domenica 1 marzo 2015

VALERIANA OFFICINALIS, RILASSANTE NATURALE.

VALERIANA OFFICINALIS: proprietà e benefici.
STRESS, PALPITAZIONI, INSONNIA, NERVOSISMO … un aiuto dalla fitoterapia.




Il suo nome deriva dal latino “valere”, cioè forza, per la sua resistenza. E’ una pianta erbacea perenne, della famiglia delle Valerianaceae, chiamata anche erba del gatto (erba di gat) perché attira i gatti in amore ed è conosciuta fin dal Medioevo per le sue proprietà salutari. Le foglie sono simili a quelle della felce, i fiori sono piccoli, bianchi o color lavanda riuniti a ombrella, e dal rizoma partono radici formate da lunghe fibre cilindriche. 

Da non confondere con la valeriana, o valerianella, che si utilizza in cucina come insalata, mentre della valeriana officinalis si utilizza la radice a scopo fitoterapico.

Come già riportato nel caso dell’escolzia, ripeto che la fitoterapia,  pratica che prevede l’utilizzo terapeutico delle piante o estratti di piante, si basa come il farmaco sui principi attivi contenuti. La fondamentale differenza risiede nell’origine delle sostanze utilizzate, il farmaco utilizza principi di sintesi mentre la fitoterapia utilizza sostanze di origine naturale che sortiscono un effetto modulato dai molteplici componenti della pianta stessa. 
Ippocrate, padre della medicina, considerava il rimedio come terzo strumento, dopo  il tocco e la parola, per riportare lo stato di salute e, come le piante sono costituite da più principi considerati nel loro insieme, così non era possibile curare la singola malattia “senza conoscere la natura del tutto”.

COSA CONTIENE

Tutte le parti della pianta contengono sostanze dalle capacità sedative che però sono più concentrate nel rizoma e nelle radici. Oltre alle sostanze sedative (valepotriati) contiene oli essenziali, flavonoidi e alcaloidi.


QUANDO PUO’ ESSERE UTILE


Gli usi della valeriana sono riconducibili ai disturbi dell’umore, in virtù del suo potere calmante, agisce come un blando sedativo nelle crisi d’ansia, per il nervosismo dovuto ad un periodo di tensione, stress sul lavoro, per un esame … Prima di andare a dormire favorisce il sonno, i suoi principi attivi la rendono utile in caso di insonnia, perché seda e rilassa con le sue proprietà leggermente ipnotiche, favorendo un sonno fisiologico.  Il suo campo d’azione si allarga ai sintomi secondari dello stato ansioso come le palpitazioni, la sudorazione.  Rilassa la muscolatura liscia che riveste i visceri, quindi utile in caso di crampi allo stomaco o intestino irritabile legati a fattori nervosi.
 Aiuta nella sindrome premestruale e in menopausa, nei casi di malinconia e umore depresso.
Nervosismo, ipereccitabilità, ansia, disturbi della menopausa come vampate di calore e palpitazioni:  tutti  casi in cui può essere utile una tisana o la tintura madre, facilmente reperibili in erboristeria o farmacia, come pure l’estratto secco in compresse.
Fra i rimedi della nonna, la valeriana veniva applicata con compresse imbevute di decotto, sulle zone dolenti per alleviare il dolore, in caso di contusioni, nevralgie e dolori muscolari.

La tisana si ottiene versando su 3 g di pianta polverizzata, 100 ml di acqua bollente. Coprite e lasciate riposare per 10 minuti quindi filtrate. Il decotto invece si ottiene mettendo  10 cm di radice in 100 ml di acqua fredda che andrà cotta per 10 minuti circa.

Della valeriana, si trova in commercio, anche se meno frequentemente rispetto alle compresse e alla tintura madre, il succo (spremitura del rizoma), lo sciroppo (estratto del rizoma con acqua e zucchero), l’estratto fluido (pianta essiccata con alcol) meno efficace della tintura madre e l’olio essenziale.

Un buon bagno caldo con 10 gocce di olio essenziale di valeriana è molto rilassante e favorisce un buon sonno.

AVVERTENZE.  Attenzione alle dosi, è sconsigliata l’assunzione per periodi prolungati (superiori ai 10 giorni) senza interruzione: la pianta può provocare nausea, stordimento, sonnolenza, cefalea e vertigini. Sconsigliata in gravidanza e per bambini sotto i 6 anni. Per l’interazione con alcuni farmaci, come i barbiturici di cui ne potenzia l’effetto, chiedere il parere medico.

Scritto da Angela Ballarati.
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