il metabolismo), in caso di diabete, assunzione di anticoagulanti o ipersensibilità. Importante consultare preventivamente il medico di famiglia prima di utilizzare eccessivamente l’aceto di mele.


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Autore, Aceto di mele proprietà e benefici: Angela Ballarati

Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili, non a scopo di lucro, altrove, solo citando la fonte: autore e blog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché è aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto , non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.